www.orizzontescuola.it - 16 dicembre 2013)
" Confedir-Anief: emendamento Governo su buco Inps è solo un giro-conto; il debito di 23 miliardi rimane. A rischio pensioni future precari”
░L’ANIEF replica alle parole contraddittorie del presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua sostenendo che se non si provvede a coprire i mancati versamenti ai precari le future pensioni sono a rischio.
“Non solo esiste il buco di almeno 23 miliardi nel bilancio Inps, legato all'incorporazione dell'Inpdap. Il vero problema è che rimangono a rischio le future pensioni, in particolare quelle degli attuali precari. Non risolve nulla l’emendamento del Governo alla legge di Stabilità: si tratta di un intervento tecnico-contabile che non neutralizza affatto la pregressa passività patrimoniale ex-Inpdap. Stiamo solo assistendo ad un giro-conto, che lascerà intatto il debito dello Stato nei confronti di centinaia di migliaia di lavoratori pubblici”. Così risponde Marcello Pacifico, segretario organizzativo Confedir e presidente Anief, alle parole rassicuranti rilasciate oggi da Antonio Mastrapasqua, presidente Inps, per il quale non ci sarebbe “nessun buco di miliardi nella previdenza”… “Si tratta di rassicurazioni di circostanza – ribatte Pacifico – perché è evidente che anche il Governo italiano si è accorto dell’enorme buco dell’Inps. Ma anziché affrontare il problema, coprendo finalmente il debito dovuto al mancato pagamento dei contributi pensionistici da parte dello Stato nei confronti dei suoi dipendenti a tempo determinato, sta utilizzando strumenti fantasiosi: si crea, in pratica, un’operazione contabile che lascia di fatto le cose come stavano. ... La faccenda è nota. Ed è stata ultimamente denunciata della Corte dei Conti e rilanciata del sindacato: è stato infatti certificato che sono almeno 23 i miliardi di “buco” che l’Istituto nazionale di previdenza sociale ha ereditato dall’Inpdap per il mancato pagamento dei contributi del personale a tempo determinato. “…. Per questi motivi Confedir e Anief hanno deciso di chiedere la certificazione dei crediti in tribunale. “Quanto sta realizzando lo Stato con i suoi lavoratori – continua Pacifico - rappresenta infatti una vera e propria evasione. E ha dell’incredibile, perché l’amministrazione si rende artefice esattamente di quello che non permette di fare alle imprese private. Dimenticandosi di versare la parte pensionistica mensile di competenza di ogni suo lavoratore precario”….
www.repubblica.it - 16 dicembre 2013
"Si chiama Certipass la chiave che assicura l’abilità al computer”
░ L’attestato EIPASS certifica la competenza digitale. Ad oggi, ne sono stati rilasciati 300mila, in prevalenza ad addetti di P.A. e Scuola.
Chi esamina il curriculum vitae, oggi non si accontenta più di leggere che il candidato sa usare il computer, preferisce vedere che queste competenze sono comprovate da un certificato. Ed ecco che Certipass, l’ente che certifica le competenze digitali e rilascia l’attestato Eipass, lancia per il 2014 nuovi 21 tipi di certificati. Ancora non sono definiti i vari ambiti, uno di sicuro sarà quello dedicato al project manager del web. Fino a oggi l’ente riconosciuto dal ministero, può rilasciare 14 tipologie di attestati. E dal 2008 ad oggi, ne ha distribuiti circa 300mila circa. «Quasi tutti destinati a chi già lavora in ambito scolastico o nella pubblica amministrazione» spiega la direttrice marketing Annie Pontrandolfo. Certipass (spin-off dell’università telematica Peghaso) fornisce il materiale da cui si può studiare per poi andare in una delle mille sedi accreditate e sostenere l’esame che porterà al certificato. … E che dire dei dipendenti della pubblica amministrazione. Nell’agenda digitale saranno tutti coinvolti in questa rivoluzione informatica….
Il Fatto Quotidiano - 17 dicembre 2013
"Scuola senza ferie. Per legge mille euro in meno ai precari”
░ Gli insegnanti a tempo determinato non avranno retribuite le vacanze non godute; di fatto perderanno un mese di stipendio.
…La la vicenda delle ferie non retribuite assomiglia a un furto con destrezza operato in nome della spending review… L’ingiustizia si traduce nella mancata corresponsione di una cifra misera ma rilevante per le tasche degli insegnanti precari: 1.000-1.200 euro che, fino allo scorso anno, venivano corrisposti al termine di quelle supplenze della durata di dieci mesi. Le supplenze a tempo determinato, quelle che scadono a giugno e che per essere assegnate obbligano a file interminabili negli ultimi giorni di agosto, lasciando giovani e meno giovani docenti con l'ansia sospesa di chi sa che lavorerà quest'anno, ma non sa cosa farà l'anno successivo. Prima delle manovre di spending review del governo Monti, attuate tra luglio e dicembre 2012, il personale assunto a tempo determinato, sia per supplenza breve sia per supplenze da settembre a giugno, vedeva monetizzate le ferie non fruite durante il rapporto di lavoro. Quella cifra, circa mille euro, veniva corrisposta tra gennaio e marzo successivi e veniva a costituire un risarcimento per i periodi di disoccupazione. La spending review del 2012, invece, ha vietato la monetizzazione per tutti i dipendenti pubblici. La legge di Stabilità di dicembre è intervenuta con un provvedimento ad hoc a decorrere dal 1 settembre 2013….I docenti precari devono … mettersi in ferie, o essere messi in ferie, durante le pause scolastiche. Un danno, aggravato dalla beffa. Da qui, la reazione dei sindacati che, però, finora non hanno invertito la situazione. … I ricorsi sono stati già preparati dall'Anief, come conferma al Fatto il suo presidente, Marcello Pacifico. "Noi pensiamo che la scelta del ministero dell'Economia sia in palese contrasto con la Direttiva comunitaria n. 2033/88"….
l’Unità - 17 dicembre 2013
"La scuola come l'ex Iugoslavia”
░ Alcune considerazioni di Mila Spicola
Spesso mi chiedono: qual è la prima cosa da fare per la scuola italiana? È possibile avere un’altra scuola? … Vorrei che si capisse che la «scuola italiana» non esiste come unicum, ma esiste come una sorta di confederazione fatta di realtà e di esperienze e di razze e di persone così diverse, frammentate e varie che forse solo la Jugoslavia di Tito potrebbe rendere l’idea. E come quella è pronta a esplodere ad ogni azione governativa poco attenta. È una scuola che va dalle eccellenze mondiali del Nord Est alle disastrate realtà scolastiche della Sicilia. E anche lì, immagino che il dirigente dell’Istituto d’arte di Monreale possa bacchettarmi e ricordarmi che la scuola da lui diretta, un istituto tecnico, smentisce la vulgata dei pessimi istituti tecnici specie al Sud…. E poi ci sono le 8 ore trascorse a scuola dagli studenti lombardi e le 4 ore scarse passate sui banchi dai bambini siciliani e tutti là a dire che «non conta la quantità ma la qualità». Sfido la Lombardia a dimezzare il tempo scuola. … Allora qual è il problema della scuola italiana? Se non la frammentazione? Se non la necessità di offrire a tutti i bambini pari opportunità di offerta formativa, anzi, offrire loro, nei casi in cui sono disgraziati per condizione e destino, magari di più? ….La prima cosa è dare ai bambini e alle bambine d’Italia pari opportunità, soprattutto a quelli poveri. Perché non è possibile che accada ancora oggi quello che raccontava il prete di Barbiana: che gli incapaci e immeritevoli nascano soprattutto tra i poveri…. Se c’è qualcuno là fuori batta un colpo.
ItaliaOggi - 17 dicembre 2013)
"Mobilità, il patto anti Brunetta. Miur e sindacati concordi nell'ignorare i vincoli della legge”
░ Il quadro delle “precedenze”, nelle operazioni di mobilità. Di C.Forte.
La riforma Brunetta preclude al tavolo negoziale la possibilità di pattuire accordi che dicano cose diverse da quello che è scritto nella legge. E ciò vale anche per la disciplina delle precedenze contenute nell'articolo 7 del contratto sui trasferimenti. Ma anche quest'anno le parti hanno deciso di fare finta di niente. Secondo quanto risulta a Italia Oggi, infatti, i rappresentanti del ministero dell'istruzione e delle organizzazioni sindacali avrebbero deciso di lasciare pressoché intatto l'articolo del contratto che regola le precedenze…. Il fatto è che dopo l'entrata in vigore della legge 15/2009 e del regolamento di attuazione, meglio noto come decreto Brunetta (decreto legislativo 150/2009), la contrattazione collettiva non può più derogare le norme di legge. E dunque le precedenze previste dal contratto, ma che non sono supportate da disposizioni di legge, sono da considerarsi inesistenti. Le precedenze, infatti, sono deroghe alla disciplina legale, che pone il principio del merito alla base di qualsiasi procedura che preveda l'attribuzione di punteggi finalizzati alla fruizione di diritti. Le deroghe, peraltro, assumevano rilievo secondo una procedura binaria che partiva dalla disapplicazione delle disposizioni di legge e terminava con la regolazione della stessa materia tramite la stipula di apposite clausole negoziali. Venuto meno il potere di deroga della contrattazione collettiva, l'effetto non può che essere quello della rinnovata applicabilità delle disposizioni di legge non più derogabili dai contratti. Norme di legge che, è bene ricordarlo, non sono mai state abrogate. Riemerge, quindi, l'intero istituto della mobilità contenuto nella sezione III del decreto legislativo 297/94 (articolo 460 e seguenti). Che non prevede alcuna tipologia di precedenza nei trasferimenti. Detto questo, nell'articolo 7 del contratto le precedenze a prova di ricorso sono soltanto alcune. La prima è quella destinata ai non vedenti e agli emodializzati. Perché tale precedenza è espressamente prevista in favore dei non vedenti dall'art. 3 della legge 120/1991. E per gli emodializzati dall'art.61 della legge 270/82. Quest'ultima disposizione di legge, però, prevede che tale precedenza si applichi anche «agli insegnanti non autosufficienti o con protesi agli arti inferiori». Di quest'ultima previsione non si fa menzione nel contratto. E qui scatta la prima trasfusione legislativa. Che consiste nell'introduzione automatica di questa disposizione nel contratto, anche se non è scritta. Resta in piedi anche la precedenza prevista per i portatori di handicap con invalidità superiore ai 2/3 (compresa quella per i portatori di handicap grave e di cui all'art. 33 comma 6 della legge 104/92). Idem per la precedenza che viene attribuita a chi assiste il familiare portatore di handicap grave in qualità di referente unico. Anche se, in quest'ultimo caso, il contratto necessiterebbe di una integrazione. L'articolo 33 della legge 104/92, infatti, prevede che la precedenza (e il relativo beneficio della inamovibilità d'ufficio del titolare della medesima) spetta al coniuge e al parente o all'affine fino al secondo grado. E se il coniuge o il genitore non c'è più, è invalido o ultra65enne, il diritto è esteso anche ai parenti o affini di terzo grado. Il contratto, invece, restringe il novero degli aventi diritto al coniuge e al genitore oppure, se il genitore è totalmente inabile, al fratello o alla sorella del disabile grave. A patto che siano conviventi o che gli eventuali altri fratelli co-obbligati risultino oggettivamente impossibilitati. Il diritto alla precedenza viene in parte recuperato in sede di utilizzazione o assegnazione provvisoria…. Poi c'è la precedenza per i coniugi di miliari trasferiti d'autorità…. Infine resta in piedi la precedenza prevista per gli amministratori locali essendo prevista dalla legge 265/199 e dal testo unico degli enti locali. Fin qui le precedenze a prova di ricorso. Quelle che invece dovrebbero cessare sono essenzialmente tre. La prima è quella che viene attribuita ai trasferiti d'ufficio che chiedano in via prioritaria di ritornare nella sede di precedente titolarità (art.7, comma 1 paragrafo II del contratto). La seconda è quella dei trasferiti d'ufficio che chiedono il rientro nel comune. E infine, la terza, è quella prevista per i sindacalisti che rientrano in servizio dopo l'aspettativa.
www.orizzontescuola.it - 17 dicembre 2013
"Mobilità 2014/15: firmata ipotesi contratto. Via libera a trasferimenti anche per assunti dal 1° settembre 2011”
░ Sottoscritta al MIUR l'ipotesi di contratto di mobilità per l'a.s. 2014/15. Le novità del testo su cui darà il parere la Funzione Pubblica.
Art.2: - Come stabilito dalla Legge 128/13, il blocco per la mobilità interprovinciale per il personale docente è stato portato da 5 a 3 anni, pertanto potrà presentare domanda di trasferimento interprovinciale il personale docente assunto con decorrenza giuridica 1/9/2011 o precedente. - Il figlio che assiste il genitore con grave disabilità, pur non usufruendo della precedenza art. 7, punto V), non rientra nel blocco triennale e può partecipare alle operazioni di mobilità interprovinciale. - Tra i destinatari della mobilità sono inseriti i docenti delle classi di concorso C/555 e C/999 che, per effetto dell'art.15, c.9 Legge 128/13, hanno titolo, a domanda, al transito in altra classe di concorso o posto. Art. 7: - Al punto V) dell'art. 7 relativo alle precedenze comuni, al fine di evitare problemi in fase di applicazione, sono stati riallineati il comma 1 col comma 2, relativo all'esclusione dalle graduatorie d'istituto per l'individuazione dei perdenti posto.
Art. 21:- Al comma 2 è chiarito che per i posti di sostegno nella scuola dell'infanzia e primaria l'individuazione dei soprannumerari sarà effettuata distintamente per ciascuna tipologia, come avviene al I grado. Art. 32: - Sono stati resi omogenei gli artt.31 e 32. Come avviene per i docenti che abbiano prestato almeno tre anni di servizio nei corsi funzionanti presso le strutture ospedaliere o le istituzioni carcerarie, è prevista una priorità per la mobilità territoriale nelle tre fasi anche per l'accesso ai corsi per l'istruzione in età adulta, per il personale che abbia comunque maturato almeno tre anni di servizio nei corsi serali. Art. 44: Al comma 2, tra i destinatari della mobilità del personale Ata, è stato inserito anche il personale docente inidoneo e gli ITP appartenenti alle classi di concorso C/555 e C/999 che, in attuazione dell'art.15 L.128/13, dovessero optare per il passaggio nei ruoli Ata. Nelle premesse le parti hanno concordato sul l'opportunità di prevedere, per il futuro, un punteggio per i docenti che avranno acquisito i titoli per l'insegnamento di discipline non linguistiche in lingua straniera. È stato anche concordato di riaprire il confronto negoziale sulla mobilità riguardante il sostegno nella scuola secondaria di II grado (area unica) alla luce di quanto stabilirà la circolare sul l'organico di diritto.
latecnicadellascuola.it - 18 dicembre 2013
“Quota 96”, la suprema Corte dice no !
░ Con Ordinanza 318/2013 depositata il 17/12/2013, la Corte Costituzionale disconosce al personale della scuola della “Quota 96” il diritto alla pensione. La soluzione passa per la via legislativa ?
La Consulta dunque nella sentenza emessa oggi, 17 dicembre, dichiara la “manifesta inammissibilità” della questione di legittimità costituzionale dell’art. 24, ma non entra affatto, tuona il prof. Giuseppe Grasso dal blog dei “Quota 96”, nel merito dell’ordinanza emessa dal Tribunale del Lavoro di Siena, che aveva accolto la richiesta di pensionamento di una docente, e quindi viene giudicata “manifestamente inammissibile per una pluralità di ragioni”…. la Corte Costituzionale, come spesso accade, ha deciso di non decidere nello specifico ma esprimendosi solo sulla “forma” della sentenza e non sulla sostanza effettiva dell’ordinanza del Giudice del Lavoro di Siena. Ma soprattutto, secondo una prima sommaria lettura di quanto dice la suprema Corte, lascia inevasi sia il problema temporale della intrata in vigore della legge Fornero e sia quello della disparità di trattamento pensionistico fra pubblico e privato. Viene inoltre non considerato, e i lavoratori della scuola per questo sono molto contrariati, la questione delicatissima della specificità del personale della scuola che può contare solo su una finestra di uscita, corrispondente con la chiusura dell’anno scolastico. Il punto dunque torna al suo inizio e cioè alla politica che in molti incontri, nel corso di questi due anni (governo Monti e successivo Governo Letta) aveva riconosciuto questa penalizzazione, per cui tocca ad essa risolvere un marchingegno legale penalizzante. …
www.globalist.it - 21/12/2013
“Scuola, le allegre spese del Miur”
░ Pubblichiamo le considerazioni di Fabio Luppino sul progetto “Io scelgo, io studio”; con esso, il ministero dell'Istruzione spende 6,6 milioni di euro per l'Orientamento. Di seguito, riportiamo parte del comunicato stampa con il quale il MIUR annuncia il Progetto.
Ma veramente serviva spendere sei milioni e mezzo di euro per organizzare l'orientamento scolastico dei ragazzi? Io scelgo, io studio ha chiamato la campagna il Miur. Seppur pochi, non è un po' indelicato sborsare questi soldi appena dopo aver dimezzato i Fis, i fondi d'istituto, da cui i piani di offerta formativa, di cui una stampa orientata o nella migliore delle ipotesi distratta nella sua maggior parte nemmeno parla?
Insomma, con decine di migliaia di professori precari costretti a passare le feste senza stipendio perché non ci sarebbero i soldi o vengono erogati, non si sa perché, in ritardo il ministro Carrozza avrebbe fatto meglio a farsi notare per altro, per qualcosa di meglio, di vero più che per un'artificiosa propaganda. Tra le altre cose nelle scuole l'orientamento già si fa. Quando si va a vedere come Io scelgo, io studio non c'è proprio nulla di cui rallegrarsi. Tecnici e professionali sono definiti allo stesso modo, per i licei si mette in evidenza come sia stato potenziato lo studio della lingua straniera. Nel primo caso c'è una superficialità allarmante al cospetto dei sei virgola sei milioni di euro stanziati. Nel secondo caso si tende a mascherare i danni che sono stati arrecati alla scuola, ai licei, dalla cosiddetta riforma Gelmini. Prima, infatti, anche nei licei, di lingue straniere se ne potevano studiare due e il taglio della seconda mette l'Italia in mora rispetto ad una direttiva europea di qualche anno fa che impone lo studio di due lingue comunitarie. Carrozza segue la linea del maquillage, delle frasi ad effetto, preparando intanto ulteriori razionalizzazioni sempre in omaggio al bilancio e poco alla crescita culturale dei ragazzi, come le superiori a quattro anni oggi solo in via di sperimentazione….
Ufficio Stampa - Roma, 20 Dicembre 2013
Scuola: al via ‘Io scelgo, Io studio’ campagna Miur per l’Orientamento.
Al via ‘Io scelgo, Io studio’, la campagna del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per l’Orientamento. Una nota di indirizzo destinata alle scuole, uno spot tv, un sito dedicato aperto al contributo di istituzioni scolastiche e studenti, una task force di esperti a disposizione dei ragazzi: questi gli strumenti in campo per aiutare chi frequenta la scuola secondaria di I e II grado a fare la propria scelta per il futuro. La campagna fa seguito ai contenuti del dl ‘L’istruzione riparte’, promosso dal ministro Maria Chiara Carrozza e convertito in legge in Parlamento, che prevede 6,6 milioni di euro… Una ‘scatola’ che raccoglie tutte le informazioni primarie necessarie agli studenti per conoscere i diversi percorsi di studio e le opzioni in campo: è il sito www.istruzione.it/orientamento. ... Per gli 11-13enni la navigazione si snoda fra pagine dedicate a istituti professionali, tecnici, indirizzi liceali e formazione professionale regionale. Per chi va verso il diploma il sito mette a disposizione un test di orientamento messo a punto dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea e pagine di approfondimento su Alta formazione artistica e musicale, Università, Istituti tecnici superiori e mondo del lavoro. Nella sezione #iohoscelto personalità del mondo delle professioni, della scienza, dello spettacolo, racconteranno in brevi video rivolti ai ragazzi come hanno raggiunto i loro obiettivi. ... Al rientro dalla pausa natalizia sarà inviata alle scuole una nota di indirizzo che indicherà a dirigenti e insegnanti come sviluppare le nuove politiche di orientamento scolastico in raccordo con il territorio, anche a seguito dei fondi stanziati e dei nuovi principi stabiliti dal dl ‘L’Istruzione riparte’. Un tutor dedicato all’orientamento in ogni istituzione scolastica, formazione dei docenti anche attraverso l’istituzione di Master specifici, creazione di un Wiki, un ipertesto pubblico, costruito on line e gestito da un gruppo di esperti in materia di orientamento aperto ai contributi della comunità professionale: sono alcune delle novità introdotte dalla nota di indirizzo. Sono previsti anche laboratori per l’acquisizione di competenze di orientamento al lavoro (Career management skills) con la presenza di imprenditori, strutture di supporto, reti e Centri interistituzionali che operino come MultiAgency di orientamento. Uno spot dedicato, realizzato in collaborazione con Rai Scuola, solleciterà i ragazzi italiani ad informarsi per fare presto e bene la loro scelta per il percorso che segnerà il loro futuro. Lo spot sarà trasmesso dalla Rai nel mese di gennaio, dall’1 al 14 gennaio per 5 volte al giorno. A seguire sarà trasmesso anche dall’emittente Mtv. ..
Latecnicdellascuola.it 21/12/2013
“Pagamento supplenze: siamo ad un punto di non ritorno”
░ Fino a quando pagavano direttamente le scuole quando il budget era esaurito i supplenti venivano comunque pagati, attingendo ad altri fondi.
La “grana" del pagamento delle supplenze sta finalmente arrivando al capolinea e, a questo punto, Miur e MEF dovranno correre ai ripari per evitare di trovarsi inguaiati in problemi giudiziari non facili da risolvere. Facciamo il punto: fino a un paio di anni fa i supplenti temporanei nominati dai dirigenti scolastici venivano pagati direttamente dalle scuole che ricevevano dal Miur un apposito budget. Molto spesso il budget era insufficiente e quando la scuola capiva di non avere più fondi a disposizione chiedeva un reintegro al Ministero… ma intanto iniziava a liquidare gli stipendi utilizzando la disponibilità di cassa. In questi casi il Miur comunicava che avrebbe provveduto al reintegro e in tal modo le scuole potevano inserire queste somme nei cosiddetti residui attivi e cioè nei fondi che si è certi di incassare magari nel corso dell’esercizio finanziario successivo. In questo modo i supplenti venivano retribuiti in tempi ragionevoli, ma purtroppo non sempre il Ministero ha onorato gli impegni tanto è vero che a tutt’oggi le scuole vantano ancora crediti per un totale di almeno un miliardo di euro nei confronti dello Stato. Da due anni a questa parte il meccanismo è cambiato: il Miur continua ad assegnare un budget che però è solamente “virtuale” nel senso che si tratta di una sorta di “borsellino elettronico” al quale la scuola attinge per disporre i pagamenti dei supplenti che però vengono effettuati concretamente dal Ministero attraverso il cosiddetto “cedolino unico”. Nel frattempo il Miur ha anche diramato più di una nota per chiarire che le supplenze vanno comunque conferite indipendentemente dal fatto che nel “borsellino elettronico” vi sia la disponibilità necessaria in quanto il “budget virtuale” viene comunque adeguato tenendo conto dei contratti di supplenza inseriti a sistema. Ma, evidentemente, questo meccanismo ha prodotto una vera e propria “esplosione” della spesa tanto che deve aver messo in seria difficoltà la tenuta dei conti del Miur che, per poter alimentare il capitolo di spesa per le supplenze, deve necessariamente chiederne il reintegro al Ministero dell’Economia. Adesso, oltretutto, non esiste nemmeno più l’ancora di salvezza delle eventuale liquidità di cassa delle scuole perché il pagamento viene effettuato con il meccanismo del cedolino unico. Quale possa essere la via d’uscita è difficile dirlo.