Il ministro pronto a tagliare 11 mila docenti di sostegno, ma i diritti dei disabili non si possono barattare

Se il Miur attuerà le riduzioni annunciate dalla Carrozza, il sindacato è pronto a ricorrere al Tar: i docenti specializzati non devono seguire solo i casi ‘gravi’ ma prendere in consegna tutti gli alunni ‘certificati’ dalle autorità sanitarie, non si può sottrarre ad un alunno con disabilità lieve la possibilità di essere aiutato.

“Il ministro dell’Istruzione deve essere stato informato male: non è possibile utilizzare la nuova normativa sui ‘Bisogni Educativi Speciali’ per ridurre da 101 mila a 90 mila le cattedre di sostegno, operando un taglio di 11 mila docenti. Affidare un ragazzo con problemi di apprendimento, seppure non gravi, ad un insegnante non specializzato comporta infatti un’operazione illegittima, che i genitori possono facilmente impugnare per far avere ai propri figli l’adeguata assistenza allo studio”. Così commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per la scuola e i quadri, le intenzioni espresse dal ministro Maria Chiara Carrozza di migliorare l’azione a favore del sostegno alle disabilità e fragilità degli studenti a scuola adottando l’ultima direttiva ministeriale in materia, del 27 dicembre, per far corrispondere l’organico di sostegno di diritto a quello reale. Tagliando in tal modo circa 11mila posti oggi esistenti.

Anief teme che dal prossimo anno scolastico questa operazione porterà ad assegnare gli insegnanti di sostegno specializzati, attraverso un corso mirato a questo genere di necessità didattiche speciali, solo agli alunni disabili gravi. Mentre la normativa vigente indica che a prevalere è sempre la volontà dell’equipe medica, psicopedagogica e, a seguire, dei gruppi di lavoro scolastico quali il Gliss o il GLH, a seconda del livello scolastico dove è collocato l’alunno. Ma se il ministro vuole seguire questa strada è bene che sappia sin d’ora che farebbe bene a rivolgersi a consulenti migliori, almeno nel campo del sostegno agli alunni disabili.

“Se il Miur attuerà una riduzione di diverse migliaia di cattedra di sostegno – afferma Pacifico – il nostro sindacato ricorrerà sicuramente al Tar: in base alla normativa in vigore, infatti, gli insegnanti curricolari possono affrontare solo i bisogni educativi speciali che non sono stati certificati dalle autorità sanitarie. Non si può, inoltre, barattare l’aumento dell’organico di diritto con la riduzione dell’organico complessivo. L’organico di diritto – prosegue il sindacalista Anief-Confedir – dovrebbe corrispondere infatti agli oltre 100mila attuali posti e questo garantirebbe di mantenere in vita il rapporto di un docente ogni due alunni con disabilità previsto dalla legge”.

Quella che abbiamo oggi in Italia, a livello di organico dei docenti di sostegno, è un’organizzazione che deriva da quando il legislatore, con la Legge n. 244/2007, ha deciso di fissare provvisoriamente al 70% il numero di docenti in organico di diritto. Ad oggi però vi sono ancora arbitrariamente 37 mila insegnanti di sostegno che vengono chiamati fino al 30 giugno e non a fine agosto, come dovrebbero, visto che i ragazzi con disabilità accertata sono ormai diventati oltre 200mila e negli ultimi sei anni sono aumentati di quasi 20 mila unità.

È davvero inconcepibile l’idea del Miur di concedere l’immissione in ruolo di una parte di questi docenti chiedendo la sparizione di una parte di loro. E tirare in ballo la circolare del 27 dicembre 2012 per giustificare la mancata assegnazione di un docente specializzato nel sostegno ad un alunno con problemi di apprendimento non ha assolutamente senso: l’assegnazione di adeguato supporto ai disabili, compresa l’entità delle ore di sostegno, è un impegno formale che va necessariamente affidata ad un insegnante formato per questo scopo. E a sostenerlo non è l’Anief, ma le leggi che si sono susseguite negli anni. A partire dalla L. 104/1994 e della L. 296/2006, oltre che da varie sentenze, come quelle dalla Corte Costituzionale n. 80 del 2010, secondo cui i bisogni speciali debitamente certificati non possono essere delegati agli insegnanti delle materie curricolari.

Per questo motivi il sindacato invita coloro che fanno parte dei gruppi di lavoro a sostegno degli alunni con disabilità certificata a sollecitare le famiglie perché non si facciano privare di un diritto fondamentale per la crescita e l’integrazione di questi giovani: quando le ore assegnate dalla struttura sanitaria si discostano dall’entità prefissata, non occorre subire questo abuso. Tutti coloro che sono interessati ad avere adeguato supporto possono scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..