Il TAR del Lazio emana la definitiva sentenza di accoglimento sul ricorso Anief RG n. 7915/2017 e conferma in toto le tesi sostenute dal nostro sindacato sul diritto all'inserimento dei diplomati ITP nella II fascia delle graduatorie d'istituto. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Ora il Miur esegua correttamente gli ordini del tribunale e inserisca tutti i docenti ITP che ne hanno titolo nelle rispettive II fasce delle graduatorie d'istituto prevedendo anche per loro l'accesso alle Graduatorie Regionali degli Abilitati preannunciate dal D.Lgs. 59/2017 con la cosiddetta “fase transitoria”. Già pronte le procedure di preadesione ai ricorsi Anief per la partecipazione di tutti gli ITP al concorso riservato agli abilitati.
I ricorsi, promossi dal sindacato Udir presso i Giudici del Lavoro, stanno dando i loro frutti con il riconoscimento del diritto dei capi d’istituto vincitori degli ultimi due concorsi ordinari ad ottenere la cosiddetta “Perequazione Interna” dello stipendio, ossia il riconoscimento dell’anzianità maturata nella precedente carriera da docente (RIA, Retribuzione Individuale di Anzianità): tutti i DS hanno il diritto a percepire questa “voce” stipendiale invece negata ai vincitori delle ultime procedure selettive che si sono visti negare, ai fini della retribuzione, le esperienze di lavoro svolte nel precedente profilo professionale. I giudici assegnano anche più di 40mila euro di risarcimento a preside. Per tutti questi motivi, Udir rilancia specifici ricorsi al Giudice del Lavoro: se ne parlerà anche nel prossimo convegno di Salerno del 10 novembre.
Marcello Pacifico (Udir):I vincitori dei concorsi ordinari non godono di alcun riconoscimento dell’anzianità pregressa, al contrario di quanto avviene per gli altri dirigenti che hanno visto riconosciuta l’anzianità maturata nella precedente carriera e risultano inquadrati nella medesima quinta area di contrattazione e titolari della retribuzione individuale di anzianità oppure dell’assegno ad personam, ossia di quota parte della retribuzione corrispondente all’anzianità di servizio maturata prima dell’acquisizione della qualifica dirigenziale. È palese la disparità di trattamento giuridico ed economico posta in essere in aperta violazione dell’articolo 3 della Costituzione e dei principi di imparzialità e buon andamento nei pubblici uffici, laddove la medesima categoria professionale appartenente alla stessa Area V MIUR riceve, anche a parità di anzianità di servizio, trattamento economico differenziato.
Sarebbe pronto un emendamento che prevede un contingente di personale di potenziamento per un numero di 2mila unità, anche se alla riunione non è stato fornito nessun numero. Il decreto per l’indizione della procedura concorsuale per i docenti abilitati è pronto e sarà inviato agli organi preposti per il prescritto parere. Lo ha confermato il PD in un incontro con i rappresentanti della scuola. Il numero di immissioni in ruolo, però, sarebbe davvero ridotto rispetto all’alto numero di posti liberi. Il primo partito di Governo, inoltre, fa sapere di essere pronto ad adeguarsi all’esito della Plenaria del Consiglio di Stato che si riunirà il 15 novembre per esprimersi sulla legittimità della richiesta dei docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/02 ad essere inseriti nelle Graduatorie ad Esaurimento.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La Legge 107/2015 non ha contemplato immissioni in ruolo per i docenti della scuola dell’infanzia, lasciando ancora oggi nelle GaE decine di migliaia di maestri precari, in barba a quanto annunciato sulla volontà di porre fine alla supplentite. Con i nuovi concorsi il Governo si è poi superato, escludendo gli stessi maestri d’infanzia, assieme a quelli della primaria, dalle nuove procedure selettive previste dal D.M 59/2017, attraverso cui sono state introdotte le nuove modalità di selezione e formazione unicamente per i futuri insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado. Come non si comprende ancora quale futuro attende i 6.399 candidati dell’ultimo corso di Scienze della formazione primaria, che hanno superato le prove selettive solo qualche settimana fa. Se davvero si ha intenzione di cambiare marcia, allora si provveda con la Legge di Stabilità che sta arrivando alle Camera ad avviare nuovi concorsi anche per questi docenti, sino ad oggi trattati come figli di un dio minore in attesa di una riforma del settore ancora indefinita. E si provveda allo sblocco delle assunzioni, sia per le discipline comuni sia per il sostegno agli alunni disabili, collocando nell’organico di diritto tutti i posti oggi ancora inspiegabilmente ‘congelati’ in quello di fatto: solo in questo modo si potrà risolvere il vulnus del precariato. In caso contrario, se dovesse permanere la politica degli annunci, allora la nostra battaglia proseguirà in tribunale.
Si ricorda che la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha espresso forti perplessità sul limite dei 12 mesi di risarcimento sanciti dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 27384/2016) per indennizzare i precari della Pubblica Amministrazione che non vengono immessi in ruolo.Chi volesse presentare ricorso con Anief per ottenere la stabilizzazione e i risarcimenti danni, puòricorrere in tribunale per ottenere scatti di anzianità e risarcimenti adeguati.
Il Consiglio di Stato pubblica l'Ordinanza n. 4776/2017 che impone al MIUR di dare puntuale e immediata esecuzione alla precedente decisione già favorevole ai ricorrenti.
Nello scorso mese di agosto il Consiglio di Stato aveva già disposto – su ricorso patrocinato dal legale Anief Michele Ursini - che il Ministero dell'Istruzione rivalutasse “con precisione e rigore, al di là di automatismi informatici d’altro tenore, i presupposti per offrire alle parti appellanti sedi disponibili in loco più coerenti con il loro profilo lavorativo e le loro richieste, secondo l’ordine di graduatoria poziore ad esse spettante”. Poiché la predetta ordinanza era, però, rimasta ancora ineseguita dal Ministero, valutata l'urgenza per i ricorrenti di poter usufruire del provvedimento favorevole già emanato dal tribunale, il Consiglio di Stato ha deciso di bacchettare il Miur imponendo un'immediata esecuzione e predisponendo, in caso contrario, il commissariamento del Ministero. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Le nostre battaglie sono sempre vincenti e sono ormai mature per giungere anche ai tavoli della contrattazione. Ci adopereremo anche in quelle sedi per tutelare i diritti dei lavoratori precari e di ruolo della scuola”. L'Anief ha, infatti, lanciato un appello a tutto il personale, docente e Ata, che vuole regole nuove ed una diversa organizzazione nella scuola per candidarsi con il giovane sindacato alle prossime elezioni RSU.
L’Anief lo sostiene da tempo ed ora la linea è accolta in pieno dagli insegnanti, autori in queste ore di una petizione pubblica: non ci si può accontentare di un contratto che preveda un aumento medio di soli 85 euro lordi mensili nel triennio 2016/18, peraltro non per tutti e distribuiti in parte con un meccanismo premiale. Occorre trovare risorse aggiuntive per incrementare il potere d'acquisto delle nostre retribuzioni ferme ormai dal 2008, con una perdita netta di 135 euro netti mensili, calcolando solo il dato dovuto alla perdita di potere d’acquisto. Nel caso della sottoscrizione del contratto, gli insegnanti iscritti, in segno di protesta, revocheranno la loro iscrizione ai sindacati firmatari.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): I docenti si sono resi conto che la manfrina a cui stiamo assistendo da un anno porterà loro tra i 30 ai 50 euro netti. Tra l’altro, in cambio di ulteriori oneri e responsabilità che rischiano di appesantire e burocratizzare ulteriormente il lavoro di insegnanti sempre più impegnati in attività a supporto della didattica che andrebbero sovvenzionate a parte, perché aggiuntive alla professione. Come Anief non ci stancheremo mai di rivendicare 105 euro di aumento utili a sopperire al 50 per cento del tasso di inflazione, attraverso il recupero di quell’indennità di vacanza contrattuale estorta alla categoria senza alcuna ragione, e altrettanti 105 euro per adottare un aumento equo rispetto allo stop quasi decennale durante il quale è stato pure cancellato per sempre un anno di progressione stipendiale, il 2012, assieme al primo gradone stipendiale. Ecco perché avevamo chiesto, in tempi non sospetti, l’indizione di referendum.
Presentando ricorso con Anief è possibile recuperare il 7% dello stipendio da settembre 2015, come giàconfermato dalla Corte Costituzionale. Tutti i lavoratori interessati a presentare ricorso, possono farlo sin d’ora utilizzando i modelli di diffida per ancorare almeno lo stipendio al 50% dell’aumento dell’inflazione.