Rassegna stampa

Recensioni dalla Stampa al 7 giugno 2013

 TuttoscuolaXXXVIII, 529, 2013 - 1/06/2013

"La professione degli insegnanti. Un profilo sbiadito"

░ Riportiamo, in parte, lo scritto (pp. 16-17)di Benedetto Vertecchi, studioso al quale spesso, in questa rubrica, facciamo riferimento. In questo scritto esprime una valutazione sulla proponibilità dei test usati in funzione preselettiva nel concorso a cattedra. Facendo anche riferimento aVisalberghi e Calonghi, i primi cultori italiani di docimologia scientificaVertecchispiega la necessità, per i valutatori, di distinguere tra il punteggio, quale si rileva in sede di misurazione, e la valutazione (che va riferita al target professionale delconcorso; senza questa distinzione, qualunque prova preselettiva andrebbe bene per qualunque concorso. Purtroppo, l’immagine professionale dei docenti, qual è nella mente dei responsabili politici dell’Istruzione, è ben lontana da quella che dovrebbero essere; da ciò, si sono indirettamente originate lemanchevolezze procedurali e certe sciattedecisioni, quale quella di infarcire le commissioni esaminatrici di gente comunque trovata, e di propinare (cioè, “donare)compensi ridicoli e offensivi ai commissari.

…. La prima selezione dei candidati al concorso per l’insegnamento è consistita nel sottoporli a una prova strutturata. Si chiedeva, per ciascuna domanda, di riconoscere la risposta corretta fra le quattro proposte. S’intende che le altre tre (distrattori) avevano solo l’intento di evitare un riconoscimento troppo facile. In breve, si trattava di una prova organizzata secondo il modello cosiddetto a scelta multipla, i cui primi esempi incominciarono a essere proposti all’attenzione dei cultori di problemi educativi, oltre mezzo secolo fa, da studiosi attenti agli sviluppi della ricerca educativa internazionale, e inspecial modo di quella valutativa, come AldoVisalberghi e Luigi Calonghi. Vale la pena di riprendere alcune delle riflessioni sulle qualiVisalberghi si soffermava in Misurazione e valutazione nel processo educativo (Milano, Comunità, 1955). Nella valutazione occorre distinguere, innanzi tutto, le procedure attraverso le quali si rilevano i dati relativi alle prestazioni fornite da chi è sottoposto alla prova (misurazione, o assessment) dal giudizio che si esprime a partire da tali dati (valutazione). La misurazione può essere più o meno accurata, effettuata in modo tradizionale o tramite il ricorso a strumentazioni di varia complessità. Tuttavia, è la valutazione che dà significato ai dati. In altre parole, il più perfezionato strumentario per la misurazione degli apprendimenti serve a poco se utilizzato prescindendo da una definizione accurata degli intenti dell’attività che si sta svolgendo, in funzione dei quali si procede all’espressione di un giudizio. Nel caso della selezione dei candidati all’insegnamento, l’attenzione dei commentatori, ma anche quella di molti dei candidati, si è rivolta soprattutto agli aspetti tecnici delle prove, al loro contenuto, al modo in cui i quesiti erano formulati…Se le medesime procedure di selezione, che comportano l’uso di uno strumentario affine, sono utilizzate in relazione a esigenze diverse, la prima conclusione cui si può giungere è che non si tratta di procedure per definire le quali abbia rilevanza l’attività che dovrà essere svolta. In pratica, se avessimo a disposizione le prove e disponessimo degli elenchi di chi ha raggiunto la soglia richiesta, ma non disponessimo di alcuna informazione di contorno (ovvero, non sapessimo che la prova è stata sostenuta nell’ambito di un concorso per il reclutamento di personale per le scuole), non saremmo in grado di delineare per quale ragione un così gran numero di persone abbia accettato di sottoporsi ad un rituale così stressante. Il profilo implicito nelle prove è, infatti, troppo sbiadito perché da esso si possa inferire che lo scopo da conseguire era quello di provvedere le scuole d’insegnanti. Ci si deve chiedere, allora, per quale ragione, dovendosi selezionare personale per svolgere funzioni che, almeno per alcuni aspetti, sono chiaramente definibili, si sia incominciato sottoponendo i candidati a una prova cui corrisponde un profilo del tutto sbiadito. Possiamo ipotizzare più risposte, che nel complesso offrono un quadro tutt’altro che positivo del nostro sistema educativo: - la prima è che lo Stato, dovendo assumere personale per le scuole, mostra di non avere nessuna fiducia nella certificazione degli studi che garantisce, riconoscendone il valore legale. La prova di selezione iniziale ha avuto, infatti, il carattere di un controllo del possesso di conoscenze di base, corrispondenti a un profilo di livello molto inferiore a quello nominalmente attestato dai titoli richiesti per la partecipazione al concorso. Se questo è vero, si dovrebbe incominciare col rivedere radicalmente i modi attraverso i quali le università certificano gli studi (e, ovviamente, anche l’organizzazione e i contenuti dei corsi di studio); - la seconda richiede che, a partire dalle domande, si individuino gli elementi che compongono la cultura desiderata per gli insegnanti. Si direbbe che ci si trovi di fronte ad una richiesta di conoscenza globalizzata, i cui elementi costitutivi sono, grosso modo, quelli sui quali da un paio di decenni insistono con particolare enfasi le analisi dell’Ocse. Il fatto è che tali analisi hanno come criterio di riferimento lo sviluppo economico e, come criterio valutativo, la considerazione di livelli delle prestazioni osservate nel breve periodo. Nel caso dell’insegnamento è difficile pensare che una logica di breve periodo possa costituire un criterio per la definizione di un profilo desiderato. Ciò per due buone ragioni: da un lato il profilo deve sostenere l’attività degli insegnanti in un tempo lungo, quello in cui svolgeranno la loro professione, dall’altro anche il profilo degli allievi dovrà essere pensato in funzione di esigenze che si manifesteranno in un tempo lungo, quello della vita; - c’è, infine una terza risposta, nella quale confluiscono anche molte delle considerazioni esposte per le altre due: si direbbe che non si consideri più l’insegnamento come una professione intellettuale, nella quale il sapere e il saper fare siano strettamente collegati. Si suppone che gli insegnanti dispongano di una cultura modesta, certificata da titoli cui si riconosce scarso credito, e di un minimo di sapienza professionale, almeno in parte acquisita partecipando ad attività delle quali sono responsabili le medesime istituzioni nei confronti delle quali si manifesta così scarsa fiducia. In altre parole, si sancisce il declassamento della professione degli insegnanti. Gli interventi sul funzionamento delle scuole da parte potere esecutivo, anche se apparentemente rivolti a favorire la modernizzazione del sistema educativo, costituiscono nei fatti la negazione dell’autonomia affermata sul piano dei principi. Gli insegnanti finiscono con l’assumere funzioni esecutive che non comportano la necessità di formulare un progetto originale, volto a indirizzare l’educazione verso traguardi desiderati.

 

░ A inizio di giugno, La Repubblica ha avviato,con tre articoli, una polemica sui bonus per le iscrizioni agli ateneiil giorno 3, la Ministro si è detta pronta ad apportaremodifiche al provvedimento ereditato: “i principi andranno rivisti nel calcolo e nell’applicazione”

larepubblica.it - 1/06/2013

Maturità, così i 'bonus' per il numero chiuso. Prime proteste: "Cambiano da scuola a scuola"

Con quale punteggio occorrerà diplomarsi per ottenere il "bonus"-maturità previsto da Profumo? Non sono stati ancora pubblicati e già fanno discutere criteri che consentiranno agli studenti più bravi di raggranellare con il voto d'esame qualche punto per l'accesso alle facoltà a numero chiuso. Secondo il decreto dello scorso 24 aprile, per collegare la carriera scolastica all'accesso alle facoltà a numero programmato a livello nazionale, gli studenti dell'ultimo anno delle scuole superiori che conseguiranno il diploma con almeno 80 centesimi potranno guadagnare da 4 a 10 punti che sommeranno all'esito del test nazionale per l'ammissione alle facoltà di Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e Professioni sanitarie. Da quest'anno, infatti, la valutazione dei test d'ingresso nazionali cambia e sarà espressa in centesimi: 90 punti al quizzone che fa impazzire migliaia di aspiranti e 10 punti al diploma di maturità La nuova norma rischia di creare polemiche per le possibili disparità tra gli studenti: infatti in ogni scuola i punti di bonus verranno assegnati secondo parametri diversi. Il meccanismo di calcolo previsto dal provvedimento di Profumo prevede che il bonus "viene attribuito esclusivamente ai candidati che hanno ottenuto un voto di maturità almeno pari a 80/100, rapportato alla distribuzione in percentili dei voti ottenuti dagli studenti che hanno conseguito la maturità nella stessa scuola nell'anno scolastico 2011/12". Tradotto: Per avere ad esempio il massimo - 10 punti - occorrerà diplomarsi con un punteggio che l'anno scorso è stato superano soltanto dal 5 per cento degli studenti della medesima scuola. Mentre per ottenerne 8 di punti occorrerà raggiungere o superare il punteggio superato dal 10 per cento degli studenti dell'anno scorso. E così via. Il risultato di questo calcolo, ovviamente, saranno diversi, e potranno dare luogo ad incongruenze: due studenti che si diplomano in due scuole differenti con lo stesso punteggio potranno ottenere due bonus diversi a seconda della media dei voti della scuola che hannofrequentato.

 

larepubblica.it - 2/06/2013

Il pasticcio del bonus per la maturità licei penalizzati, favoriti tecnici e private

Il bonus-maturità fa precipitare la scuola nel caos. E rischia di travolgere i test di ammissione a medicina che quest’anno inizieranno il 23 luglio. Un ragazzo che si diplomerà con 85 centesimi riuscirà a strappare 10 punti di bonus per l’accesso alla facoltà, mentre al compagno di una scuola a poche decine di metri di distanza – o di un’altra città italiana – non basterà diplomarsi con 100 e lode per avere lo stesso bonus. Possibile? Stando al decreto varato lo scorso aprile dall’ex ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, sembra proprio di sì. Da quest’anno, la carriera scolastica si lega a doppio filo con l’accesso alle università a numero chiuso: medicina, odontoiatria, veterinaria, architettura e professioni sanitarie. In palio, per coloro che conseguiranno il diploma almeno con 80 centesimi, ci sono 4, 6, 8 o 10 punti di bonus da sommare all’esito del test di ammissione all’università che verrà valutato in novantesimi. Ma il meccanismo messo in piedi dall’ex ministro, Francesco Profumo, per l’attribuzione del bonus- maturità rende meno “pesanti” i voti alti conseguiti alla maturità in quelle scuole dove l’anno precedente sono fioccati i 100 e i punteggi vicini al top. Viceversa, un voto più basso conseguito in una scuola dove l’anno precedente vi furono pochi cento dà diritto a un bonus maggiore. Così, studenti che a luglio si diplomeranno con voti più bassi di altri riusciranno a ottenere bonus più alti, e studenti che si diplomeranno con gli stessi voti avranno bonus completamente diversi: zero punti o addirittura 10. L’idea, in origine di un altro ex inquilino di viale Trastevere, Giuseppe Fioroni, poi ripresa daMariastella Gelmini, è quella di valorizzare la carriera scolastica per l’accesso all’università. …Il neoministro Maria Chiara Carrozza e il suo staff nelle prossime ore potrebbero congelare tutto.

larepubblica.it - 2/06/2013

“È un sistema sbagliato che danneggia i più bravi”

«Sono senza parole. Con questi criteri si crea un sistema iniquo che finisce per penalizzare il merito ». Rimane basita Ivana Uras, preside del liceo scientifico Newton di Roma, di fronte alle tabelle che definiscono scuola per scuola il bonus maturità. Se il prospetto non verrà modificato, nella sua scuola raggiungere i 10 punti di bonus per il test di ingresso alle facoltà a numero chiuso sarà praticamente impossibile. Per averne 4, servirà almeno un 90, mentre per gli alunni di altre scuole superiori della città — ad esempio dello scientifico paritario Pirandello — basterà un 70… «Così si rischia di alimentare disparità che nulla hanno a che vedere con i risultati, appunto di merito, ottenuti dai singolistudenti Così si penalizzano gli istituti che l’anno precedente hanno avuto i risultati migliori. L’esito brillante dei maturandi di un anno diventa un handicap per quelli dell’anno successivo, che dovranno sudare molto di più per ottenere un bonus che gli alunni di altri istituti potranno raggiungere con voti più bassi».

 

Tuttoscuola - 3/06/2013

"On line le le commissioni della maturità. E gli studenti cercano"

http://www.istruzione.it/commissioni/index.htmlè l’indirizzo per consultare gli elenchi delle commissioni degli esami di Stato conclusivi dei corsi di istruzione secondaria di secondo grado.

… Secondo un sondaggio di Skuola.net, ora che i commissari esterni hanno finalmente un nome e un cognome, 4 studenti su 5 si metteranno immediatamente alla ricerca di informazioni su di loro. Infatti, sapere che tipo di carattere ha l'insegnante che ci si troverà di fronte nei giorni dell'esame, quali sono gli argomenti che chiede agli studenti con più frequenza, la sua eventuale fede politica e, perché no, magari anche quella religiosa, può aiutare i maturandi ad affrontare la prova nel migliore dei modi o, per lo meno, ad andare all'esame con più tranquillità. Tra i metodi di “spionaggio” utilizzati dagli studenti, vince senza dubbio uno dei più tradizionali: la richiesta di informazioni direttamente ai propriprofessori. Facebook e, più in generale, i Social network, sono tra i principali alleati dei aspiranti al diploma. 

 

ItaliaOggi 4/06/2013

" L'e-book a scuola può attendere"

░ Gli editori di testi scolastici si mobilitanocontro il decreto Profumo sui libri elettroniciadozionaliSi complica una questione che sembrava bene avviata. L’adottabilità esclusiva di testi reperibili on line o corredati con supporto digitale è stata preventivata da tutti i titolari recenti del dicastero di vialeLungotevere, e sembrava avere il gradimento degli editoriAdesso, però, che i tetti ministeriali di spesa scono stati modificati,gli editori dicono che i conti non tornano. Non hanno fatto in tempo, o saputo, riconvertire le politiche editoriali.

…L'associazione italiana degli editori, Aie, ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro il decreto n. 209 del 26 marzo scorso sull'introduzione dall'anno scolastico 2014/2015 dei libri di testo in versione interamente digitale o mista, costituita quest'ultima da un testo cartaceo e da contenuti integrativi digitali, sia per l'eliminazione della gradualità prevista dalla legge sia per l'arbitraria riduzione dei limiti, entro i quali i collegi docenti delle scuole secondarie devono contenere la spesa a carico delle famiglie per l'acquisito dei libri di testoIl decreto legge 179 del 2012 prevedeva una gradualità nell'introduzione di libri interamente digitali o misti, giacché stabilisce che il relativo obbligo sia «progressivamente» operativo solo a partire dal 2014/2015, solo per le nuove adozioni e solo per le classi prima e quarta della scuola primaria, prima della scuola secondaria di primo grado e prima e terza della scuola secondaria di secondo grado. In questo modo occorrono tre anni scolastici perché l'obbligo sia generalizzato a tutte le classi di tutti gli ordini di scuola, andando quindi a regime dal 2016/2017. Invece l'art. 1 del decreto Profumo, mentre conferma che l'obbligo di adozione di libri in versione interamente digitale o mista decorre per le anzidette classi dal 2014/2015, ridurrebbe la progressività di un anno, con la conseguenza che la sua generalizzazione a tutte le classi verrebbe anticipata all'anno scolastico 2015/2016. … E quanto ai tetti di spesa il decreto Profumo prevede una riduzione del 30%, libri in versione interamente digitale, e del venti per cento, libri in versione mista. Poiché attualmente la spesa delle prime classi di scuola secondaria si aggira sui trecento euro, il risparmio per le famiglie varierebbe dai 60 ai 90 euro, che è illusorio pensare bastino per acquistare e rinnovare la dotazione tecnologica per l'utilizzazione dei libri digitali. Secondo l'Aie, non è vero che il passaggio al digitale comporta un abbattimento dei costi di produzione: «al contrario esso richiede altre professionalità e altri costi e sconta un'Iva di 17 punti percentuali 

 

Il Sole 24Ore - 5/06/2013

" Università, i rettori chiedono di congelare il bonus maturità. Il ministro studia il riordino degli atenei telematici"

░ Dopo le proteste degli studenti, anche i rettori delle università si dicono preoccupatidal possibile impatto del bonus sui test d'ingresso per i corsi di laurea a numero programmato. Intanto la ministro Carrozzanomina una commissione per studiare il riordino delle università telematiche per tutelare la qualità dell'offerta formativa; la commissione presenterà una relazione al ministro, entro due mesi.

La vicenda del bonus maturità continua a tenere banco in questi giorni dopo l'emanazione del decreto del 24 aprile n. 334 che disciplina la materia e alla pubblicazione delle tabelle che spiegano come convertire il voto di maturità in punti bonus. «Occorre probabilmente una fase di riflessione in più prima di dare piena attuazione a quella parte del provvedimento che - osserva il presidente dei rettori della Crui, Marco Mancini - si occupa del punteggio correlato alla maturità e distribuito in maniera differente da scuola a scuola, fermo restando che lo spirito meritocratico nei confronti della carriera scolastica è assolutamente condivisibile». «La cosa più opportuna da fare - afferma il numero uno dei rettori - sarebbe un intervento normativo che bloccasse, come già avvenne in passato, l'applicazione immediata del provvedimento con riferimento ai dieci punti della maturità e consentisse di rivederne la complessa disciplina dei punteggi nelle scuole e altri elementi caratterizzanti». 

 

La Repubblica 6/06/2013

Fuga dai test di medicina e architettura “La prova a luglio fa crollare le iscrizioni”

░ Il calo delle domande di iscrizione sembra accentuarsi, quest’anno.

Gli studenti italiani, in attesa di maturarsi, già sono scappati dai test d’accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso, da quest’anno previste subito dopo l’esame di Stato. Per la prima volta dalla sua introduzione (1990), gli iscritti alla prova selettiva di Medicina sono in calo, in netto calo. Ad Architettura, addirittura, a un giorno dalla chiusura delle iscrizioni le richieste sono in media la metà  Certo, si possono trovare spiegazioni in ragionamenti fatti sul futuro: un dipartimento è a numero chiuso perché ci sono troppi laureati in quella specialità in giro per l’Italia, e quindi poco lavoro disponibile. L’architettura, da noi, è un mestiere inflazionato e sottopagato. Ma in realtà il test flop ha ragioni più contingenti, legate al recente “bonus maturità”, l’ultima legge del penultimo ministro, Francesco Profumo. … Le risposte a quiz di quest’anno sono state anticipate da inizio settembre al 23-25 luglio. Domani si chiudono le iscrizioni alle facoltà a numero chiuso. Gli stessi atenei, che nelle ultime stagioni stanno provando a fare orientamento con largo anticipo presentando la loro offerta direttamente nei licei e negli istituti tecnici, quest’annohanno dovuto organizzare l’accoglienza in tempistrettissimi Il rettore della Sapienza, l’università più grande d’Europa, già ha chiesto un congelamento del “bonus Maturità”… La Conferenza dei rettori ha ribadito il concetto — poche domande quest’anno — e la richiesta: fermiamo il pacchetto “bonus maturità”…. Il neoministro Maria Chiara Carrozza segue preoccupata la situazione. Ha già detto che interverrà sul bonus maturità e, in particolare, a fine settimana rivedrà il meccanismo dei punteggi riducendo l’impatto del voto dell’esame di Stato rispetto alla valutazione del test. Con un decreto ministeriale probabilmente si dimezzeranno i “bonus” (oggi fissati, appunto, tra 4 e 10). Ma al ministero stanno valutando anche le date dei test.

 

http://www.tecnicadellascuola.it 7/06/2013

Organici del personale A.T.A. per l’a.s.2013/2014

░ Il 4 giugno scorso, il MIUR ha presentato alle OO.SS. una Nota (n. 5607 - 5 giugno 2013)con allegate le tabelle concernenti la ripartizione dei posti di organico di diritto per i diversi profili del personale a.t.a. E’ previsto un incremento di 500 postinell’organico di diritto.

L’organico di diritto per l'a.s. 2013/14 prevede 205.467 posti, con un incremento di 500 posti rispetto all’ipotesi presentata in avvio di confronto (150 assistenti amministrativi, 100 assistenti tecnici e 250 collaboratori scolastici). Allo schema di decreto sono allegate le tabelle 1, 2, 3a, 3b, 3c, concernenti la determinazione degli organici di istituto, e le tabelle A, B, C, D, E ed F relative ai contingenti regionaliCome prescritto dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, la consistenza dell’organico di tutti i profili professionali, viene mantenuta a livello nazionale secondo le quantità previste dal Decreto Ministeriale relativo all’anno scolastico 2011/2012, ad eccezione del profilo professionale del dsga, che per effetto del dimensionamento della rete scolastica, per il prossimo anno scolastico è in leggero aumento.

Lo schema di decreto prevede che i dsgatitolari nelle istituzioni scolastiche sottodimensionate partecipino alla mobilità in qualità di soprannumerari, al fine della assegnazione di una nuova sede di titolarità per l’anno scolastico 2013/2014. La determinazione dei posti da istituire nonché degli incarichi da conferire ai DSGA di ruolo per la conduzione di altra istituzione scolastica saranno gestite esclusivamente nella fase di adeguamento dell’organico di diritto alla situazione di fatto.