Nel pomeriggio Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, è intervenuto all’interno della puntata speciale di “A tu per tu”, ciclo di interviste con i protagonisti del mondo della scuola organizzato dalla rivista specializzata Orizzonte scuola. Per rivedere la diretta, cliccare qui.
Oggi c’è stata un’audizione al Senato sul Pnrr e il leader del sindacato ha partecipato come segretario confederale Cisal. Durante la diretta pomeridiana, rispetto al reclutamento, tema molto importante, il sindacalista autonomo ha affermato che “l’Europa con il Pnrr ci chiedeva di semplificare le procedure di reclutamento, assumere un certo numero di precari entro il 2024, 70mila, e la continuità didattica. Ai senatori abbiamo ribadito il punto di caduta della riforma: dobbiamo riuscire ad assumere, entro il prossimo anno, un gran numero di precari, con maggiore attenzione alla specializzazione. Noi abbiamo proposto già da tempo di assumere dalle Gps, che utilizziamo per chiamare 200mila precari ogni anno. Da qui il problema dell’abuso dei contratti a termine: chiamo sì per le supplenze da quelle graduatorie, ma non per i ruoli. Noi ci chiediamo: ma se i docenti venissero assunti dalle Gps verrebbe meno il merito? Non crediamo affatto”.
L’altro tema, presente nella memoria contenente i 17 emendamenti suggeriti dal giovane sindacato Anief, è quello della mobilità. “Dire che bisogna fare continuità didattica attraverso i vincoli e poi chiedere la stabilizzazione degli organici ci potrebbe fare riflettere sul fatto che forse l’Europa non conosce nel dettaglio la situazione italiana. La continuità didattica non si garantisce chiamando ogni anno dei precari, questo soprattutto per il sostegno. Ancora, ha senso mettere un vincolo quinquennale a un docente della scuola media, per esempio? Per garantire la continuità bisognerebbe forse bocciare lo studente per due anni?”, ha aggiunto Pacifico.
“Si parla tanto di specializzazione: perché non si permette, a tutti coloro che lo vorrebbero, di specializzarsi sul sostegno? Non siamo d’accordo col numero chiuso, vorremmo invece che si rispettasse il reale bisogno di docenti. E poi, perché non parte il concorso per abilitarsi? Ci sono docenti che hanno pagato e sono in attesa da anni di potersi abilitare”, ha detto ancora il leader Anief.