La Tecnica della scuola – 1 luglio 2012
“Rusconi (PD): “Inapplicabile la sentenza della Consulta”
░ Intervenendo in VII Commissione, il senatore Rusconi ha proposto un modo per uscire dall’impasse: stabilire nuovi parametri per la formazione delle istituzioni scolastiche (dall’a.s.2013/2014 ogni regione avrebbe a disposizione una unità ogni 900 alunni ma sarebbe libera di organizzarsi nel modo ritenuto più adatto al proprio territorio).
La sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma sul dimensionamento delle istituzioni scolastiche è attualmente all’esame della Commissione Cultura del Senato che dovrà anche proporre qualche soluzione ai problemi applicativi della sentenza stessa. Il dibattito è iniziato nei giorni scorsi con una relazione introduttiva del senatore Antonio Rusconi (PD) che, preliminarmente, ha voluto precisare che a suo parere “la Corte costituzionale ha sanzionato solo il metodo, non anche il merito, della norma approvata dal precedente Governo”. “La Consulta – ha detto Rusconi - ha infatti eccepito che, trattandosi di competenza concorrente, occorreva un maggior coinvolgimento delle Regioni, cui doveva essere lasciato ogni intervento di dettaglio, riconoscendo tuttavia il diritto dello Stato di ridurre il numero dei dirigenti scolastici per conseguire risparmi di spesa”. Ma, ha aggiunto Rusconi, la scuola ha bisogno di certezze e quindi è opportuno che “per l'anno scolastico 2012-2013 gli organici siano mantenuti inalterati, ancorché elaborati sulla base di una norma dichiarata illegittima”. D’altronde, ha rilevato (“con sollievo” si legge nel resoconto parlamentare) Rusconi, “le Regioni hanno responsabilmente dichiarato che manterranno inalterata la situazione per l'anno scolastico 2012-2013, in ossequio ad un principio di buon andamento dell'amministrazione, salvo però intervenire per l'anno successivo”. …In conclusione Rusconi non ha fatto mancare una propria proposta: d’ora in poi il numero delle istituzioni scolastiche dovrebbe essere calcolato facendo riferimento al numero degli alunni dell’intera regione. In concreto il senatore del PD ha proposto di mantenere come riferimento il numero di 900 alunni. In questo modo il numero complessivo delle istituzioni scolastiche si dovrebbe attestare intorno alle 8.700 unità. Ogni regione sarebbe poi libera di costituire le scuole nel modo ritenuto più adatto alle caratteristiche del proprio territorio.
www.dire.it – 3 luglio 2012
“'Ecatombe' inglese a scuola: a Roma è "scomparso" il 92% dei prof specialisti”
░ Un effetto del taglio agli organici della Scuola primaria.
Inglese, alla scuola primaria a Roma e provincia, va in scena l'ecatombe degli specialisti. In due anni, per effetto della riforma Gelmini, che punta a sostituirli con docenti ordinari allenati a insegnare anche la nuova materia, sono scesi del 91,9%. Erano 445 fino a due anni fa, sono scesi a 96 lo scorso anno e quest'anno si passa a 36…. D'ora in poi dovranno occuparsi della materia, infatti, insegnanti ordinari. Alcuni di loro hanno fatto corsi di poche decine di ore. Altri hanno una abilitazione che risale al concorso degli anni Novanta e da allora la maggior parte non ha rinfrescato la sua preparazione. Insomma, si rischia l'effetto inglese maccheronico…. Oggi la Flc-Cgil di Roma torna a protestare sotto la sede dell'U.S.R. "L'Usr del Lazio e dell'Ufficio scolastico provinciale di Roma non rispettano e non applicano la circolare ministeriale 25 del 29 marzo 2012 determinando ulteriori tagli in posti e personale (il ministro Profumo aveva promesso lo stop), la diminuzione dei docenti a fronte dell'aumento degli alunni in particolare nella scuola primaria". Inoltre "le 4 ore residuali per classe di tempo pieno non sono state lasciate a disposizione delle scuole, determinando l'impoverimento del modello pedagogico/didattico fondato sulla compresenza di due docenti per classe e la perdita della possibilita' di ampliare gli orari delle classi a tempo normale fino a 30 ore".
ItaliaOggi – 3 luglio 2012
“Reclutamento non più nazionale? Vedremo”
░ Alessandra Ricciardi intervista l’assessore Valentina Aprea in materia di reclutamento dei docenti. L’ex sottosegretario all'istruzione, già presidente della commissione cultura della Camera (suo è il disegno di legge sulla professione docente e la governance della scuola), oggi è assessore all'istruzione della Lombardia. Valentina Aprea, pdl, ha lavorato alla bozza di accordo stato-regioni che apre al federalismo scolastico, in attuazione del titolo V della Costituzione.
D. Non ci siete riusciti quando eravate al governo, perché dovreste riuscirci oggi che il Pdl sostiene un governo tecnico?
Risposta. C'è un clima diverso nel paese, è il momento giusto per porre mano alle incertezze in materia di istruzione e formazione professionale. Il governo tecnico ha un ampio mandato parlamentare ed è stato chiamato a risolvere questioni che in questi anni di governo del centrosinistra e del centrodestra sono riamaste in sospeso. Proprio in questi giorni abbiamo assistito a nuovi ricorsi in materia di istruzione alla Corte costituzionale da parte delle regioni contro leggi statali e dal governo nazionale contro leggi regionali. É una situazione paralizzante, che va risolta, per i docenti e per le famiglie.
D. Non avete molto tempo, questo è un governo a stretta scadenza...
R. Nella bozza di accordo ci sono modalità certe, lavoreremo attraverso gruppi paritetici stato-regioni, e tempi certi. Entro marzo 2013, prima dunque che finisca la legislatura e si vada a nuove elezioni, il governo dovrà presentare il testo unico sul riassetto della normativa statale alla luce dell'articolo 117 della Costituzione.
D. Cosa cambia in concreto con l'accordo?
R. Il primo ambito sarà la nuova articolazione delle funzioni amministrative: rendere più snella e funzionale la presenza degli uffici scolastici regionali e territoriali. L'obiettivo è evitare duplicazioni nella gestione del personale, nell'assegnazione dello stesso alle scuole e nell'individuazione degli istituti sul territorio. E potrebbe accadere in questo ambito che il personale degli uffici scolastici regionali e provinciali passi alle regioni. E questa è la sussidiarietà verticale. Ma c'è anche un discorso che riguarda l'autonomia delle scuole, che vanno riorganizzate per reti e richiedono una diversa rappresentanza. E questo è in contrasto con una scuola centralistica. Ci sono due modelli di governance, tra loro incompatibili: quello statalista, che concepisce al massimo il decentramento di funzioni, e quello federalista, con il trasferimento di funzioni. Per noi regioni è importante fare chiarezza sul modello, servirà anche a ridurre i costi.
D. In molti temono che si apra a una regionalizzazione del reclutamento.
R. Noi ci occuperemo con l'accordo delle funzioni amministrative. La bozza prevede poi che si possano sperimentare anche nuovi modelli organizzativi per la valorizzazione dell'autonomia scolastica. Dentro queste sperimentazioni potrebbe esserci qualcosa che attiene alla professione docente, professione che comunque resterà statale per la formazione universitaria. Sulla bozza di accordo c'è stata piena condivisione di tutte le regioni, senza steccati ideologici. Proseguiremo con lo stesso spirito.
La tecnica della scuola.it – 4 luglio 2012
“Organici ATA: si perdono 2.200 posti di DSGA”
░ E’ ufficiale: lo stabilisce il Miur con decreto.
Nella giornata del 3 luglio il Ministero dell’Istruzione ha trasmesso agli Uffici scolastici regionali lo schema di decreto interministeriale in materia di organici del personale Ata. Al decreto sono allegate le tabelle riassuntive e quelle relative alle modalità per calcolare l’organico spettante a ciascuna istituzione scolastica. Complessivamente, rispetto allo scorso anno, si registra un saldo negativo superiore alle 2.200 unità: la riduzione è dovuta interamente al taglio di altrettanti posti di DSGA dovuto alle operazioni di dimensionamento della rete scolastica. L’organico dei collaboratori scolastici resta complessivamente invariato a livello nazionale con riduzioni nelle regioni del sud (-50 in Calabria, -76 in Campania, -82 in Sicilia, -56 in Puglia) e con modesti aumenti al nord (+51 in Emilia-Romagna, +91 in Lombardia) e al centro (+44 in Toscana e +32 in Lazio). Molto più ridotte sono le variazioni di organico degli assistenti amministrativi: +19 in Emilia-Romagna, +34 in Lombardia, -28 in Campania e -32 in Sicilia. Qualche novità positiva si registra nelle tabelle per il calcolo dei posti spettanti a ciascuna scuola. I parametri restano uguali a quelli già in vigore, ma per circoli didattici, scuole medie e istituti comprensivi viene introdotto un correttivo: per ogni 100 alunni oltre i 1200 viene assegnato un ulteriore posto di collaboratore scolastico e per ogni 200 alunni oltre i 1.900 l’organico degli assistenti amministrativi viene incrementato di una unità. Non è molto, ma in tal modo gli effetti del dimensionamento scolastico dovrebbe essere un tantino mitigati.
www.corriere.it – 5 luglio 2012
“«Provata l'esistenza del bosone di Higgs» -E' la particella all'origine dell'Universo”
░ Un articolo di Giovanni Caprara Alla conferenza stampa internazionale tenutasi al CERN di Ginevra, è stato annunciata la prova dell’esistenza della particella che consente a ogni cosa di avere «massa» e quindi l'esistenza della materia come la conosciamo: la hanno denominata «particella di Dio».
Il bosone di Higgs, la famosa «particella di Dio», esiste ed è stata catturata finalmente senza alcun dubbio nel superacceleratore Lhc del Cern di Ginevra. I due esperimenti che le davano la caccia con tecnologie diverse sono giunti allo stesso risultato: la sua energia si esprime tra 125 e 126 GeV (miliardi di elettronvolt) e quindi conferma l’ultimo tassello rimasto aperto del Modello Standard, la teoria che spiega l’architettura di base della natura.Il bosone di Higgs è importante perché è la particella che garantisce la massa a tutte le altre particelle subatomiche della materia della quale anche noi siamo formati. La conferma arriva dall’aver raggiunto da parte dei ricercatori gli ambitissimi «5 sigma» che è il valore che garantisce l’altissima probabilità della sua presenza. La caccia era iniziata nel 1964 quando il fisico britannico Peter Higgs aveva previsto teoricamente la sua esistenza. Dopo cinquant’anni la milanese Fabiola Gianotti e l’americano Joe Incandela, portavoce dei rispettivi esperimenti, hanno illustrato questa mattina davanti alla comunità scientifica del Cern le loro conclusioni dell’ultima fase di indagini iniziata nel dicembre dell’anno scorso quando, sempre qui al Cern, avevano presentato i primi indizi dell’esistenza della fatidica particella. Le incertezze del passato sono definitivamente cadute. Ma con una doppia sorpresa. «Il bosone di Higgs – spiega Guido Tonelli, portavoce dell’esperimento CMS sino a qualche mese fa – non solo ora lo abbiamo davanti agli occhi ma ha anche aperto una nuova fisica. Le sue caratteristiche sono un po’ diverse da come la teoria l’aveva immaginato e presenta alcune anomalie che prospettano nuovi mondi della conoscenza da indagare. Ed è quello che faremo nei prossimi mesi». Ma la materia rappresenta solo il 4 per cento dell’universo conosciuto, il rimanete 96 per cento è materia oscura ed energia oscura, così chiamate perché non se ne conoscono le caratteristiche. …. Lunghi applausi hanno seguito le presentazioni di Joe Incandela e Fabiola Gianotti che insieme hanno coordinato il lavoro di tremila scienziati….
la Repubblica.it – 5 luglio 2012
“Così viene umiliata l’istruzione pubblica”
░ Allo stato delle cose, salvo ripensamenti, il piano di tagli agli sprechi messo in cantiere dal governo Monti prevede alla voce scuola di togliere 200 milioni alle istituzioni pubbliche per darli alle private.
…Leggiamo che si tolgono risorse pubbliche alle università statali al fine di “ottimizzare l’allocazione delle risorse” e “migliorare la qualità” dell’offerta educativa. Stornare risorse dal pubblico renderà la scuola più virtuosa. Ma perché la virtù del dimagrimento non dovrebbe valere anche per il settore privato? Perché solo nella già martoriata scuola pubblica i tagli dovrebbero tradursi in efficienza? Lo stillicidio delle risorse all’istruzione pubblica e alla ricerca va avanti imperterrito da più di dieci anni, indipendentemente dal colore dei governi e dallo stato dei conti pubblici…. A partire dalla legge 62/2000, concepita come attuazione dell’Art. 33 della Costituzione, le scuole private dell’infanzia, quelle primarie e quelle secondarie possono chiedere la parità ed entrare a far parte del sistema di istruzione nazionale. Ottenere la parità (rispetto al valore del titolo di studio rilasciato) non equivale per ciò stesso a ricevere denaro pubblico. Eppure l’interpretazione della Costituzione che ha fatto breccia alla fine della cosiddetta Prima Repubblica ha imboccato la strada della revisione della concezione del pubblico, un aggettivo esteso anche a tutta l’offerta educativa riconosciuta come “paritaria”. Ciò ha aperto i cordoni della borsa pubblica alle scuole private, che in Italia sono quasi tutte cattoliche e che ricevono denaro dallo Stato sotto forma di sussidi diretti, di finanziamenti di progetti finalizzati, e di contributi alle famiglie come “buoni scuola”. Neppure un governo tecnico riesce a evitare di farsi tanto politico da discriminare le scuole pubbliche e privilegiare quelle private quando si tratta di dare o togliere finanziamenti.
L’Unità – 5 luglio 2012
“Istruzione contro Tesoro: già dato”
░ Il Ministro Profumo parla di asset al ministro Grilli. Non lo sa che nella scuola tutte le spese sono state ridotte e razionalizzate ? Vedremo se il fatto di essere stati «i primi ad aderire alle ricognizioni iniziali della spending review» risulterà un merito o un autogol. Ci viene in mente il grande Pirandello…. !!! Aveva capito tutto.
Un braccio di ferro che durerà fino a stasera, quando si riunirà il Consiglio dei ministri. Da una parte i tecnici del ministero del Tesoro, con tagli per circa 200 milioni al fondo di finanziamento ordinario degli atenei. Dall'altra quelli del ministero dell'Istruzione, decisi a dimostrare che di sforbiciate lineari non c'è alcun bisogno. È l'ultimo «duello>, emerso dal magma ancora informe (ma molto caldo) della spending review. «Siamo stati i primi ad aderire alle ricognizioni iniziali della spending review, avviate in marzo dal ministro Giarda spiegano a Viale Trastevere non abbiamo un atteggiamento pregiudiziale. Ma siamo altrettanto convinti che non si possono colpire asset importanti del Paese e che ci sono altri modi che consentono risparmi. La scuola deve restare al centro degli asset del Paese». Dagli uffici del ministro Francesco Profumo fanno sapere che quella amministrazione «ha già dato, all'altare dei risparmi, con la riduzione del 60% delle spese dell'ufficio stampa, l'avvio della diminuzione delle sedi del dicastero (da cinque a due il prossimo anno), la razionalizzazione della spesa per l'acquisto di beni e servizi oltre ai i risparmi conseguiti con il «plico telematico>>, introdotto in occasione degli esami di maturità. Su questi suggerimenti operativi si sta giocando la partita con gli uomini della Ragioneria.
Ufficio Stampa Miur – 5 luglio 2012
“L'apprendimento permanente per la crescita del patrimonio culturale”
░ Una informativa sul convegno (3 luglio 2012) "L'Apprendimento Permanente per la crescita del patrimonio culturale, professionale ed economico del Paese. Il contributo delle Università".
Il Convegno è stato promosso dal MIUR in collaborazione con la R.U.I.A.P. (Rete Universitaria Italiana per l'Apprendimento Permanente)… con l'obiettivo di avviare un dibattito di alto profilo, anche europeo, sul ruolo delle Università per la definizione e lo sviluppo di un potenziato sistema per l'apprendimento permanente…. I lavori, trasmessi in video streaming, si sono articolati in un'unica sessione antimeridiana, di fronte ad una platea di circa 200 partecipanti, composta da esponenti della R.U.I.A.P., della C.R.U.I., del C.U.N., dell'A.N.V.U.R., nonché dell'E.U.C.E.N. e da rappresentanti della Comunità Europea. Hanno preso parte al Convegno anche i rappresentanti dei Centri Territoriali Permanenti per l'Istruzione degli adulti, provenienti da tutte le Regioni Italiane e rappresentanti delle Regioni e delle Parti sociali. I recenti provvedimenti legislativi hanno offerto l'avvio per un confronto per la definizione degli obiettivi specifici, sociali ed economici, delle attività di apprendimento permanente e degli strumenti e servizi per la realizzazione di reti territoriali finalizzate ad offrire risposte integrate e partecipate. E' stata evidenziata l'esigenza di offrire, da parte delle Università, nuove risposte ad una popolazione studentesca, diversificata per età e condizione occupazionale, che permettano il riconoscimento e la valorizzazione degli apprendimenti pregressi, comunque acquisiti in contesti formali, ma anche non formali e informali.
Il Sole 24Ore – 5 luglio 2012
“Istruzione. Convenzioni Consip. A scuola pulizie esternalizzate. Bidelli dimezzati”
░ Sarebbero i contenuti, nel settore scuola, dell’ultima bozza del decreto sulla spending review, oggi pomeriggio all'esame del CdM. C’è un passaggio inquietante, in questo articolo: “Dopo l'esperimento delle procedure di mobilità che dovranno assicurare la stessa riduzione di personale prevista per il pubblico impiego…”. Che cosa vuole dire ?
Stretta sulle pulizie nelle scuole. A disporla è l'ultima bozza del decreto sulla spending review che sarà oggi pomeriggio all'esame del Consiglio dei ministri. E che, alla voce istruzione, potrebbe registrare un'altra novità: la cancellazione del taglio di 200 milioni al Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) delle università, in cambio di una quota analoga di risparmiare realizzati con l'eliminazione delle inefficienze. Partiamo dalla scuola. Dove spicca innanzitutto la conferma delle nuove regole sul reclutamento dei docenti a tempo indeterminato. Dopo l'esperimento delle procedure di mobilità che dovranno assicurare la stessa riduzione di personale prevista per il pubblico impiego, gli insegnanti che risultassero in esubero nella propria provincia potrebbero essere impiegati, nell'intera regione, in classi di concorso o gradi di istruzione diversi da quelli di appartenenza; oppure in posti di sostegno rimasti vacanti. Una new entry di una certa importanza riguarda invece i servizi di pulizia negli istituti. La norma stabilisce che a partire dal 1° settembre «non si provvede ad effettuare altre immissioni nel ruolo dei collaboratori scolastici sino a che il relativo personale a tempo indeterminato non sia ridotto al 50% dell'organico determinato presso ciascuna istituzione scolastica ed educativa». Ciò significa che, su 130 mila bidelli in organico, ne usciranno man mano 65mila e non saranno sostituiti. I presidi che non riusciranno ad assicurare gli stessi servizi con un personale dimezzato potranno acquistarli sul mercato utilizzandole apposite convenzioni Consip. Il vincolo, precisa la stessa disposizione, è che il costo al netto dell'Iva non superi il 75% di quello che sarebbe servito ad assumere collaboratori scolastici a inizio carriera. Dall'anno prossimo il 50% dei risparmi ottenuti grazie a questo procedimento dovrà essere reinvestito nel comparto…. Un'altra parte e qui passiamo all'università potrà essere utilizzata per scongiurare la riduzione di 200 milioni del Ffo nel 2013, prevista anche nell'ultima versione del provvedimento. L'ipotesi di sottrarre ulteriori risorse agli atenei che il ministro Francesco Profumo non conferma («Le cifre non so da dove siano nate, bisogna che il paese cominci a parlare di dati oggettivi») non piace affatto al Pd. Anche per questo il lavoro dei tecnici di viale Trastevere si è concentrato ieri su come disinnescare questa "mina" e su dove reperire i200 milioni richiesti senza intaccare il fondo. Alla fine la soluzione dovrebbe essere quella di incidere con più convinzione sulle varie inefficienze: affitti,personale inidoneo, acquisti di beni e servizi. Resta da capire se al Tesoro e al commissario straordinario per la spending review, Enrico Bondi, queste rassicurazioni basteranno.
La tecnica della scuola.it – 6 luglio 2012
“Esoneri per collaboratori del d.s. cancellati dalla spending review”
░ Il decreto sulla spending review riscrive del tutto l'articolo 459 del TU che attualmente regola esoneri e semi-esoneri dall'insegnamento dei docenti incaricati di collaborare con il dirigente scolastico. Le funzioni superiori si potranno pagare solo con il fondo di istituto.
Il decreto legge sulla spending review che in questo momento è ancora all’esame del Consiglio dei Ministri potrebbe rivoluzionare completamente il meccanismo di esoneri e semiesoneri dei docenti incaricati di collaborare con il dirigente scolastico. Una norma specifica del decreto prevede infatti una profonda riscrittura dell’intero articolo 459 del T.U. del 1994 che attualmente regola la materia. La prima novità è che scompaiono definitivamente gli esoneri totali. In base al comma 2, finora nei circoli didattici con almeno 80 classi potevano essere disposti esoneri totale: d’ora in poi si potranno disporre solo semiesoneri. Secondo il comma 3, nelle scuole medie, nelle superiori e nei comprensivi saranno consentiti solamente semiesoneri a condizione che le classi siano complessivamente almeno 55, mentre finora questo numero di classi consentiva esoneri totali e un numero di classi compreso fra 40 e 55 dava la possibilità di assegnare i semiesoneri. Ma la questione potrebbe essere ancora più complicata perché il primo comma dell’articolo 459 viene modificato con la previsione che “nei confronti di uno dei docenti individuati dal dirigente scolastico reggente per attività di collaborazione nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative ed amministrative... può essere disposto il semiesonero dall'insegnamento sulla base dei criteri indicati nei commi da 2 a 5”. La modifica introdotta dal decreto odierno concerne proprio l’aggiunta della parola “reggente” e questo fa pensare che i semiesoneri saranno possibili solo nelle istituzioni scolastiche affidate in reggenza mentre nelle scuole con dirigenti titolari non sarà possibile attribuire nessuna forma di esonero parziale. Per capire meglio la questione è bene però aspettare il testo definitivo e ufficiale del provvedimento e, soprattutto, la relazione tecnica allegata che potrebbe fornire importanti chiarimenti in merito. Un'altra novità importante riguarda la questione delle funzioni superiori. Il decreto contiene una norma di interpretazione autentica che dovrebbe mettere fine al contenzioso: "Il comma 5 dell’articolo 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, si interpreta nel senso che la delega ai docenti di compiti non costituisce affidamento di mansioni superiori o di funzioni vicarie, anche nel caso in cui detti docenti godano del semiesonero ai sensi dell’articolo 459 del decreto legislativo n. 297 del 1994. Il docente delegato può essere retribuito esclusivamente a carico dei fondi disponibili per la remunerazione accessoria presso la specifica istituzione scolastica od educativa ai sensi dell’articolo 88, comma 2, lettera f), del ccnl relativo al personale scolastico".