Apertura e disponibilità al dialogo con l’amministrazione e col Governo su molti punti, ci ha detto il Presidente Marcello Pacifico, ma anche la ferma convinzione che occorra riconoscere nella scuola un settore su cui programmare investimenti e non risparmi. Resta salda, come sempre, la convinzione che sarà presto la Corte di Giustizia Europea ad assicurare ai precari con oltre 36 mesi di servizio quel diritto alla stabilizzazione che lo Stato ignora.
Pacifico, che cosa pensa Anief dell’idea di estendere a tutto l’arco della giornata l’orario di apertura delle scuole?
“E’ giusto che la scuola torni a esser e il punto di riferimento per il territorio e le famiglie, riacquistando centralità e candidandosi a luogo ideale per il life long learning , per attività culturali, per la riqualificazione dei lavoratori che hanno perso il posto, per la lotta alla dispersione. Ma per far restare aperti gli istituti fino alle dieci di sera, come ha detto il Sottosegretario Reggi, bisognerebbe triplicare le risorse assegnat a Mof e Fis. E’ proprio di questi giorni l’allarme lanciato dagli enti locali: altro tenerle aperte tutto il giorno, dal prossimo anno c’è il rischio che le scuole debbano restare chiuse di sabato!”.
C’è chi vede nell’innalzamento dell’orario di servizio dei docenti proprio un andare incontro, però, anche alle priorità che lei ha elencato. Come pensa che si muoverà il Governo?
“Probabilmente verrà data ai docenti la facoltà di superare le canoniche 18 ore di servizio, ma bisogna entrare nel merito della questione: se in tutti i Paesi dell’Unione Europea con cui ci piace confrontarci 18 ore di servizio sono considerate un orario di lavoro più che adeguato per un docente, perché in Italia ci si ostina nel dire il contrario? Il problema sono, come sempre, le attività funzionali alla qualifica che non vengono conteggiate (preparazione delle lezioni, programmazione attività, correzione dei compiti...): prendendo in considerazione anche queste possiamo tranquillamente dire che a parità di ore di lavoro con i colleghi europei i docenti italiani sono sottopagati rispetto all’inflazione reale. Ma dove trovare i soldi in più che occorrerebbero per riequilibrare la situazione? Io credo che si debba smetterla una volta per tutte con la logica dei tagli: bisogna mettere soldi sul piatto se si vuole che il sistema di istruzione e formazione nel nostro Paese migliori”.
Del contratto che ci dice? Se poteste sedervi anche voi al tavolo del rinnovo, quali istanze sentireste di rappresentare?
“Non firmeremmo nessun contratto che non prevedesse almeno uno stipendio in più all’anno per i lavoratori tutti, sia precari sia di ruolo. Il nostro sindacato è disposto a confrontarsi sul fatto che la carriera possa non più essere legata esclusivamente all’anzianità, ma bisogna individuare regole e criteri trasparenti per la valorizzazione dei docenti”.
In questi giorni si parla molto dell’urgenza di un nuovo sistema di reclutamento. Siete favorevoli al 3+2? Questo argomento dovrebbe essere affrontato contestualmente a quello del precariato o sono due cose ben distinte?
“Può anche essere sensato snellire il percorso di un anno facendo entrare a regime il 3+2, ma a condizione che ci sia certezza di quali saranno gli sbocchi dopo l’abilitazione: oggi abbiamo migliaia di docenti abilitati a spasso! Proprio perché vediamo la formazione dei nuovi docenti strettamente legata alle concrete possibilità di lavoro, abbiamo chiesto al Governo di procedere subito ad assunzioni per 100mila posti già di fatto vacanti e disponibili. Anief ha, infatti, verificato che oggi un posto in organico su dieci viene affidato alle supplenze: può essere liberato, lasciando la possibilità ai nuovi abilitati di essere nominati come supplenti annuali. Concludo dicendo che per le immissioni in ruolo bisogna stabilizzare su tutti i posti vacanti e disponibili i precari con più di 36 mesi di servizio ed inseriti nelle GaE: se non sarà lo Stato a farlo, ci penseranno i giudici in ottemperanza a quanto stabilirà la Corte di Giustizia europea”.