I vertici ministeriali hanno reso, oggi, l’informativa sul decreto organici per i Dsga. Nella riunione, coordinata dalla dott.ssa Palumbo, l'Amministrazione ha rappresentato che il provvedimento è stato sottoposto alla Conferenza Unificata Stato Regioni, ma non è stata raggiunta l’intesa.
La normativa prevede, quindi, che entro fine giugno si adotti il decreto a doppia firma tra MIM e MEF in modo da assegnare alle Regioni il tempo necessario per dare esecuzioni alle operazioni di dimensionamento entro novembre/dicembre 2023 a valere dall’anno scolastico 2024/25.
La delegazione Anief composta dalla Segretaria Generale Chiara Cozzetto, Cristina d’Alpino e Alberico Sorrentino ha manifestato l’assoluta contrarietà del giovane simdacato in relazione alle tabelle che rappresentano un taglio drastico di 698 autonomie, con ciò che ne consegue in relazione all’organico del personale ATA.
“Non è possibile gestire plessi ricadenti in comuni distanti diversi chilometri, comportando di fatto un aumento della complessità organizzativa e gestionale, che va a ripercuotersi sui Dirigenti ed i DSGA in particolare”, commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
La situazione più difficile si riscontra al Sud e nelle isole.
Le risorse risparmiate a seguito del dimensionamento, così come previsto dall’art. 1 comma 558 della L. 197/2022 saranno destinate al FUN dei DS ed all’indennità di Direzione dei Direttori che annualmente saranno accertate dal MEF.
La delegazione Anief ha sottolineato il paradosso in base al quale il Direttore SGA nella determinazione degli organici viene equiparato ai Dirigenti pur essendo, ad oggi, il profilo professionale del Direttore SGA previsto dal CCNL comparto Scuola del 29/11/2007, reiterato dal CCNL vigente del 19 aprile 2018, all’interno del personale ATA di cui il suddetto contratto definisce competenze e orario di lavoro e con ciò che ne consegue in termini di retribuzione professionali.
La riorganizzazione del sistema scolastico prevista dal PNRR, che avrebbe dovuto rilanciare il sistema educativo finisce con l’ampliare le differenze territoriali già esistenti tra Nord e Sud. Il nostro sindacato ha, dunque, confermato il proprio netto No ai tagli nella scuola.