www.educationduepuntozero.it - 17/06/2013
"Tra la valutazione e la dispersione... c’è la motivazione"
░ Un contributo del collega Maurizio Muraglia, insegnante e pedagogista. Sono considerazioni – sapienti e strettamente connesse alla diretta esperienza in aula - in materia di valutazione dei ragazzi a rischio di abbandono. Quanto bisogno ce ne sarebbe nei consessi che – su input della Ministro - stanno elaborando le politiche di contrasto alla dispersione !
Com’è noto agli addetti ai lavori la dispersione scolastica presenta molte sfaccettature perché non è da intendere sic et simpliciter come fenomeno di abbandono degli studi che ne rappresenta l’esito estremo e irreversibile. L’abbandono scolastico spesso è preceduto da una fase critica, costellata da frequenza irregolare, da insuccessi, talvolta da intemperanze nel comportamento, che rendono precaria la fisionomia di uno studente. Gli studenti “a rischio di abbandono” sono facilmente individuabili se si presta attenzione ad alcuni fenomeni preparatori. In realtà, soprattutto nel secondo ciclo, appare non pienamente sviluppata tra gli insegnanti questa capacità indiziaria, che si configura come vera e propria capacità valutativa. Infatti è tale capacità a precedere e seguire il percorso che può condurre un alunno da una fase iniziale di disagio scolastico alla decisione di interrompere la frequenza degli studi. Sarebbe opportuno quindi che la valutazione elaborata nelle scuole sapesse non soltanto “monitorare” il processo degenerativo della motivazione allo studio, ma anche gestirlo fattivamente per neutralizzarlo. Accompagnare i processi motivazionali a sua volta presuppone una specifica competenza professionale capace di tenere sotto controllo i fattori che incidono sulla cosiddetta “voglia di studiare”, a tal punto che è possibile ritenere che motivazione, valutazione e dispersione finiscano per abitare un’area comune di significati. Non è superfluo qui sottolineare come anche in contesti apparentemente positivi dal punto di vista degli apprendimenti (pensiamo ai licei) si possa e si debba parlare in non pochi casi di “dispersione della motivazione”, che avviene quando uno studente, che pur ottiene buoni risultati a scuola, matura in se stesso un radicale disinteresse per quanto ha dovuto studiare sulla spinta di una motivazione estrinseca. Ora, perché lo sguardo professionale degli insegnanti sappia volgersi a quest’area concettuale comune – motivazione, valutazione e dispersione – occorre saper affiancare a una registrazione delle prestazioni un’altrettanta attendibile e sensata rilevazione dei processi in corso, rideclinando la logica del “risultato” che troppo spesso finisce per concentrarsi sulla fase conclusiva del processo di apprendimento. In altri termini, l’allievo di cui qui si parla non è soltanto l’allievo del compito o dell’interrogazione, che va bene nei casi in cui la motivazione e l’interesse dello studio non presentano problemi, ma è soprattutto l’allievo inquieto, che si distrae, che reagisce con disinteresse alla proposta di insegnamento. È l’allievo che pone una domanda che apparentemente “non c’entra nulla” con quanto si sta spiegando. Stiamo parlando di una logica valutativa che prende in carico tutto l’allievo finché c’è, finché è in classe e ancora mostra una pur sia timida disponibilità verso lo studio. La logica della valutazione formativa è una logica che previene la dispersione perché è capace di restituire all’alunno demotivato frammenti di positività, e questo avviene quando l’insegnante è disposto a interagire con alunni del genere anche al di fuori dell’argomento del giorno, facendo rientrare nell’ora di lezione l’istanza apparentemente eccedente posta da ragazzi che non hanno interesse per quel che si sta spiegando ma non è detto ancora che non abbiano interesse per tutto il contesto di apprendimento….. La valutazione formativa… non si limita a premiare o punire, ma discute con l’alunno, gli rinarra quanto ha compreso o creduto di comprendere, ritorna sul suo errore per capire a quale eventuale altra domanda poteva corrispondere la sua risposta sbagliata. La valutazione è formativa perché valorizza tutto lo studente e gli restituisce una sensatezza della sua presenza in classe. Molto spesso infatti il processo di degenerazione motivazionale che conduce alla dispersione intesa come abbandono coincide con una crescita del senso di inadeguatezza della propria presenza nel contesto scolastico. Per questo è giusto legare motivazione, valutazione e dispersione, se si vuole affrontare quest’ultimo tema in una logica preventiva. … Abbiamo bisogno di incrementare forme di valutazione interlocutiva, capace di coinvolgere lo studente nella consapevolezza di sé; discorsiva, capace di narrare allo studente punti di forza e punti di criticità del suo stare a scuola; inclusiva, capace di non escludere dall’orizzonte valutativo conoscenze, abilità, talvolta vere e proprie competenze che sembrano esulare dal curricolo ordinario. Ma queste forme di valutazione saranno impraticabili se gli insegnanti – soprattutto quelli che insegnano alla preadolescenza e all’adolescenza – non si sentiranno interpellati nella loro capacità di rendere significativi i saperi che insegnano, coinvolgenti i metodi che adottano, accoglienti le relazioni che instaurano. Nella loro capacità di costruire un curricolo formativo e inclusivo.
lastampa.it - 17/06/2013
" Si assume nelle università"
░ Circa tremila nuovi posti nel Decreto del Fare, e poi risorse per ricerca, edilizia e borse di studio. (Di Flavia Amabile).
La notizia è questa, nelle università si assume di nuovo. Ci sono circa tremila posti nuovi di zecca per ordinari e ricercatori che il governo annuncia di aver creato con il Decreto del Fare. E' la prima volta dopo anni di rigore e tagli, vedremo che cosa accadrà, come questo si tradurrà in bandi di concorso e chi ne beneficerà, ma con i tempi che corrono è positivo che ci siano tremila persone che avranno una possibilità. Ecco il dettaglio dei provvedimenti sulla scuola e sull'università approvati dal consiglio dei ministri. EDILIZIA SCOLASTICA. Un investimento straordinario di edilizia scolastica, finanziato dall'INAIL fino a 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014-2016, nell'ambito degli investimenti immobiliari previsti dal piano di impiego di propri fondi….
SBLOCCO DEL TURN OVER AL 50% PER UNIVERSITÀ ED ENTI DI RICERCA DAL 2014. Si ampliano le facoltà di assumere delle università e degli enti di ricerca per l’anno 2014, elevando dal 20 a 50% il limite di spesa consentito a rispetto alle cessazioni dell’anno precedente (turn over). Le singole università potranno quindi assumere nel rispetto delle specifiche disposizioni sui limiti di spesa per il personale e per l’indebitamento senza superare, a livello di sistema, il 50% della spesa rispetto alle cessazioni. Con questo provvedimento si libereranno posti per 1500 ordinari e 1500 nuovi ricercatori in tenure track sul Ffo nel 2014 Spesa prevista 25 mln nel 2014; 49,8 nel 2015 - Copertura mediante taglio spese esternalizzazione servizi per le scuole. - BORSE DI MOBILITÀ PER STUDENTI CAPACI E MERITEVOLI. 5 mln per il 2013 e 2014, 7 mln per il 2015 da iscrivere sul Fondo di finanziamento ordinario delle università per l’erogazione di “borse per la mobilità” a favore di studenti che, avendo conseguito risultati scolastici eccellenti, intendano iscriversi per l’anno accademico 2013-2014 a corsi di laurea in regioni diverse da quella di residenza. Le risorse saranno suddivise tra le regioni… saranno attribuite sulla base di una graduatoria adottata da ciascuna Regione per le università site nel proprio territorio. - RENDERE PIÙ FLESSIBILE IL SISTEMA DI FINANZIAMENTO DELLE UNIVERSITÀ E SEMPLIFICARE LE PROCEDURE DI ATTRIBUZIONE DELLE RISORSE. Per questo si unificano in unico fondo le risorse attualmente destinate al finanziamento ordinario delle università (FFO) alla programmazione triennale del sistema, ai dottorati, e agli assegni di ricerca. … - INTERVENTI STRAORDINARI A FAVORE DELLA RICERCA. Il Ministero favorirà interventi diretti al sostegno e allo sviluppo delle attività di ricerca fondamentale e di ricerca industriale, mediante la concessione di contributi alla spesa nel limite del 50% della quota relativa alla contribuzione a fondo perduto disponibili sul Fondo per la ricerca applicata (FAR)….Gli interventi da finanziare riguardano principalmente lo sviluppo di start up innovative e di spin off universitari, la valorizzazione di progetti di social innovation per giovani con meno di 30 anni, il potenziamento del rapporto tra il mondo della ricerca pubblica e le imprese, il potenziamento infrastrutturale delle università e degli enti pubblici di ricerca.
ItaliaOggi - 18/06/2013
"I precari intascano per l'ultima volta le ferie non godute"
░ Dal prossimo anno, l’indennità sostitutiva per ferie non godute dai precari subirà un taglio. Perché i precari sono u muru vasciu !
Il divieto di monetizzazione delle ferie sarà applicato alla scuola solo dal 1° settembre 2013. E dunque, almeno per quest'anno, i docenti precari non subiranno alcuna decurtazione della relativa indennità. É quanto si evince da una nota emanata dalla direzione generale delle politiche finanziarie e del bilancio del ministero dell'istruzione il 12 giugno scorso…. L'amministrazione centrale ha comunicato l'avvenuta assegnazione alle istituzioni scolastiche delle risorse finanziarie per il pagamento delle supplenze brevi, comprese quelle necessarie per il pagamento delle ferie, nella misura definita dal contratto di lavoro. E cioè i 30/360 per i giorni di servizio previsti dal contratto. Per quanto riguarda, invece, la liquidazione ed il pagamento del compenso sostitutivo per le ferie non fruite dal personale docente e non docente, titolare di contratti di lavoro a tempo determinato sino al termine delle attività didattiche, il dicastero di viale Trastevere ha ricordato che sarà effettuata dalle ragionerie territoriali dello stato, alle quali i dirigenti scolastici dovranno trasmettere gli atti necessari. E quindi, almeno per quest'anno, i diretti interessati fruiranno pienamente dell'indennità (circa 1500 euro)senza subire alcuna decurtazione. La decisione giunge al termine di un lungo braccio di ferro tra sindacati e amministrazione sulla corretta interpretazione da dare alle nuove disposizioni sul divieto di monetizzazione delle ferie. L'amministrazione, infatti, fino a qualche giorno fa, era incline a non dare alcun rilievo al termine perentorio contenuto nel comma 56 dell'articolo 1 della legge 228/2012. Termine che fissa al 1° settembre 2013 la disapplicazione delle clausole contrattuali che stabiliscono il diritto alla monetizzazione delle ferie non godute. I sindacati, invece, forti della chiarezza inequivocabile della disposizione contenuta nel comma 56, hanno rivendicato all'unisono il diritto alla piena monetizzazione, minacciando azioni legali e mobilitazione della categoria. E alla fine il ministero non ha potuto fare altro che prendere atto della situazione emanando un provvedimento con il quale ha ordinato ai dirigenti scolastici di dare piena osservanza a quello che dice la legge. … Giova ricordare, peraltro, che sebbene questa indennità abbia una funzione risarcitoria, di fatto, essa viene utilizzata, insieme all'indennità di disoccupazione, come un vero e proprio ammortizzatore sociale per fare fronte ai bisogni alimentari nei mesi estivi non coperti da retribuzione.
latecnicadellascuola.it - 19/06/2013
" Si tagliano gli appalti di pulizia nelle scuole per le università"
░ La ministra Carrozza, per coprire le assunzioni nelle università, taglierebbe 25 milioni di euro nel 2014 e 49,8 milioni a partire dal 2015, dai fondi destinati alle pulizie degli istituti scolastici e ai servizi ausiliari esternalizzati: rischiano 21mila lavoratori.
La nuova ministra dell’istruzione, Maria Chiara Carrrozza, ha proposto di ridurre e tagliare i fondi destinati alle pulizie degli istituti scolastici e ai servizi ausiliari esternalizzati, non tenendo conto che in questi ultimi 5 anni i 21mila lavoratori Ex LSU e dei c.d. “Appalti Storici” hanno già pagato pesantemente tale dazio. E' quanto si apprende da una nota. Per garantire le assunzioni all’università e agli enti di ricerca, elevando dal 20 a 50% il turn-over, ovvero il limite di spesa consentito a rispetto alle cessazioni dell'anno precedente in modo da assumere 1500 ordinari e 1500 nuovi ricercatori” di tipo B, per una spesa prevista di 25 milioni nel 2014 e 49,8 nel 2015, si andrebbe a ridurre i fondi per gli appalti delle pulizie e che comunque le scuole dovranno rinnovare a un costo inferire anche per realizzare le economie previste dal decreto e fare in modo che i maggiori risparmi rimangano alle scuole: sbrigatevela da voi, insomma, sembra dire la ministra. In ogni caso 25 milioni per il prossimo anno e quasi 50 dal successivo devono andare alle università, smentendo per certi versi le dichiarazione fatte dalla ministra che aveva chiesto maggiori finanziamenti per la scuola minacciando perfino le dimissioni. Il comma 5 dell'articolo 54, dice infatti che a decorrere dal prossimo anno scolastico le scuole “acquistano, ai sensi dell'articolo 1, comma 449, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, i servizi esternalizzati per le funzioni corrispondenti a quelle assicurate dai collaboratori scolastici loro occorrenti nel limite di spesa che si sosterrebbe per coprire i posti di collaboratore scolastico accantonati ai sensi dell'articolo 4 del decreto del presidente della repubblica 22 giugno 2009” Quasi 11 mila posti subiscono quindi un impoverimento o una riduzione. Fra l’altro nell’audizione al Parlamento del 6 giugno scorso, dove sono state presentate dalla ministra le linee guida programmatiche per la gestione del proprio dicastero, è stato dichiarato che sul piano di sostegno finanziario per la realizzazione dell’autonomia scolastica sarà innalzato il budget per il funzionamento ordinario delle scuole, aumentando la quota procapite per alunno, utilizzando, però “le economie derivanti dai nuovi appalti per i servizi di pulizia nelle scuole”. E infatti i sindacati dicono che “le risorse per l’acquisto dei servizi di pulizia rientrano nel fondo per il funzionamento ordinario delle scuole e di conseguenza se si vuole aumentare la quota procapite per alunno vuol dire che anche per i servizi di pulizia va speso di più e non meno.” Pensare di scaricare ancora i risparmi dell’amministrazione scolastica su questi lavoratori rigettandoli nella precarietà, rimettendoli in capo alla spesa sociale generale, a fronte di scuole più sporche e meno sicure non è una soluzione per dare risposta ai bisogni della Scuola stessa e nemmeno per migliorare le economie ministeriali…
Il Messaggero - 20/06/2013
" I giovani spiazzati fra metodi opposti"
░ Riportiamo il commento di Giorgio Israel alle tracce per la prima prova all’esame di Stato: “Viene da pensare che chi ha preparato questi testi non abbia mai messo piede in una scuola, non abbia figli e non abbia la più pallida idea delle conoscenze che vi si acquisiscono, che sono sempre più esili e frammentarie e che andrebbero vigorosamente riqualificate….”. Segnaliamo che solo poco più del 10% dei candidati ha scelto di svolgere la traccia riconducibile alla tipologia “tema”.
Ormai non ci sono dubbi: al ministero dell’Istruzione c’è chi lavora per cancellare il tema di maturità. Del resto è noto che questo proposito è vivo da anni. Noi siamo invece più che favorevoli al tema, purché offra allo studente l’opportunità di esprimersi in piena autonomia e di dar prova delle sue capacità, su un argomento circoscritto e correlato a temi approfonditi nel corso di studi. La via infallibile per renderlo disgustoso, e alimentare la spinta a cancellarlo, è assegnare come argomenti quelli che Gentile chiamava “brevi cenni sull’Universo”. “Stato, mercato, democrazia”, “Individuo e società di massa”, “La ricerca scommette sul cervello”… Nessuno si sognerebbe non dico di dare una tesi di laurea, ma neppure una tesi di dottorato su temi del genere. Per dire qualcosa di sensato sul primo occorrerebbe conoscere una mole di contributi teorici mai visti nelle scuole, dalla contrapposizione tra pianificazione collettivista e liberismo economico, tra keynesismo e “mainstream”, al versante di teoria politica. Per il secondo tema occorrerebbe aver letto qualcosa della letteratura sui totalitarismi del ventesimo secolo. Dove? In una scuola in cui raramente si arriva a studiare la Seconda guerra mondiale? E che dire del terzo tema che apre l’immensa tematica del rapporto-cervello? Ma c’è una via furbesca per tenere in piedi l’approccio del tipo “brevi cenni dell’Universo” in un contesto in cui non si sa più in che secolo siano vissuti Adam Smith, Karl Popper e Hannah Arendt, ammesso che si sappia chi siano. La via è quella di offrire tracce molto terra terra, articoli di giornale, dietro cui lo spessore dei temi è ridotto a formulette semplificate e informazione, o è visibile solo a chi ne sa molto. Certo, i brani su “Stato, mercato e democrazia” sono densi di temi rilevanti, ma sono tanti e di complessità tale che l’unica via è cavarsela con luoghi comuni sulla crisi. Va assai peggio su “Individuo e società di massa”. Pasolini era un letterato di valore, ma di certo non un maestro di teoria sociale, soprattutto in un brano in cui la spara grossa: «Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi». Visto che la prima parte della traccia di Bodei è in consonanza, e che le connessioni con le tracce letterarie sono esangui, c’è da chiedersi se non sia un invito a confezionare un compitino anticapitalista. Certo, si dirà che lo studente poteva andarsene per conto suo ignorando i testi proposti. Ma, siamo seri, chi oserà farsi beffe delle tracce ministeriali? Il risultato è che lo studente - altro che autonomia e creatività - è stato messo su binari atti solo a determinare risultati preconfezionati e grotteschi. Ciò è ancor più evidente nel tema sulla ricerca e il cervello. Qui, oltre a uno scritto di Boncinelli - che contiene l’unica asserzione di merito sul rapporto tra teorie del cervello e teorie della mente, peraltro assai discutibile - si offrono solo articoli di giornale che informano circa i progetti di simulazione informatica del cervello. Su queste basi cosa scrivere se non un panegirico del programma di Obama? In barba allo spirito critico: da Marcuse allo scientismo è l’apoteosi del conformismo. Quanto ai Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) non costituiscono un argomento se non di analisi economica, visto che l’unico tratto comune di quei Paesi è l’incremento del Pil. Lo sa anche l’estensore della traccia che invita a sceglierne due a caso e dire qualcosa sulle loro vicende politiche recenti. A parte la mediocrità della proposta è roba mai vista a scuola. È un invito a navigare di soppiatto con lo smartphone? ….
latecnicadellascuola.it - 21/06/2013
"Via libera ai contratti (forse) ma solo per la parte normativa"
░ E' la proposta che le Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro fanno al Governo nel parere favorevole (purtroppo) allo schema di regolamento.
In attesa di conoscere le decisioni che potrà assumere la Commissione Affari Costituzionali del Senato, l’analoga commissione della Camera, riunitasi in seduta comune con la Commissione Lavoro, ha espresso il proprio parere sullo schema di regolamento relativo al blocco di contratti e stipendi. Il parere è favorevole, anche se sono state sottolineate due condizioni. La Commissione ha sottolineato in primo luogo che la proroga prevista dal regolamento deve intendersi del tutto eccezionale e provvisoria, “rendendo, per il futuro, non ipotizzabile un ulteriore allungamento temporale, che rischierebbe di trasformare un intervento che doveva essere una tantum e limitato nel tempo in una vera e propria deroga al meccanismo medesimo”. Inoltre le due Commissioni invitano il Governo “ad adottare ogni opportuna iniziativa finalizzata a consentire, immediatamente dopo l'entrata in vigore del decreto in esame, la ripresa della contrattazione collettiva ai soli effetti normativi, modificando lo schema di decreto nella parte in cui lo stesso ha congelato fino al 31 dicembre 2014 la stessa contrattazione collettiva, fermo restando che la contrattazione per la parte economica potrà esplicare i suoi effetti a decorrere dall'anno 2015”. Poiché è poco probabile che al Senato l’orientamento dei parlamentari cambi radicalmente, la conclusione della vicenda è pressoché segnata: il regolamento verrà approvato dal Governo e, nella migliore delle ipotesi, la contrattazione si potrà aprire esclusivamente sugli aspetti normativi. Per ogni eventuale miglioramento di natura economica bisognerà aspettare ancora almeno un anno e mezzo….