I tentennamenti del Governo sulle nuove norme sul pensionamento per non ritornare alla Legge Fornero e l’introduzione di ulteriori penalizzazioni per chi anticipa l’uscita dal lavoro, hanno indotto tanti dipendenti e desistere dal presentare la domanda: nel settore scolastico le domande presentate crollano letteralmente e non vanno molto oltre 15mila: più di 11mila riguardano i docenti, quasi 4mila gli Ata. Tra gli insegnanti, se si guarda agli ultimi tre anni, le domande si sono ridotte ad un terzo: da 36 mila nel 2021 a 24 mila nel 2022 ad appena 11 mila quest’anno. Il crollo delle domande - prodotte entro lo scorso 21 ottobre con prevalenza di richieste in Lombardia – è indicativo sulla mancata rispondenza dell’attuale Esecutivo ai bisogni dei lavoratori con oltre 60 anni, anche rispetto alle promesse elettorali di alcuni partiti che ora governano il Paese: basta dire che l’anno scorso a produrre domanda di pensionamento furono oltre 24mila gli insegnanti e 10mila gli Ata. Certamente, sino al prossimo mese di febbraio potrebbero aggiungersi i dipendenti con almeno 62 anni di età e 41 di contributi, aderendo a “Quota 103”, ma il computo totale non dovrebbe salire molto.