Rassegna stampa

Recensioni dalla Stampa al 16 novembre 2012

ASASI - La Letterina n. 339 - 9 novembre 2012
“Lettera aperta al neo-presidente della Regione Sicilia. Attui subito la misure anticasta”.
░ Riportiamo, in parte, l’appello del Vicepresidente regionale ASASI d.s. Salvatore Indelicato, al presidente Crocetta.
… Siamo preoccupati e amareggiati per l’elevata sfiducia dei siciliani, meta dei quali per protesta non e andata a votare contro l’arroganza della casta dei politici siciliani che rifiutano il taglio dei loro privilegi, con stipendi da 15.000 euro netti al mese, mentre i siciliani muoiono di fame e non arrivano a fine mese. Prima di prospettarle la situazione comatosa delle scuole siciliane e il lungo elenco delle cose non fatte aspettiamo di vedere realizzato subito tutto quello che Lei ha promesso ai siciliani sul versante dei costi e dei privilegi della politica siciliana: 1 - Azzeramento di tutti gli incarichi di consulenza esterna assegnati con la “cacciata” (sono parole sue) di tutte le clientele che hanno spolpato letteralmente la pubblica amministrazione dell’isola. 2 - Spoil system di tutto l’apparato dirigenziale della colossale quanto inefficiente macchina burocratica regionale con taglio di tutte le retribuzioni dei dirigenti e tetto massimo in linea con il decreto Monti sui costi della politica. 3 - Riduzione dello stipendio del Presidente a 7.400 euro netti al mese secondo i tetti del decreto Monti. 4 - Riduzione immediata dello stipendio dei consiglieri deputati, dagli attuali 15.000 euro netti a 6 mila euro netti al mese sempre comprensivi di tutte le voci, sempre secondo il decreto Monti. 5 - Eliminazione e abbattimento totale di tutte le voci spurie a cominciare dalla diaria mensile di 4.003,11 euro. 6 - Eliminazione e abbattimento totale del contributo per rimborso spese di 4.678,36 euro mensili. 7 - Eliminazione e abbattimento totale spese trasporto forfettario di 10.095, 84 annuo 8 - Eliminazione e abbattimento totale spese trasporto su gomma di 13.293,00 annuo. 9 - Eliminazione e abbattimento totale dell’indennità dei portaborse di 4.100 euro al mese 10 - Eliminazione e abbattimento totale delle spese telefoniche di 4.150,00 annuo. 11 - Eliminazione immediata della scandalosa “Liquidazione” ai cessati o trombati chiamata addirittura “assegno di solidarietà” pari all’80 per cento dell’indennità lorda di una mensilità moltiplicata per il numero degli anni di effettivo mandato. Una regalia immonda e intollerabile che la casta si e auto assegnata trasversalmente. 12 - Eliminazione immediata della erogazione scandalosa di pensione ai cessati…

Il Messaggero - 10 novembre 2012
“Statali, buste paga sempre più povere”.
░ Nel 2011 gli stipendi sono diminuiti dello 0,2% mentre il costo della vita è salito del 2,8%L’Aran: annullato nel decennio dagli addetti all’industria lo svantaggio sui dipendenti pubblici.
…L’ultimo rilevamento dell’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) dice che le retribuzioni di fatto dei dipendenti statali nel 2011 hanno innestato la retromarcia perdendo lo 0,2% rispetto al 2010. Un taglio che va ad affondare in un tessuto già ammorbato alla crisi. Perché i contratti dei dipendenti pubblici sono fermi da circa un quinquennio e tali resteranno almeno fino a tutto il 2014. Secondo uno studio della Cgil dal 2010 al 2014 gli statali perderanno mediamente 6.000 euro. Stando alle cifre dell’Aran, le retribuzioni contrattuali lo scorso anno sono cresciute dello 0,2%, ma sono scese dello 0,2% quelle di fatto. I prezzi sono saliti mediamente del 2,8%. Più in generale, tra il 2000 e il 2011 le retribuzioni di fatto nella pubblica Nel 2011 gli stipendi sono diminuiti dello 0,2% mentre il costo della vita è salito del 2,8…

larepubblica.it -12 novembre 2012
“I principi del montismo”.
░ Un parallelo controverso. Eccone la lettura che ne fa Ilvo Diamanti.
Il Montismo. Per analogia e differenza - anzi: distacco - rispetto al Berlusconismo. Travolto dalla crisi, ma anche dalla sfiducia. Delle istituzioni internazionali e dei cittadini. Il Montismo ne costituisce il controcanto. Ne sancisce la fine. Anche se, per alcuni versi, ne è la prosecuzione con altri mezzi e con altri esiti. Sul piano del programma economico, in particolare. Il governo Monti ha, infatti, realizzato i principali punti delle politiche (solo) annunciate dal governo Berlusconi. Su indicazione (imposizione ?) della Ue e della Bce. Monti le ha tradotte in leggi, riforme e decreti. Con i limiti posti dalla maggioranza, ampia e variegata, che lo sostiene. E con una differenza sostanziale, da chi lo ha preceduto. Berlusconi quel programma l’aveva subìto. E ne aveva promesso l’attuazione, a malincuore – fra i risolini degli altri leader europei. Mentre Monti ne è un garante. Visto che a scrivere a dettare quel programma sono ambienti finanziari e istituzionali di cui egli fa parte. Ma il Montismo è diverso e alternativo rispetto al Berlusconismo anche per altri, importanti motivi. Anzitutto, interpreta un diverso modello di governo. Non la Democrazia del Pubblico, ma l’Aristocrazia democratica. Monti. Non è il leader eletto dal popolo che si presenta al popolo come uno del popolo. “Uno come voi”. Che potete imitare, perché anche voi potete diventare come me. Visto che anch’io imito – e interpreto – i vizi e le virtù degli italiani. Anzi, i vizi più delle virtù. E voi mi votate proprio per questo. Perché sono l’italiano medio (–basso). Dal punto di vista dell’etica pubblica e privata. Monti, invece, è il Tecnico. Distante dalla “gente comune”. Non finge nemmeno di assomigliare agli elettori. Non gli dà del tu. D’altronde non è stato eletto, ma scelto e incaricato dal Presidente. E ha ottenuto la fiducia del Parlamento proprio perché non è un politico (del nostro tempo). Perché è diverso e lontano rispetto ai cittadini. Migliore. Un Aristocratico. Competente e accreditato negli ambienti che contano. In Italia. Ma soprattutto in Europa e nel Mondo. Nessuno si azzarderebbe a ridere alle sue spalle. Il Montismo, per questo, segna il ritorno del governo di “quelli che si distinguono dal popolo”. E dai politici. Gli esperti. Il Montismo, per questo, riflette il clima del tempo. E, per quanto aristocratico, accarezza l’antipolitica. Non perché i tecnici al governo – per primo Monti – siano estranei alla politica e ai partiti. Molti di essi – Monti stesso – hanno ricoperto per anni ruoli di responsabilità negli organismi economici e istituzionali – italiani ed europei. E hanno confidenza con i diversi livelli di governo, ma anche con gli attori politici. Monti e i suoi ministri: fanno politica, ci mancherebbe…. Monti stesso non manca mai di ribadire quanto sia alto il suo credito “politico” rispetto a quello dei partiti e dei politici…. Determinato a marcare la differenza rispetto a quelli che lo hanno preceduto – e che ancora strepitano, intorno a lui. Il Montismo: decreta e declama la fine del Berlusconismo. Ma echeggia, in qualche misura, la nostalgia della Prima Repubblica. Acuita dai nefasti della Seconda Repubblica. Perché, dopo quasi vent’anni di bipolarismo antagonista e intollerante, ripropone un governo di larghe intese. Come, in fondo, erano i governi guidati dalla Dc. Il Centro che teneva dentro tutto e tutti. Destra e sinistra. E che assorbiva e aggregava tutti. Socialisti e laici. La Dc. Riusciva a convivere – e a condividere le scelte sostanziali – anche con il Pci. … In nome del vincolo esterno: dei mercati, delle autorità monetarie e delle istituzioni internazionali. Ma anche sulla spinta della sfiducia dei cittadini. Stanchi di piazzate…

il Manifesto -13 novembre 2012
“Laureati al capolinea”.
░ Una riflessione amara di Alessandro Robecchi
La pergamena costa troppo, ragazzi. D'ora in poi le vostre lauree, specie quelle in materie umanistiche, verranno rilasciate su speciali rotoli di carta morbida che già dalla forma vi suggeriranno l'uso che potete farne. La corsa finisce qui. Capolinea. Prima serviva la laurea, senza laurea non sei nessuno e non vai da nessuna parte. Poi contrordine: ci vuole il master. Anzi, possibilmente il master all'estero. E il dottorato? Dove lo mettiamo il dottorato, eh? E un po' di ricerca sottopagata non la vogliamo fare? E su, coraggio! Poi, dopo i trentacinque anni, eccoti pronto per il posto di lavoro, che ovviamente non può prescindere da qualche capacità manuale. Come per esempio cancellare dal curriculum la laurea, il master e il dottorato, altrimenti al call-center temono di assumere un pericoloso intellettuale. Alcune centinaia di migliaia di dottori italiani, appena appesa la loro laurea in salotto, si sentono dire che servirebbe di più un diploma tecnico, anzi, non esageriamo, qualche anno come garzone di elettricista soddisfarebbe meglio l'esigenza di professionalità attualmente richiesta nel paese. Dopo aver passato la prima metà della vita a sentirsi dire che bisogna studiare di più, eccoci passare la seconda metà della vita a sentirsi dire che era meglio studiare di meno. Tranquilli, vi aiuteranno, per esempio con l'aumento delle rette universitarie (quest'anno in media più sette per cento). Non ce l'hanno con voi, amici. Niente di personale. È semplicemente la famosa manina del mercato: c'è una sovrapproduzione di ceto medio, con curriculum da ceto medio e aspettative da ceto medio. I figli del ceto medio giacciono invenduti nei magazzini. Capite anche voi che non è possibile, e che questo rischia di mettere in crisi il mercato delle classi sociali: troppa offerta di classi medie e molta domanda di sano proletariato. Dai, siete laureati, no? Come possono sfuggirvi queste elementari dinamiche sociali? Su, da bravi, caricate sul camion questa cassetta di cipolle e non fate polemiche. Anzi, state proprio zitti, muti. Se no il caporale si accorge che avete studiato

www.tecnicadellascuola.it/ -13 novembre 2012
“Un anno di Profumo: dalla politica del dialogo all’etichetta di inaffidabile”.
░ Un bilancio davvero negativo che Alessandro Giuliani trae, della gestione Profumo. Sono giudizi generalizzati tra il personale scolastico.
L’ex rettore aveva iniziato con il piede giusto; tanta trasparenza e incontri con tutte le parti. Poi l’idea del concorso, osteggiata da tanti. Le malfatte selezioni dei Tfa, di cui ha incolpato la precedente gestione. E la mancata promessa sullo sblocco degli scatti di anzianità del 2011. Ora ha cento giorni per recuperare almeno un po’ della credibilità persa per strada….L’ex rettore ha dovuto presto fare i conti con le richieste pressanti di un Governo tecnico chiamato a tenere a galla i conti pubblici del Paese. Con l’istruzione pubblica ancora una volta a fare la parte dell’agnello da sacrificare. Profumo, però, francamente ci ha messo anche del suo. Per diversi mesi ci ha detto che la scuola aveva già dato, che gli 8 miliardi di euro sottratti nell’ultimo triennio potevano bastare. Che, anzi, d’ora in poi si sarebbe risalita la china…. Nel frattempo, però, Profumo perdeva consensi. Prima la grana della selezione estiva per accedere ai Tfa malfatta. Con il ministro che, poco elegantemente, faceva prima ricadere il suo predicessero, Maria Stella Gelmini, le responsabilità per i test zeppi di errori e refusi. E poi era costretto a chiedere scusa e ad allestire una commissione di superesperti che in un pugno di giorni ha scovato i test sbagliati, trasformandoli in risposte esatte. Intanto le promesse non mantenute del responsabile del Miur si moltiplicavano. Vale per tutte quella sugli scatti di anzianità del 2011. A dicembre il neo-ministro si impegna di liquidarli entro pochi mesi. All’inizio dell’estate si replica, con la promessa di inviare un atto d’indirizzo all’Aran. Ma ad oggi di quell’atto non si ha notizia….

laRepubblica.it -13 novembre 2012
“Scuola, la protesta si fa continentale "Diritto al futuro e a un'altra Europa"
░ Continuano le mobilitazioni contro i tagli alla pubblica istruzione pubblica. Il malcontento attanaglia l’Europa.
Non solo scuola. O meglio. A partire dalla scuola. Il malcontento degli studenti e dei docenti si fa totale. E si unisce a quello dei lavoratori precari, dei disoccupati, di chi cerca politiche di welfare concrete. Diritto all'istruzione, a una formazione libera, alla crescita professionale, al lavoro, alla solidarietà. In una parola: diritto ad avere un futuro e un'altra Europa. Che li comprenda, secondo le promesse iniziali, e non li respinga con le politiche di austerity e di rigore. Questi i messaggi che i comitati studenteschi, ma non solo, lanceranno nella manifestazione in programma domani, alla quale ha aderito anche la Cgil: uno sciopero generale di portata europea, in cui le piazze di Roma, Stoccolma, Atene, Madrid, Lisbona, ma anche Bucarest e Praga, si uniranno virtualmente a formare una catena umana di protesta contro "le politiche di austerity dell'Unione Europea, contro un'Europa senza democrazia …

Latecnicadellascuola.it -15 novembre 2012
“Sciopero europeo, protagonisti studenti e precari"
░ La Confederazione europea dei sindacati è la protagonista della iniziativa di protesta (giornata di “mobilitazione internazionale”)che ieri 14 novembre ha visto una massiccia presenza del mondo della scuola e del lavoro contro le politiche di austerity dei governi di tutta Europa.
In Italia la giornata di mobilitazione internazionale contro le politiche di austerity dei governi, oltre che per la solidarietà e il lavoro, voluta dalla Confederazione europea dei sindacati per mandare un chiaro segnale alla Commissione europea e alla Bce, è stata caratterizzata da un alto numero di partecipanti. La maggior parte dei quali appartenenti al mondo della scuola, con picchi di presenze del personale precario e di studenti. Quest’ultime in alcuni casi sono sfociate in tensioni e momenti di “contatto” con le forze dell’ordine, talvolta sfociati in veri e propri incidenti di piazza. Queste le notizie giunte dalle piazze principali delle decine riempite oggi in tutta la penisola…. A Torino gli insegnanti si sono mescolati agli studenti, creando un corteo intergenerazionale: ci sono stati, però, anche tre poliziotti feriti ed è stato occupato il Palazzo della Provincia. … A Roma, dove hanno aderito alla mobilitazione in diverse migliaia, il Blocco studentesco, la formazione giovanile di CasaPound, ha dato vita ad un corteo non autorizzato: in piazza c'erano alcune centinaia di studenti "contro il ddl ex-Aprea e il processo di privatizzazione della scuola pubblica"; a Via di Ripetta hanno cercato di 'sfondare' verso Via del Corso e Palazzo Chigi, anche con bombe carta e lanci di sassi, ma le forze dell'ordine in assetto antisommossa hanno fatto muro con cariche, lacrimogeni e schierando anche i blindati. Alla fine, tra le forze dell'ordine si contavano due poliziotti contusi e un carabiniere con un taglio alla mano. Incidenti si sono ravvisati anche a Genova, dove il corteo studentesco e di militanti dei centri sociali ha raggiunto la fiera, dove era in corso il Salone italiano dell'educazione, per poi imboccare la Soprelevata, che è stata chiusa al traffico in entrambi i sensi di marcia. Sempre nel capoluogo ligure, un gruppo di lavoratori ha bloccato i varchi portuali. Mentre una delegazione di sindacalisti e insegnati aderenti ai Cobas ha effettuato un volantinaggio all'interno del quartiere fieristico, dove si è tenuta la cerimonia dì'inaugurazione del Salone italiano dell'educazione a cui avrebbe dovuto prendere parte anche il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo. La visita del ministro è stata però annullata….

larepubblica.it -15 novembre 2012
“Due violenze sbagliate"
░ Massimo Giannini fa la lezione ! A tutti. Con citazioni assortite e qualche scivolone della logica: il peggiore ? Quando collega la “violenza esagerata dello Stato” al fatto che le forze dell’ordine sarebbero “a loro volta esasperate perché vittime anch’esse dei tagli di bilancio”.
Ribellarsi è giusto. Non c’è bisogno di rispolverare Jean Paul Sartre, per sapere che le migliaia e migliaia di donne e uomini, giovani e meno giovani che hanno riempito le piazze d’Europa hanno ragione. Nell’Occidente disorientato, dove una finanza senza regole ha divorato l’industria manifatturiera e un mercato senza Stato ha prodotto la disuguaglianza di massa, uno «sciopero europeo» è sacrosanto, quando invoca pacificamente più lavoro, più diritti, più giustizia sociale. … Ma quei manifestanti con caschi e passamontagna che lanciano pietre sui poliziotti, sfasciano vetrine e assaltano banche, ci riportano ai giorni di sangue del G8 di Genova, che non vorremmo più vedere. E ci saranno probabilmente «saldature», tra le aree della sinistra radicale e le frange della destra estrema. Ma i cori che inneggiano a Saddam Hussein o gli slogan contro gli ebrei ci precipitano nell’incubo di un’«Alba Dorata» tricolore che non vorremmo mai vivere. Quello che non è giusto, allora, è che le intemperanze di una minoranza facinorosa, anarcoinsurrezionalista o neo-nazista che sia, riducano al silenzio le ragioni di una maggioranza rumorosa, ma non violenta, che chiede all’Italia e all’Europa il coraggio di quel «rise up» che finora è mancato, e del quale c’è ovunque un disperato bisogno. Il buono che c’è, nella domanda di rappresentanza degli studenti umiliati da anni di tagli alla scuola pubblica, viene distrutto dalle fiamme delle molotov e dai colpi di spranga. … Quello che non è affatto giusto, per ragioni uguali e contrarie, è che a questa violenza sciagurata della piazza si risponda con una violenza esagerata dello Stato. Le forze dell’ordine, a loro volta esasperate perché vittime anch’esse dei tagli di bilancio, meritano rispetto. … Quello che non è affatto giusto, infine, è che si speculi politicamente su queste proteste e su queste violenze. Che il governo e i partiti si rinchiudano nel solito gioco di ruolo, dove il primo si sente sempre in dovere di difendere «a priori» l’operato della polizia, e i secondi si rimpallano colpe sociali e responsabilità morali. E dove magari spunta il solito Grillo, che lancia appelli pseudo-pasoliniani … C’è un popolo trans-nazionale di oltre 212 milioni di disoccupati adulti, che non reggono più i morsi della crisi. C’è una generazione «Neet» di 14 milioni di ragazzi tra i 19 e i 25 anni, che non studiano più e non lavorano ancora e che chiedono una prospettiva. Questo non è un banale problema di «ordine pubblico». È invece un’immane «questione politica »…

l’Unità -15 novembre 2012
“Studenti e professori invadono le strade dello sciopero"
░ La protesta della scuola dentro la giornata di mobilitazione.
Le piazze di tutta Italia gremite di studenti hanno accolto lungo la penisola le manifestazioni della Cgil…. È stata la prima volta che a livello continentale studenti e lavoratori scendevano in piazza simultaneamente sotto le stesse bandiere…. Gli studenti hanno capito, prima e meglio di tanti altri, che le politiche di tagli e di austerity sono uno spettro che si aggira per l'Europa. Gli studenti inglesi protestano contro l'aumento indiscriminato delle tasse universitarie? Gli studenti italiani scendono in piazza per evitare che quel modello venga applicato anche in Italia, come vorrebbe una proposta del senatore Ichino. L'europarlamento vuole tagliare i fondi per il programma Erasmus? Gli studenti francesi e spagnoli promuovono un appello comune per la difesa di quella iniziativa. Sono sempre più numerosi i collegamenti tra i giovani europei, che fanno rimbalzare, come in un flipper impazzito, le loro parole d'ordine da una parte all'altra del continente. A dimostrare la dimensione europea della mobilitazione è anche la commistione linguistica presente sui cartelli, sugli striscioni e sulle bandiere degli studenti scesi in piazza. A Trieste lo striscione iniziale invocava la huelga (sciopero in spagnolo) generale, mentre in Grecia sulle mura del Partenone viene calato lo striscione "People of Europe rise up"….

tuttoscuola.com -15 novembre 2012
“Protesta dell’Usb Scuola che indice concorso per ministro dell’istruzione"
░ Dopo Profumo, Gelmini, Fioroni, Moratti e Berlinguer, individuati come responsabili dello sfascio, la Scuola ha bisogno di ministro competente. Il sindacato di base escogita un modo clamoroso per dirlo.
L'USB Scuola si è fatta dunque carico dell'urgente necessità di reclutare un nuovo ministro dell'Istruzione, in modo da svecchiare la categoria, selezionare i "più meritevoli" ed inaugurare una politica caratterizzata stavolta da una profonda conoscenza del sistema scolastico nazionale. La prova concorsuale avrà luogo lunedì 19 novembre a Roma, davanti al Ministero dell'Istruzione, in viale Trastevere 76, alle ore 14.00. La selezione sarà basata su quiz appositamente predisposti. … In occasione del concorso, l'USB Scuola presenterà agli organi di informazione i contenuti del ricorso in via di presentazione al Tar del Lazio, promosso dall'USB contro il "concorsone" docenti, che bandisce 11.542 posti a fronte di 321.000 domande ad oggi presentate. Obiettivo del ricorso, è quello di chiedere l'annullamento del bando e tutelare non una parte di lavoratori - od aspiranti tali – a scapito di altri lavoratori, ma dimostrare che questo bando non rispetta i diritti di nessuno e che il tutto va a scapito della Scuola.

Latecnicadellascuola.it -16 novembre 2012
“Riassetto del MIUR e delle direzioni generali"
░ Da fonte CISL si conosce il piano ministeriale di riorganizzazione del MIUR, che prevede il taglio di alcune direzioni generali.
L’impalcatura proposta dal Ministero conferma la struttura del dipartimento dell’Istruzione: 4 direzioni, compresa quella della Formazione professionale, inizialmente soppressa; perde una direzione invece il dipartimento della Programmazione: saranno tre, accorpata quella degli Affari internazionali; stessa situazione per il dipartimento dell'Università, dove l'Internazionalizzazione passa allo Sviluppo della ricerca. Per quanto riguarda le direzioni regionali si avrà l’accorpamento di 5 direzioni regionali, con una scelta operata in base alla consistenza della popolazione studentesca: la Liguria risponderà al Piemonte, il Friuli Venezia Giulia al Veneto, l'Umbria alle Marche, il Molise all’Abruzzo, la Basilicata alla Puglia.