Rassegna stampa

Recensioni dalla Stampa al 3 gennaio 2014

 www.larepubblica.it - 30/12/2013
“Eguaglianza e merito”
░ Considerazioni di Nadia Urbinati: merito e lavoro, coppia inscindibile
Si parla spesso del merito come della soluzione ai problemi della nostra società …. In una società, come la nostra, dove parenti e amici contano sempre molto, più delle vocazioni e delle doti personali, il richiamo al merito è sacrosanto. Ma è un fatto di legalità piuttosto che di giustizia sociale. Anche perché organizzare la società sull’“abilità dimostrata” è alquanto complesso visto che il merito è non solo difficile da misurare e attribuire, ma anche fortemente condizionato dal capitale sociale e dall’ambiente culturale. Per non essere ingiusta considerazione, il merito richiede molta attenzione alla distribuzione eguale delle condizioni di partenza. … Il giudizio sul merito di una persona è relativo a un settore di lavoro, a determinati requisiti che definiscono una prestazione, all’utilità sociale delle funzioni in un determinato tempo storico e luogo, ovvero al riconoscimento sociale e pubblico. Nel merito entrano in gioco ben più delle qualità della persona. Per questo nelle questioni di giustizia si dovrebbe diffidare di usarlo come criterio per distribuire risorse. Non perché non sia giusto che ad essere assunto in un ospedale debba essere un bravo medico, ma perché non si deve scambiare l’effetto con la causa: è l’eguaglianza di condizione, di trattamento e di opportunità il principio che deve governare la giustizia; il merito è semmai la conseguenza di un ordine sociale giusto. Per non essere privilegio truffaldino, il merito deve sprigionare da una società nella quale a tutti dovrebbe essere concessa un’eguale possibilità di formarsi capacità e accedere ai beni primari (diritti civili e diritti sociali essenziali) per poter partecipare alla gara della vita. Il Presidente degli Stati Uniti Lyndon B. Johnson raccontò questa storia per far comprendere ai suoi concittadini la necessità di politiche pubbliche, in primo luogo scolastiche: immaginiamo una gara di velocità tra due persone che partono sulla stessa linea ma una di esse con dei pesi alle caviglie cosicché dopo pochi metri si troverà in irrimediabile svantaggio, nonostante si impegni con tutte le sue forze. Si può ignorare questa differenza di capacità nel giudicare del merito del vincitore? Evidentemente no. In questo caso il vincitore non avrebbe proprio alcun merito. Semmai godrebbe di un privilegio. Perché ci sia una gara onesta ed effettivamente gareggiata occorre rimuovere gli ostacoli dell’altro competitore, e lo si può fare in tre modi: o si libera la persona impedita a gara cominciata e si fa finta che ci sia giusta competizione (affermazione del privilegio), oppure si dà a chi è oggettivamente impedito un vantaggio a gara cominciata (programmi di aiuto a chi ha bisogno) oppure lo si prepara prima che la gara cominci (politiche di cittadinanza sociale). Non si intende dire con questo che non ci può essere merito meritato; ma che non ci può essere se alcuni partono avvantaggiati o se non si correggono le diseguaglianze di opportunità prima di valutare il merito. Ecco perché senza l’accoppiamento con l’eguaglianza il merito non è un valore di giustizia. A meno che non si controllino tutte le relazioni sociali che presiedono alle nostre scelte individuali (cosa indesiderabile oltre che impossibile da ottenere in una società che vuole restare libera) non si può onestamente parlare del merito come della soluzione ai problemi di ingiustizia sociale (mentre la sua violazione nei concorsi pubblici può comportare illegalità). Si deve invece partire dall’eguaglianza di opportunità e delle condizioni di formazione delle capacità, per esempio da scuole pubbliche di buona qualità distribuite su tutto il territorio nazionale affinché la gara possa essere davvero aperta a tutti e non si sfoltisca a valle il numero dei potenziali concorrenti.

www.latecnicadellascuola.it - 31/12/2013
“Scatti di anzianità, l’affare è serio”
░ Il MEF vuole indietro gli aumenti per scatto di anzianità 2012: una inqualificabile conversione a U. La Flc-Cgil ha elencato gli effetti sulle tasche del personale scolastico.
1. Chi è scattato a gennaio 2013, già con un anno di ritardo (blocco 2012), ha avuto solo ad aprile 2013 l'attribuzione degli scatti con arretrati, a gennaio 2014 manterrà lo scatto ma dovrà restituire i soldi percepiti in più nell'anno 2013. 2. Chi invece ha avuto lo scatto da settembre 2013, sempre con differimento di un anno, a gennaio 2014 verrà retrocesso come posizione stipendiale e dovrà restituire i soldi percepiti in più da settembre 2013. In questo caso solo a settembre 2014 avrà lo scatto a causa del congelamento degli anni 2012 e 2013. L’aspetto più grave però riguarda coloro che vogliono andare in pensione al settembre 2014.Questi lavoratori qualora rientrino nel secondo caso dovranno rimanere un altro anno per poter vantare, sia sul trattamento pensionistico che sulla buonuscita, lo scatto tanto agognato. Stangata pure per gli immessi in ruolo degli ultimi tre anni che potrebbero vedersi bloccate le ricostruzioni di carriera, dal momento che l'ulteriore blocco introdotto dal DPR 122/2013 mette in discussione la validità giuridica dell’anno 2013 a cui si aggiunge l'anno 2012, tuttora bloccato dalla manovra Tremonti (D.L. 78/2011).

www.corrieredellasera.it - 31/12/2013
“e-Book in edifici vecchi e inadeguati: le contraddizioni della Scuola 2014”
░ Una panoramica di V. Santarpia, scandendo la sequenza dell’alfabeto.
A Come Abbandono scolastico: l’Italia è tra i Paesi peggiori d’Europa per abbandono delle aule. Il 17,6% degli alunni, con punte del 25% nel Mezzogiorno, lascia i banchi troppo presto. Gli ultimi dati forniti dalla Commissione europea rivelano che il tasso medio di abbandono tra i 28 Paesi dell’Ue è del 12,7%, sempre più vicino all’obiettivo comunitario del 10% da raggiungere entro il 2020. Ma sono ancora cinque le nazioni lontane da questa meta: tra loro l’Italia…… B Come Bisogni educativi speciali. A introdurre l’espressione è stata la direttiva ministeriale del dicembre 2012, che precisa che «l’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit». Hanno bisogno di attenzioni particolari anche gli alunni con svantaggio sociale e culturale, o disturbi specifici dell’apprendimento, o difficoltà di relazione di altro tipo. … C Come Costituente della scuola: ovvero, come riformare la scuola passando dal dialogo con tutte le sue componenti. L’ambizioso piano è stato lanciato dal ministro Maria Chiara Carrozza, ed è partito ufficialmente il 17 dicembre, quando sono stati convocati a viale Trastevere i direttori degli uffici scolastici regionali…. D Come digitale: cioè, come la scuola italiana sta tentando faticosamente di risalire la china del gap informatico attraverso il piano nazionale scuola digitale lanciato nel 2009. Oggi in Italia ci sono circa 70 mila lavagne multimediali, 1.200 classi 2.0, 36 scuole 2.0, e il decreto scuola varato il 31 ottobre dà impulso ai libri digitali.… E Come Edilizia scolastica: il 15% dei 42 mila edifici scolastici italiani non nasce come scuola ma è stato riadattato. Il 44% delle scuole è stato costruito in un periodo che va dal 1961 al 1980 e risulta «non completamente a norma». L’11% non ha il certificato di valutazione dei rischi. L’82,3% non ha il certificato di prevenzione incendi. Gli edifici scolastici italiani cadono a pezzi…. F Come Fondi: 450 milioni, una goccia nel mare. A tanto ammontano i fondi stanziati dal decreto scuola, divisi tra orientamento, dispersione scolastica, libri di testo, tutela della salute, formazione dei docenti, assunzione degli insegnanti di sostegno, formazione nelle aziende, semplificazione, ricerca scientifica, dimensionamento, welfare studentesco, offerta formativa. … G Come Geografia: la riforma Gelmini l’aveva tagliata pesantemente, il decreto scuola della Carrozza prova a restituirle dignità, stanziando 13,2 milioni (3,3 nel 2014, il resto nel 2015) per reinserire un’ora di geografia generale ed economica nel biennio degli istituti tecnici e professionali. … H Come Handicap: sono oltre 200 mila (207.244, per la precisione) gli alunni disabili in Italia, il 2,6% della popolazione studentesca… Ma mancano gli insegnanti di sostegno (uno ogni due studenti) e ancora ci sono troppe barriere architettoniche…. I Come Invalsi: amato da chi lo considera uno strumento fondamentale, odiato da chi lo ritiene riduttivo ed estremo. Il sistema di valutazione delle scuole italiane è a un punto di svolta…, e dare più attenzione ad alcune peculiarità del nostro sistema scolastico e dei nostri studenti: più pedagogia e meno economia…. L Come Liceo breve: la sperimentazione è partita quest’anno al San Carlo di Milano, il Guido Carli di Brescia e l’istituto Olga Fiorini di Busto Arstizio, tre scuole paritarie dove per la prima volta i ragazzi si diplomeranno a 18 anni, dopo quattro anni invece di cinque. … M Come Merito: in molte parti del mondo, dall’Inghilterra alla Norvegia agli Usa, dove i salari sono differenziati in base alle performance, la valutazione degli insegnanti è parte integrante del sistema. In Italia Invalsi, Indire e corpo ispettivo non riescono a scardinare un tabù del sistema scolastico, la possibilità di premiare i docenti meritevoli e punire gli incapaci… N Come Neet: l’acronimo sta per Not in Education, Employment or Training. Indica quegli oltre 2 milioni 200 mila ragazzi tra 15 e 29 anni che non lavorano né studiano né risultano iscritti a corsi di formazione. … O Come Orientamento: … per gli studenti di medie e superiori parla il linguaggio delle giovani generazioni. Lo fa con «Io scelgo, io studio», la campagna del ministero per investire in maniera organica i 6,6 milioni destinati dal decreto scuola proprio all’orientamento. … P Come precari: l’Italia rischia una multa di 10 milioni di euro dall’Europa per i precari della scuola… L’altolà è arrivato un mese fa da Bruxelles, dove è stata aperta una procedura di infrazione per il mancato rispetto della direttiva sul lavoro a tempo determinato. L’Italia è «accusata» di usare i supplenti con contratti a termine «continuativi» e pagarli poco rispetto agli immessi in ruolo. … Q Come Quote di partecipazione: secondo Cittadinanza attiva, sono 390 i milioni erogati da genitori e parenti degli alunni per sopperire alle mancanze strutturali delle nostre scuole e decine i casi in cui la società civile si è data da fare per restituire dignità alle aule deturpate da tempo e usura. … R Come Riforma: l’ultima, quella attuata dal governo Berlusconi, è ancora contestata da studenti e sindacati per i tagli attuati. Il ministro Carrozza vuole riprovarci: ma partendo dal dialogo con tutte le componenti della scuola a cui ha dato il nome di Costituente…. S Come Stage: Studio e lavoro? Mondi che non comunicano, almeno in Italia: i giovani tra i 15 e i 29 anni che affiancano a un’esperienza di formazione un’altra di occupazione, sono il 3,7%, pochi a differenza di quanto avviene nel resto d’Europa (12,9%), e soprattutto in Paesi come Germania (22,1%) e Regno Unito (18,5%). … T Come Tirocinio, ovvero come trasformare un periodo di apprendistato nel lavoro del futuro. In Italia le esperienze positive non mancano: ci sono diversi istituti tecnici e professionali che funzionano bene e indirizzano gli studenti verso un lavoro. Ma quello che non c’è è il raccordo a livello nazionale, che rischia di farci perdere il treno. …
U Come Università: il fondo ordinario per le università ammonta a circa 7 miliardi. Per la prima volta sono state aumentate le risorse, dopo anni di tagli. Ma i nodi da sciogliere restano: la quota premiale, quella destinata agli atenei virtuosi, era fino a quest’anno solo del 13,5% e dovrebbe aumentare l’anno prossimo al 20%. I 41 milioni destinati a chi ottiene le migliori performance sono saltati nel decreto scuola e solo grazie alla reazione dei rettori sono rientrati qualche giorno fa in un disegno di legge sugli enti locali. … V Come Valore legale del titolo di studio: dopo la polemica sui titoli di studio che alcuni politici si erano indebitamente accreditati si è aperto il dibattito. Z Come Zaini: sempre più leggeri grazie ai libri digitali. … il libro dovrà essere sempre più fruibile su supporti diversi (tablet, pc, lavagne digitali) in modo da lasciare la massima libertà a famiglie e insegnanti. Nel caso siano necessari software per l’utilizzo degli ebook, gli studenti dovranno poterli scaricare gratis sul sito dell’editore. Nel caso di testi misti, la parte cartacea dovrà essere realizzata usando materie prime con basso peso e costo contenuto.

www.orizzontescuola.it - 01/12/2014
“Mobilità 2014. Cattedra orario ex novo: se su più comuni escluso chi usufruisce della legge 104/92”
░ Che cosa stabilisce l'Ipotesi di contratto di mobilità - a.s. 2014/15,
in caso di contrazione di ore nell’organico di istituto, a tutela del personale che fruisce della Legge 104? Il caso illustrato di seguito considera la formazione di una cattedra orario con completamento in comune diverso, costituita per contrazione di ore in organico di diritto.
Si rende necessario attribuire il completamento esterno ad uno dei docenti titolari nella scuola e in servizio su cattedra interna nel corrente anno scolastico. Si tiene conto della graduatoria interna di istituto, ma a particolari condizioni. L'art. 18 comma 18 dell'Ipotesi di contratto di mobilità per l'a.s. 2014/15 prevede "18. Qualora, a seguito di contrazione di ore nell’organico di diritto, si costituisca ex novo una cattedra orario con completamento esterno da assegnare ad uno dei docenti già titolari nella scuola ed in servizio su cattedra interna nel corrente anno scolastico, tale assegnazione avrà carattere annuale e dovrà avvenire tenendo conto della graduatoria interna d’istituto formulata ai sensi del successivo comma 3 dell’art. 23, aggiornata con i titoli posseduti al successivo 31 agosto e ai sensi del comma 11 dell’art.23, riferito ai titolari trasferiti dal successivo 1° settembre, e con la precisazione di cui all’art.7 comma 3 lett.c del presente contratto. In presenza di più richieste volontarie, avanzate da docenti interessati a ricoprire la cattedra orario esterna, la definizione delle modalità e dei criteri di applicazione delle precedenze ex art. 7 c. 1 del presente contratto o di altre agevolazioni di legge (ad es. tutela delle lavoratrici madri) dovrà essere definita in tempo utile dalla contrattazione d’istituto. Criteri 1) si tiene conto della graduatoria interna di istituto. Essa sarà - aggiornata con i titoli posseduti al 31 agosto 2014; - riferita ai titolari trasferiti in quella scuola dal 1° settembre 2014. Per l'individuazione del docente si dovrà tener conto del seguente ordine: - docenti di ruolo entrati a far parte dell'organico dell'istituto o del centro territoriale con decorrenza dal precedente primo settembre per mobilità a domanda volontaria; - docenti di ruolo entrati a far parte dell'organico dell'istituto o del centro territoriale dagli anni scolastici precedenti quello di cui al punto sopra, ovvero dal precedente primo settembre per mobilità d’ufficio o a domanda condizionata, ancorché soddisfatti in una delle preferenze espresse; - A parità di punteggio prevale la maggiore età anagrafica. Esclusi. Art 7 comma 3 lettera c). Il diritto all'esclusione, dei beneficiari delle precedenze di cui al comma 2, dalla graduatoria per l'attribuzione della cattedra orario esterna costituitasi ex novo, si applica esclusivamente per le cattedre orario costituite tra scuole di comuni diversi (o distretti sub comunali diversi). Pertanto, se la cattedra si trasforma da interna in esterna e questo comporta l'assegnazione di spezzoni orario in scuole dello stesso comune, tutti i docenti partecipano. Se il completamento avviene con scuole di comuni diversi, il docente che usufruisce della legge 104/92 e che per questo motivo è escluso dalla graduatoria interna di istituto, continuerà a beneficiare dell'esclusione. Il principio si basa infatti sul divieto di trasferire il docente con handicap o che assiste un familiare ai sensi degli art. 21 e 33 della legge 104/92.

www.latecnicadellascuola.it - 01/12/2014
“Precari, attenzione alle assenze senza assegni”
░ Le assenze non retribuite interrompono il servizio e possono pregiudicare non solo il riconoscimento dell'anno scolastico ma anche la futura ricostruzione di carriera. Lucio Ficara riassume le regole.
Le ferie, i permessi ed le assenze del personale della scuola assunto con contratto a tempo determinato sono regolati dall’art. 19 del contratto collettivo nazionale della scuola 2006-2009 attualmente vigente.
Bisogna dire che per quanto riguarda le ferie del personale precario della scuola, l’art. 19 che garantiva il pagamento delle ferie non godute è stato modificato dalle leggi n. 135 del 7/7/2012 e n. 228 del 24/12/2012, che prevedono una monetizzazione delle ferie a rango ridotto.
Infatti per i docenti precari con contratto fino al 30 giugno o per i supplenti brevi le ferie possono essere monetizzate, anche se dal conto delle ferie effettivamente maturate bisogna sottrarre i giorni in cui l’attività didattica è stata sospesa, cioè le vacanze di Natale, di Pasqua ed anche una parte di giugno. Bisogna sapere anche che le assenze senza assegni fatte dal personale con contratto a tempo determinato interrompono l’anzianità di servizio a tutti gli effetti. Questo è scritto con totale chiarezza nel comma 8 del su citato art. 19. Anche le assenze per malattia, che oltre il terzo mese non vengono retribuite, interrompono l’anzianità di servizio. Sono comunque escluse quelle che riguardino il caso di gravi patologie che richiedano terapie, anche temporaneamente invalidanti; vengono anche esclusi i giorni di ricovero ospedaliero o di day hospital e quelli di assenza dovuti alle conseguenti terapie certificate, per cui spetta l'intera retribuzione. Ma quali sono i giorni di malattia del personale precario della scuola che non vengono retribuiti e che interrompono l’anzianità di servizio? Incominciamo con il ricordare che il personale docente ed Ata assunto con contratto a tempo determinato per l'intero anno scolastico o fino al termine delle attività didattiche, nonché quello ad esso equiparato ai sensi delle vigenti disposizioni di legge, assente per malattia, ha diritto alla conservazione del posto per un periodo non superiore a 9 mesi in un triennio scolastico. In ciascun anno scolastico la retribuzione spettante al personale di cui al comma precedente è corrisposta per intero nel primo mese di assenza, nella misura del 50% nel secondo e terzo mese. Per il restante periodo il personale anzidetto ha diritto alla conservazione del posto senza assegni. Poiché il comma 6 dell’art. 19 asserisce che le assenze per malattia parzialmente retribuite non interrompono la maturazione dell'anzianità di servizio a tutti gli effetti , si conviene che dal terzo mese in poi di malattia si interrompe a tutti gli effetti la maturazione dell’anzianità di servizio. Bisogna sottolineare che un’interruzione dell’anzianità di servizio, potrebbe comportare la non validità dell’anno scolastico per esempio per la ricostruzione di carriera o per il riconoscimento del punteggio di anzianità pre-ruolo nella mobilità. Le assenze per eventi lieti come i 15 giorni consecutivi per il matrimonio o per eventi tristi come i 3 giorni di lutto per perdita del coniuge, di parenti entro il secondo grado, del convivente o di soggetto componente la famiglia anagrafica e di affini di primo grado, sono invece computati a tutti gli effetti nell’anzianità di servizio.

www.orizzontescuola.it - 02/1/2014
“Troppi insegnanti di sostegno, sarà rivista modalità di assegnazione dei docenti. Salve le 29mila immissioni in ruolo”
░ Eleonora Fortunato intervista Daniele Checchi, docente di Economia, capo del gruppo di lavoro per la parte della Spending Review relativa al MIUR. E le risposte sono poco rassicuranti: la priorità, dice, è studiare il meccanismo della certificazione e, di conseguenza, dell’assegnazione delle ore di sostegno, per moderare un trend di assunzioni.
D. Professore, la commissione si è insediata da ormai due mesi, è già stata redatta una prima relazione? R. “No, finora abbiamo avuto solo audizioni con i funzionari del ministero dell’Istruzione, un vero e proprio documento formale verrà redatto e portato a conoscenza dell’opinione pubblica solo alla fine dei lavori. Abbiamo per lo più acquisito informazioni statistiche, il nostro scopo è verificare se ci sono margini di recupero di efficienza nel comparto scuola, come indicato anche nel documento pubblico del decreto di nomina della commissione”.
D. Ci sono questi margini? “Ci sono i margini, ma non è facile incidere su di essi perché parte della spesa per l’istruzione grava sul governo centrale, ma un’altra parte consistente è di competenza degli EE.LL, cioè le Regioni, le Province, i Comuni. Si tratta di un tema aperto che non ha ancora trovato una soluzione adeguata. Se, per esempio, prevalesse la linea politica dell’abolizione delle Province, attualmente responsabili della manutenzione e della sicurezza degli edifici che ospitano le scuole secondarie di secondo grado, non è ben chiaro a quale struttura potrebbero passare queste competenze. I canali possibili sono due, o le Regioni o i Comuni, cui competono già gli edifici del primo ciclo. Il problema sarà, appunto, capire come indirizzare e ripartire le risorse”.
D. Per quanto riguarda il Sostegno, pensa che la spending review possa incidere sulle 29000 assunzioni pianificate dal Miur nei prossimi 3 anni?
“No, non ci sarà nessuna incidenza sulle assunzioni, il problema vero è capire come gestire meglio di come si sia fatto finora il trend crescente dei docenti di sostegno in Italia. Parliamo di un corpo di docenti molto significativo, 100.000 su 700.000 insegnanti totali. Il loro numero non può continuare a crescere al ritmo esponenziale con cui è cresciuto in questi ultimi anni. C’è un problema di gestione di queste risorse e il primo passo da compiere è l’analisi del fabbisogno reale che se ne ha”.
D. Eppure l’attenzione ai bisogni speciali degli studenti è un fiore all’occhiello del sistema di istruzione italiano, prenderlo di mira come una voce in qualche modo ‘passiva’ che conseguenze potrebbe produrre?
“Ci concentreremo sulla modalità di assegnazione dei docenti di sostegno, che mi sento di definire come un meccanismo perverso: sono le Asl che decretano il numero di ore di affiancamento di cui gli allievi hanno bisogno, ma abbiamo riscontrato che questi criteri di assegnazione variano molto da regione a regione, non si spiegherebbe altrimenti la differenza numerica a volte molto significativa tra un territorio e l’altro. Occorre ripensare in modo diverso l’attribuzione di queste ore”.
D. Ciò potrebbe facilmente tradursi in nuovi tagli lineari.“Non è questo l’obiettivo. Ci interessa studiare a fondo i criteri con cui vengono ripartite le risorse e per fare questo bisogna innanzitutto accordarsi sulla definizione del costo standard dell’istruzione, domandandosi se il livello del servizio si misura per alunno o per unità di apprendimento.
Dobbiamo finalmente decidere che cosa deve produrre la scuola: titoli di studio o competenze? Solo dopo questo primo passo cruciale forse si sarà in grado di creare un risparmio significativo. Rientra nella definizione del costo standard anche il numero di alunni per classe”.
D. In Italia si parla già di sovraffollamento delle classi… pensa che possa esserci un ulteriore aggravio da questo punto di vista? “Credo proprio di no, la linea del ministro Carrozza è chiara: la scuola negli ultimi anni è stata pesantemente colpita dai tagli e l’obiettivo adesso non è quello di incidere per deprivarla, ma migliorarne l’efficienza”.
D. Se si parla di efficienza in questo momento viene naturale legarla al tema della valutazione, in particolare, degli insegnanti: anche questo argomento sarà sotto la lente della Commissione? “Direi di no”.
D. La sperimentazione del liceo a 4 anni può produrre certamente risparmi significativi, è fin troppo facile fare i conti. Lei come la giudica?
“Mi sento favorevole se l’obiettivo è quello di far uscire i giovani dal sistema di istruzione un anno prima di quanto avvenga adesso, rivedendo però contestualmente anche il meccanismo di certificazione finale delle competenze. Accorciare il percorso di un anno senza inserire questo intervento in una riforma più organica e strutturale non penso possa portare a risultati efficaci per il nostro sistema di istruzione”.