Pubblichiamo alcuni articoli sui dati dell'ultimo Rapporto Censis.
Ansa: Scuola: Anief, sempre più emergenza Sud, politiche mirate
Da istituti aperti il pomeriggio a contratti differenziati
(ANSA) - ROMA, 6 DIC - "Non è più possibile portare avanti la politica dello 'struzzo': occorre da subito migliorare i progetti a supporto della didattica e aprire le scuole anche di pomeriggio, aumentando il numero di docenti e Ata nelle aree meridionali più arretrate". Lo afferma, commentando il rapporto Censis da cui emerge che al Sud 1 giovane su 4 é fermo alla licenza media, l'Anief che chiede "interventi mirati". "È indispensabile agire già in vista del prossimo anno scolastico - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief - rafforzando i progetti a supporto della didattica e le attività pomeridiane extracurricolari delle scuole del Sud Italia. In particolare in quelle aree territoriali dove il tessuto sociale e industriale è più arretrato. Dove, infatti, quasi sempre gli istituti non sono aperti al territorio e chiudono le attività a metà giornata. Con i risultati, a livello di studio e di lavoro giovanile, che oggi il Censis ci ha illustrato. Ma per attuare progetti e tempo prolungato, oltre che per migliorare l'orientamento scolastico, - continua Pacifico - occorre che il Miur decida finalmente di introdurre degli organici diversificati, destinando maggiori forze nelle aree difficili e più a rischio di abbandono scolastico: al Sud occorrono più docenti e più personale Ata. Inoltre, proprio alla luce di questi dati diventa ancora più paradossale la volontà dell'amministrazione di tagliare di un altro 10% gli istituti scolastici. Soprattutto al Sud. Dove i dirigenti sono chiamati dagli Uffici scolastici regionali a gestire anche 4 o 5 scuole autonome contemporaneamente, spesso - conclude il rappresentante Anief-Confedir - distanti decine di chilometri l'una dall'altra". Per l'Anief é anche necessario che il Governo "intervenga subito sulla conversione di tutti i contratti a termine superiori ai tre anni nel rispetto della direttiva comunitaria. Che sblocchi gli aumenti di stipendio, attui una riforma dell'apprendistato che immetta nel mondo del lavoro i ragazzi a 15 anni con l'alternanza allo studio obbligatorio fino a 19 anni o al termine della secondaria, distingua la contrattazione in base alle aree del Paese, riporti l'istruzione al centro del Paese potenziando l'orientamento tra la scuola superiore, l'università e il tutoraggio. Servono provvedimenti, infine, che ringiovaniscano la forza lavoro, anche introducendo la retribuzione differita". (ANSA).
AgenParl: Censis: Anief, è sempre emergenza sud
MNew: Rapporto Censis – È sempre più emergenza Sud: 1 giovane su 4 fermo alla licenza media
Lettera 43: Lavoro, in 10 anni sono emigrati 100 mila giovani
Il Giornale: 2012: Fuga dall’Italia. Raddoppiano i giovani che migrano all’estero per lavoro
Ansa: Lavoro: allarme Anief, giovani disoccupati fuggono da Italia
(ANSA) - ROMA, 8 DIC - Una quota sempre più consistente degli oltre 2 milioni di giovani senza occupazione tenta con successo di trasferirsi all'estero: gli under 35 che nell'ultimo decennio sono stati costretti a recarsi oltralpe in cerca di un impiego sono più che raddoppiati, passando da 50 mila a 106 mila: lo rende noto l'Anief, segnalando che soprattutto nel 2012 l'incremento di coloro che hanno acquisito una residenza straniera ha toccato livelli record, facendo registrare un +28,8% rispetto all'anno precedente. Oltre la metà sono giovani: il 54,1% ha infatti meno di 35 anni. Si tratta di un andamento legato alla mancanza di alternative, visto che nello stesso periodo si è toccato anche il record di Neet. I dati, evidenzia l'Anief, emergono incrociando il Rapporto annuale Censis con quello del Cnel sul mercato del lavoro 2012-13. Se dal primo studio risulta quasi raddoppiato, arrivando a 2,7 milioni, il numero di italiani, con un'alta percentuale di ragazzi, che 'cercano attivamente un lavoro ma non riescono a trovarlo', dal secondo si evince che i giovani che non studiano e non lavorano sono diventati 2 milioni e 250 mila giovani: in media uno su quattro tra i 15 e i 29 anni, mentre uno su tre di essi si ritrova nel Mezzogiorno contro uno su sei al Nord e uno su cinque al Centro. L'Anief giudica poi "significativo" che circa un quarto di chi è recato all'estero per cercare lavoro (il 26,5%) dichiari che è stata determinante la voglia di lasciare un Paese in cui non si trovava più bene. Quello che appare a loro il difetto più intollerabile dell'Italia è l'assenza di meritocrazia, denunciata dal 54,9%. "Le informazioni che provengono dai Rapporti nazionali - commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - confermano che l'Italia sta diventando un Paese sempre meno adatto per i giovani. Anche il crollo al 20,5% del tasso di occupazione dei 15-24enni, rilevato dall'Ocse, è un dato che parla da solo. Solo Grecia e Turchia tra i 34 Paesi dell'area - conclude - hanno una quota di Neet più elevata". (ANSA).
Manuale di lavoro: Allarme dell'Anief sui giovani disoccupati in fuga dall'Italia
Italpress: Crisi, Anief "record di 'neet', raddoppiano giovani che vanno all'estero"
ROMA (ITALPRESS) - Una quota sempre piu' consistente degli oltre 2 milioni di giovani senza occupazione tenta con successo di trasferirsi all'estero: gli under 35 che nell'ultimo decennio sono stati costretti a recarsi oltralpe in cerca di un impiego sono piu' che raddoppiati, passando da 50 mila a 106 mila. Ma e' stato soprattutto nel 2012 che l'incremento di coloro che hanno acquisito una residenza straniera ha toccato livelli da record, facendo registrare un +28,8% rispetto all'anno precedente. Oltre la meta' sono giovani: il 54,1% ha infatti meno di 35 anni. Si tratta di un andamento legato alla mancanza di alternative, visto che nello stesso periodo si e' toccato anche il record di Neet. Sono dati elaborati dall'Anief-Confedir, incrociando il Rapporto annuale Censis pubblicato in questi giorni con il Rapporto Cnel sul mercato del lavoro 2012/13 presentato qualche settimana fa. Se dal primo studio risulta quasi raddoppiato, arrivando a 2,7 milioni, il numero di italiani, con un'alta percentuale di ragazzi, che "cercano attivamente un lavoro ma non riescono a trovarlo", dal secondo si evince che i giovani che non studiano e non lavorano sono diventati 2 milioni e 250 mila giovani: in media uno su quattro tra i 15 e i 29 anni, mentre uno su tre di essi si ritrova nel Mezzogiorno contro uno su sei al Nord e uno su cinque al Centro.
E' inoltre significativo che circa un quarto di chi e' recato all'estero per cercare lavoro (il 26,5%) dichiari che e' stata determinante la voglia di lasciare un Paese in cui non si trovava piu' bene. Quello che appare a loro il difetto piu' intollerabile dell'Italia e' l'assenza di meritocrazia, denunciata dal 54,9%. Tra i motivi della decisione di andarsene c'e' poi "la scarsa attenzione per i giovani", fatto rilevare dal 28,2% del campione consultato dal Censis. Risulta davvero drammatico un ultimo dato: ci sono 1,6 milioni di italiani che, "pur disponibili a lavorare, hanno rinunciato a cercare attivamente un impiego perche' convinti di non trovarlo". E tra costoro vi sono anche tanti laureati. "Le informazioni che provengono dai Rapporti nazionali – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - confermano che l'Italia sta diventando un Paese sempre meno adatto per i giovani. Anche il crollo al 20,5% del tasso di occupazione dei 15-24enni, rilevato dall'Ocse, e' un dato che parla da solo. Solo Grecia e Turchia, tra i 34 Paesi dell'area, hanno una quota di Neet piu' elevata. C'e' anche il rischio fondato che le proiezioni sulla disoccupazione italiana continuino ad aumentare pure nel 2014. Con le fasce giovanili, per vari motivi indifese, che saranno anche stavolta le prime ad essere colpite". Il sindacato ritiene che "il Governo debba intervenire con forza per convertire a tempo indeterminato tutti i contratti a termine superiori ai tre anni, nel rispetto della direttiva comunitaria. In Italia si e' riusciti nell'impresa di penalizzare anche coloro che hanno investito negli studi. Non ci dobbiamo scandalizzare, poi, se nell'ultimo decennio il numero di immatricolati alle universita' e' sceso da 338 mila a 269 mila studenti, ovvero del 20,6 per cento in meno rispetto al 2003". (ITALPRESS).
Italpress: Censis, Anief "Al sud emergenza scolastica, no ulteriori tagli"
ROMA (ITALPRESS) - E' ancora emergenza Sud. Anche per quanto
riguarda l'istruzione. A ribadirlo - sottolinea l'Anief - e' stato
il Censis che conferma i timori per il futuro dei giovani che
risiedono in determinate aree del paese: se nel 2012 in tutta
Italia i ragazzi tra i 18 e i 24 anni che hanno conseguito al
massimo la licenza media sono stati pari al 17,6%, nelle regioni
meridionali la percentuale e' stata del 21,1%. Il sindacato reputa
questi dati davvero preoccupanti. "E' indispensabile agire gia' in
vista del prossimo anno scolastico - spiega Marcello Pacifico,
presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - rafforzando
i progetti a supporto della didattica e le attivita' pomeridiane
extracurricolari delle scuole del Sud Italia. In particolare in
quelle aree territoriali dove il tessuto sociale e industriale e'
piu' arretrato. Dove, infatti, quasi sempre gli istituti non sono
aperti al territorio e chiudono le attivita' a meta' giornata. Con
i risultati, a livello di studio e di lavoro giovanile, che oggi
il Censis ci ha illustrato. Ma per attuare progetti e tempo
prolungato, oltre che per migliorare l'orientamento scolastico, -
continua Pacifico - occorre che il Miur decida finalmente di
introdurre degli organici diversificati, destinando maggiori forze
nelle aree difficili e piu' a rischio di abbandono scolastico: al
Sud occorrono piu' docenti e piu' personale Ata. Inoltre, proprio
alla luce di questi dati diventa ancora piu' paradossale la
volonta' dell'amministrazione di tagliare di un altro 10% gli
istituti scolastici. Soprattutto al Sud. Dove i dirigenti sono
chiamati dagli Uffici scolastici regionali a gestire anche 4 o 5
scuole autonome contemporaneamente, spesso - conclude il
rappresentante Anief-Confedir - distanti decine di chilometri
l'una dall'altra".
(ITALPRESS).
Italpress: Scuola, Anief "stipendi sempre più vicini a soglia di povertà"
ROMA (ITALPRESS) - L'Anief sottolinea come il Parlamento stia fermando gli stipendi dei pubblici dipendenti, attraverso la legge di stabilita', per il quarto anno consecutivo. Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, ricorda che "la parabola discendente ha preso inizio con il blocco dei contratti introdotti con la legge 122/2010. Il caso della scuola e' emblematico, con gli scatti automatici, che l'amministrazione vorrebbe far scomparire, recuperati solo attraverso una quota tantum. Tutto questo, peraltro, accade malgrado si tratti di scelte che contrastano palesemente diversi articoli della Costituzione: l'1, il 36, il 39 e il 41. E non a caso la questione e' stata gia' censurata dalla Consulta, attraverso la sentenza 223 dell'ottobre scorso che ha di fatto 'cassato' il blocco degli scatti stipendiali dei magistrati. Cosi', dopo aver privatizzato il rapporto di lavoro del pubblico impiego, si compie un altro passo verso la perdita dei diritti dei suoi lavoratori. L'amara realta' e' che sempre piu' il Governo italiano veste contemporaneamente i panni del datore di lavoro e del legislatore. Cosi' gia' oggi a fine carriera un docente percepisce quasi 10mila euro in meno. E che la maggior parte del personale della scuola continuera' a percepire uno stipendio sempre piu' vicino alla soglia di poverta'. Con la beffa - conclude Pacifico - che con la riforma Fornero la sua carriera lavorativa non solo avra' sempre piu' alte possibilita' di rimanere ferma. Ma sara' allungata fino a 42 anni di contributi". (ITALPRESS).
Lettera 43: Lavoro, in 10 anni sono emigrati 100 mila giovani