www.Corrieredellasera.it– 28 novembre 2014
" La scuola allo specchio: Al via l'autovalutazione”
░ Presentato il «Rav»: il format unico che fotograferà punti di forza e debolezze di ogni istituto. Questionari online da marzo, la raccolta dati a luglio. Di Valentina Santarpia.
«Sono molto felice del lavoro che è stato fatto: il risultato di tutto questo sarà la carta di accesso da parte della società per vedere quello che la scuola fa, quanto porta di contributo, e per capire, laddove necessario, dove migliorare e potenziare. L’autovalutazione diventa la password che darà trasparenza ed efficacia alla missione educativa delle scuole». Bastano queste parole del ministro Stefania Giannini per dare l’idea di quanto al Miur si punti sul rapporto di autovalutazione, presentato giovedì. … Ma come funzionerà? Attraverso una piattaforma online, il gruppo incaricato dal dirigente scolastico potrà da marzo compilare una sorta di questionario su tutte le attività della scuola di riferimento: la raccolta complessiva dei dati avverrà poi a luglio. Il rapporto sarà composto di diverse parti, che riguardano argomenti diversi, e ciascuna parte a sua volta sarà divisa in domande specifiche, domande aperte, e indicatori, che permetteranno alle scuole di confrontarsi con la situazione generale. Le aree prese in considerazione sono praticamente tutte quelle che riguardano i protagonisti della scuola. Si parte dagli studenti, considerando quindi le loro performance nelle prove Invalsi, i trasferimenti e gli abbandoni, le provenienze socio-economiche, la presenza e incidenza di immigrati ma anche le competenze chiave di cittadinanza, e persino il percorso che gli studenti intraprendono in futuro, come la prosecuzione degli studi universitari o l’inserimento nel mondo del lavoro. Un altro aspetto cruciale esaminato è quello delle risorse economiche e materiali dell’istituto, senza trascurare i finanziamenti che l’istituzione riceve, e lo stato dell’edificio in cui si fa scuola. Al centro del rapporto c’è naturalmente la parte dedicata alla progettazione didattica, con un occhio particolare alla capacità della scuola di individuare gli obiettivi e le abilità/competenze da raggiungere attraverso i progetti di ampliamento dell’offerta formativa. Un altro punto forte delle richieste che vengono rivolte ai rappresentanti delle scuole è quello che riguarda l’ambiente di apprendimento, con domande specifiche sulla durata delle lezioni, l’organizzazione oraria, le attività didattiche, ma anche gli episodi problematici e il clima scolastico, e anche la capacità delle lezioni di includere anche gli studenti svantaggiati o problematici. La scuola aiuta gli studenti a proseguire? Li orienta? … La parte dedicata allo sviluppo e la valorizzazione delle risorse umane, quindi a chiarire come gli insegnanti vengono formati e valorizzati, magari stimolati nel confronto con i colleghi. L’ultimo interlocutore chiamato in casa sono le famiglie: per cui la scuola è chiamata a rispondere anche della sua capacità di permettere ai genitori di partecipare - non solo in maniera finanziaria come spesso accade oggi, alle attività scolastiche. Alla fine della compilazione del rapporto, ogni gruppo di lavoro potrà indicare le sue priorità e i suoi obiettivi. Accanto a ogni domanda ci sono degli indicatori, che permettono anche alle scuole di valutare qual è la propria posizione rispetto alla media.
Corrieredellasera.it 30/11/2014
“Un milione di studenti «speciali»”
░ Con tecnologia e informatica scuola più inclusiva. A Handimatica le soluzioni per la didattica che combatte l’esclusione».
Sono un milione in Italia gli alunni con bisogni educativi speciali; di questi, circa 250 mila presentano disabilità. Temi e scenari affrontati da docenti, dirigenti scolastici e decisori, nella tavola rotonda «Scuola digitale inclusiva: imparare con i piedi per terra e la testa tra le nuvole. Spazi dinamici e inclusione scolastica», organizzati nell’ambito di Handimatica, la mostra-convegno sulle nuove tecnologie e disabilità, organizzata dalla Fondazione Asphi Onlus a Bologna, fino al 29 novembre. I dati forniti includono gli oltre 90 mila bambini con disturbi specifici di apprendimento (che secondo un’incidenza stimata del 4% sulla popolazione scolastica possono arrivare a 300 mila studenti) e 80 mila ragazzi con Adhd (sindrome da deficit di attenzione e iperattività), che secondo le stime (5% sul totale degli studenti) possono raggiungere 400 mila unità. A questi si aggiungono studenti affetti da sindrome di Asperger o soggetti con un quoziente intellettivo tra 70 e 85, o ancora soggetti con ritardi linguistici. Insieme ai dati, la manifestazione - la più conosciuta in Italia per le tecnologie per l’inclusione, con una tradizione ventennale - ha schierato più di trenta eventi, tavole rotonde e convegni. …Usando in modo consapevole la Lim, per esempio, si possono usare software e video che aiutano ragazzi con problemi uditivi a partecipare alla lezione; l’iPad può tradurre in file audio testi Word o Pdf, diventando una voce che accompagna nella lettura a scuola: un grande aiuto per i dislessici. Mentre robotica e strumenti touch possono aiutare i soggetti autistici a comunicare. … Metodologie illustrate anche nella giornata di sabato, durante il workshop «Scuola digitale inclusiva dal dire al fare: esperienze e modelli operativi dalle scuole italiane»… Tra gli argomenti trattati, robotica educativa, applicazioni e progetti contro l’autismo e contro i disturbi dell’apprendimento. sono stati presentati i risultati del progetto triennale «touch for Autism», che ha visto l’adozione di tecnologie multitocco per favorire l’autonomia di bambini che soffrono di tale patologia. Tra le novità in ambito didattico, il progetto «Per Contare», per migliorare l’apprendimento della matematica nelle scuole elementari.
scuolaoggi.org 30/11/2014
“Concorso per DS: aspettando il nuovo bando”
░ Antonio Valentino richiama le modalità concorsuali che saranno attuate per il prossimo concorso al ruolo di DS.
Viene bandito annualmente - per tutti i posti vacanti e disponibili nelle dotazioni organiche regionali - e gestito dalla Scuola Nazionale della pubblica Amministrazione, che curerà anche la formazione dei vincitori di concorso; le prove scritte saranno nazionali (non più quindi definite regionalmente; come pure saranno, per le stesse, definiti criteri comuni per la valutazione; il colloquio si svolgerà a Roma. Sulla tipologia delle prove scritte è probabile che non si ricorrerà più, per la prima, all’elaborato (il vecchio tema), ma piuttosto a dei quesiti a risposta sintetica; questa modalità di svolgimento potrà essere anche della seconda prova scritta di carattere pratico (che dovrebbe riguardare ancora l’analisi di casi). L’emanazione a breve del Regolamento permetterà di avere risposta ai vari aspetti ancora problematici - uno di questi riguarda la conferma o meno della prova preselettiva - e di disporre del calendario degli adempimenti e delle prove. In questa fase, un po’ di recupero di memoria dei fatti più problematici e incresciosi dell’ultimo concorso potrà probabilmente fare bene. … Sulla prova preselettiva: non mi iscriverò anch’io alla lista dei denigratori dei quiz a tutti i costi. I quiz presentano certamente criticità di varia natura (anche se fatti bene), ma comunque, per una prova preselettiva che serva a sfoltire in prima battuta il numero dei partecipanti, attraverso l’accertamento di “conoscenze di base per lo svolgimento delle funzioni”, i quesiti a scelta multipla ci possono ben stare. Qui ovviamente non si considerano i casi di quesiti mal costruiti o sbagliati o pesantemente ambigui dell’ultimo concorso. Che pure qualche interrogativo lo pongono, visto che si tratta di 1000 quesiti su 5000: un mare! … E ancora: se l’obiettivo della prova preselettiva rimane quello di accertare “le conoscenze di base”, non andrebbe forse garantita una maggiore coerenza con l’assunto del Regolamento concorsuale, evitando il nozionismo insensato e soprattutto garantendo che le domande attengano a conoscenze di base?... Perché non circoscrivere allora i quesiti ad ambiti tematici che sanno poco di accademia e di nozioni non significative e privilegiare dati, elementi, concetti, aspetti effettivamente sensati?... Non credo possa essere un problema portare i tempi della prova ad un’ora e mezzo… Sul secondo nodo (quale analisi dei casi)…, annotavo a suo tempo, sulla base delle varie tracce proposte e di un confronto con “gente del mestiere”, che non era “sempre facile capire il grado di coerenza tra tracce proposte e tipologia di prova indicata nel bando (nel senso che non sempre le tracce proponevano “casi” da risolvere)” e che l’impressione diffusa era che ogni commissione avesse letto il bando a modo suo, tali e tante erano le difformità rilevabili nelle tracce, sia nel metodo che nel merito della prova”. … Sul terzo nodo infine, riguardante la costituzione e le competenze omogenee delle commissioni…. Concludo con una considerazione di carattere generale che riguarda l’idea di ds che il tipo di prove dell’ultimo concorso ha messo in primo piano e che potrebbe essere utile adesso riconsiderare. La recupero da una annotazione, ai margini delle prove scritte dell’ultimo concorso, riportata in un articolo del 2012 sulla visione della dirigenza. Questo il passaggio che si ripropone: “Comunque (…. ) sembra venir fuori come prevalente – soprattutto nella seconda prova - l’immagine di un Ds le cui competenze sono generalmente volte a risolvere i molti e complessi problemi che quotidianamente gli si pongono. E, solo in pochi casi, a impostare e affrontare questioni di sviluppo, di promozione, di sperimentazione di nuove pratiche organizzative e didattiche, fondamentali per gestire con profitto le complessità del presente e del prossimo futuro. Anzi, mi sembra che, nelle 34 tracce, questi termini non siano mai stati usati. E neanche la parola ‘coordinamento’. La qual cosa, in un concorso per DS, fa pensare.”…
ItaliaOggi– 2 dicembre 2014
" La Buona scuola va riscritta”
░ Dopo la sentenza della Corte di giustizia europea, la foschia s’è diradata, e tutti vedono ciò che era chiaro fin dal 2010 a noi che stavamo da questa parte della foschia. Adesso il Governo dovrà trovarsi i soldi per i precari non iscritti nelle GaE, e per quelli A.T.A..
In Europa non c'è differenza tra organico di diritto e organico di fatto. Ma il riferimento nel dispositivo della sentenza della Corte di giustizia europea alla necessità di coprire con contratti a tempo indeterminato e non più con supplenze i posti «vacanti e disponibili» di docenti e Ata è un riferimento molto chiaro che se da un alto non consentirà a tutti i precari di essere stabilizzati, dall'altro costringe il governo a riscrivere il piano di assunzioni della Buona scuola. L'intervento si rende necessario per estendere le assunzioni ai precari che hanno avuto contratti reiterati per tre anni anche se non iscritti nelle Gae, le graduatorie ad esaurimento, a cui oggi fa riferimento la stabilizzazione varata dal governo. E poi per inserire nel piano anche gli Ata, il personale ausiliario tecnico e amministrativo che non figura nella stabilizzazione dei 150 mila precari previsti dal governo con la Buona Scuola. Ai vertici del ministero dell'istruzione, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, il dossier sulle modifiche legislative è aperto e riguarda anche gli indennizzi. Già, perché la Corte ha detto chiaramente che i posti stabilmente carenti di titolare vanno coperti con le assunzioni, che queste vanno fatte assicurando la regolarità dei concorsi e infine che il sistema deve dotarsi di un apparato sanzionatorio nei confronti di chi, in questo caso lo stesso stato-datore di lavoro, non rispetta le regole e abusa del ricorso al contratto a tempo determinato. Ora è facile prevedere, come del resto hanno già annunciato tutti i sindacati e le varie associazioni di categoria, che ci saranno ricorsi di massa, da parte di tutti coloro che hanno avuto un contratto di supplenza. Se sono assolutamente garantiti i contratti fino al 31 agosto di ogni anno sui posti vacanti e disponbili, stimati in 18 mila, ci sono quelli fino al termine delle lezioni- e si arriva a quota 100mila- che spingeranno ma anche la platea di quanti hanno lavorato continuativamente fino al taglio dei 90 mila posti operato con la riforma Gelmini-Tremonti e poi non più. Tutti proveranno a rientrare nella partita. I prossimi contratti a tempo, stando alla sentenza Ue, non potranno più essere disposti per aggirare il divieto di turn over, ma dovranno essere motivati da esigenze straordinarie: un titolare da sostituire perché malato, per esempio, oppure un progetto provvisorio a cui non può essere data continuità con i dipendenti in servizio. Ricorsi sono attesi anche dall'università e dalla ricerca, che insieme alla scuola finora hanno goduto della deroga nei contratti a tempo determinato rispetto ai vincoli dei tre anni validi per gli altri comparti del pubblico impiego. Ora, se il governo vuole evitare centinaia di migliaia di ricorsi con sentenze di tipo diverso tra di loro, soprattutto sul fronte del risarcimento, deve intervenire per via legislativa. E il decreto legge sulle immissioni in ruolo atteso per il prossimo gennaio potrebbe essere già tardivo.
www.larepubblica.it– 4 dicembre 2014
"Università, sempre meno matricole e sempre più abbandoni e pentimenti”
░ Il rapporto annuale di Almalaurea sui diplomati evidenzia un quadro scoraggiante: nel nostro paese diminuiscono i giovani, dopo il diploma solo il 30% prosegue gli studi, tantissimi lasciano durante il primo anno e molti se potessero tornare indietro farebbero un percorso diverso.
Neodiplomati demotivati e “frastornati” che sbagliano sovente la scelta universitaria e si pentono del percorso scolastico appena concluso. Il quadro che scaturisce dall’annuale rapporto di Almalaurea sui diplomati nel 2014 è tutt’altro che incoraggiante. E richiama l’attenzione della classe politica sui giovani. “Il nostro è un Paese – dichiara Andrea Cammelli, fondatore nel 1994 e direttore del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea – che sta “perdendo”, a causa di mancate nascite, giovani ad una velocità impressionante. Si tratta di una vera e propria emorragia che si traduce in una contrazione della popolazione diciannovenne, negli ultimi 30 anni, del 40 per cento (-389mila ragazzi e ragazze). Quella che un tempo si chiamava piramide per età oggi, in Italia, è diventato un asso di picche, con forti restrizioni alla base”…. Il Report è stato presentato questa mattina a Roma, in occasione del XII Convegno nazionale “Orientamento in e per la scuola". Le linee guida per l'autovalutazione degli Istituti secondari”. … Per Almadiploma 2014, sono stati “intervistati” oltre 40mila giovani appena diplomati. Ecco l’identikit: voto medio di maturità pari a 76 su cento, 6 per cento diplomati con 100 e lode e 86 per cento in regola con gli studi. Inoltre, l’82 per cento dei diplomati si dichiara moderatamente o pienamente soddisfatto dell’esperienza scolastica appena conclusa. Studenti soddisfatti, nel complesso, anche degli insegnanti: il 78 per cento dei diplomati è soddisfatto della loro competenza, il 72 per cento della chiarezza espositiva e della disponibilità al dialogo e il 63 per cento è soddisfatto della loro capacità di valutazione. Neodiplomati meno soddisfatti invece delle infrastrutture scolastiche: meno della metà – il 49 per cento – è soddisfatto delle attrezzature sportive, poco più della metà – il 51 per cento – delle aule. …
www.orizzontescuola.it– 5 dicembre 2014
"150 mila immissioni ruolo. Dubbi Senato su sostenibilità spesa, chiesta documentazione integrativa”
░ Il dossier del servizio bilancio di Palazzo Madama pone dubbi sui fondi per le assunzioni stanziati nella Legge di Stabilità. E' stata chiesta una documentazione aggiuntiva
Il Senato ha chiesto al Governo una rendicontazione delle spese per il fondo previsto per l'attuazione della "Buona scuola". Infatti, ricordiamo che ai commi 4 e 5, modificati nel corso dell'esame in prima lettura, si istituisce il Fondo per la realizzazione del Piano “La buona scuola” nello stato di previsione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con la dotazione di 1 miliardo di euro per il 2015 e di 3 miliardi di euro dal 2016. Il Fondo è finalizzato, in via prioritaria, alla realizzazione di un piano straordinario di assunzione di docenti e al potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro, oltre che al rafforzamento dell’offerta formativa e della continuità didattica, attraverso iniziative volte alla valorizzazione dei docenti e per la sostanziale attuazione dell’autonomia scolastica e alla formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici. Il problema messo in evidenza dal Senato riguarda il fatto che i profili di quantificazione e copertura, considerato che la relazione tecnica della Camera riferisce espressamente che gli oneri si intendono, in parte, prioritariamente da correlare alla spesa da sostenersi anzitutto per il piano delle assunzioni ex novo da effettuare, nonché per far fronte alle ricostruzioni della carriera "economica" delle unità lavorative della scuola, ma non fornisce elementi circa la platea interessata dal piano assunzionale e i relativi dati concernenti l'anzianità media maturata dal medesimo personale nel servizio a tempo determinato. Ciò al fine di consentire almeno una prima valutazione, circa l'adeguatezza delle risorse stanziate nel fondo ad assicurarne la integrale copertura finanziaria, con la stima dei costi concernenti la ricostruzione di carriera cui avranno diritto coloro che saranno assunti per effetto della immissione in ruolo.
www.Corrieredellasera.it– 6 dicembre 2014
"Digitale, stage e università, tutti i ritardi della scuola italiana”
░ Pochi computer e obsoleti, scarseggia la banda larga. L’alternanza scuola-lavoro non decolla; al Sud spariscono le matricole anche perché la laurea rende meno che altrove. È la fotografia impietosa del sistema scolastico italiano (e dei suoi risultati) scattata dal Censis nel suo Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese. Di Carlotta De Leo
Il divario tecnologico tra i nostri studenti e i «colleghi» europei inizia presto, sui banchi. Da noi 100 iscritti all’ultimo anno di scuola media o al terzo delle superiori dispongono rispettivamente di 8,3 e 8,2 computer. I lori coetanei europei ne hanno quasi il triplo (mediamente 21,1 e 23,2) . Il 25,3% degli studenti di terza media e il 17,9% dei colleghi del terzo anno delle superiori frequentano scuole prive di connessione a banda larga, a fronte di corrispondenti valori medi europei di gran lunga inferiori (rispettivamente, 5% e 3,7%). La frequenza di scuole dotate di ambienti d’apprendimento virtuale è un’esperienza che coinvolge il 19% degli studenti in uscita dalla scuola media e il 33% degli iscritti al terzo anno del liceo, quote ancora una volta sensibilmente inferiori alle medie europee (58% e 61% studenti in età corrispondente)…. L’uso diffuso di materiale didattico digitale è riscontrabile solo nel 18,1% delle scuole intervistate, tuttavia nell’88,4% dei casi alcuni docenti si sono cimentati nella produzione di questo tipo di risorse. Non va meglio nemmeno spostando l’attenzione sul gradino successivo d’istruzione. Tra il 2008 e il 2013 gli iscritti alle università statali sono diminuiti del 7,2% e gli immatricolati del 13,6%. L’andamento decrescente ha interessato tutti gli atenei tranne quelli del Nord-Ovest, dove gli iscritti sono aumentati del 4,1% e gli immatricolati dell’1,3%.... Il rapporto del Censis denuncia anche il fenomeno del’«overeducation»: più di 4 milioni di lavoratori ricoprono posizioni per le quali sarebbe sufficiente un titolo di studio inferiore a quello posseduto: un esercito costituito per la metà da «semplici» diplomati (53,3%), ma per un 41,3% anche da laureati (1,8 milioni di occupati). Il sottomansionamento dei laureati italiani è un fenomeno trasversale, che non interessa solo le lauree più deboli sul mercato del lavoro come quelle in Scienze sociali e umanistiche (43,7%), ma è addirittura più elevato tra i laureati in Scienze economiche e statistiche (57,3%) e colpisce anche un ingegnere su tre. Solo il settore medico e infermieristico si posiziona ampiamente sotto la soglia del 20% (13,95)….