il Manifesto – 15 maggio 2015
“Giorgio Israel: «L'errore di Renzi sulla scuola: non ha capito la trasversalità dell'opposizione»”
░ Riportiamo alcune delle risposte (condividiamo parola per parola le valutazioni) del professore Israel alle domande di Roberto Ciccarelli.
D. Qual è la ragione che spinge il governo a imporre la figura del preside manager nella scuola?
R. Una ragione di controllo politico-ideologico in modo da disporre di un ceto di dirigenti che faccia da cinghia di trasmissione dei precetti ministeriali. Basti pensare all’ultimo concorso per dirigenti. La batteria di quiz era composta da un gran numero di domande sbagliate e poi da una massa di domande che richiedevano da parte del candidato la conoscenza di una letteratura psico-pedagogica di tipo costruttivista. E perché mai per essere un buon dirigente debbo essere esperto e consenziente con certa letteratura e non altra? Qui viene messa fuori gioco non solo la libertà d’insegnamento ma quella di pensare liberamente. Se poi un dirigente viene dotato anche del potere di assumere e controllare la carriera dei «suoi» insegnanti siamo al regime. Si ricordi che la Carta della Scuola fascista (1940) definiva il preside come Capo dell’Istituto, una figura monocratica che ora viene dotata di altri pesanti poteri.
D. Com’è cambiato il mestiere dell’insegnante in questi venti anni?
R. È stato progressivamente trasformato nella figura di un mero esecutore delle prescrizioni ministeriali espresse in un continuo diluvio di circolari, regole, certificazioni spesso deliranti e scritte in un italiano incredibile. Gli è stata sottratta gran parte del tempo della sua attività come «maestro»…. Una scuola senza autentici «maestri», capaci di stabilire un rapporto intenso e costruttivo con gli allievi non è tale, è una fabbrica di addetti all’impresa, quel che persegue la Confindustria nella solita prassi di ottenere quel che le serve a spese dello Stato.
D. Il governo ha criticato il boicottaggio dei test Invalsi. Come sono nati; qual n’è il ruolo nel nuovo sistema di valutazione della scuola e degli studenti?
R.Sarebbe lungo fare una storia dell’Invalsi. All’inizio doveva essere un istituto che con metodi statistici campionari doveva tentare di costruire un’immagine dello stato della scuola italiana. Si è trasformato in un istituto censuario cui è stato dato il potere addirittura di imporre una prova a quiz che interviene e altera il processo di valutazione facendo parte delle prove per l’uscita dalle scuole medie. Siamo in molti ad aver svolto critiche dettagliate della prassi dell’ente senza alcuna risposta perché è autoreferenziale, esente da qualsiasi controllo.
D. Approvata la riforma, che cosa diventerà la scuola?
R. Speriamo che non sia approvata. Altrimenti, questo insieme di provvedimenti sconnessi, incoerenti, prodotti da chi non ha alcuna autentica competenza sul tema dell’istruzione oppure ha idee devastanti, produrrà semplicemente terra bruciata. I migliori insegnanti non vedranno l’ora di andarsene – come già accade – e la scuola diventerà una mera propaggine della burocrazia e di chi vuol servirsene soltanto a scopi meramente strumentali. Addio cultura e conoscenze, in un paese che ha una delle più ricche tradizioni culturali del mondo e aveva costruito un’ottima scuola.
www.scuolaoggi.com – 16 maggio 2015
░ D
Una riforma imposta alla scuola produrrà un guadagno politico alquanto incerto per il Premier e effetti di cambiamento della scuola sicuramente nulli…tutti sanno che la scuola non si cambia contro chi ci lavora e studia. Se invece perde, il ritiro della riforma potrebbe far cadere anche l'atteso organico funzionale e l'opportunità di una ripartenza per l'autonomia scolastica. È ancora possibile trasformare questo conflitto in un gioco a somma positiva che faccia vincere la scuola?... Sotto la spinta della mobilitazione l'art. 1 è stato completamente riscritto. Ora l'autonomia scolastica torna a ispirarsi ai valori costituzionali dell'innalzamento dei livelli di istruzione e del contrasto alle diseguaglianze. Non solo, il nuovo art. 1 individua nella cooperazione il metodo di governo più efficace della comunità educativa. Precisi vincoli politici posti dal governo hanno impedito alla settima commissione della Camera di rendere coerenti tutti i punti chiave del disegno di legge con le finalità dell'art. 1…. Per questo le 32 associazioni dell'Appello "La Scuola che cambia il Paese" hanno precisato le loro proposte di modifica del disegno di legge, e torneranno a incontrare i parlamentari in occasione del passaggio al Senato del disegno di legge. Un primo versante di proposte di modifica riguarda alcuni punti chiave decisivi per una riforma che contrasti le diseguaglianze: programmare il finanziamento della delega per il diritto alla studio, chiarire che l'organico dell'autonomia non è prioritariamente finalizzato alla copertura delle supplenze, fare un uso perequativo il 5 x 1000 finalizzandolo al miglioramento di tutte le scuole, impedire che attraverso le norme attuative del Jobs Act si sviluppi un canale di formazione professionale in apprendistato, alternativo alla scuola e con caratteristiche scarsamente formative. Le altre proposte di modifica riguardano il rilancio del metodo della cooperazione. Uno stile di governo delle scuole opposto alla concentrazione di poteri nel dirigente scolastico che decide gli indirizzi della scuola, sceglie gli insegnanti e assegna premi retributivi. … Da modificare anche la chiamata nominativa e la rinnovabilità triennale degli incarichi da parte del dirigente scolastico: oltre agli evidenti rischi di arbitrii e clientele, si pone l'insegnante in una posizione di instabilità e insicurezza rispetto alla sede di servizio (gli albi territoriali potrebbero anche coincidere con l'attuale dimensione di una provincia). Indebolimento della posizione del docente e concentrazione dei poteri nel dirigente scolastico determinano un cambiamento qualitativo nel rapporto di lavoro degli insegnanti, fino ad oggi considerati lavoratori dipendenti ma non subordinati. Ogni forma di subalternità degli insegnanti è, infatti, incompatibile con la loro autonomia professionale e con la libertà di insegnamento, tutelata dalla Costituzione a presidio del pluralismo culturale della scuola pubblica. Il miglioramento dell'incontro tra le esigenze progettuali delle scuole e le specifiche competenze professionali degli insegnanti può, invece, essere realizzato senza ricorrere alla chiamata nominativa. L'incontro deve avvenire su base volontaria: le scuole esprimono quali sono le curvature professionali necessarie alla realizzazione della propria offerta formativa e i docenti che le posseggono, a domanda, chiedono di essere assegnati alle scuole richiedenti. Le modalità di regolazione e promozione di questa forma di mobilità professionale sono di competenza della contrattazione…. … Infine appare davvero inutile scomodare un tema impegnativo come la valorizzazione del merito con un fondo di 200 milioni, circa diciottomila euro per istituzione scolastica. L'attribuzione del potere unilaterale di decisone al dirigente scolastico e l'invenzione di un improbabile comitato per la valutazione dei docenti (dirigente, colleghi, genitori, studenti) che dovrebbe individuare i criteri sottopongono i docenti a un’autorità salariale doppiamente illegittima: perché priva di passaggi negoziali e perché costituita da soggetti privi delle competenze necessarie per valutare la professionalità degli insegnanti.
http://www.scuolaoggi.it – 17 maggio 2015
“10 domande al “Gran Maestro”ed alcune alla sinistra dem”
░ Dieci domande (tra il serio e il retorico)
1)E’ l’organico dell’autonomia, con l’abolizione della titolarità di cattedra e la collocazione dei docenti in albi territoriali da cui i Dirigenti scolastici li prelevano per incarichi triennali, che realizza la piena autonomia e la personalità giuridica che le scuole non avevano?
2) Per il piano triennale dell’offerta formativa con i 100 mila posti previsti si stabilizza appena l’organico di fatto (con circa 90 mila posti) e si assegna un docente per ogni scuola autonoma quasi esclusivamente per coprire le supplenza brevi. E’ con tali risorse che si realizza la svolta nella cultura “umanista”?
3) La nomina senza concorso (art.9 comma 15), anche dall’esterno della PA, di 70 ispettori tecnici (esperti ed amici) per valutare i Dirigenti scolastici rappresenta il coronamento di questa autonomia?
4) Al docente a tempo indeterminato (fra pochi anni, a tutti docenti) che deve essere riconfermato, o meno, ogni triennio nella scuola o nelle classi in cui ha lavorato viene garantita quella libertà di insegnamento? 5) Siffatta modalità di chiamata e di conferma dei docenti non è destinata a creare, come da sempre richiesto dai settori integralisti del movimento cattolico, scuole di tendenza sempre più simili a scuole private ? Non è destinata a subire pressioni di carattere clientelare?
6) Sono da considerare adeguate le modifiche apportate in Commissione? Detrazioni per le scuole paritarie ed eliminazione delle borse di studio?
7) Le detrazioni per le paritarie (art 19 comma 1) sono state estese (132,2 mln nel 2016) anche alle scuole superiori, con una riduzione a regime di 9 milioni di euro dei fondi destinati dall’art.26 comma 2 al Fondo di istituto. I proponenti (Adornato e UDC) hanno fatto finta di ignorare che le detrazioni per le scuole secondarie superiori erano già previste dalla lettera e) dell’art.15 del TU sulle tasse che si andava ad emendare con l’aggiunta di una lettera e-bis). Tali detrazioni non previste dalla legge di parità n.62/2000 che regola, con una apposita interpretazione del “senza oneri” costituzionale, solo l’erogazione di contributi tramite apposite convenzioni, sono costituzionali?
8) Le borse di studio previste per tutte le scuole statali e paritarie dall’art.1 commi 9 e seguenti della legge 62/2000 non sono più finanziate dal 2011 (con un taglio di 140 mln): non era occasione rifinanziarle ?
9) Perche nessuno. neppure nella sinistra dem,- ha denunciato tale scandalosa discriminazione a danno delle scuole statali ?
10) Le borse di studio venivano erogate secondo criteri di reddito, le detrazioni vanno indistintamente a tutti gli studenti che frequentano le scuole paritarie(anche i famigerati figli di Agnelli, ora di Marchionne). Può essere questa grave omissione considerata una scelta da buona scuola?
www.repubblica.it – 19 maggio 2015
“La riforma della scuola e il segno della sconfitta”
░ La valutazione sul d.d.l., da un intellettuale, Adriano Prosperi.
LA SCUOLA è una grande questione nazionale. La più grande. Qui si intrecciano e qui si incontrano i drammi della disoccupazione giovanile e dell’integrazione di milioni di immigrati, qui si giocano le sorti presenti e future della cultura italiana come sapere e coscienza diffusa di cittadinanza. Che la questione della riforma della scuola venga vissuta come un conflitto tra governo e sindacati o tra governo e una specie di Fort Alamo della sinistra irriducibile, cioè come uno dei tanti conflitti sociali di un paese smarrito e impoverito, è qualcosa di intollerabile; è anche il segno della sconfitta che ci aspetta tutti alla prova di un passaggio decisivo.
La domanda che bisogna farci è: come siamo arrivati a questo punto? Per rispondere bisogna partire da lontano. L’on. Alfredo D’Attore in un’intervista al Manifesto di sabato 16 maggio, ha accusato Renzi di avere imbroccato una strada che «amplifica le disuguaglianze e scardina un sistema nazionale di formazione su base universalistica». In realtà la cosa è più antica. Si aprì all’epoca lontana in cui il partito progenitore di quello di D’Attorre approvò la riforma dell’Università del suo ministro Berlinguer. Fu allora che passò il paradigma economicista e classista della divisione tra serie A e serie B a tutti i livelli: tra le università condannate a un’autonomia che deresponsabilizzava lo Stato e cancellava la distinzione tra pubbliche e private, tra le lauree, divise fra triennali e quinquennali ma soprattutto tra quelle del sud e quelle del nord, tra insegnamento e ricerca — privata quest’ultima di investimenti necessari, declassata quella ad affabulazione oratoria da scuola media mentre passava in uso il linguaggio dei «crediti », grottesco scimmiottamento del valore supremo, il danaro, la banca. Intanto saliva il danaro richiesto per le tasse mentre si impoverivano biblioteche e laboratori. Intanto il mondo della docenza accademica si incanagliva nei suoi antichi difetti e il rapporto tra insegnamento e ricerca veniva sottomesso al potere dei rettori e a quello di consigli di amministrazione aperti al mondo della finanza e dell’impresa…. Il percorso liquidatorio della scuola pubblica: un percorso da tempo avviato da una classe politica spesso penosamente incolta, selezionata con le liste bloccate, incapace di rispettare l’unica categoria insieme alla magistratura che eserciti la sua professione dopo avere studiato a lungo e dopo essersi sottoposta a pubblici concorsi. Senza una scuola dello Stato italiano che garantisca a tutti i cittadini la stessa qualità di offerta educativa, senza docenti selezionati in università statali di pari dignità e livello, senza concorsi pubblici, è difficile sperare che rinasca quell’unica condizione fondamentale perché l’incontro tra professore e allievo torni a essere quello giusto: la passione del docente per quello che fa. È solo lei che potrà lasciare una traccia positiva nella vita del giovane. Lo attesta il dialogo tra il maestro Fiorenzo Alfieri e suo nipote Leonardo nel libro Strade parallele. Ma per questo occorre che il docente sia ben preparato e abbia tutto il riconoscimento sociale cui ha diritto. E che raggiunga il suo luogo di lavoro senza dipendere dalla chiamata di un preside….
il Manifesto – 19 maggio 2015
“Si è allargato il Preside”
░ L’impianto del disegno di legge sulla scuola è liberale e di centrodestra: queste sono le valutazioni tratte dalla preside Elena Centemero, deputata e responsabile scuola di Forza Italia.
Il contestato articolo sui nuovi presidi è stato approvato, con la camera un filo sopra il numero legale e appena 214 voti favorevoli (su una maggioranza di governo teorica di 404). Le assenze del lunedì, una certa rassegnazione delle opposizioni, una serie di sospensioni hanno impedito alle minoranze che in teoria potrebbero contare su 230 e più deputati di segnare un colpo importante…. L'articolo 9 della riforma, modificato rispetto all'impostazione originale dell'esecutivo ma ancora contestato dal mondo della scuola, assegna ai dirigenti scolastici il potere di conferire ai docenti un incarico triennale, rinnovabile. La selezione anche mediante colloqui sarà fatta sui docenti di ruolo assegnati all'ambito territoriale di riferimento, mentre l'ufficio scolastico regionale procede ad assegnare le cattedre ai docenti che non abbiano ricevuto, o accettato, proposte. Secondo la nuova legge il dirigente dovrà coprire le supplenze fino a 10 giorni con l'organico dell'autonomia, mentre potrà farsi affiancare nell'esercizio delle sue mansioni dal 10% dei docenti della scuola. La difficoltà della maggioranza sull'articolo 9 risulta ancora più evidente dal confronto con il precedente voto sull'articolo 8 che ha raccolto una sessantina di voti in più.
Orizzonte scuola.it - 20 maggio 2015
“Riforma. Camera approva: via 100mila assunzioni con modifiche, tutto sui poteri dei dirigenti, supplenze, formazione, concorso, autonomia”
░ Un efficace quadro d’insieme delle norme approvate.
Viene ribadita l'autonomia scolastica da attuare attraverso alcuni strumenti: la possibilità di rimodulare il monte ore annuale di ciascuna disciplina; il potenziamento del tempo scuola anche oltre i modelli e i quadri orari; la programmazione plurisettimanale e flessibile dell'orario complessivo. Le scuole potranno dunque garantire l'apertura pomeridiana e la riduzione del numero di alunni e di studenti per classe. Alcune modifiche anche al piano di assunzioni. Resta invariato il numero, ma i docenti con specializzazione sul sostegno avranno possibilità di scelta anche su posto comune. Coinvolti anche i docenti idonei del concorso 2012. Altra novità riguarda le graduatorie ad esaurimento che non saranno chiuse se non dopo il loro svuotamento. Questo è valido sia per l'infanzia che per la primaria e secondaria. Il concorso a cattedra sarà l'unica via di accesso consentita ai docenti di II fascia d'istituto per accedere al ruolo, dato che tutti gli emendamenti per consentire un piano straordinario di assunzioni o l'inserimento in GaE sono stati bocciati. Il primo concorso bandito dal 1 ottobre 2015 e sarà riservato soltanto agli abilitati. L'articolo 11 riguarda il periodo di formazione e prova del personale docente ed educativo, cui è subordinata l'effettiva immissione in ruolo. Prevede che il Dirigente Scolastico debba sentire, a tal fine, il Comitato di valutazione dei docenti costituito, da due docenti e due genitori fino alla scuola secondaria di I grado e uno studente e un genitore alla scuola secondaria di II grado. Per l'anno scolastico 2016/2017 è avviato un piano straordinario di mobilità su tutti i posti vacanti dell'organico dell'autonomia, rivolto ai docenti assunti a tempo indeterminato entro l'anno scolastico 2014/2015 . Vi sarà la possibilità, per i docenti assunti a tempo indeterminato entro l'a.s. 2014/2015, di chiedere, limitatamente all'a.s. 2015/2016, l'assegnazione provvisoria interprovinciale, anche in tal caso in deroga al vincolo triennale di permanenza nella provincia. Il personale docente già assunto in ruolo a tempo indeterminato alla data di entrata in vigore della presente legge conserva la titolarità presso la scuola di appartenenza. Il personale docente in esubero o soprannumerario nell'anno scolastico 2016-2017 è assegnato a domanda a un ambito territoriale. Dall'anno scolastico 2016-2017 la mobilità territoriale e professionale del personale docente opera tra gli ambiti territoriali. Ieri non si è trovato l'accordo per la norma che permetteva alle scuole di ricevere il 5Xmille. Alla base la copertura finanziaria. Infatti, al fine di non entrare in contrasto con il terzo settore che avrebbe risentito dei finanziamenti alle scuole, si è cercata una copertura alternativa, ma senza successo. Pare che la norma sarà riproposta in sede di DEF, mentre sindacati ed opposizione hanno chiesto di rivederla in modo da evitare di concentrare le risorse alle scuole che sono situate nelle aree economicamente più avvantaggiate. Nessuna modifica alla norma che permette ai dirigenti di scegliere i docenti dagli ambiti (ex albi) territoriali. Gli incarichi ai docenti saranno triennali e rinnovabili. I dirigenti potranno scegliersi i collaboratori, fino al 10% del personale. Sarà compito del dirigente assegnare anche le supplenze fino a 10 giorni. Tra le norme che maggiormente hanno suscitato polemiche, la possibilità di assegnare incarichi e supplenze anche senza specifica abilitazione. Per l'insegnamento della lingua inglese, della musica e dell'educazione motoria nella scuola primaria sono utilizzati, nell'ambito delle risorse di organico disponibili, docenti abilitati all'insegnamento per la scuola primaria in possesso di competenze certificate, nonché docenti abilitati all'insegnamento anche di altri gradi di istruzione in qualità di specialisti, ai quali è assicurata una specifica formazione. Per l'insegnamento relativo alla scuola primaria presso gli istituti penitenziari è istituito un ruolo speciale, al quale possono accedere, ai sensi dell'articolo 399, i docenti in possesso dei requisiti prescritti per la partecipazione ai concorsi per la scuola primaria e del titolo di specializzazione. Detrazuini fiscali anche per chi dona alle scuole non statali: su questo punto, si è scatenata una vera e propria bagarre in Parlamento tra coloro che ritenevano giusto consentire le detrazioni fiscali a chi facesse donazioni alle scuole non statali e chi no. Secondo questi ultimi, la possibilità di detrazione era un finanziamento indiretto alle scuole non statali violando la costituzione. Nessun passo indietro da parte della maggioranza. Via dell'Aula della Camera anche alla detrazione delle spese sostenute per la frequenza scolastica nelle scuole paritarie dell'infanzia, primarie e secondarie, per un massimo di 400 euro all'anno per studente. Nel testo stanziati 32 mln da spendere al fine di potenziare il sistema di autovalutazione delle scuole, 8 milioni per ciascuno degli anni dal 2016 al 2019. La Camera non ha modificato l'articolo 14 del DDL scuola, che pone un limite alle supplenze dei docenti di 36 mesi su posto vacante. La norma, però, non sarà retroattiva. Una modifica voluta dalla Commissione bilancio ha cancellato la possibilità di coprire i posti del potenziamento dell'offerta formativa con supplenze, di fatto, decurtando le possibilità di supplenze per i docenti di II fascia.Le supplenze temporanee (maternità, malattie....) continueranno ad esserci. Il DDL Scuola non cancella le graduatorie di istituto di II e III fascia. La formazione in servizio dei docenti di ruolo è obbligatoria, permanente e strutturale. Le attività di formazione sono definite dalle singole istituzioni scolastiche in coerenza con il piano triennale dell'offerta formativa. Per le attività di formazione sono previsti 40mln di euro anui a partire dal 2016. Sono stanziati anche 381mln da dividere ai docenti attraverso una Card che avrà in dotazione 500 euro a disposizione per spese di formazione. Una modifica voluta da Forza Italia consentirà ai docenti che avranno incarichi amministrativi di avere l'esonero a partire già dal 2015/16. E' stata definita l'ampiezza degli ambiti territoriali dai quali i dirigenti faranno le chiamate per l'assunzione nelle scuole. Gli ambiti territoriali saranno definiti in base a tre criteri: la popolazione scolastica; la prossimità (quindi la vicinanza) delle istituzioni scolastiche; e le caratteristiche del territorio. Dal 2016 partiranno a regime gli ambiti territoriali sub-provinciali e le Reti di scuole queste potranno utilizzare gli stessi docenti e accorpare le segreterie amministrative. Viene istituito il Curriculum dello studente che documeterà il percorso di studi, attesterà le sue esperienze formative in ambito extrascolastico. Se ne terrà conto in sede d'esame finale. Salva, solo parzialmente, la collegialità interna alle scuole. Infatti, a differenza del testo originario, il POF triennale (aggiornabile annualmente) sarà elaborato dal Collegio, sebbene su indicazioni del dirigente scolastico e non solo da quest'ultimo. Le scuole avranno, inoltre, la possibilità di rimodulare l'orario con maggiore flessibilità. Sarà il Comitato di valutazione composto dal dirigente, due docenti e una rappresentanza di genitori ed alunni che deciderà i criteri per la valutazione dei docenti. Ricordiamo che sono stati stanziati 200mln di euro che saranno ripartiti tra i prof. Il Comitato deciderà anche per la valutazione dell'anno di prova. Durante l'esame in commissione Cultura alla Camera sono state soppresse - oltre alle deleghe su autonomia scolastica, dirigenti scolastici, Its, ausili digitali per la didattica - anche quelle concernenti la governance della scuola e gli organi collegiali. Inoltre, è stata profondamente modificata la delega concernente l' accesso all'insegnamento nella scuola secondaria. Altre modifiche apportate dalla commissione Cultura hanno riguardato la delega relativa agli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali. Con riferimento alla delega relativa al sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni , è stato previsto che lo stesso è riferito ai servizi educativi per l'infanzia e a tutte le scuole dell'infanzia (invece che alle sole scuole dell'infanzia statali).