Non è solo per le modalità di reclutamento, affidato solo ai concorsi, che l’Italia rischia di non raggiungere l’obiettivo delle 70mila assunzioni in ruolo di docenti previste dal PNRR. Dai primi dati in arrivo dagli Uffici Scolastici Regionali si profila un serio problema di permessi per la frequenza dei corsi da 30, 36 e 60 CFU necessari per partecipare ai concorsi. La prossima procedura concorsuale, che seguirà quella in corso cui hanno avuto accesso, oltre agli abilitati, anche i docenti con 3 anni di servizio (di cui almeno uno sulla specifica disciplina) e quelli con i 24 CFU, richiederà il possesso di almeno 30 CFU che dovranno essere conseguiti in seguito alla frequenza dei nuovi corsi in via di attivazione presso le università autorizzate.
La frequenza di questi corsi, per coloro – presumibilmente la maggior parte – che saranno in servizio a scuola, richiederà la disponibilità di permessi studio che però, a quanto pare, gli uffici scolastici territoriali non avranno a disposizione in misura sufficiente a soddisfarne la richiesta.
“In Piemonte – dichiara Marco Giordano, segretario generale ANIEF –, l’ufficio scolastico regionale ha già rilevato la necessità di tagliare in cinque province su otto il numero massimo di ore-permesso previsto dal CIR diritto allo studio per incapienza. Va evidenziato che stiamo parlando di permessi studio da assegnare per la frequenza di corsi già esistenti ed attivi quali TFA sostegno, Laurea SFP, corsi CLIL, corsi on line, e non di quelli per i prossimi corsi abilitanti. Il problema – continua Giordano - è che il residuo disponibile delle tre province piemontesi in cui, invece, si riuscirà a coprire tutte le richieste ammonta complessivamente a poco più di 10mila ore, nulla in confronto alle oltre 170mila che l’USR stima come necessarie, sulla base delle domande presentate con riserva dai potenziali interessati e della serie storica, per coprire le richieste di permessi per gli attivandi corsi abilitanti da 30/36/60 CFU e il prossimo ciclo TFA Sostegno”.
Ricordiamo che i corsi da 30 cfu serviranno per l’accesso al prossimo concorso previsto dal PNRR e il cui bando è atteso per l’autunno del 2024 ma anche per far conseguire l’abilitazione – necessaria per ottenere l’immissione in ruolo – a coloro che vinceranno il concorso attualmente in corso e che vi hanno avuto accesso con i tre anni di servizio. A questi si dovranno aggiungere anche i corsi da 30 cfu per coloro che hanno un servizio di almeno tre anni negli ultimi cinque (di cui almeno uno nella specifica classe) e dei docenti del concorso straordinario bis non immessi in ruolo che vorranno conseguire l’abilitazione, quelli da 36 cfu per i vincitori del concorso attualmente in corso che vi hanno avuto accesso con i 24 cfu e, ovviamente, quelli dei corsi abilitanti da 60 CFU.
Un ingorgo di percorsi, quindi, per di più ancora da avviare, che richiederanno sicuramente un numero adeguato di ore-permesso per consentire a chi già lavora a scuola di potervi prendere parte. Non va dimenticato, infatti, che per tutti questi corsi la normativa di riferimento prevede la frequenza obbligatoria per almeno il 70% delle attività, di cui solo per il 50% (fino al 2024, poi si scenderà al 20%) si potranno svolgere on line, con l’eccezione dei corsi da 30 CFU per chi ha già la specializzazione su sostegno o un’abilitazione e vuole conseguirne un’altra, che potranno essere svolti anche integralmente on line (corsi la cui attivazione, peraltro, al momento non sembra essere tra le priorità degli atenei).
“Serve un intervento immediato – commenta il presidente ANIEF, Marcello Pacifico –, anche a valere sulle risorse PNRR, per un adeguato aumento dei permessi che dovrà garantire il diritto allo studio, in tutta Italia, a coloro che dovranno frequentare i corsi abilitanti, di importanza strategica per il raggiungimento degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Pur ribadendo la necessità del doppio canale di assunzioni, ANIEF attiverà tutti gli strumenti di interlocuzione a livello parlamentare e ministeriale per risolvere il problema ed evitare che le nuove abilitazioni si blocchino prima ancora di partire”.
25 gennaio 2024 Ufficio Stampa Anief