Ha avuto luogo oggi l’audizione in Senato, VII Commissione Cultura e Istruzione sul ddl n. 924 - Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale. Per Anief la segretaria generale Daniela Rosano
Ascolta l’intervento della segretaria generale Anief Daniela Rosano dal minuto 1:18:00 sulla revisione della filiera formativa dell’istruzione tecnologico professionale.
Come ha affermato Rosano, “il punto-chiave del provvedimento è l’istituzione di una nuova filiera formativa che riguarda il settore tecnologico-professionale. Si ritiene condivisibile e necessario un intervento per adeguare la struttura professionale ai tempi che cambiano e alla struttura del territorio. Sussiste e anzi cresce il problema del mismatch tra i percorsi formativi e le opportunità lavorative: guardando alle fasce d’età, sono 153mila le assunzioni programmate rivolte preferenzialmente ai giovani sotto i 30 anni e per le quali si registra una difficoltà media di reperimento del 48%. Emerge che sono maggiormente difficili da reperire operai specializzati (61,9%), tecnici (51,6%), conduttori di impianti (49,0%), professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione (47,5%), professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (41,0%)”.
“La nuova previsione normativa oltre a una revisione degli ordinamenti delle scuole tecniche e professionali intende rafforzare e ampliare la sperimentazione dei percorsi quadriennali che però solleva criticità sotto più profili: i dati in nostro possesso sembrerebbero indicare che l’apprendimento intensivo dei percorsi quadriennali rispetto a quelli quinquennali abbia prodotto un effetto meccanico ed immediato sulle discipline proposte, dunque un effetto temporaneo e non culturale di effettiva acquisizione delle competenze e di apprendimenti consolidati nel tempo. È necessario e imprescindibile individuare degli indicatori condivisi, che consentano di poter restituire dati affidabili, precisi e accurati allo scopo di valutare il reale andamento della sperimentazione. I dati presentati dal MIM non consentono di valutare la loro efficacia sui processi di contrasto alla dispersione scolastica. Inoltre, non permettono di avere un quadro definito sulle nuove metodologie didattiche sviluppate in questi percorsi nell'ottica di miglioramento degli apprendimenti”, ha continuato la segretaria generale Anief.
“La quadriennalizzazione dovrebbe contribuire allo sviluppo di nuove metodologie sperimentali che possano poi essere adottate e diffuse, non si comprende quando queste metodologie possano essere oggetto di formazione dei docenti e la preoccupazione è che si miri esclusivamente a una compressione del progetto didattico e una diminuzione delle ore di materie fondanti nel primo biennio quali la chimica, la fisica, le scienze in controtendenza con la crescente richiesta di saperi e competenze Stem che vedrebbero un impianto professionale più fragile e non consono ad affrontare i saperi tecnologici delle materie degli ultimi due anni di corso”, ha aggiunto la professoressa Rosano.
5 dicembre 2023 Ufficio Stampa Anief