www.scuolaoggi.org – 24 novembre 2010
"Stanno togliendo tre anni di servizio utili alla carriera economica, ai dipendenti della Scuola”
░ Diamo alcuni passaggi, i meno tecnici, di un corposo studio, non poco allarmante, di Osvaldo Roman, apparso già in più siti web. L’autore sostiene che si vuol nascondere il fatto che stanno togliendo tre anni di servizio utili alla carriera economica, ai dipendenti della Scuola.
Nei giorni scorsi per l’esattezza il 18 novembre il Ministero dell’istruzione ha riferito ai sindacati sul Decreto interministeriale che, ai sensi di quanto previsto dalle modifiche apportate all’art.8 e all’art 9 del decreto legge n.78/2010, dovrebbe garantire a tutto il personale docente ed ATA il pagamento degli avanzamenti economici di carriera conseguiti per anzianità nel triennio 2010-2012… Mi sembra prioritario… cercare di compiere una ricognizione puntuale della complessa materia riguardante la cancellazione dei tre anni di servizio ai fini del conseguimento degli scatti di anzianità e il suo reale rapporto con il destino della carriera economica dei docenti e del personale della scuola….
Le economie del triennio derivanti dai tagli conseguenti all’art.64 della legge 133/2008 sono di 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, di 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e di 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012… Il Decreto interministeriale illustrato ai sindacati… sembra che preveda l’utilizzazione dei primi 320 milioni della quota dei 410 milioni relativa all’anno finanziario 2010 (Missione 33) per coprire le necessità (scatti) che matureranno nell’anno scolastico 2010- 2011. Si tenga presente che nello stato di previsione del MIUR per l’anno 2011 alla Missione 33 (Fondi da ripartire) per tale finalità è allocata la somma di 640 milioni. Tale stanziamento coprirà le esigenze maturate nell’anno scolastico 2011-2012. I 960 milioni che saranno posti nel bilancio 2012 serviranno per gli scatti maturati nell’anno scolastico 2012-2013. Dal bilancio 2013 in poi quella somma stabilizzata servirà indefinitivamente per coprire la spesa determinatasi nel triennio 2010-2012, e solo questa! Tale disponibilità finanziaria è garantita dai 956 milioni di euro permanentemente garantiti dalle economie di cui all’art. 64, comma 9 della legge 133/2008…. Il comma 23 dell’art.9 che cancella anche giuridicamente, in modo permanente, e fra tutti i pubblici dipendenti solo per il personale della scuola, la validità dei tre anni di servizio, non è stato mai modificato o soppresso per quanto attiene le indicazioni di taglio delle annualità in esso previste. Esso è stato solo oggetto di una contromisura finanziaria, quella al comma 14 dell’art.8, che ha consentito di ripristinare con altre risorse finanziarie, quelle rinvenienti dal 30% dei tagli di cui all’art. 64 della legge 133/2008, l’effetto esclusivamente economico derivante dal mancato avanzamento di carriera per quanti lo avessero maturato nel corso del triennio. Tutto il Decreto Interministeriale, che per questo motivo forse non avrà mai una veste ufficiale, come del resto è accaduto con i Decreti interministeriali sugli organici dei docenti per gli anni 2009-10, 2010-2011, si riduce a questo….
Un docente con 20 anni di servizio perderà € 18.837,9 (€ 8.575,14 + € 5.784,42 + € 4478,34). Ciò è la conseguenza del fatto che la carriera è
allungata di tre anni. Un docente più giovane perderà molto di più.
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A tutto questo bisogna aggiungere le perdite derivanti dal blocco dei
Contratti per 3 anni. Ipotizzando un tasso d'inflazione dell'1,5% annuo,
si avrà una perdita del potere d'acquisto del 4,5%(circa 120-150 euro mese).
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L'intervento si tradurrà in tagli proporzionali anche sul TFR: non beneficiando
degli aumenti nella parte finale della carriera, l'assegno sarà decurtato.
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Anche le pensioni ne risentiranno. Per i giovani, applicandosi il sistema contributivo, l'ammontare dell'assegno dipenderà dai contributi versati
nel corso di tutta la carriera. Per effetto di questi tagli si avrà una significativa riduzione dell'importo dell'assegno. Per i più anziani,
applicandosi il sistema retributivo, non beneficiando degli aumenti
nella parte finale della carriera, l'assegno sarà decurtato.
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E’ necessario comprendere che si è potuto concepire questa incredibile e vessatoria operazione perché si considera ormai defunta la progressione di carriera per anzianità. Coloro che predicano tale eventualità oggi, naturalmente, non si preoccupano di evidenziare che con tre anni in meno di anzianità, se dovesse invece permanere, a partire dal 2013, la struttura attuale della carriera economica si determinerebbero queste situazioni:
1)Nell’anno scolastico 2013-14 coloro che fossero entrati in ruolo nell’a.s.2009-10 o nel 2010-11 o nel 2011-12 dovrebbero attendere, per passare allo scalone successivo, rispettivamente 1 anno o 1 anno e 4 mesi. I più penalizzati sarebbero gli entrati in ruolo nell’a.s. 2009-10 che impiegherebbero 5 anni per passare di scalone in luogo dei 2 da contratto.
2)Un docente con 14 anni servizio(compresi i tre tagliati) nell’anno scolastico 2013-2014 invece di conseguire il livello retributivo corrispondente al IV° scatto dovrebbe rimanere per altri tre anni al livello corrispondente al III° scatto perdendo 6.846,06 euro!
3)Analogamente tutti coloro, Docenti e ATA, che avrebbero dovuto a decorrere dall’a.s. 2013-2014 passare di scalone in base al servizio riconosciuto, dovranno attendere tre anni in più, rispetto al servizio realmente prestato, prima di conseguire tale passaggio. Si deve avere ben presente che le riduzioni di retribuzione, in questi casi di ritardo nell’accesso agli scaloni conseguibili dal 2013 in poi, non sarebbero compensate economicamente perché il ricorso al 30% dell’art.64 sana solo gli effetti che si verificano nel triennio 2010-2012 e il loro trascinamento economico…. Appare evidente, ma non vedo diffusa questa consapevolezza, che ai lavoratori e ai sindacati della scuola che rifiutano tale prospettiva non rimane che impegnarsi seriamente nelle prossime vertenze, per i rinnovi contrattuali, per legge solo dopo il 2012, per ottenere che, in applicazione dell’art.2 comma 2, del D.l-vo n.165/2001, risulti espressamente disapplicato quanto previsto dall’art.9, comma 23 del Decreto Legge 31 maggio 2010, n.78. Con la cosiddetta riforma Brunetta infatti la disapplicazione di norme legislative che invadono le competenze contrattuali, tali sono quelle relative alla struttura delle retribuzioni, possono ancora essere disapplicate con il Contratto Nazionale ma tale disapplicazione si limita al periodo di validità del contratto medesimo. Essa potrà quindi essere ripetutamente adottata fino all’abrogazione legislativa della norma in questione.
Il Sole 24 ORE - 2 dicembre 2010
"Sull’Università fare presto. Please”
░ Il giorno dopo l’approvazione del ddl Gelmini sull’Università, riportiamo tre commenti, da Il Sole 24 ORE “… quanto di più solido si potesse pretendere”, da Il Corriere della sera “… complessivamente positivo, ma si poteva osare di più”, e da il manifesto “è necessario lavorare per elaborare una proposta alternativa di riforma”.
Avrà di certo dei difetti. Ma nell’era dei fuochi fatui della politica è quanto di più solido si potesse pretendere. La riforma Gelmini della Università approvata alla Camera dovrà ora passare al Senato. Ci saranno altre proteste, e speriamo utili proposte. Qualcuno dirà che non basta dividere tra indirizzo accademico e gestione contabile, che l’albo nazionale dei docenti idonei non è risolutivo, che mettere un termine alla riconferma dei ricercatori non è il modo migliore per selezionare gli ordinari di domani. Obiezioni legittime, sebbene intingano la penna nell’inchiostro sempre denso del benaltrismo. Quel che tuttavia il sistema-Paese si attende è che la riforma a questo punto venga approvata. In fretta. Prima di un eventuale, possibile, probabile crisi politica. Scalettare il percorso al Senato dopo le forche caudine della fiducia del 14 dicembre avrebbe il sapore di una beffa. Per chi ha portato avanti il progetto. E perfino – ci permettiamo – per chi lo ha criticato. Anche per i ragazzi scesi in piazza, il messaggio della politica sarebbe: Abbiamo scherzato…
Corriere della sera (Roma) - 2 dicembre 2010
"In piazza tanti giovani da 3 e lode”
“I miei studenti hanno timore per il futuro. In mezzo alla protesta c’erano tanti bravi ragazzi…. La politica deve capire dove investire le energie migliori del Paese, altrimenti il futuro dell’Italia rischia di essere nero”. Luigi Frati, rettore dell’università “La Sapienza” lancia un monito a Governo e Parlamento… “E’ stata spostata l’attenzione dell’organizzazione universitaria alla qualità della valutazione del lavoro svolto sia dai docenti che dagli studenti. Questa è la parte migliore della riforma… Ci sono alcune incongruenze, ad esempio ci voleva più coraggio nello stabilire che nelle commissioni concorsuali per l’abilitazioni nazionale i componenti siano sorteggiati dal terzile migliore cioè dal 33% dei migliori docenti… Chi sono i baroni ? Quelli che hanno ancora un territorio indipendentemente dalle proprie qualità… La perentopoli ? Visto quello che è accaduto in molte università in passato, sono stati stabiliti dei divieti…. Gli attuali 26mila ricercatori che fine faranno ? Questo è un problema che non è stato risolto: si prevede l’assorbimento solo di un quinto…
Il manifesto - 2 dicembre 2010
"Per spazzare via la legge serve un’altra classe politica”
“… I giovani, non tutti, quelli più attivi e appassionati hanno capito che questa maggioranza parlamentare, e di governo, non è in grado di riformare l’università italiana e farla diventare un’università pari a quelle dei paesi europei più civili. Non si può parlare di merito, e persino di premi per alcuni professori, se si impedisce il ricambio del personale insegnante, se si tagliano i fondi per la ricerca scientifica, se si continua a investire meno dell’uno per cento nel settore dell’istruzione…
Ora è necessario lavorare per elaborare una proposta alternativa di riforma. E farlo in tempi brevi perchè nei prossimi mesi dovremo preparaci a uno scontro politico e culturale con il populismo autoritario di Berlusconi… Una proposta alternativa che ponga al centro dell’università gli studenti…
la Repubblica Supplemento del venerdì - 3 dicembre 2010
"In fila alla posta per giustificare le assenze a scuola”
░ Dalla rubrica Diritti & Rovesci di Paolo Casacci: Rivolta a Trullo, quartiere popolare alla periferia di Roma.
Una delle tante scuole di questo paese dove i genitori pagano le risme di carta, il sapone per le mani, la carta igienica. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ipotesi di far pagare alle famiglie anche il libretto delle giustificazioni. Il contributo, negli istituti che nel resto d’Italia già lo prevedono, s’aggira intorno ai 5 euro. Somma che … va pagata con un bollettino, dopo relativa fila alla Posta.
Giornale di Sicilia - 3 dicembre 2010
"I dirigenti “congelati”contestano le nuove date decise dall’USR.
░ Polemiche sul concorso per presidi. L’on.Siragusa che ha cucito con pazienza una legge ottenendo il consenso dell’intero schieramento parlamentare attende il riconoscimento del proprio lavoro: “Abbiamo cercato di garantire la composizione del complesso quadro di regole costituzionali, diritti personali ed interessi pubblici in gioco in questa vicenda assicurando da una parte il rispetto delle sentenze, e quello della Costituzione, dall'altra la funzionalità del sistema scolastico siciliano”, scrive, ma… La soluzione trovata pone rimedio ad una vicenda complessa e ingarbugliata che si è venuta a creare a seguito di sentenze del Consiglio di Giustizia amministrativa della Regione Sicilia, che hanno annullato il concorso ordinario a Dirigente scolastico, bandito il 22 novembre 2004.
Mancano dieci giorni alle nuove prove del concorso per dirigenti scolastici in Sicilia, annullato dal Cga, e 426 presidi “congelati” attendono….la firma del Presidente Giorgio Napoletano della legge salva presidi approvata dal Senato una decina di giorni fa. I presidi vincitori del concorso annullato gettano ombre sulla gestione della nuova procedura concorsuale…… criticano il fatto che il commissario ad acta che ha disposto le nuove date del 13 e 14 dicembre sia Chiarenza Miramaggi,….. chiedono la nomina immediata di un nuovo direttore regionale per la Sicilia, da parte del ministero.
AVVENIRE - 3 dicembre 2010
"Il 90% degli studenti italiani ha scelto, quest’anno, l’insegnamento della religione cattolica a scuola”.
░ Enrico Lenzi riporta i dati che provengono da una rilevazione affidata all’Osservatorio socio-religioso Triveneto.
La scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica è del 92,5% dei bambini della scuola d’infanzia, che sale al 93,7% se si guardano le adesioni nella scuola primaria. Sopra la media globale anche il dato relativo alla scuola media che si attesta al 91,6%.... nella scuola superiore l’83,5% degli studenti sceglie di avvalersi dell’insegnamento.