Gelmini dichiara di rispettare le sentenze ma non nella scuola.
E poi difende chi le sentenze non le applica come nella FIAT. Almeno è coerente dopo quello che sta avvenendo con la questione coda-pettine nelle graduatorie.
Il ministro Gelmini dichiara in un’intervista al Corriere della Sera sulla questione Fiat-Stabilimento di Melfi che le sentenze vanno rispettate ma anche le aziende e giustifica la scelta di Marchionne di non fare entrare gli operai della Fiat reintegrati in servizio dal giudice. E come avrebbe potuto affermare il contrario dopo che ha dato il buon esempio nella gestione delle graduatorie ad esaurimento del personale precario: da brillante avvocatessa ha sostenuto in un’intervista pubblica, mai smentita, che i giudici sono chiamati a eseguire le leggi e non a interpretarle, ha festeggiato l’approvazione di un emendamento alla legge salva-precari che avrebbe dovuto bloccare il suo commissariamento, continua a impedire l’inserimento a pettine disposto dai giudici per più di 20.000 docenti nelle graduatorie di coda di tutta Italia, e ora dichiara che fanno bene i dirigenti FIAT a tutelare gli interessi dell’azienda a discapito del dispositivo della giustizia.
Non è un buon esempio educativo, né rende onore a chi ha giurato sulla costituzione oltre ad essere inserita nell’albo degli avvocati. Se almeno fosse coerente, avrebbe il coraggio di dichiarare che le sentenze non devono essere rispettate…, cambieremmo qualche articolo del nostro ordinamento ma almeno dormiremmo sogni tranquilla e non assisteremmo alla mortificazione quotidiana della giustizia e alla conseguente cattiva amministrazione della scuola e dell’università pubblica.