Pubblichiamo alcuni articoli sulla manifestazione dei docenti con diploma magistrale, sull'intervallo elevato per trovare lavoro in Italia dopo il diploma e sullo studio Anief sulla condizione femminile nella scuola italiana.
I diplomati magistrale protestano in piazza
L'Unità: Scuola, docenti in piazza a Roma, Milano, Torino, Bologna, Vicenza
ANSA: Scuola: oggi in piazza docenti con diploma magistrale
Anief, il Miur li abiliti a insegnare
(ANSA) - ROMA, 7 MAR - Oggi i docenti con diploma magistrale scendono in piazza: manifesteranno davanti al Ministero dell'Istruzione e in diverse città, organizzando dei presìdi presso gli Uffici Scolastici Regionali di Milano, Torino, Vicenza e Bologna per chiedere l'applicazione del parere "definitivo e vincolante" del Consiglio di Stato, che dallo scorso settembre ha sancito la validità come titolo abilitante all'insegnamento del diploma magistrale conseguito entro l'anno scolastico 2001-2002. L'Anief sostiene le ragioni della protesta. "È giunta l'ora di sanare questa ingiustizia - spiega Marcello Pacifico, presidente dell'associazione - inserendo oltre 50mila insegnanti nelle graduatorie permanenti, poi trasformate a esaurimento con la Legge 296 del 27 dicembre 2006. Anche i giudici amministrativi del Consiglio di Stato, con il parere 4929, hanno evidenziato come questo titolo è da considerarsi a tutti gli effetti 'abilitante ex lege'. Sconfessando anche le decisioni del Miur di impedire agli abilitati magistrali ante 2001-02 di non poter accedere ai pubblici concorsi riservati, come ai corsi di specializzazione per il sostegno, perché richiedenti l'abilitazione come titolo d'accesso. Pertanto - conclude Pacifico - ben fanno oggi i diplomati con maturità magistrale a manifestare tutta la loro rabbia: l'obiettivo comune è quello di vedere approvato il prima possibile un Dpr che sani tanti errori. Ma che soprattutto cancelli, per quanto possibile, l'ingiusto rifiuto durato 12 anni". (ANSA).
Linkiesta: Studenti in piazza contro il numero chiuso
La Presse: Scuola, docenti in piazza a Roma, Milano, Torino, Bologna, Vicenza
Yahoo: Scuola, docenti in piazza a Roma, Milano, Torino, Bologna, Vicenza
Romagna noi: Docenti in piazza a Roma, Milano, Torino, Bologna, Vicenza
Ripost: Docenti in piazza per l’abilitazione all’insegnamento
Imola oggi: Scuola: docenti in piazza a Roma, Milano, Torino, Bologna, Vicenza
Dottor salute: Diploma magistrale abilitante: docenti precari in rivolta contro il Miur
IMG Press: Oggi in piazza i docenti con il diploma magistrale: il Miur li abiliti ad insegnare
Italpress: Scuola: in piazza docenti con diploma magistrale, Anief "Miur li abiliti"
Altra bacchettata Ue: solo in Grecia più tempo per trovare lavoro dopo il diploma
AgenParl: Scuola: Anief, altra bacchettata dall'Ue all'Italia
Italpress: Istruzione: Anief-Confedir "Urge alzare la qualità formativa"
Festa della donna: in Italia l’educazione è rosa
Adnkronos: 8 marzo, Boldrini: ''Attuare leggi su parità di genere e contro il femminicidio''
ANSA: 8 marzo: educazione è rosa, solo 19% insegnanti maschi
Studio Anief, alla materna 99,6% maestre
(ANSA) - ROMA, 7 MAR - Quando si pensa a un insegnante della scuola italiana il pensiero va spesso a una donna. Un'associazione di idee che trova sostegno nei numeri. ALLA MATERNA MAESTRI SONO UNA RARITA' - Il corpo docente italiano è per l'81,1% composto da donne. Una percentuale altissima: in Europa solo un Paese, l'Ungheria, conta una presenza maggiore di sesso femminile dietro la cattedra (82,5%). A livello di scuola d'infanzia, poi, tocchiamo un record mondiale: solamente lo 0,4% di maestri sono uomini. Una presenza, quella femminile, che alle superiori si riduce sensibilmente, ma sfiorando il 60% costituisce sempre la grande maggioranza. FEMMINE PIU' BRAVE NELLO STUDIO - Già in tenera età, nella scuola primaria, i risultati migliori sono molto spesso appannaggio del sesso femminile. Se si guardano i dati sulla dispersione scolastica, il tema non cambia: nel 2012 l'Italia era ancora ferma al 17,6% di giovani usciti dal circuito formativo prima dei 16 anni; una quota decisamente lontana dal valore medio dell'indicatore nell'Ue27, che si attesta al 12,8 per cento. Però se si guarda al genere di alunni italiani che lascia i banchi prima del tempo, il quadro diventa ampiamente in attivo: tra i maschi sale infatti al 20,5%, mentre tra le femmine scende al 14,5%. Il rapporto più felice tra donna e istruzione si evince anche dalle ultime risultanze Ocse: scorrendo i dati Ocse emerge che in Italia i maschi diplomati della secondaria sono il 70% tra i 25-34enni (+25%), invece le femmine diplomate raggiungono il 75% nella stessa fascia di età (+35%). A quindici anni le femmine hanno competenze in lettura significativamente più alte dei maschi, mentre questi ottengono risultati migliori in matematica, ma di misura statisticamente non significativa. UNIVERSITA' E LAVORO - Le donne iscritte a una Facoltà sono di più (56%), hanno ottenuto alla maturità un giudizio medio alto (87/100) e si laureano almeno un anno prima degli uomini. Tuttavia, il tasso di disoccupazione delle laureate rimane più alto, il 6,7%, contro il 4,1% dei maschi. Anche perché scegliendo in prevalenza corsi di studi umanistici, le donne hanno molte meno probabilità dei maschi di operare professionalmente in campi tecnologici o comunque economicamente più produttivi. In ogni caso, anche a parità di titolo di studio guadagnano meno degli uomini: in genere la differenza è del 10-20%, anche se non di rado raggiunge punte del 30-40%. LA PENSIONE SI ALLONTANA - Per le donne che insegnano anche andare in pensione è diventato un problema. Dal 1 gennaio del 2012 l'età minima per accedere all'assegno di quiescenza è passato da 60 a 62 anni, da quest'anno servono 63 anni e 9 mesi. Mentre per quelle che non posseggono il requisito dell'età anagrafica, occorre un'anzianità contributiva di 41 anni e 6 mesi entro il 31 dicembre 2014. "Si tratta di un'imposizione che - osserva l'Anief - fa arrivare le donne italiane alla pensione scontente e affaticate. (ANSA).
Libero: 8 marzo, Boldrini: ''Attuare leggi su parità di genere e contro il femminicidio''
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Tecnica della Scuola: 8 marzo, festa amara: le donne continuano ad essere penalizzate
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