Il Fatto Quotidiano -4 gennaio 2015
“Legge di stabilità e scuola: le promesse non mantenute del 2014“
░ Di Marina Boscaino.
Se dovessimo tentare un breve resoconto di quanto è toccato alla scuola nell’anno che si è appena concluso, potremmo cavarcela con poche parole: promesse non mantenute. La promessa delle promesse: scuola priorità del governo. … La Legge di Stabilità è passata, portando con sé lo stanziamento di 1 miliardo (di cui 500 ml disponibili) di euro per un piano di 150mila assunzioni: atto dovuto, considerata anche la sentenza di novembre della Corte Europea di Giustizia. Assunzioni che comunque costeranno molto care alla scuola nel suo complesso. Nella Legge di Stabilità vengono infatti confermati i tagli al personale assistente amministrativo (2.020 unità); ai distacchi del personale a beneficio delle associazioni (abrogati i comandi presso le associazioni di prevenzione e recupero del disagio e della tossicodipendenza ed i comandi presso le associazioni professionali del personale direttivo e docente a partire dall’a.s. 2016-17; tutti i comandi presso qualunque amministrazione dello Stato, ad eccezione di quelli presso al Miur per l’autonomia, i coordinatori regionali per l’educazione motoria e i supervisori dei tirocini presso le università). Viene confermata l’eliminazione degli esoneri e semiesoneri ai docenti vicari. Per le assenze dei docenti non verranno chiamati supplenti fin dal primo giorno. Estremamente difficile risulterà la sostituzione del personale assente collaboratore scolastico e assistente amministrativo; mentre non si prevede neppure la possibilità di sostituire gli assistenti tecnici assenti. Ma il costo del piano assunzioni non si limita a questo tagliuzzamento estemporaneo, che dimostra chiaramente come chi abbia lavorato alla Finanziaria non conosca o non abbia voglia di conoscere come funzionino gli istituti scolastici. Fermo restando il finanziamento di 200 milioni alle scuole paritarie (che si vanno ad aggiungere ad ulteriori fondi pubblici dedicati a questo capitolo di spesa che grava su tutti), sono stati reperiti 10 milioni per finanziare l’istituto Invalsi, con un emendamento passato in extremis a poche ore dall’approvazione definitiva del testo. Per il resto, una sforbiciata drastica ai diritti maturati: blocco dell’indennità della vacanza contrattuale (che serve a tutelare i lavoratori nel caso di ritardi nella stipula dei rinnovi contrattuali) fino al 2018. Il provvedimento comporterà un risparmio di 900 milioni di euro, ma andrà a rafforzare la già problematica situazione determinata dall’ulteriore blocco del contratto (l’ultimo risale al 2009) fino alla fine del 2015: potere di acquisto dei nostri salari ormai ridotto al lumicino. Analogamente, nulla di risolutivo sulla situazione dei Quota 96, cui – nonostante il diritto maturato ormai da 2 anni – non si consente di andare in pensione. Infine, il coup de théatre, dopo un minuetto estenuante quasi quanto la questione del pensionamento degli aventi diritto nati nel 1952, che ha tenuto banco durante l’estate con trionfalistici proclami di soluzione e rocambolesche smentite: a distanza di 6 mesi dall’esame di Stato, ancora non sappiamo come saranno composte le commissioni che valuteranno i nostri studenti….
www.orizzontescuola.it/news - 5 gennaio 2015
“150 mila neoassunti. Dovranno seguire corsi di aggiornamento specifici. C'è chi li vuole più licenziabili“
░ Di Paolo Damanti.
Novità in vista per le 150 mila assunzioni e l'anno di formazione. Nel frattempo si anima il dibattito intorno alle modifiche legate all'assunzione dei nuovi docenti, c'è chi li vuole ulteriormente formare.
Ormai scontata l'assunzione dei 150mila nuovi docenti tra graduatorie ad esaurimento e concorso 2012. La Legge di Stabilità ha definitivamente stanziato i fondi, adesso è soltato questione di tempo. Probabilmente sarà febbraio il mese decisivo, come anticipatovi sabato. Quindi si cambierà sistema di reclutamento, con l'accesso riservato soltanto a chi supera il concorso a cattedra.Possono i 150 mila futuri, nuovi docenti tirare un sospiro di sollievo? Pare di no. Attorno alle assunzioni sono, infatti, aperti due importanti dibattiti, entrambi seguiti in questi mesi dalla nostra redazione. Ricordiamo, innanzitutto che i futuri assunti, per la maggior parte, sono docenti che lavorano a scuola già da anni, che hanno una o più abilitazioni, che hanno svariati titoli, che hanno superato prove di selezione e concorsi. Già da mesi si consuma un dibattito sulla formazione (o ulteriore formazione) di questi docenti. Per legge, è bene chiarirlo, è previsto un anno di prova durante il quale al docente neoassunto viene assegnato un tutor. A fine anno, inoltre, il docente viene giudicato da una commissione di pari interna all'istituto. Pare, però, che la politica abbia deciso che tutto ciò non basta. … Conferme in questa direzione giungono anche dal Sottosegretario Davide Faraone che annuncia, relativamente ai 150mila assunti: "finalmente faranno l’anno di prova che diventerà una cosa seria". Anno di prova che servirà a capire, specifica Faraone, quali sono le carenze di questi insegnanti neoassunti ai quali, eventualmente, saranno affiancati docenti più esperti o che dovranno seguire percorsi di aggiornamento a loro specificatamente dedicati. Con molta probabilità, le competenze che dovranno dimostrare riguardano l'informatica e l'inglese, ma questa è soltanto una nostra ipotesi. Staremo a vedere cosa salterà fuori. Altro aspetto che in questi giorni è al centro delle polemiche politiche riguarda la questione della licenziabilità dei dipendenti della pubblica amministrazione. La polemica prende le mosse dal Job Act nel quale è stato inserito il contratto a tutele crescenti, legato ad una modifica dei criteri per la licenziabilità dei dipendenti. Un provvedimento che abbassa la discrezionalità dei giudici in caso di contenzioso legato ai licenziamenti, ma che, ha chiarito lo stesso Renzi, riguarda il settore privato. Precisazione che ha fatto andare su tutte le furie quella fronda della maggioranza che voleva una applicazione anche al settore pubblico. Tra i componenti di spicco della fronda, il senatore Ichino, l'On Tinagli (Sempre di Scelta civica), l'On Anna Ascani (del Partito Democratico)…. Il Primo Ministro ha tenuto a precisare che della Pubblica amministrazione si parlerà nel Decreto Madia, attualmente in discussione al Senato, cogliendo l'occasione del caso dei vigili urbani della capitale che hanno presentato certificati di malattia di massa in occasione della notte di Sal Silvestro per annunciare riforme incisive sui contratti della pubblica amministrazione. Insomma, si vuol rivedere la Legge Brunetta ed andare oltre lo stesso Brunetta, dato che, ad oggi, scarsi risultati hanno ottenuto le restrizioni sulle malattie e la maggiore facilità nel licenziamento dei dipendenti. …
www.corrieredellasera.it -6 gennaio 2015
“Scuola, riforma entro fine febbraio, Renzi lancia la «fase due»“
░ Incontro, a Palazzo Chigi tra Renzi e Giannini. Di Orsola Riva
«Da qui al 28 febbraio scriveremo i testi, il decreto e il disegno di legge che presenteremo in Parlamento». Lo ha detto Matteo Renzi in un video registrato in serata a Palazzo Chigi. «Se riparte la scuola, riparte l’Italia. Noi ci stiamo credendo, ci stiamo lavorando e investendo, mettendoci tanti soldi, che sono i soldi degli italiani». Nel suo video messaggio per la ripresa delle scuole dopo la lunga pausa natalizia, il premier lancia quella che lui stesso definisce la «fase due» della riforma dell’istruzione… Parla di decreto e di disegno di legge ma il primo atto sarà un decreto d’urgenza perché è l’unico strumento giuridico che consente di attuare la riforma in tempo utile per il prossimo anno scolastico. Il disegno di legge successivo potrebbe servire invece a predisporre un nuovo Testo unico della Scuola (l’ultimo è di vent’anni fa). L’annuncio di Renzi è giunto dopo una riunione a Palazzo Chigi con il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, il sottosegretario Davide Faraone e i tecnici del ministero sui tanti nodi ancora aperti della riforma della scuola che, ha ricordato Renzi, verterà «sull’assunzione degli insegnanti, sulla valutazione dei prof, sull’alternanza scuola-lavoro, sull’investimento in alcune nuove materie che nuove non sono come arte, cultura, diritto, economia, educazione fisica e inglese». Una riforma, tante incognite… In realtà il testo della Buona Scuola licenziato alla fine dell’estate non solo non ha convinto i sindacati ma nemmeno il Pd e anche la consultazione online che si è svolta dal 15 settembre al 15 dicembre non ha dato i frutti sperati. Alcune norme sono saltate (in primis quella che prevedeva di cancellare gli scatti di anzianità in favore di un sistema in teoria basato sul merito, in realtà piuttosto rigido e arbitrario) e rischiano di non tornare i conti soprattutto per quei 150 mila precari che dovranno essere assunti entro settembre, molti dei quali (uno su cinque circa) non prestano servizio da più di tre anni. In Parlamento è in corso da tempo un acceso dibattito sulla formazione necessaria per mettere questi docenti al passo con le competenze necessarie ai nostri ragazzi (informatica e inglese in testa a tutte)… Il problema, però, è con quali soldi: il miliardo stanziato nella Legge di Stabilità è infatti destinato prioritariamente alla stabilizzazione dei docenti. Per la formazione non è stato previsto alcun capitolo di spesa specifico: si conta sul fatto che, aggiustate le posizioni dei nuovi prof, avanzino ancora dei soldi.
www.corrieredellasera.it - 7 gennaio 2015
“I nuovi prof un anno in prova. E il preside diventa sindaco“
░ Di Orsola Riva.
Di rinvio in rinvio, la grande riforma della scuola di Matteo Renzi dovrebbe finalmente vedere la luce alla fine di febbraio. Lo ha annunciato il premier due giorni fa. Gli ingredienti sono noti. Primo: assunzione in blocco di quasi 150 mila «precari storici». Secondo: introduzione del merito: a essere valutati non saranno più solo gli studenti ma anche i prof e il loro stipendio varierà di conseguenza (ma su quali basi e chi darà loro le pagelle è ancora tutto da chiarire). Terzo: potenziamento di alcune materie — arte, musica, informatica, inglese — e più ore per laboratori e stage in azienda. Ultimo ma non ultimo — Renzi ci ha messo la faccia fin dal suo insediamento — l’edilizia scolastica. Tutti ingredienti più che «buoni» sulla carta, ma basteranno a mettere davvero in sicurezza la scuola italiana e i nostri figli? I nodi da sciogliere sono ancora tanti. Vediamo i principali. Stabilizzazione dei prof. I 150 mila neo assunti saranno tutti all’altezza del ruolo? Molti di loro (uno su cinque) non insegnano più da anni, altri hanno abilitazioni per materie ormai uscite dai programmi. L’allarme lanciato dagli esperti è stato raccolto anche dal governo. «Forse dal piano di assunzioni — ammette il sottosegretario Davide Faraone — si potrebbero escludere i docenti di materie non più utili come la dattilografia». E tutti gli altri? Bisognerebbe formarli. Sì, ma con quali soldi? E allora ecco che si profila una soluzione più drastica: il cosiddetto anno di prova previsto per legge ma finora solo sulla carta. «Quell’anno deve diventare decisivo per la permanenza dei neoassunti», taglia corto Faraone. Più facile a dirsi che a farsi: come non immaginare la valanga di ricorsi da cui sarebbe sommerso il ministero? Gli esclusi. Se è vero che l’assunzione dei precari storici è stata pensata per sanare un’ingiustizia, in realtà ne apre un’altra. Ci sono infatti decine di migliaia di prof (circa centomila) che prestano servizio nelle nostre scuole ma sono rimasti tagliati fuori. Loro dovranno aspettare il concorso del 2016. Unica concessione al vaglio del governo: una «quota riservata» dei 40 mila posti in palio. Il merito. È la vera incognita della riforma. Nel testo della Buona Scuola si era ipotizzata l’eliminazione tout court degli scatti di anzianità per un sistema in teoria incentrato appunto sul merito in realtà alquanto arbitrario: scatti ogni tre anni a due prof su tre, i «migliori» di ciascuna scuola. La norma è saltata, gli scatti di anzianità sono tornati al loro posto (anche se Faraone precisa che sullo stipendio peserà molto di più la quota premiale legata al merito) e soprattutto non è chiaro chi valuterà cosa. Su tutto il sistema, però, dovrebbe vigilare il preside, nuovo «sindaco della scuola». Nuove materie. Va bene puntare su musica, storia dell’arte ed educazione fisica (20 mila nuove cattedre) e pure sul «coding» (la programmazione informatica tanto sbandierata anche se ammonta ad appena un’ora di lezione all’anno) ma com’è che nessuno si preoccupa dei pessimi risultati dei nostri figli in italiano e in matematica? «I dati Invalsi e Ocse dicono che i ragazzi italiani non sanno leggere: dovrebbero maneggiare non solo testi letterari ma anche scientifici, mentre noi continuiamo a insegnare loro a contemplare i libri, non a capirli… Scuola-lavoro. Altro mantra del governo che più volte ha detto di volersi ispirare al cosiddetto «sistema duale» tedesco, anche se nella legge di Stabilità sono saltati i 10 milioni che dovevano servire a raddoppiare le ore di alternanza. Vedremo nel decreto di fine febbraio. Con una avvertenza: l’Italia non è la Germania ed è bene che il governo vigili sulle storture già in atto (vedi i 2.700 studenti del Centro-Sud che venivano sfruttati come manodopera a basso costo da alberghi e ristoranti del Nord proprio dietro lo schermo dell’alternanza scuola-lavoro). Edilizia scolastica. Infine i muri, la grande scommessa lanciata da Renzi: un miliardo per 21 mila scuole. Tre i capitoli: #scuolenuove (rifacimento o costruzione di nuovi plessi), #scuolebelle (piccola manutenzione) e #scuolesicure (messa a norma e in sicurezza). Il più critico, al momento, è anche quello più importante: ovvero la sicurezza. A dicembre 500 sindaci hanno marciato su Roma perché, pur avendo già effettuato i lavori, non erano ancora riusciti a riscuotere i fondi della prima tranche. Il governo conta di far partire entro la fine di quest’anno 1.600 cantieri di #scuolesicure ed altrettanti di #scuolenuove ed altri 15.000 per #scuolebelle entro primavera 2016. I conti, li faremo alla fine.
www.scuolaoggi.org - 7 gennaio 2015
“Il dilemma del piano assunzioni“
░ Di Pippo Frisone
…Nella Buona Scuola si parla di assumere 148mila precari , vale a dire tutti gli inclusi nelle graduatorie ad esaurimento fino a svuotarle completamente. Nelle GAE, tuttavia , sono presenti non poche contraddizioni. E’ stato stimato che circa il 20% degli inclusi non lavora più da anni nella scuola. Che tra gli inclusi figurano ancora, a pieno titolo, docenti a tempo indeterminato della scuola paritaria mentre quelli a tempo indeterminato delle scuole statali sono stati esclusi. E ancora , nelle Gae risultano inclusi precari appartenenti a classi di concorso desuete o sparite con la riforma Gelmini sui nuovi ordinamenti. Mentre al di fuori delle GAE ci sono circa centomila precari, di cui metà dell’infanzia-primaria, inclusi nella seconda fascia delle graduatorie d’istituto, non solo provvisti di abilitazione ma che da anni lavorano su posti interi e spezzoni comuni e di sostegno. Precari, questi ultimi, in buona parte con oltre 36 mesi di servizio, interessati alla recente sentenza della Corte di Strasburgo e che non pochi problemi potrà creare all’attuale Governo. Le proposte che vengono messe in campo non sono tuttavia risolutive del problema. Riservare ai precari inclusi in seconda fascia una quota dei 40mila posti che verranno messi a concorso, è una toppa che non coprirà il buco e che non eviterà il contenzioso seriale di quanti hanno maturato i 36 mesi con la reiterazione dei contratti a termine. Oppure l’inasprimento dell’anno di prova per i neo-assunti, tallonati a vista da arcigni dirigenti scolastici,trasformati “in sindaci delle scuole”. Sul piano delle assunzioni, in questa fase, si intrecciano e sovrappongono da un lato la volontà del Governo di prosciugare le GAE e dall’altro gli effetti della sentenza della Corte di Strasburgo .Il Governo è alla ricerca di una soluzione che salvi in larga parte i precari inclusi nelle Gae, superando qualche contraddizione interna alle stesse e nello stesso tempo tendendo una mano ai precari inclusi in seconda fascia delle graduatorie d’istituto. La vera incognita tuttavia rimane la sentenza di Strasburgo con gli effetti dirompenti a cascata che potrà determinare con l’avvio di migliaia e migliaia di ricorsi in tutta Italia per rivendicare non solo la stabilizzazione ma anche il risarcimento del danno subìto. Gli Uffici Legali di tutte le OO.SS. sono già all’opera nella raccolta dei ricorsi su tutto il territorio nazionale. Ricorsi nuovi che si aggiungeranno ai precedenti sulla stessa materia, distribuiti nei diversi gradi di giudizio e avviati sette, otto anni addietro. Qualunque sarà l’articolazione del piano di assunzione del Governo sarà difficile chiudere la quadra dei problemi, cercando di accontentare tutta la vasta platea del precariato per mettere a tacere il contenzioso. Bisogna cercare di rispondere in primis alle censure fatte dalla Corte di Strasburgo, adeguando il nostro ordinamento sui contratti a termine con la normativa europea. Il piano delle assunzioni deve, pertanto, prevedere la stabilizzazione non solo dei precari storici delle GAE ma anche di quanti, in possesso dell’abilitazione, a prescindere dalla tipologia di graduatorie, abbiano maturato i 36 mesi con la reiterazione dei contratti a termine. Due mesi per affrontare e risolvere tutti questi problemi assieme alla riforma della scuola, tagliando fuori ogni forma di rappresentanza, credo non bastino. Non aver costituito il Consiglio Nazionale dell’Istruzione, procedendo a indire le elezioni che da 15 anni vengono rinviate di anno in anno, facendo decadere definitivamente il CNPI, rischia di pregiudicare gli stessi processi di riforma che il Governo intende varare. L’assenza di pareri obbligatori in materia di ordinamenti e di assunzione del massimo organismo rappresentativo del personale scolastico , è già stato motivo di censura in altre occasioni da parte del Tar del Lazio .
www.latecnicadellascuola.it - 8 gennaio 2015
“Mobilità ed organico funzionale sono in relazione tra loro?“
Se ci saranno interventi normativi sull'organico funzionale, il CCNI sulla mobilità dovrà essere riaperto. Lo prevede esplicitamente una disposizione della pre-intesa di fine novembre….Si parla di organico funzionale, organico di rete scolastica, ma non si comprende bene quale impatto queste novità potrebbero avere rispetto alla mobilità. …Se dovesse essere decretato, nelle prossime settimane, il superamento dell’organico di diritto e di fatto, con l’introduzione di quello funzionale, ci sarebbe l’eventualità concreta di riaprire la partita contrattuale per garantire una maggiore e migliore mobilità, anche riferita a quella professionale, degli insegnanti di ruolo ed anche immessi in ruolo quest’anno e che devono avere assegnata la sede definitiva. Quanto detto è previsto nell’ipotesi di Ccni sulla mobilità del 26 novembre 2014 all’art.1 comma 4. I timori che le 150 mila assunzioni, da fare in gran parte sull’organico funzionale, possano limitare i trasferimenti dei docenti già di ruolo, dovrebbero essere fugati proprio dal comma 4 dell’art.1 dell’ipotesi del contratto sulla mobilità. Pare ovvio che, prima della sistemazione nelle varie sedi scolastiche dei prossimi immessi in ruolo, si tenga conto dei docenti già di ruolo che chiedono il trasferimento. Se organico funzionale deve essere fatto e se si devono eventualmente costituire le reti scolastiche, a ricoprire i posti in più, che eventualmente verranno messi a disposizione, dovranno essere i docenti di ruolo e anche i docenti che oggi sono parcheggiati nella dotazione organica provinciale, i 150 mila potenziali nuovi immessi in ruolo prenderanno le sedi lasciate libere dopo i trasferimenti… Qualche sindacato sulla questione ha chiesto al Miur risposte chiare e precise. Ma dal Miur, non arriva nessuna risposta, forse sono impegnati a sbrogliare questa complicata matassa.
www.orizzontescuola.it - 9 gennaio 2015
“Supplenze da Graduatorie di istituto su posti vacanti al 31 agosto o 30 giugno? La normativa“
░ Lalla riporta una nota dell'U.S.di Benevento, che si occupa delle supplenze su posti vacanti (Supplenza annuale = fino al 31 agosto; Supplenza fino al termine delle attività didattiche = fino al 30 giugno), assegnati dal D.S., dalle graduatorie di istituto in seguito all'esaurimento delle graduatorie provinciali.
Cosa si intende per posto "vacante": è il posto libero dopo i trasferimenti degli insegnanti di ruolo, nonché resosi disponibile entro il 31 dicembre di ciascun anno scolastico, che non sia stato possibile coprire con docenti di ruolo e, in una prima fase, tramite lo scorrimento delle Graduatorie ad esaurimento, per cui si rende necessario fare ricorso alle Graduatorie di istituto. … Personale docente. I Dirigenti Scolastici conferiscono supplenze utilizzando le graduatorie di circolo e di istituto in relazione alle seguenti tipologie: a) supplenze annuali e fino al termine delle attività didattiche per posti che non sia stato possibile coprire con personale incluso nelle graduatorie ad esaurimento; b) supplenze temporanee per la sostituzione del personale temporaneamente assente e per la copertura di posti resisi disponibili, per qualsiasi causa, dopo il 31 dicembre di ciascun anno scolastico. Si ribadisce pertanto che la gestione del posto disponibile da assegnare a supplenze è sempre di competenza delle Graduatorie ad esaurimento e solo se queste sono esaurite si passa alle Graduatorie di istituto. Ovviamente, come già sottolineato, anche quando la supplenza viene attribuita dal Dirigente Scolastico la tipologia del posto non cambia. Discorso diverso invece per il Personale Ata: In caso di esaurimento delle graduatorie permanenti le eventuali residue disponibilità sono assegnate dai Dirigenti Scolastici mediante lo scorrimento delle graduatorie di circolo e di istituto con la stipula di contratti di lavoro a tempo determinato di durata fino al termine dell'attività didattica.