L’atteso parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione sullo schema di decreto che interviene con disposizioni correttive sul Decreto Interministeriale 182/2020 è stato pubblicato quest’oggi. Nel suo parere, il CSPI avverte l’esigenza di ricordare che il Consiglio di Stato, nella Sentenza pubblicata il 26 aprile 2022, non entra nel merito delle norme del DI 182/2020, affermando, al riguardo, che “non vi è una lesione concreta di diritti e che solo se e quando questa lesione si manifesterà, allora si potrà stabilire l’eventuale illegittimità del decreto”.
Che vi fosse necessità di rivedere il testo del DI 182/2020 pare essere oggi opinione ampiamente diffusa e condivisa, anche se poi, nel concreto, pur intervenendo il Ministero su più punti, restano disattese questioni importantissime che, in sede di applicazione, potrebbero produrre più di una criticità.
Sulla tempistica di adozione del modello di PEI, il CSPI giustamente interviene suggerendo al Ministero di chiarire il passaggio, introdotto dall’art. 19 comma 7-bis del d.lgs. 66/17, in cui si prevede la graduale adozione di tale modello, specificando direttamente nel DI 182/2020, che l’utilizzo del nuovo modello di PEI avvenga “a partire dall’ingresso nella scuola dell’infanzia e dalle classi prime di ogni ordine e dalle classi terze per la secondaria di secondo grado.”
In merito, invece, all’assenza del Profilo di funzionamento, che il Ministero della Salute ad oggi non ha ancora adottato, il CSPI chiede che venga effettuata una integrazione del decreto correttivo, specificando nello stesso che i modelli di PEI debbano tenere conto della “Diagnosi Funzionale” e “del Profilo dinamico funzionale, nei caso in cui sia stato elaborato”.
Al riguardo, secondo Evelina Chiocca, responsabile delle politiche per l’inclusione per conto del sindacato Anief, va detto che l’art. 5 comma 3 del DI 182 già prevede quanto richiesto dal CSPI. Resta invece sospesa una questione sostanziale: “chi elaborerà e aggiornerà il Profilo dinamico funzionale, la cui redazione era affidata a un gruppo di lavoro che non c’è più in virtù dell’abrogazione del DPR 24 febbraio 1994 e considerato anche il fatto che il nuovo GLO non ha, fra i suoi compiti, quello della elaborazione e aggiornamento del Profilo dinamico funzionale?”. Su questo punto il Ministero non ha ancora dato indicazioni e il CSPI non si è espresso.
Puntuale, per contro, l’intervento sulla sezione 8; il CSPI suggerisce di cancellare i riferimenti alla progettazione per aree disciplinarli, in virtù del fatto che le Indicazioni Nazionali sono impostate per disciplina.
Nessun’altra osservazione su altre questioni rispetto alle quali, invece, si dovrà trovare urgentemente una soluzione. Permane, per esempio, una mera “partecipazione ai lavori del GLO” da parte dei genitori: gli articoli del 182, al riguardo, non sono stati modificati. E questo non agevola certamente quella collaborazione necessaria per una reale corresponsabilità.
Nessun commento in merito all’esame della documentazione e neppure in merito “ai range e alla richiesta delle risorse”, che restano affidate a tabelle, la cui compilazione è sostanzialmente impossibile e il cui utilizzo, invece, contribuirebbe alla riduzione dei posti di sostegno. Non dimentichiamo che la finanziaria del 2021 scrive, nero su bianco, l’intento raggiunto grazie al 182/2020, ovvero la riduzione di 5000 posti di sostegno all’anno.
Persistono poi questioni relative alla partecipazione dei docenti agli incontri del GLO, che si svolgeranno “fuori dall’orario scolastico” e per i quali non è riconosciuto alcun compenso, in quanto non sono previsti oneri per lo Stato. In altre parole si chiedono ai docenti prestazioni senza alcun riconoscimento economico. È chiaro che questo passaggio deve essere urgentemente rivisto e affrontato in sede di contrattazione sindacale. In assenza di risposta, i docenti potranno impugnare la disposizione del 182 che prevede non oneri per lo Stato e lo svolgimento fuori dall’orario scolastico.
Secondo Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, il decreto 182, anche dopo l’intervento correttivo del Ministero dell’Istruzione, “presenta troppi punti critici e, per questo motivo, se non interverrà una sua modifica sostanziale, si renderà inevitabile un’azione giudiziaria a tutela sia degli alunni con disabilità che degli insegnanti”.