Pubblichiamo alcuni articoli sul Governo che si appresta a tagliare più di un miliardo all'Istruzione, le proteste degli studenti per il numero inferiore di ore rispetto agli allievi dell'area Ocse continuano e sulla sentenza della Corte Giustizia europea del 26 novembre per i precari
Rassegna stampa su Il Governo si appresta a tagliare più di un miliardo all'Istruzione
ADNKRONOS - Scuola: Pacifico (Anief), manovra al ribasso del Governo
Roma, 10 ott. - (Adnkronos) - "Il Governo a parole mette la scuola al primo posto della sua agenda politica, parlando di rilancio del settore e di valorizzazione dei suoi lavoratori, dall'altra però prepara alla chetichella l'ennesima manovra al ribasso con oltre un miliardo da tagliare con la prossima Legge di Stabilità: ci aspettiamo una repentina smentita delle indiscrezioni apparse in queste ore sulla stampa nazionale, altrimenti ci ritroveremmo davanti il solito remake". È duro il commento di Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, "di fronte alle voci sempre crescenti e circostanziate sui sacrifici che attraverso la manovra di risanamento dei conti pubblici di fine 2014 il Governo si appresterebbe a varare".
"Anief aveva messo le mani avanti in tempi non sospetti, denunciando la possibilità che l'esecutivo volesse realizzare la riforma a costo zero, attraverso una partita di giro, accelerando la digitalizzazione, riducendo il personale non docente, in particolare nelle segreterie, e fare 'cassa' anche eliminando i commissari esterni alla maturità: questa ipotesi, purtroppo, non solo era fondata ma addirittura ottimistica", continua Pacifico. "La realtà, riportata oggi dal Sole24Ore, è di un Ministero dell'Istruzione destinato ad essere protagonista tanto della voce 'avere', grazie al miliardo destinato alla stabilizzazione di 148.100 docenti, quanto al 'dare'. Se calcolato sul saldo netto da finanziare - prosegue il presidente dell'Anief - il contributo di viale Trastevere dovrebbe valere un sesto dei tagli complessivi (1,1 miliardi sui 6 attesi nel 2015), che salirebbe a un quarto se calcolato sull'indebitamento (800 milioni sui 3 miliardi di risparmi attesi dalla manovra). Risorse che arriveranno in parti quasi uguali dal comparto scuola, da un lato, e dal binomio università/ricerca, dall'altro". "In sintesi, il risparmio più consistente arriverebbe dall'addio ai membri esterni (eccezion fatta per il presidente) nelle commissioni per la maturità: 144 milioni che scenderebbero a 99 se rapportati all'indebitamento. Altri 130 milioni giungerebbero invece dalla riduzione del fondo di funzionamento delle scuole assicurata dalla razionalizzazione delle spese di pulizia. Sempre in tema di scuola - aggiunge Pacifico - paiono degne di nota altre tre decurtazioni: gli 80 milioni (43 ai fini dell'indebitamento) dovuti allo stop agli scatti di anzianità, che salirebbero a 189 alla fine del prossimo triennio; i 55 milioni (30 ai fini del rapporto deficit/Pil) attesi dall'eliminazione delle supplenze di un giorno; i 50 milioni sottratti ai progetti nazionali di istruzione".
"Attuare una politica di questo genere - commenta ancora il presidente nazionale Anief - rappresenterebbe l'esatto opposto di quanto dichiarato negli ultimi sei mesi da chi gestisce l'amministrazione scolastica e le sorti del Paese. Il comparto Scuola è ancora segnato dai forti tagli attuati negli ultimi anni: dal 2009 sono stati sottratti 200mila posti, 4mila istituti e 8 miliardi di euro". "La verità - continua Pacifico - è che il personale non docente negli ultimi cinque anni ha lasciato sul campo circa 50mila unità. E non occorre nessun restyling degli esami di maturità: realizzare delle commissioni di soli docenti interni non avrebbe alcun senso. Paradossalmente, se questa è l'intenzione tanto vale allora eliminare le prove e fare solo uno scrutinio finale del consiglio di classe, mutando la legge che obbliga a svolgere gli esami di stato. Se invece è solo la prima tappa verso l'assurda perdita del valor legale del diploma, basta dirlo".
"In ogni caso, quali che siano i motivi, la misura è davvero colma. Quello che servono alle nostre scuole e a chi vi opera, che ha il contratto bloccato da cinque anni e perennemente sotto l'inflazione, sono solo risorse 'fresche', pari a 3 miliardi di euro: quelle che ha chiesto ieri l'Anief, in occasione della giornata di ascolto del Pd sulla 'Buona Scuola', da inserire nella stessa Legge di Stabilità. Un motivo in più - conclude Pacifico - per aderire il prossimo 31 ottobre allo sciopero indetto dall'Anief".
Teleborsa: Scuola, in arrivo un taglio da oltre 1 miliardo. La "Buona Scuola" è un bluffScuola, in arrivo un taglio da oltre 1 miliardo. La "Buona Scuola" è un bluff
Il Teziario.info: Scuola: Pacifico (Anief), manovra al ribasso del Governo
Repubblica.it: Scuola, in arrivo un taglio da oltre 1 miliardo. La "Buona Scuola" è un bluff
Guida Sicilia: Scuola: Pacifico (Anief), manovra al ribasso del Governo
IlMessaggero.it: Scuola, in arrivo un taglio da oltre 1 miliardo. La "Buona Scuola" è un bluff
Il Cittadino: Scuola: Pacifico (Anief), manovra al ribasso del Governo
Borsa Italiana: SCUOLA, IN ARRIVO UN TAGLIO DA OLTRE 1 MILIARDO. LA "BUONA SCUOLA" È UN BLUFF
Sardegna Oggi: Scuola: Pacifico (Anief), manovra al ribasso del Governo
Orizzonte Scuola: Il Governo si appresta a tagliare più di 1 miliardo, la 'Buona Scuola' è un bluff
Sassari Notizie: Scuola: Pacifico (Anief), manovra al ribasso del Governo
QuiFinanza - Virgilio: Scuola, in arrivo un taglio da oltre 1 miliardo. La "Buona Scuola" è un bluff
NOTIZIE YAHOO: Scuola: Pacifico (Anief), manovra al ribasso del Governo
ITALPRESS: ISTRUZIONE - ANIEF "LA 'BUONA SCUOLA' E' UN BLUFF"
Rassegna stampa su proteste degli studenti continueranno
Agenzia DIRE
11 ottobre 2014 - Roma - "Gli studenti hanno tutte le ragioni di protestare: fanno meno ore di scuola rispetto agli allievi dell'area Ocse, spesso sono ammassati in classi pollaio, svolgono stage formativi di basso livello, le borse di studio si sono sempre piu' assottigliate e studiano in scuole quasi sempre fatiscenti, con laboratori inadeguati e senza risorse minime per la loro manutenzione. Si tratta di problemi seri, di cui il Governo vuole farsi carico solo in minima parte. Per questo le contestazioni studentesche di piazza sono destinate a continuare". Cosi' Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, commenta, a freddo, le proteste studentesche contro la #Buonascuola, la riforma proposta dal governo Renzi, e per dire no al Jobs Act. Il tempo scuola degli allievi italiani, in particolare, si e' ridotto al punto di farci ritrovare in fondo alla classifica Ocse: con la Legge 133/08, infatti, un sesto dell'orario scolastico e' stato soppresso. Con il risultato che oggi l'Italia detiene il primato negativo di 4.455 ore studio complessive nell'istruzione primaria, rispetto alla media di 4.717 dell'area Ocse. E di 2.970 ore, contro le 3.034 dei Paesi dell'area a livello di scuola superiore di primo grado. Le ragioni degli studenti sono confermate dalla proiezione realizzata in questi giorni dal Ministero dell'Economia e delle Finanze sulla spesa in rapporto al PIL che lo Stato Italiano sosterra' per l'Istruzione pubblica: fino al 2035 il finanziamento pubblico a favore dell'istruzione delle nuove generazioni si ridurra' progressivamente di quasi un punto percentuale (dal 4% al 3,2%). Per poi risalire e attestarsi attorno al 3,4% fino al 2060. Le ragioni degli scarsi investimenti sono legati alla necessita' di proseguire la linea dei tagli agli organici, avviata nel 2008 dall'ultimo Governo Berlusconi, che ha portato alla sparizione di 200mila posti tra docenti e Ata.
Tra quattro anni, invece, la riduzione di risorse a favore dell'istruzione sarebbe giustificata dal calo demografico. "Il paradosso e' che queste manovre al ribasso- dice ancora Pacifico- si sono sommate ad altre di non minore gravita'. Come il dato sull'Italia unico Paese dell'area Ocse che dal 1995 ad oggi non ha aumentato la spesa per studente nella scuola primaria e secondaria, a dispetto di un aumento in media del 62% degli altri Paesi: rimaniamo dunque molto al di sotto della media UE. Peggio di noi fa solo la Romania. E anche nell'Universita' il tema dominante rimane quello: basta dire nell'ultimo anno sono aumentate dal 25% al 100% le tasse richieste dalle Universita' agli studenti accademici fuori corso". Quel che bisognerebbe fare e' scritto nel primo rapporto internazionale sull'Efficienza della spesa per l'educazione, condotto da Peter Dolton, esperto mondiale di economia dell'educazione della London School of Economics: tra i motivi della inefficienza della scuola italiana, si legge nel rapporto, ci sarebbe l'elevato numero di alunni per classe e il pessimo trattamento economico dei docenti. Il risultato di questa politica miope e' la collocazione della nostra scuola al 23esimo posto della classifica di 30 paesi Ocse.
Dal rapporto pero' emerge che si potrebbero ottenere dei risultati Pisa ai livelli ragguardevoli della Finlandia, se solo si riducesse il rapporto insegnante-allievo da 10,8 a 8,2 (-24,4%). Ma anche se si aumentasse la busta paga dei docenti dalla media attuale di 31.460 a 34.760 dollari annuali. E l'esiguita' delle buste paga, e' inutile nasconderlo, incide pure sulle motivazioni degli insegnanti. Come e' assurdo che ancora oggi i nostri allievi debbano avere un docente su sei precario.
"Ma la vera riforma- sostiene ancora il presidente Anief- e' quella che passa per il ripristino del modello orario settimanale adottato prima della riforma Tremonti-Gelmini: per tornare a quel modello servono risorse 'fresche', almeno 3 miliardi di euro, da inserire nella stessa Legge di Stabilita'. Sul fronte dell'alternanza scuola-lavoro, fortunatamente, i fondi sono stati gia' stati stanziati. Si spendano pero' con intelligenza: una parte, ad esempio, si potrebbe utilizzare per retribuire le attivita' di stage. È una scelta che responsabilizzerebbe e stimolerebbe gli stessi studenti, i quali si sentirebbero finalmente calati nel ruolo di studenti in formazione aziendale".
ANSA: Scuola- Anief, proteste studenti non si fermeranno
'Hanno diritto a più ore di lezione, risorse, stage, laboratori'
(ANSA) - ROMA, 11 OTT - "Gli studenti hanno tutte le ragioni di protestare: fanno meno ore di scuola rispetto agli allievi dell'area Ocse, spesso sono ammassati in classi pollaio, svolgono stage formativi di basso livello, le borse di studio si sono sempre più assottigliate e studiano in scuole quasi sempre fatiscenti, con laboratori inadeguati e senza risorse minime per la loro manutenzione. Si tratta di problemi seri, di cui il Governo vuole farsi carico solo in minima parte. Per questo le contestazioni studentesche di piazza sono destinate a continuare": così Marcello Pacifico, presidente Anief , commenta le proteste studentesche contro la #Buonascuola e il Jobs Act. Pacifico ricorda che "l'Italia detiene il primato negativo di 4.455 ore studio complessive nell'istruzione primaria, rispetto alla media di 4.717 dell'area Ocse" e "di 2.970 ore, contro le 3.034 dei Paesi dell'area a livello di scuola superiore di primo grado". Le ragioni degli studenti, prosegue, sono confermate dalla proiezione realizzata in questi giorni dal Ministero dell'Economia sulla spesa in rapporto al Pil che lo Stato sosterrà per l'istruzione pubblica: "fino al 2035 il finanziamento pubblico a favore dell'istruzione si ridurrà progressivamente di quasi un punto percentuale (dal 4% al 3,2%), per poi risalire e attestarsi attorno al 3,4% fino al 2060. "Rimaniamo molto al di sotto della media Ue, peggio di noi fa solo la Romania" dice Pacifico. (ANSA).
Il sussidiario.net: Scuola, Pcifico Anief manovra al ribasso del Governo
IMG press: Le proteste degli studenti non si fermeranno, hanno diritto a più ore di lezione
Rassegna stampa su sentenza Corte Giustizia europea il prossimo 26 novembre
ANSA - Scuola: Anief, il 26/11 sentenza Corte Ue sui precari
(ANSA) - ROMA, 11 OTT - La cancelleria della Corte di Giustizia Europea ha annunciato per il 26 novembre prossimo l'arrivo della sentenza che potrebbe spalancare le porte della stabilizzazione per oltre 140 mila supplenti. Ne dà notizia l'Anief, ricordando che è ancora possibile aderire ai ricorsi al giudice del lavoro, anche per il riconoscimento degli scatti di anzianità. Quella della Corte di Lussemburgo, sottolinea il sindacato che dal 2010 si batte contro l'abuso di contratti a tempo determinato nella scuola, è una sentenza "storica" perchè "potrebbe mettere fine alla condanna al precariato a vita per decine di migliaia di docenti". E l'Anief si dichiara fiducioso sull'esito, anche perchè lo scorso luglio ha "incassato" il parere favorevole dell'avvocato generale, Maciej Szpunar, che si è espresso positivamente sulle motivazioni che hanno portato il sindacato a ricorrere al giudice sovranazionale per l'abuso di precariato adottato da troppi anni in Italia nei confronti di chi ha svolto più di 36 mesi di servizio. "Sulla questione precariato scolastico - afferma il presidente Anief Marcello Pacifico - siamo finalmente giunti alla resa dei conti. I lampi all'orizzonte in arrivo da Lussemburgo hanno addirittura indotto il premier Renzi a inserire tra i punti qualificanti del progetto di riforma della scuola proprio l'assunzione di tutti i precari inseriti nelle graduatorie a esaurimento". Una risposta, secondo l'Anief, arrivata fuori tempo massimo. (ANSA).
Online News: Il 26 novembre la sentenza della Corte di Giustizia Europea sui precari
RomaDailynews: IL 26/11 LA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA SUI PRECARI
Ciociaria notizie: Scuola: il 26 novembre la sentenza della Corte di Giustizia Europea sui precari
Messaggero.it: Precari a scuola, il 26 novembre la sentenza della Corte UE
TELEBORSA: Precari a scuola, il 26 novembre la sentenza della Corte UE
Blasting News: Il ministro Giannini parla del progetto La Buona Scuola e annuncia un altro concorso