Annullata con ordinanza n. 954/2014 per la prima volta una sentenza del TAR Lazio di rigetto di un ricorso che contesta nella fase preselettiva l’erroneità dei quesiti. Calendarizzata a giugno l’udienza di merito. Anief chiederà la trattazione congiunta dei ricorsi già pendenti e proporrà l’intervento ad adiuvandum di tutti i ricorrenti costituitisi nei giudizi di primo grado. Se l’appello verrà accolto, il Miur dovrà rinnovare integralmente per i ricorrenti la procedura concorsuale, mentre potrebbe salvare con un nuovo decreto-legge i vincitori che, comunque, hanno superato tutte le valutazioni delle prove successive. Se non ti sei ancora costituito in appello, scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro il 18 aprile prossimo.

Il Consiglio di Stato sospende, per la prima volta, l’esecutorietà dell’appellata sentenza di primo grado con cui è stato rigettato un ricorso che contesta l’erroneità di due quiz somministrati il giorno della prova preselettiva e fissa l’udienza pubblica per il prossimo 24 giugno 2014. A questo punto, il sindacato ha dato mandato ai propri legali di chiedere la trattazione congiunta degli appelli nn. 199/2014 e 1292/2014 (ricorrenti originari dei numeri di ruolo al Tar Lazio 9258/11 e 8815/2011), e di quello relativo al ricorso originario n. 8814/11 la cui sentenza negativa è del 28 novembre 2013. Tutti gli altri ricorrenti dei ricorsi Anief ancora pendenti al Tar Lazio con i numeri di ruolo 8816, 8819, 8820, 8821, 8822, 8823, 8825, 8827, 9257, 9259, 9262, 9263 nonché tutti i ricorrenti ancora non costituitisi in secondo grado degli stessi ricorsi Anief 8814-8815/2011 e 9258 o ancora ricorrenti di ricorsi portati avanti con legali privati o altre associazioni, nel caso non abbiano seguito le precedenti istruzioni operative Anief per appellarsi o costituirsi a ad adiuvandum, possono farlo adesso chiedendole a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro il 18 aprile prossimo, indicando nell’oggetto: istruzioni operative appello CdS concorso dirigenti, e nel testo della mail: Cognome, Nome, numero di ruolo del ricorso al Tar Lazio, cellulare.

Ancora il Consiglio di Stato nelle recenti ordinanze 973-974 del 2014 ha affermato come “nella tipologia di procedure selettive del tipo di quella per cui è causa, la regola generale è quella per cui una sola dovesse essere la risposta esatta e quattro quelle sbagliate, ragione per cui qualunque violazione del richiamato principio non potesse avere altro esito se non quello dell’annullamento del quesito (sul punto – ex plurimis –: Cons. Stato, VI, sent. 7673/2009; id., VI, sent. 7005/2010)”. L’Anief ricorda come già all’indomani della somministrazione delle prove preselettive aveva subito denunciato l’esistenza di diversi quesiti errati tra quelli sorteggiati il giorno della prova in violazione dell’articolo 8, comma 8 del bando di concorso, secondo cui “la prova preselettiva assegna un punteggio massimo di 100 punti corrispondente ad un test in cui tutte le risposte siano esatte”. I primi tre ricorsi, però, presentati per i primi tra i 2.000 ricorrenti, sono stati respinti dal Tar Lazio. Ma ora la parola tocca al Consiglio di Stato che già il 20 dicembre 2011, in Camera di Consiglio, ha avuto modo di rilevare che “i motivi dedotti (dai legali dell’Anief, ndr) investono profili di legittimità dell’intera fase di selezione basata su quiz a risposta multipla, con la conseguenza che essi, qualora dovessero risultare fondati in sede di decisione nel merito, determinerebbero l’effetto demolitorio dell’intera procedura, con obbligo di rinnovazione della stessa e coinvolgimento di tutti i partecipanti al concorso, e dunque con pieno effetto satisfattivo delle pretese azionate dai concorrenti non ammessi al prosieguo delle prove”.

Beffa per i precari che continueranno a rivolgersi alla corte europea per ottenere la stabilizzazione su posti vacanti e disponibili. E beffa per le famiglie della Sicilia, dove si perdono 2.275 posti in organico di diritto rispetto a quelli complessivamente attivati nel 2005-2006, secondo i parametri di legge che vorrebbe entro il 2015/2016 gli organici regionali al 100% di quelli attivati dieci anni prima. Più della metà rispetto ai posti persi in tutto il Sud e Isole che ammonta a -4.137. Segue la Campania con -900 posti. E sarà ancora una volta guerra in tribunale anche per le famiglie che non otterranno posti in deroga.

Nonostante si sia svolta neanche una settimana fa l’udienza presso la Corte di giustizia europea, dove si è discusso sull’esistenza o meno di ragioni oggettive ovvero sostitutive per la chiamata dei supplenti italiani, ecco la prova per cui al termine del piano triennale di assunzioni previsto dalla legge Carrozza (128/2013), nell’a.s. 2015/2016 si continuerà ad avere un organico di diritto sottodimensionato del 30% rispetto a quello di fatto utilizzato per garantire il rapporto uno a due tra alunni e docenti. Nell’a.s. 2013/2014, a fronte di 222.000 alunni con handicap certificato, sono stati chiamati 110.216 insegnanti di sostegno, di cui poco più della metà di ruolo: 63.348. Entro tre anni, i docenti di ruolo saliranno a 90.032 tanto quanto l’organico complessivamente attivato nell’a.s. 2005/2006. È evidente che il numero dei supplenti aumenterà ancora di 10.000 unità tanto quanto all’incirca l’aumento di iscrizioni di alunni con handicap che si registrerà per ciascun anno nel prossimo biennio, visto il trend precedente (erano 138.000 nel 2001).

Ed ecco che così tra due anni il numero di 90.000 docenti di ruolo su sostegno sarà il 70% (e non l’80% come si pensa nelle stanze del Miur) dei più di 120.000 utilizzati, così come era stato programmato proprio con la legge 244/2007 che è stata emendata (entro il 2011 si è giunti al 70% dell’organico del 2006). Per questa ragione l’Anief ha chiesto fin da subito di autorizzare almeno altre 25.000 assunzioni su sostegno in più per evitare ricorsi in tribunale con danno erariale per lo Stato di chi, gioco forza, dimostrerà di essere stato chiamato per più di 36 mesi su posti vacanti e disponibile.

Ma vi è di più. A distanza di dieci anni, se si confronta il numero dei posti complessivamente attivati in organico di fatto e di diritto nelle singole regioni (lettera D della Tabella Anief), cui oggi ovviamente vanno ad aggiungersi i posti dati in supplenza, ci si accorge che alcune regioni, tra cui tutte quelle meridionali, insulari (soprattutto la Sicilia) non avranno riportati al 100% in organico di diritto i posti che avevano registrato nell’a.s. 2005/2006, ma perderanno posti (lettera E della Tabella Anief). Né può essere apprezzata la giustificazione del Ministero sul rispetto, a livello regionale, di un parametro dell’80% dei posti complessivamente attivati oggi in organico di fatto, perché la legge parla chiaro e la perequazione doveva avvenire in base ai valori degli organici dell’a.s. 2005/2006, dimensionati rispetto alle esigenze reali. Perché allora questo accanimento verso il Sud, che già vanta la più alta concentrazione tra le province più depresse economicamente del Paese, il più alto tasso di dispersione scolastica, di neet, di disoccupati?

E poi ci si lamenta che qualcuno ricorre sempre in tribunale. Per Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, “bisogna rispettare in primo luogo le esigenze del territorio perché il tessuto sociale è diseguale nel Paese e di servizi di accompagnamento, sostituti o alternativi a quello scolastico per le nostre famiglie, al Sud e Isole, se ne vedono davvero pochi. E’ arrivato il momento – conclude Pacifico – di fare una seria riflessione sugli organici che tenga conto di tali disuguaglianze per rilanciare tutto il Paese e garantire il diritto costituzionale al lavoro che non può avvenire senza formazione e senza la rimozione di tutti gli ostacoli.

Per approfondimenti:

Tabella Sostegno ANIEF

 

Beffa per i precari che continueranno a rivolgersi alla corte europea per ottenere la stabilizzazione su posti vacanti e disponibili. E beffa per le famiglie della Sicilia, dove si perdono 2.275 posti in organico di diritto rispetto a quelli complessivamente attivati nel 2005-2006, secondo i parametri di legge che vorrebbe entro il 2015/2016 gli organici regionali al 100% di quelli attivati dieci anni prima. Più della metà rispetto ai posti persi in tutto il Sud e Isole che ammonta a -4.137. Segue la Campania con -900 posti. E sarà ancora una volta guerra in tribunale anche per le famiglie che non otterranno posti in deroga.

Nonostante si sia svolta neanche una settimana fa l’udienza presso la Corte di giustizia europea, dove si è discusso sull’esistenza o meno di ragioni oggettive ovvero sostitutive per la chiamata dei supplenti italiani, ecco la prova per cui al termine del piano triennale di assunzioni previsto dalla legge Carrozza (128/2013), nell’a.s. 2015/2016 si continuerà ad avere un organico di diritto sottodimensionato del 30% rispetto a quello di fatto utilizzato per garantire il rapporto uno a due tra alunni e docenti. Nell’a.s. 2013/2014, a fronte di 222.000 alunni con handicap certificato, sono stati chiamati 110.216 insegnanti di sostegno, di cui poco più della metà di ruolo: 63.348. Entro tre anni, i docenti di ruolo saliranno a 90.032 tanto quanto l’organico complessivamente attivato nell’a.s. 2005/2006. È evidente che il numero dei supplenti aumenterà ancora di 10.000 unità tanto quanto all’incirca l’aumento di iscrizioni di alunni con handicap che si registrerà per ciascun anno nel prossimo biennio, visto il trend precedente (erano 138.000 nel 2001).

Ed ecco che così tra due anni il numero di 90.000 docenti di ruolo su sostegno sarà il 70% (e non l’80% come si pensa nelle stanze del Miur) dei più di 120.000 utilizzati, così come era stato programmato proprio con la legge 244/2007 che è stata emendata (entro il 2011 si è giunti al 70% dell’organico del 2006). Per questa ragione l’Anief ha chiesto fin da subito di autorizzare almeno altre 25.000 assunzioni su sostegno in più per evitare ricorsi in tribunale con danno erariale per lo Stato di chi, gioco forza, dimostrerà di essere stato chiamato per più di 36 mesi su posti vacanti e disponibile.

Ma vi è di più. A distanza di dieci anni, se si confronta il numero dei posti complessivamente attivati in organico di fatto e di diritto nelle singole regioni (lettera D della Tabella Anief), cui oggi ovviamente vanno ad aggiungersi i posti dati in supplenza, ci si accorge che alcune regioni, tra cui tutte quelle meridionali, insulari (soprattutto la Sicilia) non avranno riportati al 100% in organico di diritto i posti che avevano registrato nell’a.s. 2005/2006, ma perderanno posti (lettera E della Tabella Anief). Né può essere apprezzata la giustificazione del Ministero sul rispetto, a livello regionale, di un parametro dell’80% dei posti complessivamente attivati oggi in organico di fatto, perché la legge parla chiaro e la perequazione doveva avvenire in base ai valori degli organici dell’a.s. 2005/2006, dimensionati rispetto alle esigenze reali. Perché allora questo accanimento verso il Sud, che già vanta la più alta concentrazione tra le province più depresse economicamente del Paese, il più alto tasso di dispersione scolastica, di neet, di disoccupati?

E poi ci si lamenta che qualcuno ricorre sempre in tribunale. Per Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, “bisogna rispettare in primo luogo le esigenze del territorio perché il tessuto sociale è diseguale nel Paese e di servizi di accompagnamento, sostituti o alternativi a quello scolastico per le nostre famiglie, al Sud e Isole, se ne vedono davvero pochi. E’ arrivato il momento – conclude Pacifico – di fare una seria riflessione sugli organici che tenga conto di tali disuguaglianze per rilanciare tutto il Paese e garantire il diritto costituzionale al lavoro che non può avvenire senza formazione e senza la rimozione di tutti gli ostacoli.

Per approfondimenti:

Tabella Sostegno ANIEF

 

Ancora una soddisfacente vittoria messa a segno dall'ANIEF sull'assoluta validità abilitante del diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002: il Consiglio di Stato, con l'ordinanza n. 1100/2014, dà ragione ai docenti che si sono rivolti con fiducia al nostro sindacato e conferma il loro pieno diritto a partecipare alle prove per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità ribadendo che il titolo posseduto è “abilitante a tutti gli effetti”.

Avvalendosi della grande professionalità e della competenza degli Avvocati Sergio Galleano e Tiziana Sponga, l'ANIEF ottiene piena tutela in favore dei diplomati magistrale cui il MIUR voleva negare la possibilità di arricchire il proprio bagaglio culturale e la propria esperienza frequentando i percorsi formativi sul sostegno istituiti presso le università italiane. Il Consiglio di Stato, in totale accordo con quanto da sempre sostenuto dal nostro sindacato, ha confermato che le determinazioni del MIUR sono in pieno contrasto “con la validità del diploma magistrale conseguito entro l'anno scolastico 2001/2002, diploma riconosciuto dalle vigenti disposizioni come abilitante a tutti gli effetti”; per questo motivo, rilevando l'effettivo e grave pregiudizio che deriverebbe dalla definitiva esclusione dei diplomati magistrale dai citati percorsi di formazione, ha annullato l'ordinanza TAR Lazio n. 607/2014 che non concedeva la dovuta tutele cautelare ai ricorrenti e ha ordinato la trasmissione al TAR per una sollecita fissazione dell'udienza di merito.

L'ANIEF da subito si era attivata contro le inique decisioni ministeriali che con due note dello scorso dicembre aveva previsto che la partecipazione ai corsi di specializzazione per il sostegno “non può essere estesa anche ai docenti in possesso del solo diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/02”. L'efficace azione di tutela posta in essere dal nostro sindacato, dunque, ha nuovamente ottenuto ragione ricordando per l'ennesima volta al Ministero dell'Istruzione che la normativa vigente va rispettata e che i diritti dei lavoratori della scuola non possono mai essere “cancellati con un colpo di spugna”.

I candidati in possesso del diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 che vorranno affidare all'ANIEF la tutela dei propri diritti e che hanno presentato regolare domanda di partecipazione al corso presso quegli atenei che ancora non hanno espletato le procedure di selezione, possono richiedere immediatamente le istruzioni operative per l'instaurazione del contenzioso inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Per approfondimenti:

Corsi di specializzazione per il sostegno: il Miur non ritiene abilitante il diploma magistrale conseguito prima dell’a.s. 2001/2002. ANIEF ricorre al TAR del Lazio

 

Le assurde logiche della burocrazia, il rapporto troppo alto tra organico di diritto e di fatto, prevarranno su quelle della funzionalità di un servizio pubblico essenziale quale è il diritto allo studio per gli alunni disabili. Nel prossimo biennio le regioni più penalizzate saranno Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia. Marcello Pacifico (Anief-Confedir): per evitare questo assurdo sbilanciamento sarebbe bastato tenere conto degli squilibri pregressi e applicare la percentuale del 70% rispetto all’organico regionale.

Gli errori del Ministero dell’Istruzione continuano a penalizzare le regioni del Sud: stavolta a rimetterci saranno gli alunni disabili, che nel prossimo biennio continueranno ad avere i loro insegnanti precari. Secondo quanto riportato dal quotidiano ‘Italia Oggi’, delle 22mila assunzioni di docenti sostegno programmate, attraverso il D.L. 104/13, addirittura l’80%, quasi 18mila, si effettueranno esclusivamente al Nord: a quelle del Centro rimarrà ben poco, ma soprattutto quelle del Sud rischiano di rimanere “a bocca asciutta”.

In alcune regioni, come Basilicata, Campania e Calabria, le immissioni in ruolo potrebbero infatti quasi saltare. Il motivo non sarebbe però quello che tutti possono immaginare, la mancanza di posti liberi, ma il rapporto troppo alto, attorno all’80%, tra organico di diritto e di fatto. Con il risultato che ancora una volta le assurde logiche della burocrazia prevarranno su quelle della funzionalità di un servizio pubblico essenziale quale è il diritto allo studio rivolto ai disabili.

Anief aveva annunciato questa possibilità già cinque mesi fa, denunciando la pubblicazione di “numeri pazzi al Miur sulla distribuzione dei nuovi posti in organico di diritto ai sensi del D.L. 104/13”. Il giovane sindacato era giunto a questa amara conclusione confrontando l’organico di sostegno di diritto e di fatto attivato nelle singole Regioni nel 2006/2007 e nel 2013/2014: dal confronto dei due organici, Anief aveva scoperto “che in questi sei anni non si è proceduto ad assumere in ruolo nel territorio regionale proporzionalmente ai criteri nazionali (aliquota 70%) fissati dal legislatore, per cui la situazione di partenza degli organici regionali appare squilibrata e falsata rispetto agli obiettivi di legge”.

Se si confrontano i dati programmatici delle assunzioni richieste dal Miur nel prossimo triennio – ha calcolato sempre l’Anief - si scopre che alla fine della ‘giostra’ Sud e Isole saranno nuovamente penalizzate perché avranno meno insegnanti di quelli che dovrebbero avere: ne mancheranno all’appello 881 in Sicilia, 710 in Campania, 382 in Puglia, 259 in Sardegna e 129 in Basilicata. E oggi questi dati diventano tangibili.

Proprio per evidenziare questa anomalia, Anief ha elaborato una nuova tabella, da dove risultano Regioni con organici stabilizzati superiori al 75% prima delle nuove assunzioni programmate (Campania con + 1.129) e Regioni con organici nettamente inferiori anche dopo le nuove assunzioni (Lombardia -1.191). Prevedendo che nel prossimo biennio, quando verranno assunti in ruolo prima 13.342 docenti di sostegno, nell’estate del 2014, e poi 8.895 in quella successiva, la forbice Nord–Sud sarebbe diventata ancora maggiore.

“È evidente – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – che il Meridione esce ancora una volta penalizzato dalle scelte cervellotiche del Ministero dell’Istruzione: per evitare questo sbilanciamento di assunzioni sarebbe bastato tenere conto degli squilibri pregressi e applicare la percentuale del 70% rispetto all’organico regionale”.

“Considerando poi che l’amministrazione su questo fronte è recidiva, poiché le assunzioni dovevano essere il doppio rispetto alle 26mila programmate in tre anni, per il Sud si preannuncia una vera beffa. Se le indiscrezioni della carta stampata dovessero rivelarsi corrette, nelle regioni con meno immissioni in ruolo si produrrà un servizio didattico contrassegnato da un’alta percentuale di docenti di sostegno che rimarranno precari. Costretti quasi sempre a cambiare scuola ogni anno e non garantendo quella continuità didattica che nel caso dell’apprendimento degli alunni disabili – conclude Pacifico – diventa elemento essenziale e cogente”.

Per approfondimenti:

Sostegno: numeri pazzi al Miur sulla distribuzione dei nuovi posti in organico di diritto ai sensi del D.L. 104/13