ItaliaOggi – 10 luglio 2012
“La nuova vita di 10mila esuberi”
░ Saranno impegnati nel sostegno e nelle supplenze brevi, anche senza abilitazione (di Antimo Di Geronimo).
I docenti in esubero che non troveranno piena ricollocazione in sede di mobilità annuale saranno assegnati a posti o cattedre disponibili per i quali possiedano il titolo di studio di accesso. Anche se non hanno l'abilitazione specifica. Per esempio, un docente di economia aziendale (classe A017), se ha la laurea prevista per insegnare geografia (A039), potrà essere assegnato per un anno su una cattedra di geografia invece che di economia aziendale. Oppure, se si tratta di una maestra elementare, l'amministrazione potrà tentare anche la ricollocazione nella scuola dell'infanzia. Il tutto con assegnazioni d'ufficio.
Lo prevede una disposizione contenuta ne decreto sulla spending review varato dal governo. Il dispositivo riscrive l'intera disciplina del trattamento dei docenti in esubero e, cioè, dei docenti che dopo essere diventati soprannumerari, non riescono ad ottenere una nuova sede nemmeno con il trasferimento d'ufficio. E quindi vengono collocati nella famigerata Dop (dotazione organica provinciale): una specie di limbo in cui vengono tenuti in stand by fino all'assegnazione di una sede provvisoria per un anno, ad esito delle operazione di utilizzazione o assegnazione provvisoria. Sono circa 10 mila, recita la relazione tecnica. Se non sarà possibile ricollocare i docenti in esubero su altro posto o classe di concorso secondo il titolo di studio posseduto, l'amministrazione dovrà ricollocarlo sul sostegno. A patto, però, che il docente interessato risulti in possesso dell'apposito diploma di specializzazione oppure abbia frequentato almeno un corso di formazione specifico. Se nemmeno in questo modo sarà possibile trovare all'insegnante interessato una nuova collocazione, l'amministrazione potrà ricollocarlo su eventuali spezzoni residui, con priorità rispetto ai docenti interni. Inoltre, ad anno scolastico già avviato, l'amministrazione potrà comunque procedere all'assegnazione dei docenti in esubero su posti che dovessero rendersi successivamente disponibili. Infine, in assenza di diversa collocazione, i docenti interessati saranno assegnati a disposizione delle scuole per la copertura delle supplenze brevi e saltuarie nella provincia di appartenenza. Le assegnazioni dei docenti sugli spezzoni o sui posti che si renderanno disponibili in corso d'anno saranno effettuate secondo un piano di utilizzo, predisposto dall'ufficio scolastico regionale. Idem per quanto riguarda le assegnazioni a disposizione nelle scuole, ai fini della copertura delle supplenze brevi e saltuarie. Il provvedimento prevede, inoltre, che qualora l'insegnante venga utilizzato in scuole di ordine o grado superiore, percepirà le relative differenze stipendiali. Nessuna decurtazione, per i gradi inferiori. Tutte queste operazioni saranno effettuate con priorità rispetto all'attribuzione delle supplenze. Va detto, inoltre, che le operazioni di ricollocazione del personale in esubero, attualmente, sono regolate da norme contrattuali. E quindi, fino ad ora, le relative disposizioni venivano scritte al tavolo negoziale. Adesso la disciplina della mobilità d'ufficio dei docenti in esubero sarà sottratta alla contrattazione collettiva. Il tutto in continuità con l'orientamento assunto dal governo precedente che, con l'avvento della legge 15/2009, ha dato prima un colpo di spugna alla facoltà di derogare le norme di legge da parte della contrattazione collettiva. E poi, con il decreto Brunetta, ha riscritto una serie di regole con le quali ha decontrattualizzato materie importanti del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici. Come per esempio, le sanzioni disciplinari e le assenze per malattia.
ItaliaOggi – 10 luglio 2012
“La scuola perde la moneta contante”
░ Andrà alla Tesoreria unica la liquidità giacente sui conti degli istituti: 900 mln (di Alessandra Ricciardi).
Dopo gli enti di ricerca, anche le scuole. In perfetta continuità con il primo decreto di revisione della spesa pubblica, curato dal ministro dei rapporti con il parlamento, Piero Giarda, il decreto legge di spending review messo a punto dal commissario straordinario Enrico Bondi istituisce anche per le scuole l'obbligo della Tesoreria unica.
+E dunque quando a settembre riapriranno i battenti del nuovo anno, i cassieri si ritroveranno a dover passare i soldi che gestivano in autonomia con il fondo di istituto alla Tesoreria: si tratta di circa 900 milioni di euro. A prevederlo l'articolo 7, comma 33 del decreto legge n. 95, da ieri all'esame del senato per il primo sì alla conversione. Niente più conti correnti autonomi, le scuole dovranno disporre i pagamenti, per spese di funzionamento e supplenti, attraverso il meccanismo del mandato elettronico. Una misura che, a leggere la relazione tecnica allegata al decreto legge, certamente serve ad evitare inefficienze nella gestione dei pagamenti ma anche a ridurre il debito pubblico: ipotizzando una giacenza minima di 900 milioni di euro e un tasso per il ricorso al mercato del 3,13% nel 2012, del 4,38% nel 2013 e del 5,01% nel 2014, «si otterrebbe una riduzione della spesa per interessi sul debito pubblico pari a circa 4 milioni nel primo anno, che salgono poi a 31 milioni nel 2013 e a 36 nel successivo». Un impatto sull'avanzo/deficit minimo, ma comunque positivo. Dall'attribuzione dell'autonomia alle scuole, gli istituti hanno acquistato i servizi di incasso e pagamento sul mercato, curando le procedure per conto proprio e con tassi di interesse molto diversi: in media dello 0,15%. E poi si sono riscontrate le inefficienze nei pagamenti (fatture non pagate e soldi lasciati in giacenza), tanto da far ritenere preferibile l'accentramento della liquidità. Nessuna riduzione di risorse, comunque, tiene a precisare la relazione messa a punto tra il ministero dell'istruzione e la Ragioneria generale dello stato. Ciascuno dei 100 ambiti scolastici territoriali, corrispondenti agli ex provveditorati, sarà titolare di un conto corrente infruttifero di contabilità presso la Tesoreria, ogni cc a sua volta sarà suddiviso in tanti sottoconti in corrispondenza dei capitoli di bilancio che lo alimentano. Sui vari sottoconti verranno emessi gli ordini a pagare. Per le supplenze brevi si prevede poi lo stesso meccanismo di pagamento del cedolino unico, per cui la liquidazione dei compensi sarà a carico del Mef/Stp: obiettivo, garantire precisione e rapidità. E poi ci sono i fondi per le contabilità speciali: fondi appoggiati sui conti delle scuole, utilizzati per progetti decisi a livello centrale dal ministero. Negli anni le risorse sono calate da 1,8 miliardi sino ai 423 milioni del 2012. Fondi la cui gestione non è sempre stata chiara e che oggi tornano, a colpi di 100 milioni l'anno fino al 2016, al bilancio dello stato per essere assegnati per le spese di funzionamento delle scuole. I restanti 30 milioni andranno a contribuire ai miglioramenti dei saldi di cassa.
Saranno ridotte infine le spese per il controllo di regolarità amministrativa e contabile delle istituzioni scolastiche, per un risparmio di 8 milioni.