Rassegna stampa

Recensioni dalla Stampa al 18 gennaio 2013

www.latecnicadella scuola.it – 11 gennaio 2013
“La lettera “segreta” della Bce all’Italia sulla scuola”
░ La famosa lettera che la Bce, Banca centrale europea, ha spedito all’allora Governo italiano per impegnarlo a superare la crisi.
Nel corso della puntata di "Servizio Pubblico"… è venuta fuori la famosa lettera che la Bce, Banca centrale europea, ha spedito all’allora Governo italiano per impegnarlo a superare la crisi… E in quella lettera cosa c’è che riguarda la scuola?... Per accelerare la crescita dell'economia, Jean-Claude Trichet e Mario Draghi richiamano esplicitamente l'esigenza di rivedere le norme sulle assunzioni e i licenziamenti dei lavoratori (per i quali nella lettera si usa il termine «dismissal») nelle imprese applicando l'intesa del 28 giugno tra la Confindustria e i sindacati, «che si muove in questa direzione»…. Alla voce “Capitale umano”, si chiede praticamente al governo “Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l'uso di indicatori di performance” (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione). Alla lettera spedita dalla Bce, il governo italiano risponde e sulle richieste relative alla valorizzazione del capitale umano è detto: a) Promozione e valorizzazione del capitale umano. L'accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI), definendo per l'anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti; si valorizzerà il ruolo dei docenti (elevandone, nell'arco d'un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo); si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento. Si amplieranno autonomia e competizione tra Università. …
La lettera entra poi nel merito di alcune proposte: - rispetto a Scuola ed Università si parla di “promozione e valorizzazione del capitale umano”: in sostanza vuol dire che queste si devono modellare secondo criteri di impresa, creando futuri dipendenti completamente disciplinati e sottomessi alle esigenze del profitto. Si pensa ad un “programma di ristrutturazione per le scuole” (leggi: taglio di fondi, altri licenziamenti), si “amplieranno autonomia e competizione tra Università”…

Il resto del Carlino – 13 gennaio 2013
“Scuole, in arrivo altri tagli. A rischio anche il sostegno”
░ La spending review taglia il fondo per il Miglioramento dell'offerta formativa per finanziare gli scatti d'anzianità dei docenti.
Le spending review taglia il Mof e il Fis? E allora i presidi tagliano il Pof. … La scure cade anche sugli incarichi di staff (dai vicari ai coordinatori di commissioni): azzerati…. Il nodo è presto detto: il Mof è il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa che sarà potato non meno del 23% (ma si ipotizza fino al 38%); i soldi recuperati sono destinati a finanziare gli scatti di anzianità di 120mila professori (in primis quelli del 2011). Il Mof contiene il Fis, il fondo di istituto (già drenato del 30% nell'ultimo anno) da cui i presidi attingono per sovvenzionare i progetti inseriti nel Piano dell'offerta formativa (appunto il Pof: la carta d'identità di ogni istituto). Ma anche per pagare gli stipendi ai supplenti e l'integrativo ai vicari e ai docenti con funzioni strumentali. …

Scuola oggi.org – 14 gennaio 2013
“Il pasticcio delle ferie “maturate e non godute”
░ Prima con la spending review poi con la legge di stabilità, il governo Monti, complice il Parlamento, è riuscito a dare ulteriori picconate a quel che rimane del modello contrattuale nazionale. (di
Pippo Frisone).
Dove il governo ha dato il meglio di sé è stato sulle ferie. Spinto dall’emergenza e dalla necessità di fare cassa ad ogni costo, con la spending review ha vietato ogni monetizzazione delle ferie maturate e non godute in tutto il pubblico impiego, scuola compresa…. L’attuale ordinamento (dlgs.297/94) prevede una scansione dell’anno scolastico che inizia il 1° settembre e termina il 31 agosto. All’interno dell’anno scolastico si svolgono tutte le attività didattiche ( attività d’insegnamento e funzionali all’insegnamento), dal 1° settembre al 30 giugno, salvo prosecuzione in luglio per gli esami di stato nel 2°grado.
Le attività didattiche sono comprensive delle lezioni secondo il calendario scolastico, definito a livello regionale, che stabilisce anche i periodi di sospensione (natale, pasqua, carnevale…). E’ sempre il contratto nazionale (comma9 art.18), consolidando norme di legge precedenti alla contrattualizzazione, a stabilire che il personale docente debba usufruire delle ferie durante i periodi di sospensione delle attività didattiche (mesi di luglio e agosto). Nella rimanente parte dell’anno , vale a dire durante le lezioni, le ferie sono consentite ai docenti per non più di 6 giornate lavorative e senza oneri aggiuntivi per le sostituzioni. Le citate norme contrattuali, nel rispetto di quelle ordinamentali, hanno tenuto conto con coerenza sia della specificità del settore, non assimilabile ad altri comparti pubblici, sia del particolare status dei docenti di ruolo e supplenti.
Quello che non è stato fatto con la spending review e con la legge di stabilità. Oltre allo sfregio d’invadere il terreno contrattuale, l’intervento legislativo ha dimostrato che non può tornare ad essere lo strumento più idoneo a regolare una materia contrattuale così complessa come quella delle ferie. Basta vedere come la pezza messa con la legge di stabilità si è dimostrata peggiore del buco creato con la spending review. Il divieto alla monetizzazione delle ferie per i supplenti, entrato dalla porta esce dalla finestra, perdendo per strada però tanti giorni quanti sono i periodi di sospensione, questa volta delle lezioni e non dell’attività didattica. Questa novità viene estesa anche al personale di ruolo,docente e ata, facendo strame degli attuali ordinamenti, di ogni specificità della scuola e della funzione docente.
I periodi di sospensione delle lezioni per la prima volta rientrano nel computo delle ferie godute, di fatto, come se fossero attribuite d’ufficio. Basti pensare che tra natale e pasqua, secondo i rispettivi calendari scolastici regionali, rientrerebbero nel computo delle ferie , mediamente 13-15 giorni. Quasi la metà. Tra l’altro l’innalzamento, proposto dal governo ma poi bocciato dal Parlamento, di ben 15gg di ferie (32+15= 47) per i docenti della secondaria in cambio di un aumento di 6h settimanali aggiuntive alle 18h d’insegnamento, avrebbe introdotto ulteriori disparità di trattamento. Ora mentre in due commi della legge di stabilità , 54-55, si sostengono tutte queste novità, col comma 56 si dice che le clausole contrattuali in contrasto verranno disapplicate a partire dal 1.9.2013, vale a dire col prossimo anno scolastico. Un rinvio voluto o una svista? … Più che innovatori e riformisti, i professori del governo Monti, si son dimostrati ancora una volta dei veri e propri pasticcioni….

ItaliaOggi – 15 gennaio 2013
“Ecco l'orario lungo per i prof. Stipendio più alto per chi si impegna pure il pomeriggio”
░ Il PD propone di aprire le scuole anche il pomeriggio e la Puglisi annunzia un piano straordinario per i precari. Alessandra Ricciardi intervista Francesca Puglisi, responsabile istruzione del partito.
A leggere le 15 pagine della proposta programmatica -«L'Italia giusta si prepara a scuola», da ieri pubblicata sul sito del partito democratico, sezione «le nostre idee»- si ritrovano vecchie conoscenze rimaste ampiamente sulla carta, come la scuola sempre aperta dell'epoca Fioroni, e nuove bandiere potenzialmente generatrici di scontro, come l'allungamento dell'orario di lavoro per i docenti. E il biennio unitario per le superiori, per garantire un effettivo obbligo di istruzione fino ai 16 anni, un piano straordinario per immettere in ruolo i precari e al tempo stesso un reclutamento per aprire ai giovani migliori laureati.
Domanda. Nella vostra proposta, figura anche un nuovo contratto con orari diversificati per i prof, con uno stipendio più alto e possibilità di carriera per chi decide di fare l'orario lungo. Non temete le polemiche … che hanno accompagnato la proposta di Profumo sulle 24 ore?
Risposta. Assolutamente no…. La norma di Profumo era fatta per aumentare l'orario di servizio in cattedra dei docenti, che così avrebbero rubato posti ai precari. La misura era finalizzata infatti a tagliare migliaia di posti di lavoro. Nel nostro caso invece l'orario di servizio rimane lo stesso, e ai ragazzi non si danno più ore di lezione frontale ma avranno la possibilità di frequentare la scuola anche il pomeriggio…
Domanda. Ma cosa faranno in più i docenti nell'orario pomeridiano rispetto ai colleghi dell'orario corto?
Risposta. R. Potranno prendersi cura della propria formazione, correggere i compiti in collaborazione con i ragazzi invece di farlo a casa, migliorare la didattica con gli studenti che hanno già in carico. E comunque sarà il contratto a disciplinarlo e non sarà mai una scelta obbligatoria. La stagione delle riforme imposte dall'alto è finita.
Domanda. I precari attendono da un governo Bersani la stabilità
Risposta. Rilanceremo un piano pluriennale di stabilizzazioni, come già fatto dal governo Prodi. C'è un'emergenza: le graduatorie ad esaurimento vanno esaurite. Puntiamo in primis a stabilizzare tutti coloro che lavorano sui posti vacanti, ovvero circa 50 mila persone.
Domanda. L'obiettivo di immettere giovani insegnanti nella scuola, reclutando solo i migliori laureati, non è in antitesi con la stabilizzazione dei precari?
Risposta. Sono due percorsi paralleli. Prevediamo un sistema di formazione e di reclutamento in cui i migliori laureati saranno selezionati per la formazione iniziale per poi fare l'anno di prova, superato il quale saranno immessi in ruolo.

latecnicadellascuola.it – 16 gennaio 2013
“Manca l'intesa tra Miur e Conferenza delle Regioni sul dimensionamento”
░ Il 15 gennaio si è svolto un incontro tra MIUR e OO.SS. sulla questione del dimensionamento della rete scolastica 2013/2014; l’intesa è mancata e per il personale si prospetta il mantenimento – non auspicabile - dell’art. 19 della legge n.111/2011 come modificata dalla legge 183/2011.
… I rappresentanti del MIUR hanno ribadito quanto contenuto nella nota del 28 dicembre 2012 ovvero che, “in assenza di intesa formale in sede di Conferenza Sato-Regioni ed Enti Locali per il prossimo anno scolastico, viene data indicazione agli uffici competenti di adottare un parametro medio di 900 alunni per istituto per la predisposizione del nuovo piano di dimensionamento.” Tale parametro tuttavia, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n.147/2012 e in assenza di intesa formale con la Conferenza, ha valore indicativo per cui ogni regione potrà valutare come meglio tenerne conto. Il fatto più importante però della mancata stipula dell’intesa consentirebbe di fare rimane comunque in vigore la norma (comma 5 dell’art. 19 della legge n.111/2011 come modificata dalla legge 183/2011) che prevede la non assegnazione del dirigente scolastico e del DSGA titolare nei casi in cui la scuola non raggiunga i 600 alunni o i 400 in casi particolari. Infine non si esclude il rischio che sul provvedimento che dovrà tradurre sul piano normativo la soluzione sopra richiamata il Mef possa esprimere rilievi negativi determinando l’applicazione della clausola di salvaguardia che potrebbe comportare un ulteriore riduzione dell’organico di dirigenti scolastici e DSGA…..

La Stampa – 17 gennaio 2013
“Piemonte: Sì ai test antialcol per maestri e prof La scuola in rivolta”
░ I controlli stabiliti da una delibera della Regione Piemonte (21-4814 del 22 ottobre scorso) riguardano gli insegnanti, i piloti d’aereo, i conducenti di treno e metrò, i responsabili di impianti, i chirurghi ecc.
I soldi che non ci sono «Le norme parlano di personale docente e non. Un salasso, un’incombenza che le scuole non possono permettersi», dice Gianni Oliva, preside dei licei classici Cavour e D’Azeglio, tra i primi ad indignarsi. «Io chiedo che se i controlli devono essere fatti, allora siano anche coperti con risorse. Se un insegnante dà segni di essere alcolista - prosegue Oliva - da sempre esiste la possibilità di richiedere la visita medico collegiale per destinarlo ad altra attività, il test non serve…». Gianni La Rosa, preside del Liceo artistico e musicale Passoni ha fatto i conti. E li ha inviati all’Ufficio Scolastico Regionale e alla Regione medesima: «Ho calcolato che per pagare il “medico competente”, i test in istituto e poi le eventuali analisi del sangue, sui tre anni - perché la “sorveglianza sanitaria” è prevista in un arco temporale triennale - mi occorrerebbero dodicimila euro: quattromila ogni annualità per controllare un terzo dei lavoratori ogni volta. Ho fatto richiesta di finanziamento alla Regione, dal momento che questa faccenda è una interpretazione locale di un’intesa Stato-Regioni».

www.latecnicadella scuola.it – 17 gennaio 2013
“TFA speciali, novità in vista ?”
░ Nella serata del 17 gennaio lo schema di Regolamento è stato trasmesso ai presidenti delle Camere perché li assegnino alle Commissioni per il parere (potrebbe essere dato ai primi di Febbraio); Subito dopo il Regolamento potrebbe essere finalmente firmato dal Ministro. Per quanto riguarda il servizio necessario per accedere ai TFA, potrebbe essere fissato in 360 giorni di servizio prestato.

Nel corso dell'incontro di oggi con i sindacati, Lucrezia Stellacci, capo dipartimento del Miur, ha chiarito che… i corsi potrebbero partire già dalla prossima primavera. Bisognerà, però, fare i conti con le norme attuative e con l'organizzazione delle Università. Da parte nostra rimangono forti dubbi sulla possibilità di effettuare i corsi entro il presente anno accademico.

www.latecnicadella scuola.it – 17 gennaio 2013
“Revisione classi di concorso, nuovo incontro il 18 gennaio. No della FGU GILDA.”
La Gilda degli Insegnanti dice no allo svilimento della professionalità dei docenti che si profila con il decreto sulle classi di concorso e chiede con forza di rinviare il provvedimento per consentire uno studio più approfondito su questo delicato argomento. …

Nessun'altra dichiarazione delle OO.SS. al momento in materia, Solo la Uil-Scuol ha riportato il seguente resoconto sull'incontro di oggi.
"Due, in particolare, sono gli aspetti evidenziati: la gradualità del passaggio dall'ordinamento vigente al nuovo e la necessità di non alimentare la formazione di nuovo precariato. Il Miur, accogliendo le proposte dei sindacati, ha prospettato la possibilità che la nuova impostazione delle classi di concorso abbia effetti ai soli fini del reclutamento legato ai futuri concorsi ordinari, lasciando inalterato il reclutamento legato alle graduatorie ad esaurimento. In prospettiva, inoltre, la riorganizzazione avrà effetti anche sul personale attualmente non inserito nelle graduatorie ad esaurimento ma i cui titoli mantengono validità ai fini della partecipazione alle procedure abilitanti….".

TuttoscuolA – 18 gennaio 2013
“Camusso (Cgil): innalzare l'obbligo a 18 anni”
░ La Cgil ritiene opportuno e urgente innalzare l’obbligo scolastico.
La proposta viene dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che intervenendo ad un convegno sulla scuola del sindacato di categoria Flc-Cgil, sottolinea che l'obbligo andrebbe "collocato naturalmente alla fine del secondo ciclo della scuola superiore, a 18 anni di età". Il fatto è che in Italia la scuola secondaria superiore finisce a 19 anni, non a 18…. Per finire a 18 anni occorrerebbe tagliare un anno o alla scuola di base (come propose a suo tempo Luigi Berlinguer) o alla secondaria superiore, soluzione ventilata nel 2001 all'inizio del quinquennio morattiano ma subito abbandonata. La prima soluzione (come anche l'anticipo dell'inizio della scuola a cinque anni) avrebbe tempi lunghissimi. La seconda sembra più praticabile, ma comporterebbe una nuova, radicale riforma dell'istruzione secondaria superiore.