latecnicadellascuola.it - 08/06/2013
" Cala la spesa per gli insegnanti: meno il 2%"
░ Il Sole 24Ore ha documentato come il costo medio previsto per il personale della Scuola sia il più basso di tutto il pubblico impiego.
…Le misure adottate negli ultimi anni, spiega il giornale della Confindustria, a cominciare dal blocco del turn over e dalle limitazioni degli incrementi retributivi, hanno prodotto, si legge nel budget dello Stato, «una contenuta, ma significativa contrazione del costo del personale tra le previsioni 2013 e 2012». Una riduzione del 2,21% pari, in valore assoluto, a 1.689.941.000 di euro, alla quale «contribuiscono, in modo determinante – sottolinea la Ragioneria generale – i costi per le retribuzioni che presentano una contrazione del 2,13% pari a 1.590.181.000 di euro». In modo particolare un alleggerimento sulle retribuzioni degli statali «è attribuibile prevalentemente al Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, che pur presentando una riduzione poco significativa a livello di amministrazione (1,92%), riconducibile ad una diminuzione degli Anni persona, incide significativamente sul totale costi delle Amministrazioni centrali». Proprio sul versante delle retribuzione emerge che per quest'anno il costo medio previsto per il personale del ministero dell'Istruzione è il più basso di tutto il comparto ministeri: 39.436, contro il 43.533 del personale del ministero del Lavoro, i 48.296 di quello del ministero delle Politiche agricole o i 57.799 euro del ministero della Salute, che guida la classifica.
larepubblica.it - 09/06/2013
Numero chiuso, si cambia “Niente test dopo la Maturità dal 2014 li faremo ad aprile”
░ La nuova decisione della Ministro: a settembre le prove selettive. Il ministro Carrozza ha deciso: niente anticipazioni dei test, si torna alle prove a settembre…. E risponde ad altre domande dell’intervistatore; per l’ex ministro Profumo ha stima: Sul concorso pubblico ha avuto coraggio !
D. Cosa ne pensa del numero chiuso all’università, ministro?
«In Italia è necessario, per due motivi. L’accesso ad alcune professioni va contingentato rispetto ai bisogni del paese: spesso formiamo persone che poi vanno a esercitare all’estero. Il numero chiuso è legato alla disponibilità di attrezzature: non si può aumentare indiscriminatamente il numero degli studenti, ogni ragazzo ha diritto a insegnamento di qualità».
D. Perché i test d’ingresso al primo anno? Perché tagliare le gambe a un aspirante medico o architetto su quiz di cultura generale e di logica?
«In altri paesi europei la selezione si fa all’inizio del secondo anno, quando le matricole iniziano a capire le loro attitudini allo studio delle materie. Si può valutare anche da noi, ma questa riforma richiederebbe un periodo lungo».
D. Ha detto che senza fondi si dimette da ministro.
«Sto trovando grande attenzione da parte del governo sulle questioni della scuola. Non mi dimetto».
D. Ha detto due cose, in commissione Senato, che le hanno garantito il plauso dei sindacati. Non capitava da anni.
«Ho detto che non si fanno buone economie sulla scuola bloccando il turn-over. La scuola ha bisogno di certezze, programmazione e insegnanti giovani. Poi ho detto che intendo varare un piano triennale di assunzioni per il 2014-2017, periodo che prevede 44 mila pensionamenti… Ci sarà il giusto equilibrio tra assorbimento del personale precario e concorso pubblico… Ho rispetto per Profumo e le sue scelte. Sul concorso pubblico ha avuto coraggio».
Il Messaggero - 09/06/2013
Il rettore Frati: «La proroga è un toccasana ma il sistema va riformato»
░ Bene accolta la decisione della Ministro Carrozza di spostare a settembre le prove di accesso alle facoltà a numero chiuso. Ce ne sono inutilmente troppe, rilevano gli studenti
… Il rettore della Sapienza Luigi Frati promuove lo slittamento dei test annunciato dal ministro Carrozza: «Per fortuna è arrivata la proroga. Una scelta corretta, ma solo come primo passo, perché il sistema dei quiz va riformulato integralmente. Questa revisione però deve avvenire senza fretta. Serve un metodo più obiettivo, sarebbe utile mettere in correlazione il voto ottenuto da uno studente in una materia a scuola con quello ottenuto nella stessa disciplina nel test …. Dopo avere ottenuto il rinvio delle date nazionali dei test d’accesso, i sindacati studenteschi ora chiedono al ministro Carrozza di aprire una riflessione sul sistema dell’accesso programmato. «… Alla base di questo crollo delle iscrizioni c’è sicuramente il proliferare degli sbarramenti anche nelle facoltà per cui il Ministero dell’Istruzione non pone nessun vincolo».
corrieredellasera.it - 10/06/2013
«Portare gli studenti in azienda. E’ la formula del successo tedesco»
░ Intervista a frau von der Leyen, madre di 7 figli e ministra tedesca del Lavoro e Affari sociali, nel governo di Angela Merkel.
D. Frau von der Leyen, il presidente della Bce, Mario Draghi, ha definito «inaccettabile» la disoccupazione giovanile. I giovani perdono fiducia nel futuro. È a rischio la costruzione europea?
«Questa è una sfida enorme per la Ue, se non una minaccia, perché ogni società deve poter dare prospettive alla prossima generazione. Ma la disoccupazione giovanile mette anche pressione sulle famiglie. Una prima risposta è la youth guarantee, una garanzia per offrire entro 4 mesi a ogni giovane che resta senza lavoro o lascia la scuola, un lavoro, un'opportunità di formazione o la possibilità di tornare a studiare. Ma poi serve ben altro… Abbiamo bisogno di un'iniziativa per la crescita nei Paesi che hanno una grande disoccupazione giovanile, come la Grecia, la Spagna, il Portogallo e l'Italia. Dobbiamo creare possibilità d'impiego sostenibili. Per questo abbiamo bisogno di un moderno sistema di formazione professionale duale per i giovani e dobbiamo combattere la stretta creditizia, che soffoca le piccole e medie imprese…
D. Cosa si può fare nel breve periodo?
«In alcuni Paesi, come la Germania, ci sono posti di lavoro vacanti, i datori di lavoro cercano giovani che desiderano apprendere un mestiere. Altrove, molti giovani cercano lavoro, questo lo dobbiamo mettere insieme. In Europa c'è libertà di movimento, e bisogna usarla. Solo la lingua è una barriera. Il mio ministero ha investito 140 milioni per offrire ai giovani europei corsi di tedesco e coprire i costi di viaggio per partecipare a un programma di training retribuito di 8 settimane in Germania. L'obiettivo è che alla fine concludono un contratto di formazione o di lavoro. La domanda più alta per usufruirne arriva proprio da Spagna, Portogallo, Grecia e Italia… A chi è disoccupato per prima cosa offriamo un lavoro o un corso di formazione, in passato c'era solo il sussidio. Il personale dei servizi all'impiego è tenuto ad eliminare gli ostacoli che ci sono tra la persona disoccupata e il posto di lavoro. Per esempio, i genitori possono ricevere assistenza per i figli piccoli. Dal primo agosto entrerà in vigore una legge che garantisce un posto all'asilo a tutti i bambini di almeno un anno di età»….
D. Come funziona la formazione professionale duale tedesca?
«È alla base del nostro successo attuale. La metà dei ragazzi tedeschi frequenta un corso di formazione professionale. Abbiamo 340 vocazioni diverse, dall'infermiere al bancario, dal meccanico all'elettronico. È una combinazione di teoria e pratica: tre giorni alla settimana di training in azienda e due giorni in aula. E il certificato professionale, al completamento dei 2 o 3 anni di formazione non esclude la possibilità di frequentare l'università in seguito. Alcuni Ceo di successo hanno cominciato così. Ma non è solo un sistema tedesco, esiste anche in Austria e in Svizzera. Alla base c'è una partnership tra pubblico e privato, perché le imprese devono offrire i posti e pagare la retribuzione dei giovani, e poi serve un ente che gestisca i certificati, in Germania lo fa la Camera di Commercio. Oggi in Germania sono scoperti un milione di posti di lavoro e 33 mila posti di formazione professionale. Abbiamo bisogno di immigrazione qualificata in Germania, e per questo dobbiamo utilizzare il mercato del lavoro europeo».
ItaliaOggi - 11/06/2013
"Pensioni, Fornero al palo"
░ Franco Bastianini fa il punto sulle prospettive immediate che si aprirebbero per circa 4000 mila dipendenti della Scuola ai quali verrebbe riconosciuto il diritto di accedere al trattamento pensionistico con i requisiti richiesti e posseduti al 31 agosto 2012. Sulla legittimità della norma che li ha esclusi dal beneficio, sentenzierà la Consulta.
Quella che inizierà il 17 giugno sarà una settimana di passione per le migliaia di docenti e di personale Ata della scuola per i quali la riforma Fornero aveva escluso dalla possibilità di poter fare valere, ai fini dell'accesso al trattamento pensionistico, i requisiti anagrafici e contributivi richiesti dalla previgente normativa perché non posseduti alla data del 31 dicembre 2011. L'ufficio di presidenza della commissione lavoro della camera ha posto all'ordine del giorno dei lavori la proposta di legge n. 249, presentata il 15 marzo 2013, primo firmatario Manuela Ghizzoni (Pd). E un impegno a risolvere il problema è stato espresso anche dal ministro Carrozza, nel suo intervento programmatico davanti al parlamento. La proposta di legge, costituita di soli due articoli, prevede che le disposizioni in materia di requisiti per accedere al trattamento pensionistico di anzianità e/o di vecchiaia e di regime delle decorrenze vigenti prima dell'entrata in vigore dell'art. 24, comma 14 del decreto legge 201/2011 (per la pensione di anzianità non meno di sessanta anni di età e trentasei di contribuzione, o indipendentemente dall'età anagrafica, quaranta anni di contribuzione; la pensione di vecchiaia sessantacinque anni di età per gli uomini e sessantuno per le donne, unitamente a non meno di venti anni di contribuzione), devono essere estese anche al personale della scuola che ha maturato tali requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012. Quanto alla copertura finanziaria di tale estensione, è indicata in un contributo di solidarietà dell'1 per cento sulla parte di reddito superiore al limite di 150.000 euro lordi annui…. Intanto la Corte Costituzionale ha fissato al prossimo 19 novembre l'udienza, su ricorso della Cisl scuola davanti al giudice del lavoro, per accertare l'eventuale incostituzionalità della norma Fornero.
larepubblica.it - 12/06/2013
" Bonus maturità legato ai voti medi della classe ecco le nuove regole per i test a numero chiuso"
░ La ministro Carrozza dopo le polemiche cambia i criteri: dieci punti solo a chi si diploma con 100 e lode.
Il bonus-maturità continua a far discutere. Il ministero cerca di renderlo un po’ equo, ma restano perplessità per un sistema che ancora non convince del tutto… Il nuovo bonus — per coloro che tenteranno di entrare a Medicina e Odontoiatria, Veterinaria e Architettura — partirà da un punto e non più da quattro come quello pensato dall’ex ministero dell’Istruzione, Francesco Profumo. E continuerà di punto in punto fino a dieci, che verrà assegnato esclusivamente ai cervelloni con 100 e lode. … Cambia il criterio di assegnazione, che dipenderà dalla distribuzione dei voti della singola commissione. Un meccanismo che farà comunque corrispondere allo stesso voto bonus diversi non solo da scuola a scuola ma anche all’interno dello stesso istituto: da commissione a commissione. … Resta l’obbligo, per accedere al bonus, di conseguire il diploma con almeno 80 centesimi e viene introdotto un meccanismo, che prima mancava, per assegnare il punteggio anche a coloro che si sono diplomati negli anni precedenti e vorranno tentare di entrare a Medicina quest’anno. … Gli oltre 96mila studenti che si sono già iscritti dovranno ripetere l’intera procedura perché il decreto che esce oggi sostituisce quello precedente. Le date, prima previste a luglio, sono state spostate a settembre: il 3 per architettura, il 4 settembre per le Professioni sanitarie, il 9 settembre per Medicina e Odontoiatria e il 10 per Veterinaria. La graduatoria per Medicina e le altre facoltà a numero chiuso resta nazionale….
corrieredellasera.it - 13/06/2013
"Maturità, i nuovi bonus Il punteggio massimo solo a chi prende la lode"
░ Mariolina Iossa riporta il nuovo regolamento per l’attribuzione del bonus, pubblicato nel sito del Miur il 12 giugno.
…Si è chiusa ieri, almeno per quest'anno, la vicenda dei contestatissimi «bonus maturità». I 10 punti, cioè il massimo, saranno concessi soltanto a chi prende anche la lode. Da uno a nove punti di «bonus» andranno invece a chi avrà ottenuto, alla maturità, da 80 a 100… Il voto deve anche essere non inferiore all'80esimo percentile della distribuzione dei voti della propria commissione d'esame assegnati quest'anno…. Ieri è arrivato il decreto, che oltre a rivedere il bonus, rinvia le date dei test di ammissione alle università a numero programmato: non più a luglio come deciso dal predecessore Profumo, ma di nuovo a settembre, il 3 per veterinaria, il 4 per le professioni sanitarie, il 9 per medicina e odontoiatria e il 10 per architettura. Il ministro comunque ha detto che il bonus «verrà sicuramente modificato per il futuro» e che rinvio delle date dei test e «bonus maturità» così come sono decisi nel decreto firmato ieri, varranno soltanto per quest'anno. Dal prossimo si cambierà di nuovo. Carrozza vuole continuare sulla strada dell'anticipo dei test per l'ingresso alle facoltà a numero programmato, secondo l'idea del suo predecessore. Non a luglio, per non farli coincidere con gli esami di maturità ma ad aprile, ancora lontani dall'esame di Stato. In questo caso, tuttavia, è evidente che anche il bonus dovrà essere completamente modificato, di sicuro non potrà più essere legato al voto di maturità …
larepubblica.it - 13/06/2013
“I baroni rubano il posto a noi ricercatori” in ateneo scoppia la battaglia delle generazioni
░ Prima o poi la questione del baronaggio universitario in Italia doveva esplodere. Certi atenei vivono fuori dal tempo, cristallizzati nell’epoca feudale, con rettorati gerontocratici e cattedre all’insegna del nepotismo dinastico. Hic manebimus optime, così può sintetizzarsi il programma di certi accademici; evidentemente, non sempre la saggezza si coniuga alla sapienza. Tuttavia, ne conosciamo anche di altro tipo, docenti che della propria cultura traggono il senso più autentico: quello di “coltivare” maestri altri e migliori, se possibile; sanno che senza questa transizione generazionale, la loro stessa cultura non ha scopo.
I professori universitari chiedono di poter continuare a lavorare anche oltre l’età della pensione. E scoppia di nuovo la guerra dell’età. Negli atenei di tutta Italia le richieste arrivano a decine: da Milano a Palermo, tra gli ordinari nati nel 1943 è partita la corsa per usufruire del bonus di due anni di lavoro in più. Cosa che, chiaramente, farà slittare in avanti gli ingressi dei giovani ricercatori in attesa di un contratto. A stabilirlo è stata una sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale un articolo della Legge Gelmini e che ha ristabilito la possibilità di rimanere in servizio per due anni oltre la soglia dei 70. Adesso, chi è vicino all’età della pensione può compilare una richiesta motivata e presentarla in ateneo: sarà il senato accademico, in ultima istanza, a decidere se il docente potrà rimanere in servizio o meno. Nella maggior parte delle università, l’orientamento è quello di respingere al mittente le richieste. Al Politecnico di Torino i vertici accademici stanno prendendo posizione per non consentire la proroga, mentre all’Alma Mater di Bologna è esplosa una polemica tra giovani ricercatori e prof, con il rettore Ivano Dionigi che ha invitato il corpo docente ad avere una maggiore «attenzione alle attese delle nuove generazioni ». E se all’università di Palermo le domande — arrivate principalmente da Giurisprudenza e Lettere — verranno con buona probabilità cassate, alla Bicocca di Milano lo stop sarà automatico per motivi di organico... Uno dei rischi legati all’arrivo di questa valanga di richieste è quello di affievolire ulteriormente le speranze dei giovani in attesa di un posto: per loro già adesso vale la regola per cui solo uno diventa ordinario ogni cinque che escono. «Ci avevo provato — ha commentato Maria Stella Gelmini, ex ministro dell’Istruzione che nella sua riforma aveva abolito la proroga — così si blocca il ricambio generazionale: adesso chi sta fuori rimane precario ancora un po’». Molti ricercatori sono già sul piede di guerra. …
latecnicadellascuola.it - 14/06/2013
"Sta franando il concorso a cattedre"
░ L’annuncio del ministro Profumo (il coniglio dal cilindro), il contenuto del bando, la scelta cervellotica circa i contenuti della prova preselettiva, le disposizioni sui compensi ai commissari, le procedure attuate, il contenzioso sollevato (e le ripetute vittorie dell’ANIEF), il ricorso a commissari qualunque: ad ogni tappa di questo gioco dell’oca, una nuova sorpresa. Ma i giovani precari non hanno animo di giocare. Quanto sinceramente vorremmo non averlo previsto. Ed ecco l’ultima.
Il Piemonte le prove orali rimandate a settembre per difficoltà nel reperimento di esperti di lingua straniera e di informatica. Non è da escludere un effetto domino in altre regioni, prima di tutto la Toscana. Il testo del comunicato diramato in queste ore dall'Ufficio scolastico regionale del Piemonte è quasi incredibile. Lo riportiamo integralmente: "A seguito della difficolta’ riscontrata da questo ufficio scolastico regionale nel reperire i componenti da aggregare alle commissioni giudicatrici che, nelle prove orali, devono procedere all’accertamento delle conoscenze informatiche e delle lingue straniere, le prove orali per le procedure concorsuali per la scuola primaria e per la scuola dell’infanzia sono rinviate successivamente al periodo estivo". Il significato è dirompente ma assolutamente inequivocabile: le prove orali sono sospese e riprenderanno a settembre. I docenti vincitori di concorso, quindi, non potranno prendere servizio il 1° settembre, come dal Ministero si sono invece sempre affrettati ad assicurare…. A questo punto l'effetto domino potrebbe essere inevitabile: anche in altre regioni potrebbe diventare difficile "convincere" docenti ed esperti a far parte quasi gratuitamente delle commissioni di concorso.
l’Unità - 15/06/2013
" Carrozza: la scuola torna centrale per il governo"
░ Dichiarazione ottimistica della ministro della Pubblica Istruzione a Firenze, dinanzi a una platea del Pd: la Scuola, centrale per il governo.
Piano piano vogliamo riportare la scuola al centro delle strategie del governo sia anche in funzione dell’occupazione giovanile». Da un convegno del Pd toscano a Firenze la ministra della Pubblica istruzione, Maria Chiara Carrozza, ribadisce la centralità del tema dell’istruzione, dopo le polemiche esplose nelle scorse settimane all’interno del governo a proposito delle scarse risorse destinate al settore. Scuola come chiave, anche per costruire il futuro in termini di sviluppo. «Per la scuola ha aggiunto Carrozza bisogna definire le priorità e poi individuare una serie di interventi. Ne stiamo discutendo con il Consiglio dei ministri ha aggiunto e con il ministro dell’Economia». La ministra ha ribadito la necessità di «puntare sull’alternanza scuola-lavoro, sulle scuole professionali e su tutti i percorsi che vedono uno scivolo verso il lavoro. Dobbiamo vedere la scuola come uno strumento per l’occupazione». Una delle questioni centrali riguarda le strutture: «Dal bando all’assegnazione, fino al cantiere occorre troppo tempo e bisogna velocizzare il processo per l’edilizia scolastica. Su questo fronte, ha aggiunto Carrozza, «da una parte stiamo lavorando alla semplificazione e alla sburocratizzazione del processo per gestire i finanziamenti che già sono stati dati; dall’altra stiamo pensando a una valutazione dei fondi immobiliari, e con la presidenza del Consiglio anche ad una misura di finanziamento alle nuove scuole anche attraverso la Banca europea degli investimenti». Altro tema, l’esame di maturità: «Vedo l’esame di maturità molto importante nell’ambito del percorso dei ragazzi, perchè è una tappa fondamentale che ricorderanno per tutta la vita. È importante ha sottolineato che gli studenti facciano l’esame di maturità pensando anche a cosa si vuol fare dopo. Ecco perchè è importante che il nostro Paese investa sull’orientamento». Ancora più esplicita, a questo proposito, la ministra in un’intervista a un settimanale: «Bisogna ripensare sia l’esame, sia l’ultimo anno delle superiori». E ancora: la digitalizzazione è ineludibile, ma non è al primo posto. In quanto alle donazioni private, si dice favorevole: non a caso, alla scuola superiore Sant’Anna di Pisa, dov’era rettore, aveva creato un fondo per le donazioni liberali. Infine, il tema della ricerca, così tanto bistrattata. «L’Italia ha detto ancora la ministra nel convegno di Firenze non può non avere un piano nazionale per la ricerca che definisca le strategie. Ecco, dunque, che dobbiamo attivare il piano nazionale della ricerca per capire quali sono le necessità del nostro Paese. Dobbiamo poi investire sui ricercatori ha continuato Carrozza e capire se riusciamo ad uscire da quella logica del blocco del turn over che penalizza troppo l’università, la ricerca e anche la scuola».