Come riporta la rivista specializzata Orizzonte scuola, “sono stati pubblicati i risultati del monitoraggio, condotto dall’Aran, sui contratti integrativi sottoscritti dalle pubbliche amministrazioni. Il Rapporto, giunto alla sua decima edizione, fornisce i dati di sintesi dell’anno 2021 e dedica, inoltre, uno specifico approfondimento alle materie trattate nei contratti dell’anno 2020”. Anief invita i docenti e il personale Ata a diventare terminale associativo - Tas/Dsat
Si evince una prima considerazione relativa all’aumento delle contrattazioni integrative dopo la contrazione pandemica: infatti, “i numeri mostrano un aumento complessivo del 13%. Nella maggioranza dei casi i contratti regolamentano aspetti economici, quali indennità, performance, trattamenti accessori, maggiorazioni, criteri per le progressioni economiche; i tassi di contrattazione evidenziano percentuali importanti nella Scuola (82%) e Università (74%) e considerevoli nel resto dei casi (62% nel complesso). Dal punto di vista geografico, ancora una volta dalla Lombardia e dal Veneto arrivano il maggior numero di contratti integrativi”.
Poi, “prendendo in considerazione i singoli comparti si trovano importanti differenze: le amministrazioni delle Funzioni Centrali hanno svolto trattative finalizzate quasi esclusivamente all’utilizzo delle risorse decentrate (81%), nel comparto Istruzione e Ricerca è consistente la percentuale di contratti di tipo normativo (64%); nel comparto Sanità è rilevante il dato dei negoziati su stralci di specifiche materie (45%); infine, nelle Funzioni Locali è preponderante la quota di contratti a carattere economico (72%) ma è considerevole anche la percentuale di contratti negoziati su specifici istituti normativi (24%). Anche differenziando tra aree dirigenziali e personale dei comparti si ritrovano numeri simili, ad eccezione di Funzioni Locali dove per i dirigenti è prevalente la tipologia normativa (49%) e per il personale del comparto quella economica (74%). I numeri dei contratti trasmessi sono nella maggioranza dei casi rivolti al personale non dirigente, ma questo deriva anche dal rilievo numerico di questi ultimi rispetto ai dirigenti. La delegazione di parte pubblica è formata nel 98% dei casi da dirigenti e funzionari. Solo nello 0,9% dei casi, non riuscendo a raggiungere un accordo, l’amministrazione utilizza lo strumento dell’atto unilaterale. Infine, sono poco più del 90% gli accordi sottoscritti anche dalla RSU (90,5%)”.
Per quanto concerne “l’analisi più approfondita sulle materie trattate – che ha riguardato l’anno 2020 – si riscontra, rispetto al precedente Rapporto una ulteriore e significativa diminuzione della tendenza alla “contrattualizzazione” di alcune materie oggetto di sola partecipazione sindacale (in particolare le materie del “confronto”). Tale diminuzione potrebbe essere una conseguenza della semplificazione, della unificazione e della più chiara definizione della disciplina, operata dai CCNL 2016/2018. Per il comparto scuola sono 14 le materie trattabili”.