Si è svolto oggi pomeriggio al Ministero l’incontro/informativa con le organizzazioni sindacali di comparto relativo alla bozza di circolare contenente le indicazioni operative a seguito delle novità introdotte dall’ultima legge di bilancio (L. 30 dicembre 2024, n. 207). Presente per ANIEF il segretario generale Giovanni Portuesi.
Nel corso dell’incontro è stata illustrata la bozza di circolare esplicativa con la quale si prende atto delle modifiche introdotte alla disciplina della c.d. “opzione donna” prevedendo che possono beneficiarne le lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2024, abbiano maturato un'anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un'età anagrafica di almeno 61 anni (ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni e al ricorrere di una delle seguenti condizioni: assistenza ex articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104, oppure riduzione capacità lavorativa con invalidità civile pari o superiore al 74%).
Esteso anche al 2025 il trattamento di “pensione anticipata flessibile” c.d. “quota 103”; prevista, dunque, la facoltà di accedere alla pensione anticipata al raggiungimento, nell’anno 2025, di un’età anagrafica di almeno 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di almeno 41 anni. La norma ha altresì previsto che, per coloro che maturano i requisiti nell'anno 2025, il trattamento di pensione anticipata è determinato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo e in ogni caso “il trattamento di pensione anticipata è riconosciuto per un valore lordo mensile massimo non superiore a quattro volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente, per le mensilità di anticipo del pensionamento rispetto al momento in cui tale diritto maturerebbe a seguito del raggiungimento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico”.
La pensione, pertanto, sarà liquidata in misura non superiore a quattro volte il trattamento minimo per il 2025 sino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia (67 anni per il biennio 2025/2026), raggiunta la quale verrà messo in pagamento l’intero importo della pensione. Il termine ultimo per la presentazione delle relative istanze di cessazione dal servizio, con effetti dall’inizio dell’anno scolastico 2025/26, è fissato al 28 febbraio 2025.
I tecnici del Ministero hanno ricordato che la Legge di Bilancio 2025 ha posticipato al 31 dicembre 2025 il termine di scadenza della sperimentazione dell’APE sociale (richiesti 63 anni e 5 mesi di età) per i lavoratori dipendenti che svolgono attività gravose che, nel comparto istruzione, sono i “professori di scuola primaria, pre–primaria e professioni assimilate”, precisando che le insegnanti che hanno presentato domanda di cessazione Polis per opzione donna con esito positivo e che presenteranno anche la domanda di riconoscimento delle condizioni per l’accesso all’APE sociale entro e non oltre il 31 marzo 2025 potranno comunicare tempestivamente alla competente struttura territoriale dell’Inps la rinuncia alla domanda di pensionamento opzione donna eventualmente già presentata.
Prevista, infine, la possibilità di presentare domanda per coloro che, a seguito delle novità introdotte dalla legge di bilancio, non rientrano più nel limite per la cessazione d’ufficio. In particolare: chi non ha presentato domanda di pensione entro il termine del 21 ottobre 2024 potrà ancora farlo entro il 28 febbraio 2025 o, al contrario, sempre entro il medesimo termine, potrà revocare l’istanza già presentata qualora la cessazione dal servizio determini una condizione più sfavorevole rispetto alla permanenza al lavoro.
In entrambi i casi, le istanze saranno cartacee e dovranno essere indirizzate all’Ufficio scolastico territoriale di competenza, per il tramite dell’istituzione scolastica di titolarità.
Nessuna indicazione rispetto alle modalità operative relative alla possibilità di permanenza in servizio a scuola fino a 70 anni, come previsto dall’ultima circolare del Ministro per la PA senatore Paolo Zangrillo; l’amministrazione si è riservata di interloquire con l’INPS impegnandosi a fornire successive indicazioni operative.
Durante l’incontro - prettamente illustrativo della bozza della circolare di prossima emanazione da parte del Ministero – sono, ancora una volta, emerse le criticità̀ del sistema pensionistico del sistema di istruzione.
Secondo il segretario generale Anief Giovanni Portuesi “la politica non solo non ci ascolta ma continua ostinatamente a fare passi indietro; l’ultima legge di bilancio peggiora ancor di più la situazione precedente perpetuando un sistema pensionistico che non tiene conto delle specificità del mondo della scuola dove è sempre più urgente prevedere una finestra specifica di uscita anticipata senza le penalizzazioni vigenti e per il quale è altrettanto urgente che si riapra la discussione sulla possibilità di riscatto gratuito degli anni universitari.”
Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “Il problema è che il Governo agisce sulla possibilità di rimanere in servizio e non su quella di andare via prima dei 67 anni previsti dalla legge Monti Fornero: sull’anticipo pensionistico nella scuola c’è infatti un silenzio assordante. Anche perché chi gestisce il personale del pubblico impiego sembra non volere tenere conto degli studi specifici che confermano tutto il malessere dei dipendenti statali nel dovere rimanere in prospettiva in servizio, per via dell’aumento dell’aspettativa di vita, addirittura oltre i parametri attuali. Si tratta di una eventualità irrealizzabile che per i docenti e il personale Ata della scuola rappresenta una condanna. Chi governa l’Italia sembra che faccia finta di non sapere che i lavoratori della scuola non possono lavorare dopo i 60 anni come se ne avessero la metà: è di queste ore la pubblicazione dell’indagine dell’Health & Sustainability lab dell’università Bicocca di Milano che ha evidenziato la presenza di uno stress cronico tra gli insegnanti – continua Pacifico - dovuto al proprio impiego con un’eco su molti aspetti della vita. A soffrirne è quasi un professore su due e il 35 per cento dei docenti è arrivato al punto di valutare seriamente l’idea di licenziarsi. È sempre più evidente – ricorda il Presidente ANIEF - che per i docenti italiani va introdotto un anticipo pensionistico importante rispetto alla pensione di vecchiaia iniziando anche a dare la possibilità di fare valere gli anni di formazione universitaria tramite la formula del riscatto gratuito. Il sindacato da me guidato si è fatto promotore della petizione online attraverso la quale chiede il pensionamento del personale scolastico a 60 anni con riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria: in due mesi la petizione ha raccolto 93 mila adesioni”.