Rassegna stampa

Recensioni dalla Stampa al 30 dicembre 2010

 

CORRIERE DELLA SERA – 24 dicembre 2010
"Talenti all’estero. Ora potete rientrare. Lo dice la legge
Beppe Servergnini evidenzia la possibile ricaduta positiva di una legge bipartisan (una delle poche di iniziativa parlamentare, in questa legislatura): si incentiva il rientro in Italia dei tanti laureati, tra i migliori in assoluto, trasferitisi all’estero: chi è nato dopo il dicembre 1968 e, nello scorso biennio, ha lavorato all’estero, godrà di una fortissima riduzione IRPEF (le donne saranno tassate sul 20% del reddito; gli uomini sul 30%) se, rientrati in Italia, avvieranno un’attività imprenditoriale, o otterranno un contratto di lavoro.
La legge, di iniziativa parlamentare bipartisan (caso raro), è stata approvata, a larghissima maggioranza, cinque ore prima della riforma dell’Università (coincidenza interessante). Solo FLI, trascinata da un tonitruante Mario Baldassari ha votato contro…. I laureati italiani all’estero sono 4 volte quelli tedeschi, due volte quelli francesi, tre volte quelli inglesi o spagnoli (dato OCSE). Il nostro Paese spende circa centomila euro per portare un ragazzo o una ragazza alla laurea. Spesso il laureato va all’estero… Un piccolo regalo di Natale per la diaspora professionale italiana ? Di sicuro un gesto, dopo tante chiacchiere. Una legge per gli anni Dieci. L’unico rischio è che venga ignorata… Approvata alla Camera il 25 maggio, e ieri al Senato, aspetta ora i decreti attuativi del Ministero dell’Economia e delle finanze (entro sessanta giorni). A quel punto toccherà al ministero degli esteri far sapere che questa opportunità esiste: almeno fino al 31 dicembre 2013.

 
Il Sole 24Ore – 24 dicembre 2010
"Servono 47 interventi per attuare il riordino
Alla Confindustria, la Riforma dell’Università piace; il suo quotidiano sottotitola sul ddl Università, con frasi quali: “Sfida dell’efficienza”; “Entro sei mesi i criteri per assegnare gli aumenti meritocratici”; “Rettori a termine e Cda forte, con i nuovi statuti”. Saranno i ministeri dell’Istruzione e dell’Economia a definire i criteri per l’abilitazione nazionale. Cancellato da subito il riconoscimento automatico dei crediti collegati all’esperienza. La valutazione disciplinare dei comportamenti dei professori non è più affidata al CUN.
Addio immediato al riconoscimento automatico dei crediti per chi vuole “laureare” la propria esperienza professionale, stop al reclutamento dei parenti… e avvio delle commissioni disciplinari interne agli atenei. Sono le principali regole che debutteranno davvero insieme con la Riforma dell’Università…; per tutto il resto, dalla valorizzazione della qualità agli stipendi meritocratici ai professori, dai fondi per il merito degli studenti alla contabilità aziendale, c’è da aspettare. Tra deleghe al Governo, rinvii a decreti ministeriali e provvedimenti vari, le caselle della riforma sono quasi tutte da riempire… “Entro 6 mesi faremo tutti i provvedimenti attuativi”, ha garantito il ministro Gelmini, ma per centrare l’obiettivo dovranno collaborare anche il resto del governo e le commissioni parlamentari (per l’attuazione della delega), il ministero dell’economia, quello della Salute e altri ministeri…. Una drastica accelerata dovrà riguardare anche l’Anvur, agenzia di valutazione che sta scaldando ora i motori e sarà chiamata a fissare i parametri per le svolte meritocratiche declinate dalla Riforma su: distribuzione dei fondi, valutazione dei docenti e incentivi agli studenti, fondo di finanziamento ordinario delle università più efficienti…. Per la nuova governance degli atenei, incentrata sulla divisione dei compiti tra senato accademico e consiglio di amministrazione, e guidata dai rettori “a termine”, bisognerà aspettare che le università riscrivano i propri statuti…. Due pilastri della Riforma: l’abilitazione nazionale, indispensabile ai futuri docenti, e i parametri di giudizio sui docenti, per distinguere i meritevoli da premiare e gli inattivi…. Sono 60 i giorni di tempo per ridisegnare la geografia frastagliata dei settori disciplinari in cui sono divisi i concorsi. Per ritoccare gli stipendi ci sono 6 mesi di tempo… Il governo avrà invece un anno di tempo per attuare la delega contenuta nell’art.5, che lo incarica di valorizzare l’efficienza e qualità degli atenei, riscrivere le regole contabili (sul modello aziendale) e fissare i livelli essenziali delle prestazioni e del diritto allo studio.


 
Il Sole 24Ore – 24 dicembre 2010
" Slitta al 2012-13 il Bonus maturità per i test universitari a numero chiuso
░ Lo scorso 22 dicembre, il decreto legge c.d. “milleproroghe” è stato approvato a Palazzo Chigi. Claudio Tucci ne commenta un aspetto.
Doveva entrare in vigore nell'anno accademico 2011-2012. Invece slitterà ancora di un anno, per la precisione al 2012-2013. Parliamo del cosiddetto "bonus maturità" per accedere ai corsi di laurea a numero programmato: 10 punti (sul totale previsto per gli esami di ammissioni a tali corsi di laurea), da assegnare in base ai risultati conseguiti dal ragazzo durante il percorso scolastico. Vale a dire: esame di stato e ultimo triennio di scuola "da 10 e lode". Gli altri 90 punti, arriveranno dal test d'ingresso. La novità è contenuta nell'articolo 41 della bozza del decreto milleproroghe.La normativa su questa speciale "dote" al merito scolastico è del 2007, e risale all'ex governo Prodi. I ministri Fabio Mussi e Giuseppe Fioroni avevano deciso di regalare agli studenti più bravi usciti da scuola 25 punti(sui 105 totali) da spendere nei test di selezione ai corsi di laurea a numero chiuso, consentendo così ai maturati eccellenti di partire in vantaggio. Per ottenere il bonus, bisogna essere in presenza di una media complessiva non inferiore a 7/10, nell'ultimo triennio, e di un voto di diploma non inferiore a 8/10. In più, va considerata anche la lode e gli 8/10, in ciascuno degli ultimi tre anni, nelle materie attinenti alla scelta della facoltà. Questo bonus però non è mai stato applicato. Anzi, durante uno dei rinvii disposti dal governo Berlusconi, è stato deciso l'abbassamento dei punti spendibili, da 25 a 10, su espressa richiesta delle università, soprattutto dei presidi di medicina, preoccupati che 25 punti potessero spostare con forza l'asse delle graduatorie. Conseguentemente, è stata portata a 100 punti la votazione massima degli esami di ammissione ai corsi a numero programmato. I ripetuti rinvii nell'applicazione di questa norma sono sempre stati legati a problemi tecnici. Anche quest'ultimo. Le norme infatti, scrive la relazione tecnica all'articolo 41 del Milleproroghe, fanno riferimento esclusivamente agli studenti «che frequentano le istituzioni scolastiche italiane». Non comprendono quindi: gli studenti comunitari (non italiani) e quelli extracomunitari regolarmente soggiornanti nel Belpaese che partecipano ai test d'ingresso e che vengono collocati nella medesima graduatoria. Ma anche gli studenti che frequentano istituzioni che rilasciano di diplomi di baccellierato internazionale, che hanno una scala di voti tutta differente. Insomma, tutte situazione che non rendono uniforme e agevole applicare le norme sul bonus maturità. Di qui la decisione di rinviare tutto all'anno accademico 2012-2013, in attesa che i tecnici di viale Trastevere sciolgano al meglio questi nodi.


 
Domani. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 27 dicembre 2010
"E il ministro Gelmini ci regala l’università della Confindustria”
Un articolo di Guglielmo Forges Davanzati molto critico sulla Riforma:
Le università meridionali finiscono nell’angolo. Ricercatori assunti solo a tempo determinato: precari a vita. Il finanziamento pubblico agli atenei è il più basso d’Europa. Difficile immaginare che il merito venga premiato se i posti vanno e vengono e non diventano mai cattedre.
Sulla cosiddetta riforma dell’Università, è bene sgombrare il campo da un equivoco: il suo reale obiettivo non è introdurre criteri di valutazione che premino il merito, bensì operare un depotenziamento del sistema formativo pubblico che non ha precedenti nella storia recente del Paese. Depotenziamento che è già, in parte, passato attraverso la legge 33/2008, con la quale si è provveduto a sottrarre al sistema universitario pubblico circa un miliardo e mezzo di euro, per il biennio 2010-2011, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa di molti Atenei. I fondi recuperabili con la Legge di stabilità non serviranno a ripianare i bilanci degli Atenei italiani, ma, nella migliore delle ipotesi, ad arginare le proteste degli attuali ricercatori in ruolo, che hanno consentito – negli anni passati – la sopravvivenza di corsi di studio svolgendo attività didattica non retribuita, e ai quali il Ministero offre oggi in cambio la messa ad esaurimento del loro ruolo. Peraltro – e non si tratta di un aspetto marginale – la riduzione dei finanziamenti è ‘lineare’, ovvero non tiene conto delle variabili di contesto (PIL procapite, tassi di disoccupazione) e, dunque, grava maggiormente sulle Università meridionali. La delegittimazione mediatica del sistema universitario pubblico (che regge sulla duplice retorica dei professori ‘baroni’ e ‘fannulloni’) sostiene questo disegno…. Difficile, poi, immaginare che il merito venga premiato con la precarizzazione del ruolo di ricercatore. Nella stesura attuale del disegno di Legge, si prevede che i ricercatori verranno assunti con contratti a tempo determinato triennali, rinnovabili, ai quali può far seguito la prosecuzione dell’attività di ricerca solo in caso di definitiva stabilizzazione: il che, con il taglio dei finanziamenti, è un’ipotesi piuttosto ardua…. generando esiti esattamente opposti a quelli che si dichiara voler ottenere: accentuare la ‘fuga di cervelli’, già in atto, e reclutare ricercatori qualitativamente inferiori a quelli che si potrebbero assumere con contratti a tempo indeterminato e stipendi più alti…. L’ultimo Rapporto Almalaurea certifica che fra i 27 paesi dell’Unione Europea, il finanziamento pubblico in istruzione superiore italiano è più elevato solo di quello della Bulgaria. Il quadro non migliora nel settore strategico della Ricerca e Sviluppo al quale l’Italia ha destinato l’1,2% del PIL nel 2007, risultando così ultimo fra i Paesi più avanzati… Aumenta sensibilmente la disoccupazione rispetto allo scorso anno, e non solo fra i laureati triennali. La disoccupazione cresce anche fra i laureati magistrali, dal 14 al 21%. Infine cresce anche fra i c.d. specialistici a ciclo unico (laureati in medicina, architettura, veterinaria, giurisprudenza), dal 9 al 15%. Una tendenza questa che si registra indipendentemente dal percorso di studio (anche fra i laureati tradizionalmente caratterizzati da un più favorevole posizionamento sul mercato del lavoro, come gli ingegneri) e dalla sede degli studi, e che si estende anche ai laureati a tre ed a cinque anni dal conseguimento del titolo. Diminuisce il lavoro stabile e le retribuzioni medie, a un anno dalla laurea, si assestano attorno a 1.100 euro. Ciononostante, la condizione occupazionale e retributiva dei laureati resta migliore di quella dei diplomati di scuola secondaria superiore… La riduzione dei finanziamenti pubblici, inducendo gli Atenei ad aumentare le tasse universitarie, non può che produrre un duplice effetto negativo. In primo luogo, e in linea generale, l’aumento della tassazione rende più difficile la mobilità sociale, dal momento che un numero minore di giovani potrà permettersi di pagarle. In secondo luogo, questa misura si renderà necessaria nei casi nei quali la decurtazione dei finanziamenti pubblici non è compensata da finanziamenti privati. Il che riguarda la gran parte degli Atenei meridionali, con la conseguenza che il sottofinanziamento del sistema universitario pubblico penalizzerà soprattutto i giovani meridionali. In sostanza, il provvedimento incide negativamente sulla (già bassa) mobilità sociale italiana…


 
Il Mesaggero – 27 dicembre 2010
"Bloccate le graduatorie dei prof. Niente bonus per la maturità”
Il decreto “Milleproroghe” rimanda al 2012 l’aggiornamento delle graduatorie dei precari, e pertanto sarà impossibile cambiare provincia di iscrizione in graduatoria: è il modo per bloccare l’esodo degli aspiranti a supplenza dal Sud al Nord. Il Milleproroghe non disporrà l’attuazione, preannunziata per il 2011, del “bonus” in favore degli studenti che, superato l’esame di Stato conclusivo dei corsi di istruzione secondaria superiore, vogliano accedere ai corsi di laurea a numero programmato.
Graduatorie bloccate, non verranno aggiornate nel prossimo anno, come invece era previsto,… e niente “bonus maturità” neanche quest’anno…. Sono i due pacchi dono che l’amministrazione scolastica ha inserito nel Milleprooghe….. Per quanto riguarda i docenti precari (nelle graduatorie ce ne sono 230 mila, il 48 % sono al Sud), il decreto stabilisce che le graduatorie provinciali non saranno aggiornate nel 2011… Un docente non potrà decidere, se nella sua provincia le graduatorie sono troppo ingolfate, di spostarsi;… sfuma la possibilità di aggiornare il proprio punteggio, e quindi poter scalare di qualche posto verso l’alto…. Il ministro, come si legge nel decreto Milleproroghe, ha preso questa decisone in attesa del nuovo regolamento sul reclutamento degli insegnanti che dovrebbe arrivare nel 2011….

 
la Repubblica - 27 dicembre 2010
"La sfida della scuola. Un’educazione per tutti”
La missione della Sinistra, in breve brano, tradotto da uno scritto del filosofo e scrittore Fernando Savater, docente all’università di Madrid.
Oggi la Sinistra non può essere altro che quella che difende il concetto di società. Vale a dire qualcosa di diverso dalla semplice giustapposizione di individui e di interessi contrapposti in lizza… La Sinistra deve ricordare che la democrazia, in qualsiasi luogo del mondo, ha due nemici fondamentali: la miseria e l’ignoranza. Dove la miseria è tollerata, dove l’ignoranza non è combattuta, la democrazia si trasforma in una caricatura…. Pertanto la Sinistra deve tentare di mettere fuori legge la condizioni di povertà estrema – come a suo tempo si mise fuori legge la schiavitù – e deve far sì che l’educazione per tutti, laica, diventi il suo compito prioritario.


 
ItaliaOggi Sette – 27 dicembre 2010
"Nella formazione tecnica la via per trovare lavoro”
La scommessa degli Its, per ridurre il divario tra preparazione, atenei, imprese.
In Veneto, patria dell’industria tessile italiana, la scelta è stata quella di puntare sul “sistema moda”; nel Lazio, invece, sulle “tecnologie innovativa per i beni e le attività culturali”… Sono solo alcune delle aree tecnologiche considerate strategiche per lo sviluppo del Paese, su cui il Miur ha deciso di investire per formare quei “super tecnici” tanto richiesti nel modo delle imprese.... Come ? Attraverso una nuova filiera non universitaria di durata biennale o triennale, rappresentata dagli ITS (Istituti Tecnici Superiori) che, accanto alle ITIS appena riformate e all’istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS), puntano non solo a rilanciare la cultura tecnica ma soprattutto a migliorare la occupabilità dei giovani e la competitività delle imprese creando quel collegamento che manca tra scuola, università e mondo del lavoro. Gi ITS sono nati da un percorso bipartisan, attraverso quattro legislature. Concretamente, però, le linee guida per la loro costituzione sono state adottate con il dpcm 25 gennaio 2008… Fino a ora, sono 50 gli ITS presenti in 15 regioni. Gli its hanno come riferimento l’istituto tecnico industriale o professionale che ne promuove la costituzione in una fondazione… Gli its sono infatti istituiti secondo il modello della fondazione di partecipazione, nell’ambito dei piani territoriali di intervento deliberati dalle Regioni… Sono il primo esempio di applicazione del principio di sussidiarietà nell’ambito della specializzazione tecnica superiore…. Sono strutturati in sei grosse macro aree tecnologiche, in cui è possibile conseguire un diploma di specializzazione tecnica superiore. Tra le più gettonate ci sono quelle dedicate alle nuove tecnologie… Nei nuovi ITS le aziende sono esse stesse parte dell’istruzione, intervenendo in maniera diretta anche nel percorso di strutturazione dei piani formativi… Contrariamente ai consueti dati che fanno del Nord la locomotiva del sistema industriale, tra le regioni con più alta densità di ITS c’è il Lazio che, accanto alla Lombardia, detiene il primato con 7 istituti, seguono il Veneto e la Sicilia, rispettivamente con 6 e 5. Numeri elevati tra i soggetti coinvolti nelle fondazioni di partecipazioni; ammontano a 571 in tutta Italia, 114 le scuole coinvolte, 65 gli enti territoriali (per lo più, le province) 210 le imprese, 71 le università e i centri di ricerca, 90 le strutture formative. In media, per ogni ITS sono 11 i soggetti coinvolti, di cui quattro sono imprese.


 
ItaliaOggi – 28 dicembre 2010
"E il CNPI resta in vita”
Il decreto Milleproroghe proroga la permanenza in carica del Consiglio nazionale della P.I., lo stesso vale per il commissario straordinario dell’ANSAS (fino all’insediamento dei nuovi organi gestionali), l’agenzia istituita a seguito della soppressione degli istituti regionali di ricerca educativa e dell’Istituto Nazionale di Documentazione per l’Innovazione e le Ricerca Educativa.
Il Consiglio nazionale della P.I. resterà in carica un altro anno… Il prolungamento dei termini di vigenza delle funzioni di questi organi dell’amministrazione si è reso necessario per evitare che tali finzioni cessassero senza essere rimpiazzate…. Il Consiglio nazionale della P.I. attende da anni di essere rinnovato, ma viene sistematicamente prorogato, perché non si è ancora provveduto a dare attuazione alla riforma degli OO.CC. della scuola, prevista dal decreto legislativo 233 del 1999. Che prevede, peraltro, la trasformazione del Cnpi in “consiglio superiore della P.I.”. Ma il Cnpi svolge, tra l’altro, l’importante funzione di fornire pareri obbligatori nell’ambito della formazione di provvedimenti legislativi e regolamentari…. Trattandosi di pareri tecnici, sono utili sia a migliorare i provvedimenti che a prevenire il contenzioso…


 
ItaliaOggi – 28 dicembre 2010
"Stop all’emigrazione dei precari”
Il Milleproroghe, in attesa del nuovo Regolamento sul reclutamento, blocca i precari del Sud. Carlo Forte ricostruisce la questione dell’inserimento “a pettine”.
Il Tar del Lazio ha dato sistematicamente ragione ai precari che hanno chiesto l’inserimento a pettine anche nelle graduatorie di coda. E quindi il legislatore è intervenuto con una interpretazione autentica della normativa che dispone il divieto di mobilità. Ribadendo tale preclusione fino a quest’anno. E disponendo la riattribuzione del diritto alla mobilità dal settembre 2011. Ma il governo ha disposto, con il Milleproroghe, che i trasferimenti da una provincia a un’altra non si faranno neppure per quest’anno, e ha rimandato tutto all’anno prossimo. Nel frattempo, però, il Tar del Lazio, con ordinanza n.230 del 5 febbraio 2010, ha ritenuto non manifestamente infondata una questione di legittimità costituzionale presentata da alcuni ricorrenti. Che riguarda proprio la norma sull’inserimento in coda nelle GaE delle province diverse da quella di appartenenza del precario interessato. E se la Consulta dovesse dichiarare l’incostituzionalità della norma contro il pettine nelle tre graduatorie di coda delle ulteriori province dove risulta attualmente. E quindi si verificherebbe una sorta di compresenza a pieno titolo nelle graduatorie di 4 province (massimo). Le sezioni unite della Cassazione, peraltro, hanno ricordato di recente che il giudice al quale bisogna chiedere giustizia in materia di graduatorie non è il Tar, ma il giudice ordinario. Ma la legge prevede che, anche se il giudizio principale si estingue la pronuncia della Corte vale lo stesso. E quindi se la Consulta decidesse in favore dell’inserimento a pettine, l’amministrazione dovrà adeguarsi.


 
ItaliaOggi – 28 dicembre 2010
"Dal 2011 supplenti, e pure on line”
Le convocazioni per i contratti si supplenti arriveranno on line; saranno le scuole a farsi carico delle nuove modalità; ne restano fuori i prof degli elenchi prioritari.
Novità per i precari della scuola, al rientro dalle vacanze: riceveranno le convocazioni per l’assunzione a t.d. tramite posta elettronica, quella comunicata da ciascun aspirante tramite le istanze on line di iscrizione nelle graduatorie di istituto per il biennio 2009/11… Tranquilli, però, non occorre stare incollati sul pc in trepida attesa: la scuola, infatti, contemporaneamente alla convocazione via e-mail, trasmetterà un sms…. Ai supplenti non viene richiesto alcun adempimento, per fortuna, perché la nuova funzionalità sarà attivata automaticamente…. Non sono interessati al nuovo sistema i soggetti beneficiari delle priorità nel conferimento delle supplenze… (decreti ministeriali nn.68 e 80 del 2010)….


 
Il Mattino – 29 dicembre 2010
"Manca il Milleproroghe. Il Colle non firma”
La controfirma del Presidente della Repubblica sul testo legislativo della Riforma universitaria seguirebbe al riscontro di provvedimenti da inserirsi nel Milleproroghe, connessi alla riforma Gelmini.
La riforma dell’università è ancora sulla scrivania di Giorgio Napolitano, in attesa della firma necessaria alla sua promulgazione. Un’attesa legata – a quanto si apprende – al mancato arrivo, al Quirinale, del decreto mille proroghe che il governo non ha ancora approvato. Gli uffici legislativi non hanno ancora chiarito, infatti, se i passaggi contraddittori della riforma Gelmini – come quelli relativi alla modifica ed abrogazione di parti della Riforma Moratti in due diversi articoli della riforma appena approvata dal parlamento – siano stati risolti in sede di revisione e coordinamento del testo o se, al contrario, non sia necessario intervenire proprio con il milleproroghe. La polemica sulle contraddizioni presenti nella riforma era esplosa nel corso della convulsa discussione e votazione finale al Senato. Ed era stata il ministro dell’istruzione a riconoscere quelle incongruenze rimandando a un successivo intervento nel decreto di fine anno…


 
Il Manifesto – 29 dicembre 2010
"Bocciamo la riforma Gelmini con un referendum”
E’ la proposta rivolta da Ugo Mattei al Movimento studentesco.
Ad un affronto politico come quello di un parlamento sordo alle motivazioni di un’intera generazione occorre dare una risposta politica alta e intransigente… l’azione democratica diretta, che non è solo la Piazza…. Si risponda nuovamente con quel mezzo eccezionale che i nostri Costituenti avevano previsto proprio per ovviare a possibili distorsioni della rappresentanza indiretta… l’unico mezzo costituzionale, ora come allora, a disposizione per cercare di scongiurare l’irreparabile. Cari studenti, uniamo ancora di più le forze. Prepariamo subito un referendum contro la Legge Gelmini.


 
CORRIERE Quotidiano dell’Irpinia – 29 dicembre 2010
"Dirigenti scolastici. Senza concorso da quattro anni”
Lettera aperta al Ministro, dai presidenti dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (ANDIS), e della DiSAL (Dirigenti Scuole Autonome e Libere).
On.le Ministro, siamo giunti alla fina dell’anno solare e a metà dell’anno scolastico senza poter vedere la pubblicazione del bando di concorso per dd.ss., tanto atteso e da molti promesso. Prendiamo atto che gli Uffici del Miur, della Ragioneria di Stato e della Funzione Pubblica hanno messo in essere tutti gli atti necessari per l’emanazione del bando… L’assenza da oltre quattro anni di un concorso per Dirigenti scolastici ci sembra non solo un grave danno alle scuole ma un segno tangibile di trascuratezza per le istituzioni scolastiche…


 
Il Mattino – 29 dicembre 2010
"Statali, dallo stop agli aumenti, 1600 euro in meno per due anni”
In salvo gli insegnanti, la scure del blocco degli stipendi fino al 2013 si abbatterà sui dirigenti. In termini di potere d’acquisto, la perdita è calcolata in 1200 euro nel biennio 2010-2012. Quanto al turn over nel pubblico impiego, ogni cinque lavoratori che vanno in pensione (la previsione per il biennio 2010-2012 è i 300mila unità), uno solo sarà sostituito (dunque le nuove assunzioni saranno circa 60mila). Il taglio agli organici degli insegnanti segue altre regole, non meno draconiane, conseguenti alla legge 133/2008.
Con il 2011 i dipendenti pubblici entreranno in un triennio che difficilmente dimenticheranno. Non solo infatti sono sospesi i rinnovi contrattuali del periodo 2010-2012 ma dal prossimo gennaio fino a tutto il 2013 le retribuzioni saranno inchiodate al livello del 2010… Dunque niente aumenti, niente promozioni e congelamento anche del salario accessorio e delle altre voci della retribuzione…. Gli effetti pratici di tutta questa situazione li ha calcolati la CGIL. Il mancato rinnovo dei contratti che sarebbe avvenuto sulla base di un’inflazione triennale del 4,2% farà venire meno mediamente circa 1200 euro lordi per ciascun lavoratore. Ma a questa somma vanno aggiunti…. altri 400 euro che non arriveranno proprio per il blocco delle altre voci retributive… Andrà ancor peggio, almeno in termini proporzionali, ai dirigenti pubblici che hanno una retribuzione superiore ai 90mila euro lordi. Per loro, infatti, fino a tutto il 2013 scatterà una riduzione dei compensi del 5% per la parte che supera questo limite, e del 15 oltre i 150mila euro. L’unica categoria che riuscirà almeno in parte a salvarsi dal congelamento ai livelli 2010 è quella degli insegnanti. Per loro, infatti, resteranno in vigore gli scatti di anzianità. Grazie a un emendamento a suo tempo inserito nella manovra, sono destinati a questa voce i risparmi ricavati dalla riduzione del personale di questi anni (nella misura del 30%)…


 
Il Sole 24Ore – 30 dicembre 2010
"Milleproroghe, corsa ai correttivi
Il provvedimento, pubblicato sulla GU.n.303 -29 dicembre, inizia l’iter parlamentare dal Senato; il rinvio per il rinnovo delle GaE è uno tra i provvedimenti che saranno più contrastati dalle Opposizioni parlamentari.
Come si evince dall’articolo, il comportamento legislativo del governo aggiunge incertezza ad incertezza nell’universo incerto dei precari.
Parte dal Senato il cammino parlamentare del decreto Milleproroghe. Ma senza la proroga delle graduatorie “a pettine” dei 230 mila precari della scuola… Il Dl 29 dicembre 2010 n.225 si presenta nella sua nuova veste semplificata, fatta di 4 articoli e una tabella in cui sono raccolte le oltre 65 proroghe di termini di legge in scadenza. E la novità non è solo formale: si tratta di un differimento termini, a tappe. L’art.1 del decreto, infatti, differisce al 31 marzo 2011 tutti i termini e i regimi giuridici indicati nella tabella, in scadenza entro il 15 marzo prossimo riservando al Governo di poter prorogare ulteriormente fino al 31 dicembre 2011 con un semplice DPCM. Un doppio passaggio in cui potrebbe essere incappata, ad es., la proroga sull’aggiornamento delle graduatorie dei precari della Scuola, il cui aggiornamento avviene successivamente al primo trimestre dell’anno. Il che non esclude che la proroga possa arrivare comunque successivamente con un futuro provvedimento o anche con un emendamento al nuovo dl n.225.


 
Il Sole 24Ore – 30 dicembre 2010
"Per l’iscrizione alle scuole, termine ultimo al 12 febbraio”
In arrivo la relativa circolare ministeriale.
Torna il termine di scadenza unico per le iscrizioni a scuola. Le famiglie avranno tempo fino al 12 febbraio 2011 per iscrivere i figli alla materna, elementare, media e superiore. Lo prevede la bozza di circolare sulle iscrizioni al prossimo a.s., che viale Trastevere pubblicherà i primi di gennaio.