La tecnica della scuola.it – 3 agosto 2012
“Ferie negate ai precari, il Miur temporeggia ma i sindacati fanno blocco.”
░ Viale Trastevere, su ordine del Mef, attende l’esito del dl sulla spending review: nel frattempo la liquidazione delle ferie resta sospesa in via prudenziale. I rappresentanti dei lavoratori pronti a ricorrere in tribunale: leso l’art. 36 della Costituzione (di Alessandro Giuliani).
È bene che Governo e ministeri di competenze sappiano che l’intenzione di rendere retroattiva la norma che blocca il pagamento delle ferie maturate dal personale precario, in via di approvazione definitiva assieme al decreto sulla spending review, costerà all’avvocatura dello Stato una notevole mole di tempo e di lavoro. Tutti i sindacati si stanno infatti muovendo, con l’intenzione di dare battaglia sino in fondo. A costo di portare la questione davanti ai giudici dei tribunali. Il paradosso, sostengono i rappresentanti dei lavoratori e anche gli addetti ai lavori, è che per coloro che hanno svolto una supplenza sino al termine delle lezioni o al 30 giugno scorso si profilerebbe uno scenario beffardo: non usufruire dei due giorni e mezzo, circa, accumulati ogni mese e non percepire il corrispettivo economico, come avvenuto sino ad oggi. Mentre per gli altri supplenti, sia i temporanei sia gli annuali su posto vacante, il problema non si porrebbe: nel primo caso perché le ferie gli sono state già liquidate; nel secondo perché ne fanno uso (come il personale di ruolo) nei mesi di luglio e agosto. Si verrebbe quindi a creare una sensibile differenza di trattamento tra personale precario che opera nelle stesse scuole e nelle stesse condizioni. A dare il là alle proteste era stata l’Anief alcuni giorni fa, annunciando diffide, che si sarebbe rivolato “ai giudici per ottenere la liquidazione delle somme spettanti ai precari della scuola”. E sostenendo che se fosse passato l’emendamento proposto al Senato dallo stesso sindacato, si sarebbe evitata, “nel rispetto delle recenti sentenze della Corte di Cassazione e della Corte di giustizia europea, l’apertura di una procedura d’infrazione nei confronti dello Stato italiano per la palese violazione della direttiva comunitaria che impone la monetizzazione delle ferie per il personale che non ha potuto usufruirne durante il servizio”. Il sindacato di Pacifico è tornato alla carica nelle ultime ore parlando “di errore sia di forma, sia di sostanza” e confermando la linea dell’impugnazione perché “nell’intento di fare ‘cassa’ sulla pelle dei precari, stiamo assistendo ad un tentativo di oltraggiare un diritto dei lavorativi e persino quanto previsto dalla Costituzione italiana”. Sul mancato pagamento ai supplenti delle ferie non godute si sono mosse anche la Flc-Cgil, a sua volta annunciando una dura lotta, anche legale, la Cisl Scuola e la Uil Scuola. …. Non è rimasta a guardare nemmeno la Gilda degli insegnanti. Che prima ha definito “inaccettabile” la decisione dell’amministrazione “in quanto nel dettato costituzionale le ferie sono per tutti un diritto irrinunciabile”…. I sindacati, insomma, stanno facendo il massimo. Ognuno attraverso le strade che ritiene più opportune e convincenti. Se però le cose dovessero rimanere così, ipotesi tra l’altro molto probabile, visto che alla Camera il dl viene considerato praticamente “blindato” o comunque emendabile solo per contenuti di alta entità, la partita si sposterà sicuramente nelle aule di giustizia….
http://pressIn.comune.venezia.it- 4 agosto 2012
“Firmato Protocollo d’Intesa MIUR - Ministero della Salute per la tutela del diritto alla salute e allo studio degli studenti con disabilità”
░ Press-IN (servizio dell'associazione Lettura Agevolata Onlus, di Venezia) riporta un comunicato (03-08-2012) del Ministero della Salute.
Firmato Protocollo d’Intesa MIUR - Ministero della Salute per la tutela del diritto alla salute e allo studio degli studenti con disabilità. Il MIUR e il Ministero della Salute hanno siglato un Protocollo d'Intesa per la tutela del diritto allo studio e alla salute degli studenti con disabilità. L'obiettivo principale dell'accordo è quello di promuovere, sostenere e sviluppare iniziative per la tutela dei bambini e studenti con disabilità e con disturbi evolutivi specifici. In particolare l'intesa rafforza la collaborazione istituzionale tra i due ministeri per favorire la diagnosi precoce di disabilità nei bambini in età prescolare; sostenere iniziative per l'integrazione scolastica; promuovere l'applicazione del modello “International Classification of Functioning” dell'Organizzazione mondiale della sanità; esaminare la normativa di settore; promuovere ricerche e studi di tipo epidemiologico e favorire iniziative di formazione congiunta tra personale sanitario e scolastico.
La tecnica della scuola.it – 5 agosto 2012
“Che fine ha fatto l'attuazione dell'autonomia ?”
░ L'art.50 legge 35 del 6 aprile 2012 dava al Ministro due mesi di tempo per emanare linee guida per l'attuazione dell'autonomia. A oggi non si hanno notizie in merito (forse i soliti ostacoli di natura finanziaria).
Il termine di due mesi previsto dall’articolo 50 della legge 35 con cui era stato convertito il decreto n. 5 dello scorso febbraio (il cosiddetto “decreto sviluppo”) è ormai ampiamente scaduto e nulla è dato di sapere sulle reali intenzioni del Ministro rispetto alle linee guida per l’attuazione dell’autonomia…. L’applicazione delle norme in questione dovrà attendere ancora. Ma di che si tratta, in concreto ? Le linee guida, secondo la legge, dovrebbero riguardare il potenziamento dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, il cosiddetto “organico dell'autonomia” oltre che la costituzione di reti di scuole con e del relativo organico. E’ molto probabile che Il ritardo dell’operazione sia legato al fatto che le linee guida devono essere concordate con il Ministero dell’Economia che, come di consueto, presterà la massima attenzione agli aspetti contabili. Ed effettivamente è difficile capire come si potranno attivare organici di rete o di altro genere “senza maggiori oneri per la finanza pubblica” come recita l’ultimo comma dell’articolo 50 della legge 35.
ItaliaOggi – 7 agosto 2012
“Inidonei al passaggio definitivo”
░ Professori ricollocati come amministrativi (di Franco Bastianini).
Definita in pejus la posizione giuridica ed economica degli inidonei. Si tratta sia dei docenti permanentemente inidonei all'insegnamento per motivi di salute, ma idonei ad altri compiti e che entro il 20 settembre 2011 non hanno presentato la domanda di inquadramento nei ruoli degli assistenti amministrativi o tecnici, che dei docenti che, sempre per motivi di salute, saranno in futuro dichiarati solo temporaneamente inidonei. Le disposizioni contenute nel decreto di Spending review, ovvero commi 13, 17 e 20-bis dell'articolo 14 del decreto legge 6 luglio 2012, n.95, nel testo approvato dal Parlamento, non lasciano spazio a interpretazioni diverse dal loro significato letterale e confermano le misure sui lavoratori della scuola che, per motivi di salute, non sono più in condizione di insegnare. Ora si attendono le note attuative del ministero dell'istruzione. Questa in estrema sintesi la loro posizione giuridica, economica e previdenziale che sembra allo stato essere irreversibile: a) i docenti permanentemente inidonei devono transitare nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico su tutti i posti vacanti e disponibili nella provincia di appartenenza mantenendo il maggiore trattamento stipendiale mediante assegno personale riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti. Successivamente all'immissione nei nuovi ruoli, e non contemporaneamente all'atto del transito nei ruoli del personale Ata, come prevedeva un emendamento accolto della commissione bilancio, potranno transitare presso le amministrazioni pubbliche in cui può essere meglio utilizzata la loro professionalità; b) i docenti dichiarati temporaneamente inidonei alla propria funzione, ma idonei ad altri compiti, devono, invece, essere utilizzati, entro 20 giorni dalla data di notifica del verbale della commissione medica operante presso le aziende sanitarie locali, su posti anche di fatto disponibili di assistente amministrativo o tecnico nella provincia di appartenenza tenuto conto delle sedi indicate dal richiedente ovvero su posti di altra provincia e non prioritariamente nella stessa scuola come disponeva l'originario decreto legge; c) avendo acquisito in maniera coatta lo status di personale Ata, nei loro confronti non trova applicazione la disposizione secondo la quale il personale docente in esubero che per l'anno scolastico 2013/2014 non sia proficuamente utilizzabile può essere collocato in quiescenza dal 1° settembre 2013 nel caso in cui maturi i requisiti per l'accesso al trattamento pensionistico entro il 31 agosto 2012 in base alla disciplina vigente prima dell'entrata in vigore dell'articolo 24 della legge 22 dicembre 2011, n. 214; d) nei loro confronti dovrebbero invece trovare applicazione le disposizioni contenute nell'articolo 2 del predetto decreto legge 95/2012 secondo le quali l'amministrazione dovrà avviare, se dichiarati in esubero e non riassorbibili, le procedure previste dall'articolo 33 del decreto legislativo 165/2001e dal comma 12 del predetto articolo 2(collocamento in disponibilità per la durata massima di ventiquattro mesi che può essere aumentato fino a quarantotto mesi laddove maturi entro il predetto arco temporale i requisiti per il trattamento pensionistico con stipendio ridotto all'80 per cento). Sul tema è aperto un confronto sindacati-Funzione pubblica, ma non è detto che il tavolo avviato dal ministro Filippo Patroni Griffi riguardi anche la scuola; e) sempre in tema previdenziale le nuove disposizioni non hanno abrogato l'istituto della dispensa per motivi di salute prevista dall'articolo 512 del decreto legislativo 297/1994 ma hanno confermato implicitamente che per ottenerla il dipendente scolastico deve essere riconosciuto dall'apposita commissione medica presso l'Asl inidonei a svolgere i compiti previsti dal nuovo ruolo…… Per i circa 800 docenti permanentemente inidonei( dei 4.000 registrati a luglio del 2011) già transitati a domanda nel ruolo degli assistenti amministrativi o tecnici, il contratto collettivo nazionale integrativo sottoscritto il 31 luglio 2012 ha stabilito le modalità per l'attribuzione della sede di titolarità per l'anno scolastico 2012/2013 e precisato che, sempre a domanda, possono partecipare alle operazioni di mobilità qualora le preferenze espresse per la sede di titolarità non siano state soddisfatte.
Il Mattino – 8 agosto 2012
“Scuola. Profumo: entro il primo settembre assunzione per 21mila docenti”.
░ Il Ministro si dice fiducioso che eventuali nuovi tagli di spesa non colpiranno l’istruzione. Per le 5.300 immissioni in ruolo di amministrativi, tecnici ed ausiliari, minacciate dall’assorbimento di inidonei e Itp, se ne riparla a fine agosto, dopo il conteggio del personale docente transitato in funzioni amministrative.
Arrivano 21.112 assunzioni di nuovi docenti per la scuola, che si aggiungono alle 67mila dello scorso anno, riducendo così il numero dei prof precari. L'annuncio dei sindacati è stato confermato dal ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo: «Siamo in fase di firma del decreto per le immissioni in ruolo - ha detto - E' stato concluso il processo che coinvolgeva la Funzione pubblica e il ministero dell'Economia e abbiamo tutti gli ok necessari. Ora stiamo concludendo il percorso. Entro il 31 agosto saranno fatte tutte le operazioni». Le assunzioni potranno quindi essere operative dal primo settembre. Profumo ha aggiunto che «sul personale Ata c'è ancora una fase di definizione». Positivi i commenti dei sindacati della scuola, che però chiedono certezze proprio per le assunzioni previste (circa 5mila) per il personale non docente Ata…. Anche l'Anief grida vittoria: «Non possiamo che essere soddisfatti: malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo» ci sono delle assunzioni….
La Stampa – 8 agosto 2012
“Scuola. Accordo raggiunto. Assunti 21 mila nuovi prof.”
░ Resta il nodo del personale Ata: 5 mila gli interessati (di Flavia Amabile).
Sono tempi di tagli e di sforbiciate nella pubblica amministrazione ma proprio nel giorno del via libera definitivo alla spending review arrivano 21.112 assunzioni di nuovi prof nella scuola (aggiunti ai 67 mila dell’anno scorso) che permettono di alleggerire un po’ la difficile situazione dei precari. A dare l’annuncio sono stati i sindacati cantando vittoria e rivendicando i meriti frutto di proteste, ricorsi e contrattazioni, affermano….. L’Anief aggiunge anche un altro tassello: «Per il secondo anno consecutivo l’Anief ha costretto il governo ad assumere più di 20 mila docenti precari», ricordando la pressante opera dei suoi rappresentanti e dei legali «attraverso migliaia di ricorsi avviati negli ultimi mesi - spiega il presidente Marcello Pacifico -, abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell’amministrazione. La quale non ha così potuto fare altro che adoperarsi nei confronti del governo per consentire il massimo delle assunzioni consentite». In altre parole, costa meno assumerli dopo un accordo sindacale che dopo un ricorso perso. Anche la Flc Cgil sottolinea il ruolo svolto dalla «mobilitazione dei precari» e dall’«ampio contenzioso legale» e avverte che si è fatto chiarezza sul fatto che «per le immissioni in ruolo saranno utilizzate le vecchie graduatorie».
La tecnica della scuola– 9 agosto 2012
“Immissioni in ruolo, una su tre potrebbe andare ai soprannumerari !”
░ Lo stabilisce il Miur attraverso la circolare sulle istruzioni operative che regola le assunzioni: prima di assumere i precari, gli Usp dovranno verificare se gli oltre 7.300 docenti senza titolarità e alcune centinaia di Itp C999 e C555 posseggano titoli di studio abilitanti (si sorvolerà sull’abilitazione!) spendibili sui posti assegnati. Un pasticcio che neanche Cacasenno… Intanto il Miur ha avuto ancora una volta mano libera nel disconoscere il valore dell’abilitazione. E’ grave.
Nelle stesse ore in cui la Camera approvava la spending review… è stato il Miur a lanciare una ormai insperata ciambella di salvataggio ad alcune centinaia di Itp C999 e C555, altrimenti destinati a transitare (assieme agli inidonei) negli organici del personale Ata…. Viale Trastevere ha indicato agli Usr che “l’utilizzazione prioritaria deve essere esperita, verificando l’eventuale possesso di altro, idoneo titolo di studio, prima del previsto transito nei ruoli del personale Ata, anche nei riguardi del personale docente attualmente titolare nelle classi di concorso C999 e C555 di cui la comma 14 dell’art. 14 del DL n. 95/2012”. Ciò significa, in termini pratici, che in presenza di un titolo di studio qualsiasi, sempre comunque abilitante e che comporti una spendibilità in base ai posti disponibili, gli stessi Itp assorbiti dagli enti locali dovrebbero continuare ad essere collocati degli uffici scolastici territoriali sempre nelle fila dei docenti. La stessa procedura, del resto, viene adottata anche per gli oltre 7mila soprannumerari del prossimo anno scolastico. A tal proposito la circolare del Miur “richiama l’attenzione su quanto previsto dall’art. 2, comma 4 del presente DM, relativamente alla priorità di utilizzazione del personale in esubero prima di procedere alle nomine di cui all’oggetto, in applicazione dei criteri di cui al DL 95/2012 in corso di conversione ed in particolare sull’articolo 14, commi 17-20, ed all’art. 2 comma 3 dell’ipotesi di CCNI sulle utilizzazioni del personale scolastico”. Anche in questo caso la “traduzione”, per i tanti che non conoscono a memoria leggi e riferimenti normativi, è che i prof in soprannumero potranno rosicchiare, avendo la precedenza, i posti riservati ai precari in procinto di vedersi assegnato l’agognato contratto di immissione in ruolo. L’articolo 14 del DL 95/2012, quello sulla spending review per intenderci, indica infatti che “al personale dipendente docente a tempo indeterminato che, terminate le operazioni di mobilità e di assegnazione dei posti, risulti in esubero nella propria classe di concorso nella provincia in cui presta servizio, è assegnato per la durata dell'anno scolastico un posto nella medesima provincia, con priorità sul personale a tempo determinato, sulla base” di una serie di criteri. Il primo dei quali prevede che i docenti privi di titolarità si vadano a collocare sui “posti rimasti disponibili in altri gradi d'istruzione o altre classi di concorso, anche quando il docente non è in possesso della relativa abilitazione o idoneità all'insegnamento purché il medesimo possegga titolo di studio valido, secondo la normativa vigente, per l'accesso all'insegnamento nello specifico grado d'istruzione o per ciascuna classe di concorso”. La sintesi è che per soprannumerari ed ex dipendenti degli enti locali passati come Itp (sommando entrambi si forma un raggruppamento di oltre 7.500 insegnanti, in gran parte delle superiori) si cercherà sino all’ultimo una collocazione. Con gli Usp che andranno a verificare se i loro titoli di studio potrebbero trovare riscontro tra le vacanze dei posti assegnati ai ruoli. In caso negativo, per i primi scatterà la messa a “disposizione per la copertura delle supplenze brevi e saltuarie”, disposta direttamente dai dirigenti scolastici. Per i prof di laboratorio C999 e C555, invece, diventerà inevitabile il declassamento tra gli Ata. Che però potrebbe durare appena un anno: chi acquisirà il diploma di specializzazione sul sostegno potrà infatti tornare nel 2013/14 a fare l’insegnante.
IL CORRIERE DELLA SERA – 9 agosto 2012
“La corsa per prepararsi ai test. Fino a 4.000 euro a studente”.
░ Il numero chiuso in un corso di laurea su tre; la percentuale aumenta al Sud.
Altro che vacanze. Per migliaia di neodiplomati o neo mini-laureati sono iniziati i conti alla rovescia (e i conti in tasca) per i test di ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso. Che sono sempre di più: su 4.690 corsi di laurea esistenti, sono 1.590, cioè il 33,9%, con costi per la preparazione che vanno da poche centinaia di euro a qualche migliaio. Ormai un terzo dei corsi (sia per laurea triennale che magistrale) è a numero chiuso o programmato, e quindi richiede, per l'iscrizione, il superamento di una prova. Oltre ai 708 corsi di laurea in Medicina, Veterinaria e Architettura, per i quali ogni anno il ministero dell'Istruzione decide il numero di posti disponibili, ci sono infatti gli 882 scelti liberamente dai singoli atenei che sono costretti a limitare il numero di accessi per offrire una didattica dignitosa: il 18,8% del totale, un trend che si conferma in crescita rispetto al 17,7% dell'anno scorso. Basti pensare che ci sono atenei, come quelli di Catania e Palermo, dove tutti i corsi sono ormai ad accesso limitato. E allora scatta la corsa al quiz. L'anno scorso per un totale di 9.690 posti disponibili a Medicina e chirurgia, si sono presentati in 84.422, una media di 8,7 candidati a posto, con i picchi di Siena (13,5), Sassari (12,4), Salerno (10,9). Quest'anno ci sono poco più di diecimila posti a disposizione, e gli atenei sono già pronti alla ressa, anche se la possibilità di ambire a più università nell'ambito della Regione, come stabilito dal ministro all'Istruzione Francesco Profumo, dà qualche chance in più. Stessa storia per Veterinaria, dove a fronte di 958 posti a disposizione (quest'anno ce ne sono anche meno, 918) si sono presentati nel 2011 ai test 7.305 aspiranti, 7,6 per ogni disponibilità. Non fa eccezione Architettura, oltre 23 mila candidati per 8.760 posti (quest'anno sono 8.720). Ed è facile immaginare che saranno più che ambiti anche gli oltre 149 mila posti sparsi negli atenei per i corsi più disparati, da Scienze della comunicazione a Ingegneria, fiore all'occhiello del Politecnico di Milano, dove l'anno scorso c'erano 7.792 aspiranti ingegneri a fronte di 5.469 disponibilità, +9% rispetto all'anno precedente….
la Repubblica – 9 agosto 2012
“Sicilia. Prof assunti vent’anni dopo il concorso”.
░Via alle immissioni in ruolo, c’è chi aspetta dal 1990 (Salvo Intravaia)
Dopo tanti tagli, per il personale della scuola siciliana arrivano le attesissime immissioni in ruolo. Una notizia che contribuirà a dare serenità a tante famiglie alle prese con la crisi economica e il precariato. Martedì pomeriggio il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha incontrato i sindacati e ha annunciato l’assunzione a tempo indeterminato di poco più di 21 mila tra precari e vincitori dei concorsi a cattedra banditi nel 1990 e nel 1999. I destinatari dei contratti a tempo indeterminato saranno infatti individuati per il 50 per cento dalle affollate graduatorie provinciali dei precari e per la restante parte dalle graduatorie degli ultimi due concorsi. In Sicilia, colpita duramente dai tagli messi a segno negli anni di Berlusconi e Gelmini, arriveranno in tutto 1.300 posti: 105 per la scuola dell’infanzia, appena 21 per la scuola elementare, 678 per i docenti della scuola media e 375 per i colleghi della scuola superiore. Saranno assunti, inoltre, quattro educatori — in forza negli educandati e nei convitti nazionali — e 117 insegnanti di sostegno. Palermo è la provincia che farà la parte del leone — 302 assunzioni — seguita da Catania con 252 e da Siracusa con 151 immissioni in ruolo…. Nei prossimi giorni, i singoli provveditorati e l’Ufficio scolastico regionale pubblicheranno i calendari per le convocazioni, che presumibilmente partiranno dopo Ferragosto.