www.educationduepuntozero.it - 25/01/2014
“La storia più recente è un insegnamento ancora negletto. I risultati di un'indagine”
░ Uno studio condotto all’università romana La Sapienza evidenzia che i nostri studenti escono dalla scuola secondaria di secondo grado senza conoscere la Storia del Novecento.
Gli studenti, alla conclusione del ciclo scolastico, conoscono poco la storia del Novecento, specie quella della seconda metà del secolo. Malgrado la recente normativa scolastica dica di riservare l’attenzione esclusivamente a questo periodo storico, è evidente che viene disattesa in modo alquanto diffuso. … Iniziata nel 2008 con lo studio del complesso statuto epistemico della storia contemporanea e dei “curricula” di studio vigenti nei principali Paesi europei, la ricerca – conclusa nel 2012 – approfondisce il problema della conoscenza della storia del Novecento posseduta dagli studenti a conclusione della scuola secondaria di secondo grado. … Gli strumenti di rilevazione, costruiti con il concorso di un “panel” di storici contemporaneisti e validati attraverso procedure d’analisi di tipo statistico, sono stati assegnati nell’autunno 2010 a un campione di 793 studenti iscritti al primo dell’Università “La Sapienza”, di cui 621 matricole neodiplomate, in larghissima misura provenienti da indirizzi liceali. I risultati della ricerca hanno posto in luce un ampio deficit di conoscenza in relazione alle vicende storiche riferibili alla seconda metà del Novecento: il numero di risposte sbagliate ha infatti raggiunto il 57,3% del totale, con un tasso di omissioni molto elevato (15,7%). Di contro, gli studenti hanno dato mostra di possedere un bagaglio cognitivo più adeguato sugli eventi relativi alla prima metà del secolo (41,1% di risposte errate; 8,3% di risposte omesse). Questi esiti sono peraltro coerenti con quanto dichiarato dagli studenti in ordine al programma svolto nella classe terminale delle scuole superiori: sulla base dei dati raccolti, il 52% non ha studiato a scuola gli eventi storici successivi all’inizio della Guerra fredda, mentre oltre l’80% ha iniziato il programma con argomenti antecedenti la storia del XX secolo. Si tratta di un riscontro importante, sulla cui base è possibile affermare che la normativa scolastica, che prevede di riservare “esclusivamente” al Novecento l’insegnamento della storia nell’ultimo anno delle scuole superiori, viene disattesa in modo alquanto diffuso. … In controtendenza alla tradizionale superiorità femminile in prove concernenti materie umanistiche, la ricerca ha evidenziato una significativa differenza nei risultati d’apprendimento a favore degli studenti maschi….
www.latecnicadellascuola.it - 26/01/2014
“Nuovo contratto: Bisognerà tener conto del diverso impegno dei docenti?”
░. I docenti che devono correggere centinaia e centinaia di prove scritte nell’a.s. percepiscono lo stesso stipendio di chi non ha tale incombenza. Sono in molti a non essere più d'accordo con questo meccanismo. Forse anche al Miur ci stanno pensando. Opportunamente, Lucio Ficara richiama una questione che gli insegnanti hanno sempre considerato assurda.
Il Governo ritiene, con diverse dichiarazioni pubbliche, che il meccanismo degli scatti d’anzianità per tutto il personale scolastico è un sistema che non è più sostenibile…. Ci domandiamo: “Perché gli stipendi dei docenti non devono tenere in alcun conto dei carichi di lavoro obbligatori ed oggettivi che alcuni docenti svolgono, mentre altri sono esentati dal sostenerli?” La correzione di migliaia di compiti, che un insegnante di materie con obbligo di valutazione scritta oltre che orale svolge dedicando centinaia di ore di lavoro, non è al momento riconosciuta né economicamente né socialmente. Si tratta delle ore di lavoro, previste dall’art.29 del contratto collettivo nazionale della scuola, per quanto riguarda la preparazione delle verifiche scritte e la loro correzione. La norma contrattuale è percepita, dai docenti che hanno l’obbligo della verifica scritta, come una vera e propria ingiustizia, perché non riconosce economicamente un considerevole carico di lavoro aggiuntivo all’attività d’insegnamento. Ma quante ore mediamente ad anno scolastico dedica un docente per preparare e correggere le prove scritte? Facciamo qualche piccolo calcolo. Ad esempio, un docente di matematica e fisica che ha in media 4 classi per 18 ore di orario cattedra, dove, in due classi, insegna sia matematica che fisica e in altre due solo fisica, si troverà a correggere 1100 elaborati ad anno scolastico. Questo carico di lavoro, che non tutti i docenti hanno, si traduce in un impegno orario di lavoro, tra preparazione della verifica e correzione della stessa, di almeno 250 ore annue. Se queste ore fossero riconosciute, come sarebbe giusto, come attività aggiuntiva di lavoro funzionale all’insegnamento dovrebbero essere pagate a 17,50 euro all’ora, producendo un aumento salariale annuo di 4375 euro lorde. Questo mancato riconoscimento economico del lavoro svolto per la preparazione degli elaborati scritti e la loro correzione, con relativa valutazione, è vista dai docenti che, per statuto normativo sono obbligati a somministrare un congruo numero di verifiche scritte, come una palese ingiustizia….
www.larepubbblica.it - 28/01/2014
“Quante aziende private nella scuola pubblica”
░ Corrado Zunino parla del salone Abcd allestito alla Fiera di Genova: 45 mila presenze, 240 espositori, le multinazionali del tecnosapere e le grandi aziende culturali italiane.
L'elenco di multinazionali e aziende che hanno offerto i loro prodotti è vasto e impegnativo. Vodafone ha proposto le sue soluzioni 2.0 (Vodafone smart education): sussidiario interattivo, registri digitali. Promettendo bassi costi. Casio, la storica azienda americana delle calcolatrici, ha presentato i videoproiettori ecologici. La Plurio, invece, la stazione di ricarica per tablet e smartphone che somiglia a un juke box. La Did@net il suo registro elettronico e la Ggnet un EasySchool che arriva a gestire le esigenze dietetiche degli studenti. La scuola italiana, sì, è diventata un grande mercato dove vendere prodotti (presentandoli prima in fiera). L'infrastruttura di base della stessa scuola - connessione a internet, banda larga - fatica a fare sua la potenzialità dell'offerta. Il progetto Eureka!, pensato per 12 mila istituti, è prodotto da una "Ati" del sapere: Giunti Scuola, Intel, Microsoft. In questo caso agli studenti saranno dati in dotazione tablet e notebook Acer con preinstallati sistemi per sviluppare la capacità di comunicare e collaborare, esercitare un pensiero critico e usare gli strumenti digitali. Samsung è già in 25 classi in sette regioni con Abcd Smart Future: offre un pc, in questo caso gratuitamente, che punta sulla formazione degli insegnanti. I tecno-burocrati del Miur hanno benedetto personalmente tutte le iniziative, alle presentazioni sono andati diversi docenti e presidi. C'è voglia di tecnologia e di crescere nella scuola pubblica italiana, indubbiamente. Poi c'è la Iper, grande distribuzione, 26 supermercati in Italia. Sotto l'egida del ministero dell'Istruzione sta realizzando "Primi della Classe": i clienti che faranno una spesa di almeno 25 euro riceveranno un album con le figurine di Scooby Doo. I loro figli dovranno appiccicarle sulla Carta fedeltà 10 e, quando sarà completa, consegnare l'album a scuola. La scuola (con le porte sfondate, appunto) riceverà in premio lavagne multimediali, pc, tablet, stampanti, fotocamere, collane di libri, software didattici, banchi per bambini disabili, giochi, gite educative, carta igienica, fazzoletti, prodotti per la pulizia degli ambienti, biglietti d'ingresso ai musei. Sono stati coinvolti 4.300 istituti (dalla materna alle superiori), ci sono premi per 3,5 milioni di euro. Iper ha nuovi clienti assicurati. La Boeing (aerei civili e militari), infine, è alla terza edizione di un programma nazionale di educazione ambientale per le scuole (600 insegnanti, 1.400 classi). I voli aerei, è certificato, sono tra le cause maggiori al mondo di produzione di CO2. La Boeing distribuisce un poster-gioco per ogni classe: i protagonisti del poster, Vito Lavite e Vera Lasfera, guidano i bambini in un viaggio a bordo del nuovo aereo ecologico Boeing 787 Dreamliner alla scoperta dei cinque continenti. Si chiama fidelizzazione del futuro cliente.
www.latecnicadellascuola.it - 29/01/2014
“Articolo 29 del Contratto, ovvero il pomo della discordia
░ Lucio Ficara ne riepiloga i contenuti.
Che cosa prevede nello specifico il su citato art.29 del CCNL scuola? Questo articolo contrattuale regola le attività funzionali all’insegnamento che comprendono tutte le attività, anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione, compresa la preparazione dei lavori degli organi collegiali, la partecipazione alle riunioni e l’attuazione delle delibere adottate dai predetti organi. Nel suddetto art.29 si fa distinzione tra adempimenti individuali dei docenti e attività collegiali. Quali sono gli adempimenti individuali dei docenti? Sono sostanzialmente la preparazione delle lezioni e delle esercitazioni, la correzione degli elaborati e i rapporti individuali con le famiglie. In particolar modo l’adempimento della preparazione degli elaborati e la correzione degli stessi è motivo divisivo tra opinioni differenti tra docenti. Ci sono docenti obbligati a svolgere questo adempimento, in quanto alcune materie scolastiche prevedono obbligatoriamente le verifiche scritte ed anche in numero congruo, mentre per altri questo adempimento è facoltativo. Quindi alcuni docenti di discipline portanti, che sono obbligati dalle norme vigenti, a somministrare verifiche scritte, avrebbero un carico di lavoro aggiuntivo notevole rispetto ad altri docenti che questo obbligo non ce l’hanno. Esistono anche docenti che sono obbligati a somministrare prove grafiche, che pretendono una particolare cura nella correzione. Questo obbligo vige solo per alcuni docenti, mentre per altri diventa solo una libera facoltà, che a volte viene anche attuata. L’art. 29 in questo particolare punto della correzione degli elaborati, obbligatori per alcuni e facoltativi per altri, sembra rappresentare un pomo della discordia all’interno della categoria. Bisogna comunque riconoscere che il carico di lavoro per la correzione degli elaborati, si può quantificare in almeno 200 ore annue. La domanda è: “La gratuità del lavoro di correzione dei compiti è da considerarsi giusta?” L’art. 29 regolamenta anche le attività di carattere collegiale riguardanti tutti i docenti. Queste attività sono suddivise nel seguente modo: fino ad un massimo di 40 ore, che ormai con la frenesia e l’efficientismo delle scuole odierne tutti raggiungono , di partecipazione alle riunioni del Collegio dei docenti, ivi compresa l'attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno e l'informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull'andamento delle attività educative nelle scuolematerne e nelle istituzioni educative, altre 40 ore massimo, ed anche in questo caso tutti i docenti li svolgono per intero, di partecipazione alle attività collegiali dei consigli di classe, di interclasse, di intersezione. Queste 80 ore sono svolte in pari misura da tutti gli insegnanti, proprio per il limite massimo, che una volta raggiunto, consente al docente a domanda, di non partecipare ad ulteriori impegni. Cosa diversa è per gli scrutini in cui si sottolinea un’evidente sperequazione di impegno orario per i docenti che hanno un maggior numero di classi. È importante sapere che lo svolgimento degli scrutini comprende anche la compilazione degli atti relativi alla valutazione. Ci sono quindi docenti con tre classi solamente che svolgono 6 scrutini l’anno per un modesto numero di studenti, mentre ci sono docenti con 9 classi, che subiscono una vera e propria molestia burocratica, compilando centinaia di schede e partecipando a 18 scrutini.
www.larepubbblica.it - 29/01/2014
“Troppi fondi agli atenei senza merito, insorgono i rettori”
░ Risorse tagliate del 10,2 per cento in cinque anni. Di Corrado Zunino.
Ci sono meno risorse per tutte le università italiane e, dicono i rettori del Nord, distribuite a casaccio. I rettori (tutti) sono infuriati perché il taglio agli atenei è un fatto: dai 6,9 miliardi di euro complessivi del 2008 si è scesi ai 6,2 del 2013, il 10,2 per cento in meno. Continuiamo a definanziare le università, al contrario dei paesi anglosassoni, di Francia e Germania. E quel che resta è distribuito a pioggia. Tra fine dicembre e inizio gennaio sui tavoli dei rettori sono arrivate le cifre dei fondi di finanziamento ordinario per il 2013 e l’arretramento generalizzato è diventato ufficiale… L’insurrezione degli atenei eccellenti è stata immediata….. Il ministro Maria Chiara Carrozza accoglie le critiche e dice: «L’attuale sistema di finanziamento delle università non è equo né funzionale: aumenteremo i premi per gli atenei che funzionano e terremo conto degli indicatori territoriali». Il ministro spiega che già per il 2014 ci saranno 193 milioni in più e la quota premiale salirà dal 13,5 al 16 per cento con la ricerca che peserà per l’80 per cento. «Faremo una riforma entro marzo e introdurremo il costo standard per studente».
www.orizzontecuola.it - 29/01/2014
“Troppo lavoro sommerso e incostituzionalità dei finanziamenti pubblici: l’affondo dei cinquestelle contro la scuola paritari”
░ Argomenti e argomenti: economici, giuridico-costituzionali, politici. Eleonora Fortunato li elenca con una sintesi efficace. Uno ci preme sottolinearne, più degli altri: la sofferenza morale e il disagio psicologico di tanti colleghi che - bene collocati nelle graduatorie provinciali ad esaurimento ma non utilmente per essere nominati dagli Uffici periferici o dai dd.ss. - vedono che colleghi con minore esperienza e con minore punteggio entrano dal portone principale (con incarico annuale) nelle scuole paritarie, in quanto una legge improvvida conferisce ai gestori di queste scuole facoltà di attingere in modo discrezionale alle graduatorie e, per quote residuali, perfino fuori dalle graduatorie degli abilitati. E la cosa va avanti da decenni: quanto male ha prodotto ? Quale profonda divaricazione ha prodotto dentro questa generazione, e quanto ha mortificato gli animi: gli animi di coloro che restano senza lavoro ma anche gli animi di coloro che vanno al lavoro sapendo, in coscienza, che i colleghi li guardano. Bei governanti abbiamo avuto: sarebbe stato così difficile legare il riconoscimento della “parità” al rispetto dell’etica ? Non è senza ragione che a sollevare la questione siano, adesso, i politici del movimento più giovane. E Renzi ?
Il movimento più giovane della politica italiana prende netta posizione contro i finanziamenti alle paritarie con una proposta di legge ad hoc. L’idea è che i soldi così risparmiati possano servire per la copertura dei costi per il reclutamento di personale docente ed educativo nelle scuole. Che fine farà la loro iniziativa? … Non si tratta di proclami e basta: porta infatti la firma dei deputati Cinquestelle Gallo, Brescia, Marzana, Vacca, Simone Valente, D’Uva, Di Benedetto la proposta di legge n. 1857 per l’abolizione della concessione di contributi pubblici alle scuole private paritarie presentata alla Camera dei Deputati il 27 novembre scorso. L’iniziativa affronta senza mezzi termini una questione dibattuta da anni nel centro-sinistra e mai giunta a una soluzione e ripercorre alcuni momenti significativi della storia dei contributi pubblici alle scuole privare. Tra questi, si sottolinea giustamente che è il Governo D’Alema-bis nel 2000, con la legge n. 62, a stabilire che le scuole private entrino nel sistema nazionale dell’istruzione, meritandosi lo stesso trattamento economico delle pubbliche e prevedendo l’ applicazione del regime fiscale riservato agli istituti senza fini di lucro, lo stanziamento di ‘buoni scuola’ e altre forme di finanziamento…. In sintesi, ricordano i deputati firmatari della proposta di legge in un dettagliato excursus, le scuole paritarie ricevono denaro pubblico sotto forma di - sussidi diretti per scuole dell’infanzia e primaria; - finanziamenti di progetti per il miglioramento dell’offerta formativa delle secondarie; - contributi alle famiglie denominati ‘buoni scuola.’ Entrano poi nel vivo della questione quando affermano che a tante ‘attenzioni’ per la scuola privata sono corrisposte “pari disattenzioni per la scuola pubblica, che ha assistito a un crescendo rossiniano di privazioni, tagli […] umiliazioni per il corpo docente”. … A parte il solito leit-motiv dell’incostituzionalità dei finanziamenti a partire dall’art. 33 della Costituzione (la scappatoia filologica proprio non convince) e la migliore preparazione impartita ai ragazzi delle scuole statali rispetto alle paritarie così come certificato dalle rilevazioni internazionali Ocse-Pisa, ci sembra degno di nota il paragrafo sulla diffusione del lavoro sommerso nelle scuole private, di cui troppo poco o affatto si parla: l’Istat – viene sottolineato - ha rilevato tra il 2008 e il 2009 un incremento significativo, di oltre il 10 per cento, del numero dei lavoratori irregolari, passato da 17200 unità a 19000. ….
www.scuolaoggi.org - 29/01/2014
“Scuole e docenti responsabili dei risultati. È una parola!”
░ Alcune considerazione in tema di responsabilità sociale degli insegnanti, in particolare della responsabilità in ordine all’esito qualitativo dell’istruzione e formazione degli alunni. Antonio Valentino ne scrive tenendo presenti alcuni studi internazionali, in materia, e la ricerca “Insegnanti e responsabilità percepita: uno studio empirico” condotta dalla prof.ssa Alessandra Cremaschini, nella provincia di Parma.
Quella delle responsabilità dei docenti (e dei DS e delle scuole in genere) rispetto agli esiti scolastici degli studenti è - come è risaputo - questione delicata e complessa, perché il successo e l’insuccesso a scuola non dipendono solo dalla qualità dei percorsi di insegnamento; dietro i risultati infatti ci sono anche questioni che hanno a che fare con le caratteristiche degli ambienti familiari e del contesto sociale degli allievi, con le storie individuali (esperienze, occasioni …), oltre che con il DNA di ciascuno. Tutto questo indubbiamente porta a relativizzare… il livello di responsabilità rispetto alla “riuscita” degli studenti, ma certamente non l’annulla. L’insuccesso scolastico, soprattutto da parte di quei docenti che hanno un numero elevato di insufficienze nella propria materia, viene messo generalmente in carico ai soli studenti. Responsabilità soggettive, per molti insegnanti, zero. Di altri - compresa madre natura - praticamente tutte…. Il cambiamento di ottica (l'insegnante che si preoccupa che lo studente apprenda, che tutti gli studenti apprendano secondo le proprie possibilità e attitudini), non c'è stato ancora. … Pertanto una considerazione diversa, da parte dei docenti, del proprio lavoro e il sentirsene responsabili rispetto ai risultati che ne conseguono, non ė un problema trascurabile, ma ė parte centrale dell'intera questione docente. E quindi di un ragionamento complessivo che punti a portare la nostra scuola fuori dall'attuale situazione di demotivazione e di diffusa irresponsabilità (per i risultati di apprendimento dei propri allievi)…. Il senso di responsabilità rispetto ai risultati al centro di questa riflessione attiene piuttosto alla sfera etico-professionale di chi opera nella scuola e che è comunque cruciale per “vedere”, progettare e accompagnare i cambiamenti necessari…. Include atteggiamenti e comportamenti riferibili soprattutto: - al farsi carico delle difficoltà di apprendimento e di attenzione dei propri allievi; - al sapere organizzare per proposte, ambienti, strumenti e modalità adeguati per coinvolgere, motivare, ottenere risultati al meglio delle possibilità di ciascuno; - alla capacità di ascolto attivo e all’analisi attenta degli esiti del proprio lavoro, positivi o negativi che siano. Quindi al sentirsi responsabili del successo o insuccesso dei propri studenti. L’interrogativo specifico qui al centro del ragionamento è soprattutto il seguente: il senso di responsabilità soggettiva e di gruppo va considerato soltanto rispetto alla sfera etica oppure ha un valore sociale e come tale va considerato e promosso? Ricerche in proposito, dell’ultimo decennio, condotte in paesi del Nord America ed europei confermano sostanzialmente l’idea che il sentirsi responsabili degli insuccessi (ma anche artefici dei successi dei propri allievi) aiuta a diventare dei buoni insegnanti e anche a vivere meglio (in termini meno stressati o “arrabbiati” o demotivati) la professione….
latecnicadellascuola.it - 31/01/2014
“Posizioni economiche Ata: il MEF vuole la restituzione dei soldi“
░ Lo ha chiarito il Ministero nel corso dell'incontro con i sindacati del 30 gennaio. Il MEF è irremovibile: in caso contrario si violerebbero le disposizioni del DL 78/2010. Ma ora c'è il rischio che anche altri compensi aggiuntivi possano essere considerati illegittimi dal MEF.
Non ha dato risultati concreti l’incontro Miur-Sindacati del 30 gennaio in materia di posizioni economiche del personale Ata. Quindi, quanto prima i collaboratori scolastici o gli assistenti amministrativi che hanno ottenuto un aumento stipendiale con decorrenza settembre 2013 dovranno restituire quello che secondo il MEF sarebbe il “maltolto” (i sindacati ribadiscono che si tratta di denaro ricevuto per una prestazione lavorativa che eccede il mansionario di base previsto dal CCNL e che comunque è legato alla frequenza di un apposito corso di formazione e al superamento di una prova conclusiva). Le somme percepite negli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013 saranno invece tenute in sospeso. Tutto questo, dicono i funzionari del Miur, “per aderire alle pressanti richieste del MEF” (così, almeno, riferisce la Flc-Cgil). In concreto il Ministero dell’Istruzione ha ribadito quanto era stato preannunciato con la nota n. 28 del 9/1/2014 e cioè che la soluzione del problema si potrà avere solo con l’adozione di un apposito provvedimento legislativo. Noi stessi avevamo evidenziato che, probabilmente, sarà necessaria una norma di interpretazione autentica del 1° comma dell'art. 9 del D.L. n. 78/2010…. La questione rischia di complicarsi di giorno in giorno perché, a questo punto, non è da escludere che il MEF sollevi il problema più generale della retribuzione accessoria argomentando che tutto il “salario aggiuntivo” potrebbe contrastare con le disposizioni del DL 78. Se il MEF dovesse percorrere questa strada, sarebbe il caos e lo scontro con le organizzazioni sindacali (ma anche con l’intero mondo della scuola) sarebbe del tutto inevitabile.
larepubblica.it - 1/02/2014
“Test di medicina, riammessi oltre mille studenti“
░ Chi dirige la politica scolastica ? Per metà il MIUR e per metà i giudici amministratici e del lavoro. Quando avremo amministratori capaci? Il bonus maturità, i bandi e le prove dei concorsi a dd.ss. e a insegnante, le prove per i PAS e i TFA, la gestione stessa delle G.E., la gestione stessa del reclutamento…. Non c’è attività del MIUR che non sia sub judice. L’ultima: In alcuni atenei il test è stato svolto senza garantire l'anonimato degli studenti. Così, in attesa del giudizio di merito, i giudici hanno concesso la sospensiva e oltre mille studenti cui era stata bloccata la strada dell’iscrizione potranno immatricolarsi.
Scricchiola il numero chiuso a Medicina, oltre mille studenti esclusi al test di settembre potranno iscriversi e altri 5mila sono in attesa del pronunciamento dei giudici. E gli studenti chiedono al ministro Maria Chiara Carrozza di abolire la selezione per Medicina e tutti gli altri corsi a numero programmato nazionale e locale, "minacciando" di andare avanti con i ricorsi…. In effetti, i mille ammessi con riserva con la class-action promossa dagli studenti rappresentano il 10 per cento dei 10mila reclutati attraverso il test. Cui si sono aggiunti a dicembre altri 2.811 ammessi dal decreto-scuola a causa del pasticcio del bonus-maturità: introdotto dall'ex ministro Profumo, modificato dalla Carrozza e successivamente cassato dal governo, per poi essere reintrodotto dal decreto scuola, ma solo per coloro che sono stati penalizzati dalla cancellazione in extremis. E a cui si potrebbero aggiungere altri 5mila in attesa di giudizio, facendo raddoppiare gli ammessi di quest'anno.