Il Sole 24Ore – 27 luglio 2012
“La scuola taglia i presidi: 2.221 in meno in un anno”
░ Senza posto anche la metà dei 2.386 vincitori dell'ultimo concorso. Molti istituti saranno affidati a un «reggente» senza retribuzione.
L'Italia sembra non essere più un Paese per presidi. Il prossimo anno scolastico infatti l'organico dei dirigenti scolastici registrerà il suo minimo storico, toccando quota 7.990. Con un taglio di circa il 22%, vale a dire ben 2.221 scrivanie dirigenziali in meno, rispetto ai 10.221 posti dell'organico 2011-2012. Colpa del piano di riorganizzazione della rete scolastica varata con la manovra di luglio 2011 dagli ex ministri Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti che ha portato, a consuntivo, a ridimensionare 1.080 scuole. Ma soprattutto a "sotto-dimensionare", vale a dire a togliere il dirigente scolastico di ruolo negli istituti con meno di 600 alunni (che scendono a 400 alunni per i plessi siti in piccole isole e comuni montani), ulteriori 1.141 scuole. Che dal prossimo I° settembre saranno quindi affidate a un preside "reggente"…. Senza considerare, poi, il disagio dei presidi "sotto-dimensionati" costretti, in alcuni casi, a emigrare verso scuole distanti anche 150 chilometri rispetto alla sede di provenienza (cioè è possibile perché l'incarico da preside è su base regionale). Ma il drastico taglio alle scrivanie di dirigenti scolastici avrà ripercussioni negative anche sul concorso a 2.386 nuovi posti da preside, con quasi la metà dei vincitori che non riuscirà a essere assunto il prossimo primo settembre. Nel 2011-2012 infatti i presidi in servizio erano 8.220 (su 10.221 istituzioni scolastiche sede di presidenza). Ma per effetto della riorganizzazione della rete scolastica (che nel 2012-2013 ha ridotto le scuole da oltre 10.000 a 9.131) e i 1.431 pensionamenti di quest'anno, i dirigenti scolastici in servizio al primo settembre 2012 saranno quindi 6.789 (a fronte di 7.990 posti di organico disponibile). Ecco quindi che i posti vacanti per le assunzioni dei neo-presidi si riducono a 1.201 unità. Per tutti gli altri vincitori di concorso se ne riparlerà nel 2013 e 2014….
www.larepubblica.it – 29 luglio 2012
“Sulle pensioni. Quota 96, ingiustizia è fatta”
░ Tutti i sindacati d’accordo a posticipare i diritti al 31 agosto; generoso ma inutile anche l’impegno di alcuni politici.
Abbiamo seguito passo passo, dalla sua costituzione fino a oggi, la vicenda del Comitato “Quota 96” che una gelida, quanto intransigente, decisione della ministra al Lavoro, Elsa Fornero, ha escluso, all’atto della emanazione della legge che porta il suo nome, dai benefici della quiescenza per la dura, e nello stesso semplice, ragione che riguardava i lavoratori dell’ istruzione, il personale della scuola che, contrariamente al resto della pubblica amministrazione, gode di una sola finestra di uscita, coincidente appunto con la fine dell’anno scolastico: il 31 agosto. E subito da tutti i siti internet di tutti i sindacati si gridò alla evidente ingiustizia dal momento che non si considerava la specificità di questi lavoratori, con le scadenze di ordine didattico e logistico… Per contrastare la legge, Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda, Anief aprirono il contenzioso e, dopo una prima istanza al Tar del Lazio, hanno passato la pratica al giudice del lavoro che a giorni dovrebbe esprimersi. Generosa e senza esclusione di colpi invece la battaglia del Comitato “Quota 96” che, tramite i suoi rappresentanti più attivi e disponibili, si è rivolto soprattutto alla senatrice Mariangela Bastico e all’on Manuela Ghizzoni, entrambe del Pd, che a loro volta, e a onor del vero, sono state le promotrici di tutti gli emendamenti presentati in Parlamento per dare giustizia a questi circa 3500 docenti buggerati…
La tecnica della scuola – 30 luglio 2012
“Contrattazione di scuola: disposizioni minuziose della Ragioneria Generale”
░ Emanata una circolare che impone la redazione di due minuziose relazioni da allegare all'ipotesi contrattuale: relazione illustrativa e relazione tecnico-finanziaria.
Una nuova incombenza amministrativa sta per abbattersi sulle scuole. Il problema si porrà già nei primi giorni di settembre, con l’apertura del nuovo anno scolastico. La novità riguarda la contrattazione integrativa di istituto per la quale la Ragioneria generale dello Stato ha emanato una minuziosa circolare applicativa. In pratica al contratto di scuola dovranno essere allegate una dettagliata “Relazione illustrativa” ed una ancor più analitica “Relazione tecnico-finanziaria”. Su entrambe le relazioni dovrà essere espressamente acquisito il parere favorevole dei revisori dei conti in assenza del quale il contratto non potrà essere sottoscritto…. “La redazione della relazione illustrativa e della relazione tecnico-finanziaria - chiarisce nella circolare la Ragioneria - deve essere effettuata in modo da rendere comprensibile, anche al cittadino, e verificabile, in particolare dall’Organo di controllo chiamato alla certificazione, ogni modulo, sezione, voce o sottovoce di cui è composta. Si raccomanda perciò un linguaggio semplice, chiaro e con riferimenti verificabili oggettivamente”….
Italiaoggi – 31 luglio 2012
“Stop al pagamento delle ferie”
░ Il blocco non è definitivo. Si tratta di una mera sospensione «in attesa della conversione in legge del decreto legge 95/2012».
Monetizzazione delle ferie, il ministero dell'economia blocca la liquidazione. Il 24 luglio scorso via XX settembre ha fermato i pagamenti citando l' art. 5, comma 8, del decreto legge n. 95/2012, il provvedimento di spending review da ieri approvato in sede di conversione al senato. E anche un'interpretazione del ministero dell'istruzione, secondo il quale il divieto di monetizzazione delle ferie si applica anche alla scuola (si veda la circolare del 16 luglio scorso). …. Il decreto legge 95 dispiega effetti solo dal 7 luglio scorso. E quindi, per effetto del principio di irretroattività della legge, il divieto di monetizzazione vale solo per le cessazioni che sono intervenute e interverranno dopo quella data. Pertanto, i precari il cui contratto è scaduto prima del 7 luglio hanno diritto a ricevere «il pagamento del compenso per ferie non ancora fruite». Qualche problema potrebbero averlo, invece, i loro colleghi, che sono cessati dal servizio anche dopo quella data. Magari anche per effetto di proroga del contratto in essere. La proroga, infatti, secondo la giurisprudenza, non è un nuovo contratto, ma il mero allungamento di quello già in essere. Resta il fatto, però, che i precari, quest'estate, dovranno fare a meno dei soldi delle ferie non godute (mediamente 1500 euro per chi ha avuto una supplenza a orario pieno dal 1° settembre al 30 giugno). Oltre alla grana di chi ha contratti antecedenti al 7 luglio, ì c'è il problema dei precari che lavorano con le supplenze brevi che, salvo i casi in cui il periodo di incarico includa anche le vacanze, si trovano e si troveranno sempre nelle impossibilità materiale di fruire delle ferie in costanza di contratto. Ma le questioni legate all'applicazione dall'art.5 del decreto 95 non finiscono qui. Il legislatore, infatti, ha disposto che le ferie, i riposi e i permessi spettanti al personale devono essere obbligatoriamente fruiti secondo gli ordinamenti. E che la mancata fruizione non è monetizzabile….
Italiaoggi – 31 luglio 2012
“Niente Fornero per gli esuberi”
░ Possibile andare via con i requisiti detenuti al 31 agosto 2012. (di Carlo Forte).
I docenti in esubero che risulteranno incollocabili al 1° settembre prossimo, potranno andare in pensione con le vecchie regole. E cioè facendo valere come termine per la maturazione dei requisiti utili alla cessazione dal servizio il 31 agosto prossimo, in luogo del 31 dicembre scorso. Lo prevede un emendamento all'art. 14 del decreto sulla spending review (decreto legge 95/2012) approvato in commissione bilancio, presentato dai relatori Giaretta e Pichetto Fratin (n. 14.1000). Il nuovo testo è destinato solo ai docenti che non sarà possibile ricollocare su altra classe di concorso (secondo il titolo di studio posseduto e anche senza abilitazione) oppure sul sostegno, oppure, ancora, su spezzoni della classe di concorso di titolarità: non oltre il 10% dell'intera platea, si stima. Tale personale potrà essere collocato in quiescenza dal 1° settembre 2013 nel caso in cui maturi i requisiti per l'accesso al trattamento pensionistico entro il 31 agosto 2012 in base alla disciplina vigente prima dell'entrata in vigore dell'articolo 24 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214. E cioè prima della riforma Fornero. La liquidazione del Tfr, però, non sarà tempestiva. Fatto salvo il diritto alla pensione con effetti a far data dal 1° settembre prossimo, per il Tfr gli interessati dovranno attendere di maturarne i requisiti seguendo le nuove norme: «Ai fini della liquidazione del trattamento di fine rapporto comunque denominato, recita il nuovo testo, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 2, comma 11, lettera a) punti 1) e 2)»…
I docenti potenzialmente interessati sono circa 7mila nelle superiori. Complessivamente il dato arriva a circa 10mila se si considerano anche gli altri ordini di scuola. Per tutti i docenti in esubero si applicheranno le disposizioni del contratto sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, limitatamente ai movimenti che saranno disposti nell'ambito della classe di concorso di appartenenza o su altre classi di concorso dove gli interessati possiedano l'abilitazione. Se dopo tali operazioni l'esubero dovesse permanere si applicheranno, invece, le nuove norme previste dall'articolo 14, comma 17, del decreto legge 95/2012. E dunque, prima si proverà a ricollocare il docente in altre classi di concorso dove non possiede l'abilitazione ma risulta provvisto del titolo di studio di accesso. …. Poi si proverà sul sostegno, se l'interessato possiede la specializzazione oppure abbia almeno frequentato un corso di formazione su tale specialità. Infine, si proverà a ricollocare gli interessati su spezzoni con ore a disposizione. Se nemmeno così sarà possibile ricollocare i docenti in esubero interessati, saranno esperibili due soluzioni. La prima è il pensionamento con le vecchie regole (sempre che il testo emanato venga confermato anche alla camera e che gli interessati ne abbiano titolo) la seconda, alternativa alla prima, è l'utilizzazione degli interessati su posti che dovessero rendersi disponibili in corso d'anno oppure per le supplenze brevi e saltuarie in ambito provinciale.
Italiaoggi – 31 luglio 2012
“Inidonei ricollocabili anche presso gli uffici”
░ Ma va stabilito come, e quindi la norma difficilmente può essere attuata col prossimo settembre. (di Franco Bastianini).
Ma quale futuro attende concretamente i 3.500 docenti da anni collocati fuori ruolo perché dichiarati per motivi di salute permanentemente inidonei all'insegnamento ma idonei a svolgere altri compiti? Si tratta di funzioni indicate, a titolo meramente esemplificativo, dall'articolo 3 del contratto collettivo nazionale integrativo sottoscritto il 25 giugno 2008 (servizio di biblioteca e documentazione; organizzazione dei laboratori; supporti didattici ed educativi; supporto nell'utilizzo degli audiovisivi e delle nuove tecnologie informatiche; attività relativa al funzionamento degli organi collegiali, dei servizi amministrativi e ogni altra attività deliberata nell'ambito del progetto di istituto).
La domanda sul loro destino non è meramente accademica ma sorge alla luce di una modifica che, in sede di conversione in legge del decreto legge 95/2012, è stata apportata al comma 13 dell'articolo 14 del medesimo decreto. Per effetto di tale modifica gli inidonei dovrebbero, infatti, poter transitare oltre che nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico, anche in quelli presso le amministrazioni pubbliche in cui potrebbero essere meglio utilizzate le professionalità del predetto personale. Si tratta indubbiamente di una modifica che va incontro ad una comprensibile richiesta degli interessati. Perché la modifica possa trovare applicazione sarebbe tuttavia necessario stabilirne le modalità, fissarne i termini per la presentazione della domanda e, soprattutto, indicare le disponibilità dei posti esistenti presso altre pubbliche amministrazioni. Tutte condizioni praticamente irrealizzabili nei termini indicati nel comma 13. Ne consegue che difficilmente l'obiettivo che si prefiggeva il Governo, quello cioè di inquadrare fin dal prossimo 1° settembre tutti gli inidonei nel ruolo degli assistenti amministrativi o tecnici, coprendo in tal modo i posti vacanti ed evitando un pari numero di nomine di supplenti annuali, potrà essere raggiunto. Un possibile rinvio che potrebbe consentire una più amplia riflessione su quella che dovrà essere la soluzione finale del problema. L'altra modifica apportata al testo del comma 13 interessa il personale docente che dovesse essere dichiarato temporaneamente inidoneo alla propria funzione, ma idoneo ad altri compiti. Questo personale non potrà essere utilizzato, come prevedeva l'originario comma 13, prioritariamente nella stessa scuola, ma solo nella provincia di appartenenza tenuto conto delle sedi indicate dal richiedente ovvero su posti di altra provincia.
CORRIERE DELLA SERA – 1 agosto 2012
“Università Tasse in aumento per (quasi) tutti. Stangata sui fuoricorso”
░ Il rincaro non riguarderà solo i fuori corso, come previsto dal testo uscito dalla commissione Bilancio del Senato.
I fondi in arrivo dallo Stato sono in calo da anni. E alla fine, per non chiudere bottega, le università potranno aumentare le tasse agli studenti. Il rincaro non riguarderà solo i fuori corso, come previsto dal testo uscito dalla commissione Bilancio del Senato. Certo, su di loro si dovrebbero concentrare gli interventi più forti, con la possibilità di un raddoppio per i pochissimi che hanno un reddito familiare Isee superiore ai 150 mila euro. Ma l'ultima modifica voluta dal governo estende gli aumenti anche agli studenti in regola con gli esami. Si salveranno, fino al 2016, solo quelli che hanno un reddito familiare al di sotto dei 40 mila euro l'anno. Un intervento del genere era nell'aria da tempo. Questa soluzione era stata già studiata dal precedente governo Berlusconi che però aveva deciso di archiviare il dossier perché il mondo della scuola e dell'università era già in guerra con l'allora ministro Gelmini e non era il caso di cercare lo scontro. Adesso ci risiamo, senza troppe proteste forse perché nel frattempo la crisi è precipitata e ci siamo quasi abituati a tasse e tagli. Nello stesso decreto c'è una norma che aiuta a restare in sella i rettori che si sono visti prorogare il loro mandato. L'ultima riforma dell'università ha messo un limite di sei anni alla durata del loro incarico che prima era in teoria illimitato e diceva che avrebbero dovuto lasciare la poltrona nell'anno successivo all'adozione del nuovo statuto. Il decreto sulla spending review stabilisce che per adozione va intesa non quella da parte dell'ateneo ma quella, successiva, fatta dal ministero. Molti rettori guadagneranno un anno e potranno restare fino al 2013.
Tuttoscuola – 2 agosto 2012
“Quante nomine in ruolo?”
░ In vista dell’imminente apertura del nuovo anno scolastico, c’è una comprensibile attesa per conoscere il numero di docenti e di personale Ata da immettere in ruolo.
In vista dell’imminente apertura del nuovo anno scolastico, c’è una comprensibile attesa per conoscere il numero di docenti e di personale Ata da immettere in ruolo. Nei mesi scorsi da parte dello stesso ministro erano state annunciate quantità contenute di quote possibili di nomine, nonostante vi sia una disponibilità notevole di posti vacanti. Secondo i calcoli della Cgil-scuola, a trasferimenti conclusi e tenendo conto dei pensionamenti certi, attualmente sono vacanti 27.668 posti comuni di docenti (2.232 nell’infanzia, 4.881 nella primaria, 12.206 nella I grado e 8.349 nelle superiori) e 3.226 di sostegno. Vi sono anche 8.180 esuberi che, tuttavia, soltanto parzialmente saranno riassorbiti. Come minimo vi sono, quindi, circa 23 mila posti vacanti. Quanti di quei 23 mila saranno disponibili per le immissioni in ruolo? Tutto dipende dall’autorizzazione del ministero del tesoro a cui da tempo il ministero dell’istruzione ha presentato richiesta. In attesa della risposta, data ormai per imminente, la Direzione Generale del personale del Miur ha pensato bene di scaldare i motori, emanando la nota prot. 5838 del 15 luglio… La nota invita i potenziali nominandi (quanti? 10 mila? 20 mila?) a “dotarsi di casella di posta elettronica certificata. Al riguardo si precisa che può essere utilizzata la casella di postacertificat@gratuita e finalizzata al colloquio fra cittadini e Pubblica Amministrazione”… Gli interessati dovranno “comunicare il nome della casella di posta elettronica certificata attraverso il sito delle istanze on line, al link http://archivio.pubblica.istruzione.it/istanzeonline/, accedendo con utenza e password (si ricorda che occorre essere regolarmente registrati) e utilizzando l’apposita funzione disponibile al percorso: “Gestione UtenzaàGestione Indirizzo di Posta Certificata. Si ricorda che, dopo avere inserito il proprio indirizzo PEC e nel caso in cui esso non sia del tipo postacertificat@, tale casella va validata utilizzando la funzione “Gestione Utenza Validazione Indirizzo di Posta Certificata” secondo le istruzioni ricevute con apposita comunicazione nella casella PEC indicata. Solo dopo tale operazione l’indirizzo PEC può essere correttamente utilizzato dalle applicazioni di convocazione. Tale operazione dovrà essere necessariamente effettuata entro il 20 agosto. Dal giorno successivo, infatti, sarà possibile per gli uffici competenti iniziare ad inviare le e-mail di convocazione agli utenti”.
Gazzetta di Modena – 2 agosto 2012
“Scuola, beffa per i precari: Niente soldi per le ferie”
░ I giorni maturati ma non goduti erano remunerati con uno stipendio Ma il governo cancella la norma con un provvedimento addirittura retroattivo
Ferie amarissime per gli insegnanti precari della scuola pubblica. Con un colpo di mano che sta facendo inferocire gli interessati (sono migliaia solo nella nostra provincia) il governo ha emanato una norma retroattiva con la quale ha eliminato il diritto alla corresponsione del compenso sostitutivo delle ferie maturate e non godute. La senatrice modenese Pd Mariangela Bastico definisce «assurdo l'atteggiamento negativo del governo e dei relatori, che lede un diritto costituzionalmente garantito«. In effetti, il diritto alle ferie è previsto dalla Costituzione per tutti i lavoratori e la situazione degli insegnanti, che non possono goderle durante l'anno scolastico per espresso divieto istituito per evitare problemi alle lezioni, si complica per coloro che hanno un contratto temporaneo o fino al 30 giugno di ogni anno. Per loro è previsto espressamente - non solo dalla legge ma anche dall'art. 7 della direttiva UE n. 2003/88 - il diritto a un assegno che remunera le ferie maturate durante l'anno ma che non possono essere godute sia per il citato divieto sia perché licenziati a partire dal 1 luglio, norma che la Corte di Giustizia Europea ha già interpretato come principio che non consente pratiche nazionali che limitino il diritto al compenso sostitutivo delle ferie non godute. Gli insegnanti di ruolo e quelli che hanno il contratto annuale fino al 31 agosto invece ne usufruiscono durante l'estate. Peraltro varie norme e sentenze sanciscono il divieto per il datore di lavoro scolastico di imporre al docente di godere le ferie in periodi non graditi, come Natale e Pasqua, come pure in passato alcuni presidi modenesi avevano tentato in danno dei precari ai quali si tentava di sottrarre il compenso per esigenze di risparmio. Si tratta di un compenso che coincide con uno stipendio, e che la Corte di Cassazione ha stabilito sia esentasse e che rappresenta uno strumento di sostentamento per centinaia di migliaia di lavoratori che restano senza stipendio nel periodo estivo per essere riassunti il primo settembre. Ora arriva la doccia fredda. In un primo momento sembrava una boutade, poi sembrava fosse una norma almeno non retroattiva e dunque applicabile dal prossimo anno e invece è immediatamente efficace tanto che un provvedimento di Palazzo Chigi ha imposto il congelamento dei compensi. Durante i lavori parlamentari la Bastico ha tentato di eliminare la norma ma oggi comunica che «dopo una lunga discussione è stato respinto l'emendamento che esclude il personale della scuola supplente temporaneo dalla norma che vieta il pagamento delle ferie per tutti i dipendenti pubblici». E si chiede: «Come sarà possibile riconoscere il diritto alle ferie ad un supplente?».