Per il personale della scuola risultano impietose le cifre che giungono dall’ultimo Rapporto Aran sugli stipendi: negli ultimi 12 anni, docenti e personale Ata hanno perso infatti ben 6 mila euro rispetto al personale dei Ministeri che nel 2001 presentava un reddito lordo inferiore. “Tutta colpa del Contratto collettivo nazionale firmato dai sindacati rappresentativi per il triennio 2016-2018, che ha penalizzato il personale della Scuola rispetto al personale degli altri dicasteri, fino a far perdere nel 2022 quasi 6 mila euro annui, più di 450 euro al mese”, spiega oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
Se si esamina a fondo l’ultima tabella fornita nel Rapporto Aran del periodo 2001-2022, si evidenzia come i dipendenti del comparto scolastico siano ampiamente in fondo alla classifica dei compensi destinati a chi opera nel pubblico impiego: nel 2001 il personale Scuola partiva da 24.308 mentre il personale dei Ministeri partiva da 23.553. Con il CCNL 2006-2009, il gap rimane invariato. Nel 2010 il personale Scuola chiudeva a 30.201 euro medi, mentre il personale Ministeri a 28.382 euro. Tutto cambia e si ribalta con CCNL 2016-2018, con docenti e Ata che vanno sotto gli altri lavoratori statali. Arriviamo al 2022, quando il personale della Scuola si attesta a 31.178 euro, mentre quello degli altri Ministeri arriva a 35.293 euro.
Cosa è successo? “I numeri ufficiali – risponde Marcello Pacifico – ci dicono che negli ultimi 12 anni il personale della Scuola ha percepito 977 euro di aumenti complessivi, mentre i lavoratori pubblichi degli altri Ministeri hanno ottenuto in media 6.911 euro. In pratica, gli insegnanti, gli amministrativi, tecnici e ausiliari della scuola hanno avuto in 12 anni aumenti complessivi del 3,5%, mentre gli altri del 22,2%. Ora la domanda è perché? Bisognerebbe chiederlo a chi ha stanziato le risorse e chi li ha contrattate, ai Governi e ai sindacati rappresentativi che nel 2016-2018 hanno chiuso quell'accordo”.
Anief vuole ripartire dalla valorizzazione degli stipendi: “Nel 2022-2024 – commenta ancora il suo presidente nazionale - abbiamo chiuso il nuovo contratto dopo che sono state stanziate risorse maggiori in più per il personale del comparto istruzione e ricerca (500 milioni). Vogliamo continuare su questa strada per riportare almeno la situazione a quella del 2001 perché chi lavora a Scuola non vale meno di chi lavora nei Ministeri”, conclude Marcello Pacifico.
Nel frattempo, Anief ricorda che i lavoratori della scuola continuano a essere costretti a chiedere l’indennità di vacanza contrattuale piena tramite ricorso al giudice del lavoro.
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