latecnicadellascuola.it – 26 aprile 2014
“Aggiornamento GaE, ancora inconvenienti"
░ Stavolta le anomalie riguardano un ‘errore di sistema’ che impedisce l’accesso alle pagine di aggiornamento. Spariti anche gli indirizzi PEC. I sindacati chiedono di tornare ai modelli cartacei: è l’unico modo per prevenire l'insorgere di contenziosi di cui nessuno ha bisogno. Capiscono, al MIUR quale ansia il malfunzionamento stia provocando ai docenti precari che, per parte loro, non mancano di preoccupazioni ?
Continuano a pervenire lamentele riguardo l’aggiornamento telematico delle Graduatorie ad esaurimento. Dopo la richiesta da parte del Miur di inviare di nuovo le domande inoltrate fino al 22 aprile, seguendo una precisa procedura, stavolta diversi utenti ci hanno indicato una grave carenza del sistema di aggiornamento. Digitando username e password, questi docenti precari si sono ritrovati davanti una pagina con al centro solo le seguenti parole: Errore di Sistema - SERVIZIO MOMENTANEAMENTE NON DISPONIBILE. Praticamente, l’utente viene invitato ad attendere. E a riprovare in un secondo momento. Inoltre, è confermato che il software di aggiornamento cancella in modo automatico tutti gli indirizzi PEC, senza dare peraltro la possibilità di inserirli di nuovo…. Da Viale Trastevere farebbero bene a prendere le dovute contromisure. In caso contrario, il ministero dell’Istruzione si esporrebbe a “numerosi contenziosi che, inevitabilmente, il Miur potrà aspettarsi a seguito – concluda la docente precaria - delle ormai solite e note disorganizzazioni, incoerenze e inefficienze… La scelta finale spetta chiaramente al Miur. Ma qualora gli evidenti limiti tecnici dovessero permanere, al Ministero non sembrano avere troppe possibilità.
orizzontescuola.it – 26 aprile 2014
“Si lavora a 28mila immissioni, 14mila con nuovo concorso. Giannini chiude porta idonei concorso 2012. "Graduatorie male cronico"
░ 15000 posti andranno al sostegno e 13000 per il turn over, ha affermato il Ministro durante l'audizione in VII Commissione Cultura.
Ci sarà un nuovo concorso, lo ha detto giovedì il Ministro durante la sua audizione conclusiva alla Camera. "Quello che vorrei fare - ha detto la Giannini - è di aprire il concorso per dare una regolarità a quanto è stato fatto nell'ultimo biennio e di dare assegnazione dei posti al 50% concorso e 50% graduatorie, che non è possibile sopprimere; male cronico che dovremo assorbire in una prospettiva di medio termine." Quindi dei 28mila posti a disposizione, metà andrà alla graduatoria ad esaurimento e metà da nuovo concorso (14mila posti). I calcoli per lo "smaltimento" delle graduatorie sono già stati fatti, sempre in audizione, a fine aprile, quando il Ministro, riferendo dei 170mila iscritti, ha azzardato tempi per il loro esaurimento in 10 anni. Durante l'audizione di giovedì si è parlato anche degli idonei al concorso 2012, su sollecitazione di alcuni parlamentari che hanno chiesto la sorte dei 7mila rimasti in graduatoria. Il Ministro ha affermato, che il nuovo concorso "può essere un'occasione per questo assorbimento. Credo - ha continuato - che sui 14mila posti (si riferisce a quelli che saranno banditi per il nuovo concorso ndr.) ci debba essere una destinazione, almeno la metà, di cosiddetti posti nuovi, freschi, per vittoria di cattedra e non per assorbimento delle graduatorie antiche." Insomma, ci sembra di capire dalle parole del Ministro che coloro che hanno superato le prove del concorso 2012, ma non rientreranno nel numero dei vincitori in relazione ai posti banditi, si troveranno a dover rifare il concorso, non potendo contare in uno scorrimento delle graduatorie oltre il limite dei posti messi a bando.
latecnicadellascuola.it – 27 aprile 2014
“Decreto 66: nuovi obblighi per le scuole"
░ Registro delle fatture e pagamenti entro 60 giorni: ritardi e inadempienze determineranno responsabilità per gli uffici di segreteria. Ma spesso le scuole hanno problemi di cassa provocati dai ritardi Miur.
Due articoli del recente decreto legge n. 66 (“Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale”) pongono a carico delle scuole nuove incombenze e ulteriori obblighi. Si tratta degli articoli 41 e 42 finalizzati entrambi a “prevenire il formarsi di ritardi dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni”. In particolare l’articolo 41 prevede che la relazione al conto consuntivo delle istituzioni scolastiche sia corredata da un prospetto sottoscritto sia dal dirigente scolastico sia dal DSGA “attestante l'importo dei pagamenti relativi a transazioni commerciali effettuati dopo la scadenza dei termini previsti dal decreto legislativo 231/2002, nonché il tempo medio dei pagamenti effettuati”. Va precisato che il decreto citato prevede l’obbligo di liquidare fatture e altri titoli di spesa entro il tempo massimo di 60 giorni, decorsi i quali scatta automaticamente l’obbligo di riconoscere al creditore gli interessi legali, che ovviamente dovranno essere rimborsati dai responsabili del ritardo del pagamento. Per evitare equivoci e malintesi, gli estensori del decreto 66 hanno introdotto anche una ulteriore disposizione: l’articolo 42, infatti, prevede l’istituzione di un registro ufficiale delle fatture (molte scuole hanno già creato strumenti analoghi, ma d’ora in poi non basteranno più elenchi sommari e “casalinghi”) dove, per ogni singolo documento contabile, dovrà essere indicata una discreta quantità di dati. A questo punto, le norme in questione si sommano alle disposizioni che prevedono l’obbligo anche per le scuole della cosiddetta “fatturazione elettronica”…
Il Fatto Quotidiano – 28 aprile 2014
“Scuola, “concorso da 14mila posti”: i dubbi sul destino di docenti idonei e precari"
░ Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini lo ha annunciato in commissione Cultura. E' una buona notizia per neolaureati e docenti non iscritti nelle graduatorie, ma rimangono diverse incertezze
In arrivo un nuovo concorso della scuola da 14mila posti. Lo ha annunciato nei giorni scorsi nel corso di un’audizione in Commissione Cultura alla Camera il ministro Stefania Giannini. Ed è una buona notizia per tutti quei docenti abilitati che non sono iscritti nelle Graduatorie ad esaurimento (GaE), e per i neolaureati che erano stati esclusi dalla prova del 2012. Per tutti quelli, insomma, che solo attraverso un nuovo concorso possono sperare di poter essere assunti. I tempi, però, non dovrebbero essere brevissimi. Per il momento Giannini ha solo ufficializzato l’intenzione di avviare le procedure per l’indizione. Possibile, dunque, che il bando possa uscire a fine 2014, in modo da svolgere gli esami nel corso del prossimo anno. Una ipotesi già anticipata in via informale dai dirigenti del Ministero a ilfattoquotidiano.it a gennaio. Il ministro ha spiegato in Commissione che, dopo le recenti consultazioni sul sistema di reclutamento, il passo successivo sarà quello di dare “una risposta concreta alle assunzioni”. E per far questo, almeno per ora, ha scelto di operare nello stesso solco dei suoi predecessori: “Bisogna dare regolarità”, ha spiegato, al sistema messo appunto dall’ex ministro Francesco Profumo, che prevede un doppio canale di reclutamento: il 50% per concorso e il 50% attraverso le liste delle vecchie graduatorie. Da Giannini sono arrivate anche delle prime indicazioni numeriche sul bando, che dovrebbe mettere in palio circa 14mila posti. L’ultimo, quello del 2012, era stato leggermente inferiore (11mila cattedre). Mentre per il prossimo anno il Miur dovrebbe autorizzare circa 28mila assunzioni, 15mila sul sostegno, e 13mila dal turnover. Una stima in linea col piano da 69mila posti in tre anni previsto dall’ultimo Dl scuola. Sui termini del prossimo Concorsone restano però anche tanti dubbi. Il fatto, ad esempio, che la prova del 2012 sia ancora lontana dall’essere esaurita: ad agosto 2013 alcune graduatorie non erano ancora pronte e questo ha determinato in diverse regioni (soprattutto in Lazio, Toscana e Sicilia) lo slittamento delle assunzioni. Fino a quando gli 11mila posti del concorso 2012 non saranno tutti assegnati sarà impossibile procedere col nuovo bando. E poi c’è la questione degli idonei dell’ultima prova, i candidati che hanno superato il punteggio minimo richiesto ma non sono risultati vincitori: rispondendo ad un’interrogazione del Movimento 5 Stelle, il ministro ha affermato che il prossimo concorso potrebbe essere “un’occasione per il loro assorbimento”. Ma questo ridurrebbe notevolmente i posti a disposizione dei candidati. Tanti docenti precari di tutta Italia aspettano comunque ulteriori notizie da viale Trastevere. Di certo c’è che la promessa fatta dall’ex ministro Profumo di bandire concorsi a cadenza regolare di due anni è già stata disattesa: salvo sorprese, le nuove assunzioni non arriveranno prima del 2015. Ma rispetto al passato – quando c’erano voluti addirittura 13 anni per bandire un nuovo concorso dopo l’ultimo del 1999 – sarebbe comunque un grande passo avanti.
ItaliaOggi – 29 aprile 2014
“Il Scatti, la trattativa è ai blocchi”
░ Prossima la soluzione per il riconoscimento degli “scatti” di carriera al personale della Scuola. Si risolve un problema aprendone un altro: Il provvedimento costerà 350 milioni che vengono presi dal Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa. La negoziazione si farà all'Aran.
Sindacati ai blocchi di partenza in vista dell'apertura delle trattative all'Aran, per la reintegrazione dell'utilità del 2012 ai fini dei gradoni. É prevista entro questa settimana la firma dell'atto di indirizzo da inviare all'Aran che darà il via alla tornata negoziale salvascatti…. Sembra volgere al termine, dunque, l'annosa querelle sul recupero dell'utilità del 2012 ai fini dei gradoni…. Un recupero che comporterà la restituzione, ai docenti e al personale Ata, del diritto di avvalersi anche dell'anno 2012 ai fini della maturazione degli scatti di anzianità. Che vale mediamente 1000 euro. A tanto ammonta, infatti, la perdita dell'utilità di un anno nella maturazione della progressione di carriera. Che secondo il contratto, dovrebbe essere articolate in 5 scatti, i cui termini dovrebbero scadere, rispettivamente, in coincidenza della maturazione dell'8°, del 15esimo, del 21esimo, del 28esimo e del 35esimo anno di servizio. E che adesso invece è spostato di due anni in avanti. Perché ai 3 anni di ritardo disposti dal governo Berlusconi (due dei quali sono stati già recuperati) si è aggiunto un ulteriore anno di ritardo disposto dal governo Letta. Il recupero dell'utilità del 2012 non determinerà il ripristino dei termini di maturazione dei gradoni previsti dal contratto. Il decreto del presidente della repubblica 122/2013 all'articolo 1, comma 1, lettera b), dispone, infatti, la cancellazione dell'utilità del 2013 ai fini dei gradoni, prorogando di un anno le disposizioni contenute nell'articolo 9, comma 23, del decreto legge 78/2010 (la norma che ha cancellato l'utilità del 2010 del 2011 e del 2012 ai fini dei gradoni). E quindi, dopo il recupero del 2012 rimarrà comunque un ritardo di un anno derivante dalla cancellazione dell'utilità del 2013.
www.gov.it/governoinforma – 30 aprile 2014
“Vogliamo fare sul serio".
░ Nell’ultimo mezzo secolo il timone è stato nelle mani di politici maturi e perfino attempati che hanno trascorso quasi tutta la vita nelle stanze del potere. Tocca ora – ma per periodi più brevi, speriamo - ai Serracchiani, Mosca, Di Maio, Taverna, Buccarella. Per esperienza che abbiamo dei giovani, siamo fiduciosi. In abstract, il comunicato, a firma Matteo Renzi e Marianna Madia, sulla riforma della Pubblica Amministrazione; scrivono: Sarà per noi importante leggere le proposte vostre, considerazioni i suggerimenti. Scrivete a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. la consultazione sarà aperta dal 30 aprile al 30 maggio. Evidenziando in neretto alcuni punti, segnaliamo che su questi il cittadino farà fatica a pronunciarsi, perché non sono formulati in modo esplicito o esauriente.
L'Italia ha potenzialità incredibili. Se finalmente riusciamo a mettere in ordine le regole del gioco (dalla politica alla burocrazia, dal fisco alla giustizia) torniamo rapidamente fra i Paesi leader del mondo. Il tempo della globalizzazione ci lascia inquieti ma è in realtà una gigantesca opportunità per l'Italia e per il suo futuro. Non possiamo perdere questa occasione. … Vogliamo ricostruire un'Italia più semplice e più giusta. Dove ci siano meno politici e più occupazione giovanile…. Fare sul serio richiede dunque un investimento straordinario sulla Pubblica Amministrazione. … Abbiamo maturato alcune idee concrete. Prima di portarle in Parlamento le offriamo per un mese alla discussione dei soggetti sociali protagonisti e di chiunque avrà suggerimenti, critiche, proposte e alternative. …Le nostre linee guida sono tre. 1. Il cambiamento comincia dalle persone. Abbiamo bisogno di innovazioni strutturali: programmazione strategica dei fabbisogni; ricambio generazionale, maggiore mobilità, mercato del lavoro della dirigenza, misurazione reale dei risultati, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, asili nido nelle amministrazioni. 2. Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione. … Dobbiamo cancellare i doppioni, abolendo enti che non servono più … O che sono semplicemente non più efficienti come nel passato. 3. Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei servizi. Possiamo utilizzare le nuove tecnologie per rendere pubblici e comprensibili i dati di spesa e di processo di tutte le amministrazioni centrali e territoriali, ma anche semplificare la vita del cittadini… Ciascuna di queste tre linee guida richiede provvedimenti concreti. Ne indichiamo alcuni su cui il Governo ascolterà la voce diretta dei protagonisti…
1) abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio; sono oltre 10.000 posti in più per giovani nella p.a., a costo zero. 2) modifica dell'istituto della mobilità volontaria e obbligatoria. 3) introduzione dell’esonero dal servizio. 4) agevolazione del part-time. 5) applicazione rigorosa delle norme sui limiti ai compensi che un singolo può percepire dalla pubblica amministrazione, compreso il cumulo con il reddito da pensione. 6) possibilità di affidare mansioni assimilabili quale alternativa opzionale per il lavoratore in esubero. 7) semplificazione e maggiore flessibilità delle regole sul turn over fermo restando il vincolo sulle risorse per tutte le amministrazioni. 8) riduzione del 50% del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego. 9) introduzione del ruolo unico della dirigenza. 10) abolizione delle fasce per la dirigenza, carriera basata su incarichi a termine
11) possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico, oltre un termine. 12) valutazione dei risultati fatta seriamente e retribuzione di risultato erogata anche in funzione dell’andamento dell’economia. 13) abolizione della figura del segretario comunale. 14) rendere più rigoroso il sistema di incompatibilità dei magistrati amministrativi. 15) conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, asili nido nelle amministrazioni. 16) riorganizzazione strategica della ricerca pubblica, aggregando gli oltre 20 enti che svolgono funzioni simili, per dare vita a centri di eccellenza. 17) gestione associata dei servizi di supporto per le amministrazioni centrali e locali (ufficio per il personale, per la contabilità, per gli acquisti, ecc.) 18) riorganizzazione del sistema delle autorità indipendenti. 19) soppressione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione e attribuzione delle funzioni alla Banca d'Italia. 20) centrale unica per gli acquisti per tutte le forze di polizia. 21) abolizione del concerto e dei pareri tra ministeri, un solo rappresentante dello Stato nelle conferenze di servizi, con tempi certi. 22) leggi auto-applicative; decreti attuativi, da emanare entro tempi certi, solo se strettamente necessari. 23) controllo della Ragioneria generale dello Stato solo sui profili di spesa. 24) divieto di sospendere il procedimento amministrativo e di chiedere pareri facoltativi salvo casi gravi, sanzioni per i funzionari che lo violano. 25) censimento di tutti gli enti pubblici. 26) una sola scuola nazionale dell’Amministrazione. 27) accorpamento di Aci, Pra e Motorizzazione civile. 28) riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio (es. ragionerie provinciali e sedi regionali Istat) e riduzione delle Prefetture a non più di 40 (nei capoluoghi di regione e nelle zone più strategiche per la criminalità organizzata). 29) eliminazione dell'obbligo di iscrizione alle camere di commercio. 30) accorpamento delle sovrintendenze e gestione manageriale dei poli museali. 31) razionalizzazione delle autorità portuali. 32) modifica del codice degli appalti pubblici. 33) inasprimento delle sanzioni, nelle controversie amministrative, a carico dei ricorrenti e degli avvocati per le liti temerarie. 34) modifica alla disciplina della sospensione cautelare nel processo amministrativo, udienza di merito entro 30 giorni in caso di sospensione cautelare negli appalti pubblici, condanna automatica alle spese nel giudizio cautelare se il ricorso non è accolto. 35) riforma delle funzioni e degli onorari dell’Avvocatura generale dello Stato. 36) riduzione delle aziende municipalizzate. 37) introduzione del Pin del cittadino: dobbiamo garantire a tutti l’accesso a qualsiasi servizio pubblico attraverso un'unica identità digitale. 38) trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche: il sistema Siope diventa “open data”. 39) unificazione e standardizzazione della modulistica in materia di edilizia ed ambiente. 40) concreta attuazione del sistema della fatturazione elettronica per tutte le amministrazioni. 41) unificazione e interoperabilità delle banche dati (es. società partecipate). 42) dematerializzazione dei documenti amministrativi e loro pubblicazione in formato aperto. 43) accelerazione della riforma fiscale e delle relative misure di semplificazione. 44) obbligo di trasparenza da parte dei sindacati: ogni spesa online.
corrieredellasera.it – 1 maggio 2014
“Test Invalsi e Sistema di valutazione, Ajello: «Così miglioreremo la scuola»"
░ Direttore nuovo, direzione vecchia. La Presidente non ha capito che la resistenza dei docenti non si vince con una sua lettera; per dare legittimità alla prova INVALSI di Terza media, occorre togliere dalla Costituzione l’autonomia professionale degli insegnanti e dalla normativa l’autonomia docimologica dei consigli di classe e del collegio docenti.
Ancora pochi giorni e sarà tempo di Invalsi. Una stagione di prove per migliaia di studenti, che dovranno affrontare quiz, brani e problemi che proveranno la loro preparazione in matematica, lettura e italiano. Una routine, ormai, che nonostante molte voci contrarie si è affermata come il principale strumento di valutazione degli apprendimenti e delle competenze dei ragazzi. L’edizione 2014 dei test non presenta novità rispetto all’anno scorso, nonostante l’arrivo, ai vertici dell’ente di ricerca che prepara e somministra le prove, di un nuovo presidente, Annamaria Ajello, docente dal profilo internazionale e con una pluriennale competenza sui temi dell’apprendimento e della valutazione. «I test sono predisposti con due anni di anticipo - spiega la docente -, io sono qui da poco più di due mesi. Quello che ho fatto è stato riunire gli esperti, i professori di matematica, chi fa ricerca sulla didattica, per ragionare insieme a loro su come condividere una cultura comune della materia e migliorare le competenze dei ragazzi italiani sul piano scientifico. Ci lavoreremo, ma i frutti di questo lavoro si potranno vedere più avanti». Intanto si parte (il 6 maggio con le prove di lettura per i bambini di seconda elementare e di italiano per quelli di quinta; il 7 domande di matematica per le primarie, il 13 tocca alla seconda media), mentre sui test si addensano nubi minacciose: proteste e scioperi, contestazioni di studenti per la «scuola-quiz», timori degli insegnanti che la valutazione verta sul loro operato, più che sulle conoscenze acquisite dai ragazzi. «Pregiudizi che vanno combattuti - dice Ajello -. Deve passare l’idea che la valutazione è un percorso di formazione che permette alla scuola di migliorare, non un controllo burocratico. Se non si capisce la reale finalità di queste prove, si rischia di attribuire loro una funzione punitiva, e si portano le persone a barare». «I dati che raccogliamo servono a inserire la singola scuola in un contesto, a far sì che si confronti con le altre - spiega -. È un po’ come dal medico: se si bara sulle proprie misure la diagnosi non sarà affidabile. Questi test rispondono a un criterio informativo, servono a individuare punti di forza e di debolezza in alcuni ambiti: non sono valutazioni esaustive di tutta la didattica». Come convincere i prof della bontà dello strumento? «Stiamo preparando una lettera aperta, rivolta ai docenti, che pubblicheremo la prossima settimana sul sito Invalsi per chiarire che la valutazione non è “della” scuola, ma per la scuola e che non facciamo che garantire un servizio», dice Ajello. «Quando sono informati sul livello di preparazione dei propri allievi e i punti di criticità, gli operatori della singola scuola potranno progettare interventi didattici mirati». Da settembre dovrebbe poi partire il Sistema nazionale di valutazione: il «treppiede» che vedrà in campo Invalsi (attivo dal 2007 e coordinato dal Miur), Indire (l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) e ispettori scolastici che dialogheranno con i professori e negozieranno - sulla base di un’autovalutazione fatta in precedenza da insegnanti e dirigenti - che cosa potrebbe funzionare meglio e che cosa va cambiato. «Non si tratta di un test, in questo caso - spiega la presidente Invalsi - ma di una novità teorica e metodologica: sarà una valutazione complessiva, non soltanto degli apprendimenti, ma delle scuole»…..