www.scuolaoggi.org - 21/06/2013
"Se un viaggiatore finlandese in una calda giornata di giugno. A proposito di “maturità” e prima prova"
░ Un commento di Antonio Valentino sulle tracce ministeriali per la prova di Italiano all’esame di Stato nella scuola secondaria di secondo grado.
La prima prova scritta, come si legge nella normativa di riferimento, “è intesa ad accertare la padronanza della lingua nella quale si svolge l’insegnamento, nonché le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche del candidato…” (dm n. 41/2003). Come si vede, una cosa “concreta”, che è tutta dentro il senso e le finalità della nostra scuola e dei suoi percorsi reali. Che cosa propongono le tracce della prima prova? Proviamo a ripercorrerle: con il brano di Claudio Magris (bellissimo, come, d’altra parte, tutti quelli scelti dalla commissione ministeriale), si richiedono spunti di riflessione sul viaggio, le frontiere e il confronto con la diversità…. Con i saggi brevi, il terreno comincia a diventare accidentato, ma soprattutto “incognito”, come si dice: si propongono infatti temi - non solo particolarmente ardui, ma soprattutto estranei ai nostri “normali” percorsi scolastici - come il rapporto tra individuo e società di massa oppure il rapporto tra stato e mercato e democrazia o anche le connessioni tra gli omicidi politici del ‘900. Con la traccia scientifica, poi, si veleggia addirittura sulle prospettive aperte dall’avanzamento degli studi sul cervello. Mentre, con la traccia sui cosiddetti BRICS (sigla che sta ad indicare i paesi in via di sviluppo: Brasile, Russia , India, Cina, Sudafrica…), si approda nientemeno che sui vasti e complicatissimi terreni della geopolitica. Per non parlare di quella scientifico-filosofica, affidata alle parole di Capra, con la quale si plana persino su tematica della vita come manifestazione di cooperazione e creatività anche sul piano strettamente biologico. Che dire di fronte a tanta erudizione e sapienza tematica? Ammirazione sincera, non c’è dubbio. Mi chiedo però cosa c’entrino queste tracce con esami di stato che non vogliono più essere – e da tempo – riti di generica e astratta/indefinita “maturità”. La domanda è: le competenze espressive e logico – critiche possono essere accertate proponendo problematiche, suggestive finché su vuole, ma lontane dai curricoli scolastici dei nostri studenti? … Con queste tematiche si potrebbe fare, al limite, bella figura con un cittadino finlandese che capitasse in Italia in questo periodo e che, letti i testi della prova, sarebbe indotto ad esprimere ammirazione per il nostro sistema di istruzione, ignorando quello che effettivamente si insegna nelle nostre scuole. …
www.latecnicadella scuola.it - 23/06/2013
"L'Invalsi chiede la collaborazione dei docenti"
░ Lo stimato preside Giuseppe Adernò intravede un’accresciuta volontà di collaborare con le scuole, nel fatto che l’INVALSI ha postato nel proprio sito un questionario rivolto ai docenti delle scuole campione della Prova nazionale 2013. Gli insegnanti possono esprimere le proprie opinioni sui test e sulle modalità di somministrazione. Il preside Adernò sollecita – e ci ricorda analoghe profferte in stile Monti/Profumo - ai docenti “un gesto di cooperazione” per il questionario. Proposto anche in passato, il questionario non ha prodotto la collaborazione INVALSI/scuole auspicata da Adernò, e però speriamo che il d.s. sia buon profeta per il futuro, perché su questioni quali il test all’esame di terza media, l’ingerenza dell’INVALSI è incompatibile con l’Autonomia didattica delle scuole.
In risposta a quanti ostacolano le prove Invalsi e le ritengono inutili e dannose per la scuola si registra una positiva azione di cooperazione che rende i docenti ancora una volta protagonisti attivi e non semplici esecutori di norme e di pratiche. Il 17 giugno durante gli esami di stato per le scuole del primo ciclo si sono svolte le prove Invalsi… Nulla di allarmante per cui si debba ancora protestare e contestare. Positivi i benefici dei dati che opportunamente studiati consentono di verificare il livello delle competenze degli studenti delle scuole italiane e come si possa migliorare se si osservano i risultati degli altri Paesi della Comunità Europea ed i dati OCSE… Il coordinatore del Servizio Nazionale di Valutazione , Roberto Ricci,ha inviato una lettera di ringraziamento ai docenti di Italiano e Matematica per la collaborazione prestata durante le prove e tramite la scuola ha inoltrato loro la seguente lettera, chiedendo la collaborazione nel rispondere ad un questionario importante per apportare le necessarie modifiche alle procedure. “…Gentile Insegnante, come saprà la classe nella quale ha insegnato nell'a.s. 2012-13 è stata selezionata per far parte del campione nazionale Prova Nazionale 2013. Accanto alla rilevazione vera e propria, nelle classi campione l'INVALSI anche quest'anno ha deciso di sperimentare un questionario rivolto agli insegnanti di italiano e di matematica, i due ambiti disciplinari direttamente coinvolti dalle prove INVALSI. Obiettivi dell'indagine sono infatti quelli di: a) raccogliere le opinioni degli insegnanti sui contenuti delle prove INVALSI e più in generale sulle attività poste in essere dall'INVALSI; b) conoscere meglio le caratteristiche dell'attività didattica concretamente posta in essere nelle scuole, con particolare riferimento all'insegnamento dell'italiano e della matematica. Tali informazioni potranno essere utili sia per meglio interpretare i risultati delle prove INVALSI esistenti, sia per rivedere e adeguare il contenuto delle prove INVALSI dei prossimi anni…. Il questionario sarà on line a partire dal 20 giugno e sarà disponibile per la compilazione fino al 31 luglio 2013….”. La richiesta di cooperazione dei docenti di Italiano e Matematica anche se indirizzata alle “classi campione” potrebbe essere estesa a tutti docenti e risulta quanto mai necessaria per migliorare il servizio e l’operatività della prova, esplicitando tutte le difficoltà che si sono riscontrare nello svolgimento della prova e di alcuni specifici quesiti….
l’Unità - 23/06/2013
"Gelmini predica bene ma ha razzolato male"
░ Calamity-Gelmini in tandem con Tremonti ha ridotto del 7% il finanziamento alle scuole e azzerando oltre 100 mila posti negli organici della scuola ha bruciato le scialuppe di salvataggio per i precari delle graduatorie a esaurimento; in nessun comparto del pubblico impiego, il bisturi di Tremonti incise con pari determinazione. Adesso, la Gelmini torna a parlare come per chiudere il conto ben avviato (chiuse le scuole di specializzazione) con gli ex specializzati SSIS che costituiscono il grosso degli iscritti nelle G.E. Qualche cosa devono averle fatto.
Su Il Messaggero di mercoledì scorso, l’ex ministra Gelmini ha auspicato che, nelle more di future nuove regole sui percorsi di abilitazione degli insegnanti e sul reclutamento di essi, non venga sospesa l’emanazione dei bandi secondo le normative in vigore: rispettivamente, il corso annuale detto Tirocinio Formativo Attivo (Tfa) e il concorso aperto a tutti gli abilitati. L’auspicio deve essere condiviso: immettere nell’insegnamento forze giovani, seriamente selezionate, è importante non solo per dare prospettive ai migliori tra i nuovi laureati ma anche per immettere nuova linfa nel corpo docente, il più anziano d’Europa, e sarebbe quindi inaccettabile bloccare, in attesa di riforme, tale concreta possibilità. Per evitare di ripetere gli errori del passato non si possono però tacere le responsabilità di chi ha determinato l’attuale situazione; risalgono a ben più indietro rispetto alla gestione dell’onorevole Gelmini, ma lei ci ha messo pesantemente del suo. A cominciare dai corsi destinati alla abilitazione: nelle prime settimane del suo mandato ha soppresso di colpo quelli che allora esistevano, le Ssis (Scuola di specializzazione all'insegnamento secondario), senza sostituirli con altro…. e, pur non introducendo al riguardo una nuova regolamentazione, non bandì i concorsi, così come illegittimamente non li avevano banditi i suoi predecessori Moratti e Fioroni. La scadenza prevista è un triennio, ma dopo Berlinguer 1999 si è dovuto attendere Profumo 2012. È bene che la ministra Carrozza non blocchi, ma è altrettanto indispensabile che punti, finalmente, a una soluzione organica. … bisogna mettere a disposizione per assunzioni regolari tutti i posti che di fatto esistono, e connettere strettamente il meccanismo di formazione/ abilitazione con quello di reclutamento, tramite una programmazione quantitativa rigorosa….
ScuolaOggi - 24/06/2013
"L’estate delle magre assunzioni"
░ Il 2013/14 sarà l’ultimo anno del Piano triennale delle assunzioni di docenti, insegnanti educativi e personale ATA, assunzioni molto, molto magre. E non è, però, che il prossimo piano triennale annunciato dalla ministro si prospetti più ricco.
Docenti, educativi e ata da assumere in ruolo sono appena 15.000. Una goccia nel mare dei 130mila precari che annualmente garantiscono il “regolare” funzionamento del servizio scolastico . A rimanere a bocca asciutta già nel 2012/13 è rimasto il personale Amministrativo e Tecnico, per la nota vicenda dei docenti inidonei…. Al Miur garantiscono che per 5.300 assunzioni Ata c’è stato finalmente il via libera da parte del Tesoro…. Non meno ingarbugliate risultano le assunzioni del personale docente. Tra concorsone, TFA ordinari e speciali da una parte e graduatorie ad esaurimento dall’altra, risulta difficile far quadrare i conti. A complicare le cose s’è messo di mezzo ancora una volta il Tar del Lazio che ha rinviato alla Consulta la norma voluta dalla Gelmini che depennava dalla GAE il personale già di ruolo. Ma il forte ridimensionamento delle disponibilità è arrivato dagli effetti della riforma Fornero sulle pensioni. Nella scuola c’è stato di colpo un dimezzamento dei pensionamenti degli insegnanti e degli Ata, con conseguente ricaduta negativa sulle assunzioni. La Ministra Carrozza , rispondendo ad alcune interrogazioni parlamentari prevede per il prossimo quadriennio 59mila cessazioni, meno di 15mila all’anno. Per il 2013/14 la Ministra conferma per docenti e ATA 15mila assunzioni. Incrociando accantonamenti, pensionamenti e procedure di assunzione attualmente in vigore, viene fuori un risultato ben al di sotto delle aspettative di precari e sindacati. L’ex Ministro Profumo per il suo concorsone aveva messo da parte 10.590 posti per il biennio 2013/14 e 2014/15, cioè 5mila circa per ciascun anno. Sostegno escluso. Alla Graduatoria ad esaurimento dovrebbe andare l’altra metà dei posti disponibili, vale a dire circa 5.000 nel 2013/14 e altrettanti nel 2013/14. Resta ancora irrisolto, nonostante il governo Monti ne prevedesse la costituzione, il tanto atteso organico funzionale, a superamento del dualismo organico di fatto/organico di diritto. A pesare come un macigno è ancora l’art.64 della L.133/08 che costringe l’Amministrazione a tenere gli organici ancora bloccati al 2011/12 ….
ScuolaOggi - 25/06/2013
"Voti, conta più lo status che l'apprendimento"
░ Una ricerca PISA evidenzia, nella valutazione scolastica, la massiccia incidenza di effetti distorsivi, del tipo Effetto di Alone. Tutta la nostra stima e riconoscenza per il meritorio lavoro dei ricercatori PISA, che bene fanno ad evidenziare l’incidenza dei fattori intrinseci di aberrazione. Ad essi, comunque, ricordiamo che la valutazione è la crux desperationis della didattica: è materia delicatissima nella quale chi lavora a contatto con gli alunni, da insegnante, ha maggiore possibilità di minimizzare (e, però, mai annullare) i fattori di imprecisione. Un approccio meramente teorico ha scarse possibilità di produrre soluzioni, specialmente se i ricercatori partono con il criticare il fatto che nelle scuole sono i docenti a preparare le verifiche dell’apprendimento dei loro studenti. Tengono conto della mission educativa delle scuole ?
Femmina, status sociale medio alto, buona socializzazione. É l'identikit dello studente che riceve dai professori voti più alti di quello che meriterebbe. A disegnarlo è un recente Focus di PISA (n.26 www.oecd.org/pisa/pisainfocus), che ha rilevato: la tendenza dei docenti è assegnare voti più alti alle ragazze e agli studenti con condizioni socioeconomiche più elevate rispetto ai ragazzi e agli alunni svantaggiati, nonostante vadano ugualmente bene a scuola e abbiano atteggiamenti positivi simili verso l'apprendimento. Una tendenza tanto diffusa dappertutto. E che premia un profilo di studente simile all'alunno ideale delineato da altri Focus. Eppure, la raccomandazione dei ricercatori PISA è promuovere pratiche di valutazione che premino attitudini e comportamenti che aiutano gli alunni a imparare, separando conoscenze da comportamento. Anche perché, spiegano, «gli studenti spesso basano le proprie aspettative sui loro studi e sulle loro carriera lavorativa proprio sui voti scolastici e gli stessi sistemi scolastici usano i voti per orientare e selezionare verso corsi di studio superiori e per entrare all'università». …Il 95% degli studenti, tranne i coreani, frequenta istituti che misurano i loro apprendimenti con prove preparate dai docenti…
www.Rassegna.it - 26/06/2013
"Pacchetto lavoro: 1,5 miliardi di euro per giovani, over 50 e disoccupati"
░ Incentivi per giovani, ultracinquantenni, disoccupati da oltre 12 mesi e disabili. Detassazione e fino a 650 euro al mese per chi assume a tempo indeterminato gli under 30, e mini-assegno agli studenti per il tirocinio
Per questi provvedimenti sono stati complessivamente stanziati 1,5 miliardi di euro. Ecco cosa prevede il decreto legge:
L'incentivo è istituito in via sperimentale ed è destinato ai giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni. L'incentivo, si legge nel decreto, verrà corrisposto "per un periodo di 12 mesi ed entro i limiti di 650 euro mensili per lavoratore nel caso di trasformazione a tempo indeterminato". Per poterne usufruire i giovani devono rientrare in queste condizioni: essere privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; essere privi di un diploma di scuola media superiore o professionale, vivano soli con una o più persone a carico…. L'assunzione a tempo indeterminato di giovani tra 18 e 29 anni determina tra l'altro, “l'azzeramento totale dei contributi per i primi 18 mesi' e per “12 mesi” nei casi di trasformazione in tempo indeterminato. Non solo giovani. Il decreto legge sul lavoro prevede agevolazioni anche per i soggetti con più di cinquant'anni di età, disoccupati da oltre dodici mesi. In particolare, si legge nel provvedimento, in via sperimentale per gli anni 2013, 2014 e 2015 è istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un fondo con dotazione di 2 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2013, 2014, 2015, volto a consentire alle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, "di corrispondere le indennità per la partecipazione ai tirocini formativi". Nel pacchetto lavoro, poi, ci sono incentivi per quegli imprenditori che assumono lavoratori disoccupati in Aspi. L'incentivo alle imprese sarà finanziato con la quota parte dell'Aspi non utilizzato dal lavoratore assunto a tempo indeterminato. Saranno inoltre estese ai co.co.pro. e alle altre categorie dei lavoratori le norme contro le dimissioni in bianco. Ad ogni studente universitario che abbia concluso gli esami, abbia una buona media e rientri sotto una soglia del redditometro, tra l'altro, lo Stato potrebbe riconoscere una specie di mini-assegno di 200 euro al mese qualora svolga un tirocinio della durata minima di 3 mesi con enti pubblici o privati. Il Governo ha stanziato infine 22 milioni di euro per incentivi all'assunzione di disabili.
l’Unità - 27/06/2013
"Scuola, famiglie in rivolta sugli insegnanti di sostegno"
░ La Ministro rassicura le famiglie: le loro preoccupazioni nascono da un equivoco, e conferma che 30 mila precari del Sostegno avranno il contratto a t.i. Perché questo equivoco ?
Il primo grattacapo per il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza arriva dalla questione dei docenti di sostegno. A fine anno aveva fatto discutere la direttiva ministeriale emanata dall’allora ministro Profumo che forniva indicazioni operative e strumenti d’intervento per gli alunni con Bes (bisogni educativi speciali) seguita dalla circolare esplicativa n. 8 del 6 marzo 2013. Questa normativa si inseriva in un quadro di continui tagli al personale di sostegno sui quali in passato si era espressa anche la Corte Costituzionale dichiarando illegittima la norma che poneva un limite per le cattedre in deroga…. L’attuale titolare del Miur ha deciso di rimettere mano alla direttiva. Se applicata, gli insegnanti di sostegno specializzati (cioè quelli che hanno seguito corsi mirati) potrebbero essere assegnati solo agli alunni con disabilità gravi. Nella categoria dei Bes rientrano i Dsa (disturbi specifici di apprendimento), gli stranieri e chi proviene da situazioni familiari e sociali svantaggiate. Il docente di sostegno sarà chiamato ad intervenire solo nell’ipotesi di una disabilità legata ad una menomazione che crea handicap. La paura degli insegnanti di sostegno è di non essere dunque più necessari perché sostituiti dai docenti curricolari, non specializzati. Lo stesso timore delle associazioni dei genitori che leggono il rischio che i bambini certificati come «lievi» rimangano senza sostegno, per di più in classi di 30 alunni dove è già difficile per l’insegnante curricolare prestare la dovuta attenzione a ognuno. … Dal Miur intanto dicono che è un «equivoco, nessuno ha mai pensato di tagliare niente, tutto questo è nato dalla cattiva interpretazione di alcune parole del Ministro». Gli 11mila posti rimarrebbero cattedre in deroga, da assegnare a personale precario, a fronte della trasformazione di 90mila posti di sostegno in organico di diritto….
lastampa.it - 28/06/2013
“La riforma funzionerà. L’emergenza Sud meritava la precedenza"
░ Una intervista al ministro Giovaninni: si impegna a istituire “uno standard unico nazionale per la formazione dei giovani”. Se questo obiettivo fosse conseguito, potrebbe essere ricordato come un serio intervento per il Meridione, visto che standard unici non ci sono per le strade, per le ferrovie, per le possibilità di inserimento nel lavoro.
D. Ministro Giovannini, il decreto sul lavoro che avete approvato ieri si concentra nella concessione di sgravi per l’assunzione di giovani e svantaggiati al Sud. Non si poteva fare di più ?
R. «In teoria si potrebbe sempre fare di più, ma il provvedimento tiene conto dei vincoli di bilancio ed è finalizzato a ridurre la disoccupazione e a ridurre la perdita di capitale umano dovuta alla crisi. La disoccupazione al sud è alta, di lunga durata, e c’è un fenomeno gravissimo di povertà minorile….
D. Sta dicendo che non è solo un problema di offerta di lavoro ?
R. «Anche a causa della crisi in Italia ci sono tre milioni di disoccupati e tre milioni di inattivi. Ma accanto a questo abbiamo un problema enorme di capitale umano. Investiamo poco nella scuola e nell’Università e dobbiamo dire chiaramente alle famiglie (oltre che allo Stato) che si deve investire nell’istruzione, così come che le imprese devono investire di più in formazione. Tutti gli interventi di questo decreto, compresi i tirocini e l’alternanza scuola-lavoro, vanno in una direzione: far incontrare domanda e offerta ai diversi livelli di formazione, offrire ai giovani maggiori opportunità, ridurre la disoccupazione delle persone di tutte le età. …
D. Qual è la vite più importante da stringere?
R. «Il modello dell’apprendistato è uno scambio equo fra abbattimento dei costi per l’impresa e contenuti formativi per il lavoratore. Ma per farlo funzionare occorre che funzioni il sistema della formazione gestito dalle Regioni: oggi funziona bene in alcune, in altre no. Mancano standard nazionali: basti pensare ai problemi nei quali si imbattono le imprese con sedi in più regioni. Abbiamo quindi deciso che entro il 30 settembre la conferenza Stato-Regioni definisca una proposta per il superamento delle varie problematiche. Se così non sarà, interverrà il governo»….
░ Secondo la Redazione di La tecnica della scuola, il decreto governativo che incentiva (650 euro al mese) l’assunzione di giovani tra i 18 e i 29 anni privilegia la forza lavoro meno qualificata quanto a istruzione. Non ci sembra che il decreto vada inteso nel senso che accedono all’agevolazione soltanto coloro che abbiano conseguito soltanto la licenza di scuola secondaria di I grado; ad esempio, ammette all’agevolazione i giovani disoccupati da più di sei mesi (quale che sia il loro titolo di studio ?). Resta il fatto che il decreto contraddice il principio della produttività dell’investimento sociale in capitale umano; proviamo a immaginare che cosa stia passando per la testa a coloro che hanno il titolo si II grado. Per capirci qualcosa, e valutare bene le intenzioni del governo, ci soccorre l’articolo (Lorenzo Salvia) de Il corriere della sera, che riportiamo per secondo.
latecnicadellascuola.it - 28/06/2013
" Dl lavoro: 10,6 mln di euro all'istruzione… ma”
Le cosiddette agevolazioni a favore dei giovani da 18 a 29 anni si possono applicare solo a chi è sprovvisto di diploma di istruzione superiore, e quindi a chi non ha completato il percorso liceale o negli Istituti di formazione professionale, e in modo particolare a chi è sprovvisto di impiego retribuito da almeno sei mesi e a chi, sprovvisto sempre di diploma di scuola superiore o professionale, viva da solo con una o più persone a carico. E qui sta il nodo della faccenda, perché, pretendendo la mancanza di un diploma di scuola secondaria di secondo grado, significa penalizzare il mondo dell’istruzione, dal momento che pare si voglia dire ai giovani di rimanere senza titolo e quindi senza cultura, penalizzandone perfino le possibilità di carriera nell’attività lavorativa, nel cui ambito il diploma ha fornito da sempre maggiori opportunità. In altre parole sembra che il Governo voglia decretare l’agonia della scuola in generale e dell’istruzione superiore in particolare, visto che vuole immettere nel mondo del lavoro 200.000 (ma ci riuscirà?) persone con una formazione scadente o comunque inadeguata e ferma alla sola ex terza media, la secondaria di primo grado. Giovani quindi senza una appropriata conoscenza specifica, mentre il messaggio complessivo sembra essere quello di non studiare e non proseguire oltre la scuola dell’obbligo perché tanto non serve a nulla.
Corrieredellasera.it - 28/06/2013
Quel bonus-lavoro ai non diplomati (previsto dall'Ue)
Superare la maturità o prendersi un diploma di un istituto tecnico potrebbe diventare un handicap per trovare un lavoro nell'Italia al tempo della crisi? Sembra un paradosso, c'è stata anche qualche strumentalizzazione. Ma un fondo di verità nel paradosso c'è. Il bonus, sotto forma di taglio dei contributi, per le aziende che assumono giovani fra i 18 e i 29 anni fissa tre condizioni. Il giovane assunto deve essere disoccupato da almeno sei mesi, oppure vivere con almeno un familiare a carico, oppure non avere un diploma di scuola superiore. Oppure: basta una di queste tre condizioni per avere diritto al bonus. Il che vuole dire che il meccanismo scatta anche per un ragazzo che ha preso la Maturità, la laurea e magari anche un master, ma è disoccupato oppure ha dei familiari a carico. Preso da solo, però, il diploma di scuola superiore può essere uno svantaggio. Qual è il motivo di questa scelta ?
… La gran parte dei soldi che il governo ha messo nel pacchetto lavoro approvato mercoledì viene in realtà dai fondi europei. Ed è proprio Bruxelles a fissare gli obiettivi per i quali possono essere usati. Quei tre requisiti — vale la pena di ripeterlo, ne basta uno solo — sono previsti proprio dall'Unione europea per i programmi di coesione e inclusione sociale che finanzia. Anzi, quei soldi erano già impegnati in altri progetti e solo dopo una lunga e faticosa trattativa l'Italia è riuscita a riprogrammarli, cioè a dirottarli verso gli incentivi contro la disoccupazione giovanile. Per lo stesso motivo il bonus è rivolto soprattutto al Mezzogiorno. I fondi europei che il governo italiano ha preso per il pacchetto erano vincolati a quattro Regioni: Sicilia, Calabria, Campania e Puglia. E solo dopo un'altra trattativa, pure questa lunga anche se un po' meno faticosa, è riuscita a spalmarli su altre quattro Regioni del Sud: Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise. Restringendo così il campo sul quale spalmare le poche risorse nazionali che è riuscito a trovare. Oltre al titolo di studio, c'è poi un'altra apparente asimmetria nel pacchetto del governo. Perché concentrarsi sui giovani, anzi su quelli fino a 29 anni, quando anche nella fascia sopra i 30 la disoccupazione è un problema per non parlare di chi il lavoro lo perde dopo i 50 e rischia seriamente di non trovarlo più? …. Pure stavolta la spiegazione vera sta nella provenienza dei soldi, fondi europei e quindi da utilizzare per i giovani o da non utilizzare affatto. Per bilanciare il pacchetto, però, il governo ha inserito nel decreto un altro incentivo. Le aziende che assumono un disoccupato incasseranno la metà del sussidio di disoccupazione residuo. Per capire: se al momento dell'assunzione il disoccupato ha diritto ancora a dieci mesi di sussidio l'azienda che lo assume ne incasserà cinque. Stavolta i fondi europei non c'entrano. Anzi, non è stato necessario stanziare nemmeno soldi «italiani» perché ci si limita a cambiare destinatario (dal disoccupato all'impresa che lo assume) di soldi che già ci sono perché il fondo è alimentato dai contributi di tutti i lavoratori. Per questo il secondo bonus è per tutti: anziani o giovani, residenti al Sud o al Nord. E anche laureati, studenti freschi di maturità o solo con la terza media.