Pubblichiamo alcuni articoli sul boom della disoccupazione giovanile, sugli stipendi dei docenti più bassi della PA e sull'aumento della spesa per la scuola nonostante il taglio dei precari.
Boom della disoccupazione giovanile
Corriere della Sera: Disoccupazione non solo a causa crisi
Ansa: Boom disoccupazione giovani non solo a causa crisi
McKinsey & Company, una scuola efficiente si ridurrebbe del 40%
(ANSA) - ROMA, 26 GEN - In Italia il 40% della disoccupazione giovanile è imputabile al difficile rapporto tra scuola e mondo del lavoro: a rilevarlo è la ricerca "Studio ergo Lavoro", condotta da 'McKinsey & Company'. Dalla ricerca si evince come "le cause del problema della disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 29 anni) siano solo in parte riconducibili alla recente crisi economica. Al contrario, il fenomeno è radicato nel nostro Paese da lungo tempo e ha natura strutturale: negli ultimi vent'anni, infatti, la probabilità per un giovane sotto i 30 anni di essere disoccupato è risultata essere stabilmente 3,5 volte superiore alla popolazione adulta (la media europea si attesta a 2). Ad anticipare i risultati dello studio, che verrà presentato martedì 28 gennaio, è l' Anief-Confedir. "I dati provenienti da questa ricerca nazionale - commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - confermano quanto il nostro sindacato sostiene da tempo. E conferma quanto indicato con il dossier Anief-Confedir di inizio 2014: negli ultimi cinque anni il numero di giovani disoccupati è raddoppiato e senza una controriforma della scuola andrà sempre peggio. È evidente, infatti, che sull'attuale deriva formativa dei nostri giovani hanno pesato tantissimo la riforma Gelmini e i tagli draconiani attuati dai Governi sull'istruzione pubblica". (ANSA).
Ansa: Con scuola efficiente -40% disoccupazione giovanile
"McKinsey & Company", per 47% imprese preparazione non adeguata
(ANSA) - ROMA, 26 GEN - In Italia il 40% della disoccupazione giovanile è imputabile al difficile rapporto tra scuola e mondo del lavoro: basti pensare che nel 47% dei casi le aziende del nostro Paese ritengono che le carenze formative dei giovani abbiano un impatto negativo sulla loro attività. Il quadro emerge dalla ricerca "Studio ergo Lavoro", condotta da 'McKinsey & Company'. Dallo studio, che verrà presentato martedì prossimo, 28 gennaio, ed anticipato dall'Anief-Confedir, si evince come le cause del problema della disoccupazione giovanile, tra i 15 e i 29 anni, siano solo in parte riconducibili alla recente crisi economica. Al contrario, il fenomeno è radicato in Italia da lungo tempo ed ha natura strutturale: negli ultimi vent'anni, infatti, la probabilità per un giovane sotto i 30 anni di essere disoccupato è risultata essere stabilmente 3,5 volte superiore alla popolazione adulta (la media europea si attesta a 2). "La componente strutturale - spiegano i ricercatori - rappresenta circa il 40% del tasso di disoccupazione giovanile complessivo (oggi al 28% tra gli under 30) e affonda le sue radici nel disallineamento tra capitale umano formato dal sistema educativo e necessità attuali e prospettiche del sistema economico del Paese". Tra le cause principali all'origine della difficile transizione dei giovani dalla scuola al mondo del lavoro, viene indicato lo "sbilanciamento quantitativo tra domanda delle imprese e scelte dei giovani": molte posizioni restano vacanti a causa dei pochi candidati disponibili, in quanto troppi giovani italiani non avrebbero "piena consapevolezza delle implicazioni lavorative di tali scelte". Basti pensare che solo il 38% degli studenti intervistati conosce le opportunità occupazionali offerte dai vari percorsi scolastici. Il risultato è un "disallineamento tra domanda e offerta, evidente in particolare per i diplomati tecnici e professionali". Il gap domanda-offerta si riscontra anche nella scelta del percorso universitario: meno del 30% degli universitari sceglie l'indirizzo di studi sulla base degli sbocchi occupazionali. Dalla ricerca emerge, inoltre, la "carenza di competenze adeguate ai bisogni del sistema economico". Solo il 42% delle imprese italiane ritiene che i giovani che entrano per la prima volta nel mondo del lavoro abbiano una preparazione adeguata. Nel 47% dei casi (rispetto a una media europea del 33% e al 18% del Regno Unito), le aziende del nostro Paese ritengono che queste carenze abbiano un impatto negativo sulla loro attività. In particolare, lamentano un deficit di competenze generali - non solo la padronanza delle lingue straniere e della matematica di base, ma anche capacità analitiche, intraprendenza e autonomia, etica e deontologia professionale - e di esperienza pratica. A tal proposito, in Italia stage e tirocini hanno una durata inferiore a un mese in quasi il 50% dei casi nella scuola superiore e in circa il 30% dei casi all'università, e coinvolgono solo la metà degli studenti d'istruzione secondaria e terziaria. Secondo 'McKinsey & Company' è quindi necessaria una offerta formativa adeguata alla domanda, la rivalutazione delle scuole tecniche e professionali, una stretta collaborazione tra scuola e lavoro (con giovani e insegnanti in azienda e datori di lavoro nelle scuole), servizi di orientamento per gli studenti, efficacia dei canali di collocamento dei giovani sul mercato. "I dati provenienti da questa ricerca nazionale - commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - confermano quanto il nostro sindacato sostiene da tempo. Negli ultimi cinque anni il numero di giovani disoccupati è raddoppiato e senza una controriforma della scuola andrà sempre peggio. E' giunto il momento di tornare ad investire nella formazione, puntando proprio su apprendistato, tempo scuola, professionalità e competenze dei nostri docenti". (ANSA).
Gazzetta del Mezzogiorno: Disoccupazione non solo a causa crisi
L'Adige: Disoccupazione non solo a causa crisi
Solo notizie 24: Disoccupazione giovanile, la crisi non è l’unica causa
Il Cittadino: Scuola: boom disoccupazione giovani non solo a causa crisi
Tiscali: Disoccupazione non solo a causa crisi
MSN Notizie: Disoccupazione non solo a causa crisi
IMG Press: Boom disoccupazione giovanile: con una scuola efficiente si ridurrebbe del 40%
Notiziario italiano: Disoccupazione non solo a causa crisi
Salone della Giustizia: Scuola: Boom disoccupazione giovani non solo a causa crisi
Corriere del web: Boom disoccupazione giovanile, con una scuola efficiente si ridurrebbe del 40%
Italpress: Lavoro: Anief "Con scuola efficiente -40% disoccupazione giovanile"
Il Giornale: Disoccupati: 4 su 10 per colpa della scuola poco efficiente
Adnkronos: McKinsey & Company: disoccupazione giovanile si ridurrebbe 40% con scuola efficiente
Gazzetta del Sud: Con una scuola davvero efficiente il 40% di disoccupazione in meno
Yahoo: McKinsey & Company: disoccupazione giovanile si ridurrebbe 40% con scuola efficiente
Informa Verona: Disoccupazione non solo a causa crisi
NTV News: Disoccupazione, non è solo colpa della crisi
Gli stipendi dei docenti sono i più bassi della PA
Ansa: Anief, stipendi insegnanti i più bassi di tutta Pa
Nel 2012 personale scuola non ha percepito neanche 30 mila euro
(ANSA) - ROMA, 25 GEN - "Il Ministero dell'Economia ha rilevato che nel 2012 il personale della scuola non ha percepito neanche 30 mila euro: 790 in meno dell'anno precedente. E negli ultimi 5 anni l'incremento è stato di mezzo punto percentuale più basso rispetto al costo della vita". A sottolinearlo è Marcello Pacifico presidente di Anief e segretario organizzativo Confedir, "i numeri parlano chiaro, sottrarre l'unica forma di avanzamento di carriera equivarrebbe a condannare quasi un milione di dipendenti allo svolgimento di una professione in cambio di buste paga non più paragonabili ad una società avanzata e moderna. Cancellare gli scatti di anzianità al personale della scuola, come vorrebbe fare il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza perché "hanno fatto il loro tempo", significa impoverire ulteriormente quelli che già oggi sono i dipendenti meno pagati di tutta la Pubblica Amministrazione". Scorrendo l'ultimo 'Conto annuale', realizzato dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, nel 2012 docenti e Ata della scuola - sottolinea l'Associazione professionale sindacale (Anief) - hanno percepito in media 29.548 euro annui: un compenso inferiore anche ai dipendenti dei ministeri, delle regioni e delle autonomie locali. Le professioni 'in divisa' percepiscono circa 10mila euro annui in più. Rispetto ai lavoratori in forza alla presidenza del Consiglio del ministri, il gap sale a 20 mila euro. E a confronto con chi ha intrapreso la 'carriera penitenziaria' diventa di 50 mila euro. Per non parlare dei magistrati, che, forti della sentenza n. 223/2012 favorevole alla concessione degli 'scatti, viaggiano su parametri completamente diversi portando a casa ogni anno oltre 140 mila euro. Il personale della scuola è quello che, sempre nel 2012, è stato maggiormente penalizzato dalla variazione stipendiale rispetto all'anno precedente: -2,6%, pari a 790 euro sottratti.(ANSA).
MNews: Gli stipendi degli insegnanti sono i più bassi di tutta la PA: superati anche dall’inflazione
Italpress: Scuola: Anief "Stipendi insegnanti i più bassi della P.A."
ARIS: Buste-paga degli insegnanti, le più penalizzate di tutte
Tecnica della Scuola: Precari, la Ue incalza l'Italia
La spesa per la scuola è aumentata del 68% nonostante il taglio del 40% dei precari
Ansa: Anief, in cinque anni tagliati 40% posti precari
Sindacato, ma la spesa è aumentata del 68%
(ANSA) - ROMA, 24 GEN - In cinque anni tagli e riforme hanno diminuito i posti dei precari nella scuola del 40%, ma la loro spesa è aumentata del 68%: è quanto emerge da un'analisi Anief-Confedir sulla base dei conti della Ragioneria Generale dello Stato. Tra il 2007 e il 2012 sono state perse 93mila unità a tempo determinato. ''Eppure, pur sacrificando tanti posti di lavoro, il comparto Istruzione per garantire il servizio pubblico ha fatto comunque registrare un'impennata della 'Spesa per il tempo determinato', passata da 512 a 861 milioni di euro'', sottolinea l'Anief. Tra il 2007 ed il 2012 dei 124.292 posti tagliati nel comparto dell'istruzione pubblica, ben 93.730 hanno riguardato dipendenti non di ruolo. Per il sindacato ''si tratta di indicazioni inequivocabili sul fallimento della politica avviata con i tagli draconiani Gelmini-Tremonti''. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, ''la politica dei tagli dei posti di lavoro ad oltranza non paga: comporta disservizi ad alunni e famiglie, incrementa la disoccupazione e deprime l'economia generale. E ora si scopre anche inefficace per la riduzione dei costi. L'unica soluzione - conclude Pacifico - è quella di stabilizzarli''.(ANSA).
Italpress: Scuola: Anief "Tagli contro precari ma nessuna riduzione spesa"
La Voce Sociale: Scuola, mantenere dipendenti precari aumenta la spesa pubblica
Orizzonte Scuola: Costa più un precario che un docente di ruolo
IMG Press: Spending Review: mantenere i dipendenti precari aumenta la spesa pubblica
Tecnica della Scuola: Mantenere i dipendenti precari aumenta la spesa pubblica
MNews: Spending review - Mantenere i dipendenti precari aumenta la spesa pubblica
Italpress: Anief, mantenere dipendenti precari aumenta spesa pubblica