Sono trascorsi 6 anni dall’entrata in vigore del D.lgs 64/17, è arrivato il momento di tirare le somme dei risultati che questa riforma ha determinato.
Anief riconosce che in qualche misura la riforma ha portato qualche cambiamento positivo sul lato del trattamento economico dei docenti in servizio all’estero, con l’introduzione della maggiorazione del contributo abitazione e dell’assegno di sistemazione e di fine mandato, prima appannaggio solo del personale MAECI, tuttavia anche in questo siamo distanti da una reale equiparazione, resta la differenza dei coefficienti di sede tra il personale scolastico distaccato a prestare servizio all’estero e il personale del MAECI che determina una inaccettabile e ingiustificata differenza di trattamento economico.
Sul fronte dell’efficienza e dell’efficacia dell’intervento di promozione della lingua e della cultura italiana all’estero il D.lgs 64/17 ha prodotto risultati negativi, prevedibilmente negativi.
Da tempo l’Anief con l’azione del suo Presidente Marcello Pacifico e il lavoro del Capo Dipartimento Estero Anief, Salvatore Fina, chiedono alla politica e all’amministrazione di avviare un percorso di verifica dei risultati e di modifica al 64/17. Pur privilegiando la via della trattativa sindacale, Anief si è fatta promotrice di un’azione di riforma anche attraverso la via Parlamentare e ancora in questi giorni, dopo l’approvazione da parte del Governo del D.L. PA bis, propone alle forze politiche un articolato emendamento che mira a modificare il D.lgs 64/17 in quelle parti che hanno determinato disparita e abbassamento dell’offerta formativa.
In prima istanza Anief chiede di aumentare il numero dei docenti in servizio all’estero da 674 a 900, recentemente il Governo ha aumentato il numero dei militari all’estero, crediamo che sia altrettanto importante aumentare anche il numero di chi ha il compito di promuovere all’estero la nostra lingua, la nostra cultura e il nostro modo di fare scuola. E’evidente che il contingente attuale, formato da sole 674 unità non è sufficiente a svolgere l’importante compito al quale è chiamato nell’ambito della Diplomazia Culturale del nostro Paese.
Con questo emendamento Anief chiede:
- l’aumento dei posti di contingente da 674 a 900
- il rispristino delle graduatorie d’istituto per le supplenze oltre i 10 giorni di assenza del titolare;
- l’abolizione dei contratti locali d’insegnamento anche su discipline obbligatorie dell’ordinamento scolastico italiano;
- la possibilità per tutti i docenti di svolgere 12 anni di servizio all’estero
- l’abolizione dell’assegnazione delle ore non costituenti cattedra a docenti di ruolo nella sede;
- l’assegnazione delle ore non costituenti cattedra ai docenti presenti nelle graduatorie d’istituto per le supplenze.
- La riduzione da sei a tre anni del periodo minimo di servizio all’estero che da diritto alla nomina.
L’approvazione dell’emendamento restituirebbe a tutti il diritto a svolgere 12 anni, oggi tanti sono esclusi per legge. Questa è una disparità inaccettabile, che ha generato un contenzioso ancora in atto che ha a sua volta determinato una sorta di lotteria del diritto basata sulla diversa interpretazione personale della normativa da parte dei vari giudici che di volta in volta vengono chiamati ad esaminare i ricorsi da parte di chi è escluso dalla possibilità di partecipare alle selezioni per la destinazione all’estero perché vi ha già svolto più di sei anni.
L’emendamento restituirebbe qualità all’offerta formativa delle scuole, oggi costrette ad assumere docenti reclutati localmente ad insegnare discipline obbligatorie del nostro ordinamento scolastico che spesso non sanno nemmeno parlare italiano.
Con questo emendamento si chiede il ripristino delle graduatorie per le supplenze per le assenze oltre i 10 giorni, cosa assolutamente di buon senso. Attualmente non è dato sapere come vengono sostituiti i docenti assenti per più di 10 giorni.
L’emendamento mira a fare in modo che le ore non costituenti cattedra, cosiddetti spezzoni, non vengano assegnati obbligatoriamente ai docenti già di ruolo nella sede. Spesso assegnando per l’intero anno spezzoni di cattedra a più docenti magari senza la necessaria formazione accademica.
Infine Anief chiede d’investire, di tornare a credere nell’importanza del contingente scolastico in servizio all’estero nell’ambito della Diplomazia Culturale del MAECI, portando da 674 a 900 il contingente in modo anche di ampliare il raggio di iniziativa ad altri Paesi.
Altro c’è da modificare, sono da modificare i corsi di lingua italiana, i lettorati nelle università straniere.
Anief chiede al Governo e alla politica un segnale d’interesse, chiede d’interrogarsi e di confrontarsi sulla necessità di rivedere il D.lgs 64/17 per fare in modo di aumentare e rendere efficace l’intervento dei professionisti della scuola italiana all’estero al servizio dello Stato Italiano.