CORRIERE DELLA SERA – 15 gennaio 2010
“2050, una Scuola per metà di stranieri (in una fetta d’Italia già lo è)”
░ Uno studio demografico, promosso dalla Camera dei Deputati – ha dato questa stima sulla integrazione degli immigrati.
Nel 2050 in Italia, il 50% degli studenti in età tra 6 e 18 anni potrebbero essere di origine straniera. Questo futuro è già tra noi. Già oggi, senza includere i figli delle coppie miste, i bambini stranieri con meno di tre anni sono uno su due nella cittadina vicentina di Arzignano, uno su tra nella città toscana di Prato. Ma si potrebbe dire lo stesso di centinaia di altri centri industriali e artigiani, tra il Lazio e le Alpi, dove le immigrazioni sono iniziate numerose già negli anni Ottanta e non si sono più fermate. Le ricerche sul rapporto tra scuola e migrazioni in Italia danno due importanti risultati. Il primo, positivo, è che la scuola pubblica, essendo interclassista e gratuita, è un ottimo veicolo di integrazione: pochi mesi o pochi anni dopo il loro arrivo, i giovani stranieri si sentono in Italia come a casa loro, e i loro compagni di classe li ricambiano…. Il secondo risultato, negativo, è che la scuola, come ai tempi di don Milani, non riesce a colmare i gap di partenza che affliggono i giovani studenti stranieri, proprio come accade agli italiani figli di genitori con poca cultura scolastica… Anche le seconde generazioni, che pure conoscono perfettamente la nostra lingua, hanno risultati scolastici assai peggiori rispetto ai loro coetanei italiani. La ricetta per cambiare le cose è molto semplice. Bisogna intervenire in modo mirato a favore degli studenti italiani e stranieri che non hanno genitori in grado di aiutarli a casa…
Il Sole 24Ore – 15 gennaio 2010
“In Gazzetta, la Riforma Gelmini”
░ La Riforma universitaria è legge.
E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.10 del 14 gennaio (supplemento ordinario 11/L) la legge 240 del 30 dicembre 2010, la riforma universitaria targata Gelmini. La legge dispone “norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario”. Il provvedimento entra in vigore il 29 gennaio.
Italia Oggi – 15 gennaio 2010
“Le scuole più disastrate potranno scegliere i prof.”
░ In Francia si sperimenta una nuova strategia per migliorare la qualità dell’insegnamento.
Come quella italiana, anche la scuola francese cambia modello: dal prossimo a.s., infatti, 249 scuole secondarie di primo grado (i collège) e 1725 primarie (école) sceglieranno direttamente i propri insegnanti. Una rivoluzione annunziata mercoledì scorso. Le scuole interessate sono quelle che ottengono i peggiori risultati. D’ora in avanti questi istituti entreranno nel programma Eclair, una sigla che significa écoles, collège set licée pour l’ambition, l’innovation et la réussite. La virata segue il modello anglosassone… Dopo un colloqui con i candidati, teso a valutarne la volontà di mettersi in gioco nel progetto, il preside formula il bando di assunzione che poi trasmette al rettore. Quest’ultimo nomina il personale per un periodo di almeno 5 anni… L’impegno degli insegnanti è un elemento per ottenere promozioni e avanzamenti di carriera. Le nuove disposizioni hanno provocato l’ira dei sindacati, che chiedono il ritiro della circolare. Intanto però il ministero ha promesso un incentivo, non ancora quantificato, agli insegnanti che vorranno dedicarsi agli allievi in grande difficoltà.
Il Sole 24Ore – 17 gennaio 2010
“La mappa di tecnici e licei post-riforma”
░ Una segnalazione sui nuovi percorsi di istruzione secondaria IeFt, configurati con l’accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni, del 29 aprile 2010
Le prime classi delle scuole superiori funzionano tutte secondo le regole della riforma Gelmini, in vigore dall’a.s. 2010-2011. Rispetto al passato è stato ridotto il numero degli indirizzi e il tempo scuola. L’orario scolastico delle prime classi è di 32ore settimanali negli istituti tecnici e professionali; di 27 ore nei licei scientifici, classici, linguistici, delle Scienze umane; di 32 ore nel liceo musicale, di 34 ore nei licei artistici. Per semplificare le scelte, alla circolare sulle iscrizioni sono allegati gli indirizzi di studio previsti dalla riforma, e l’elenco delle qualifiche triennali che possono essere conseguite frequentando l’istruzione e formazione professionale. I percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFT) sono utili per l’assolvimento dell’obbligo e consentono di conseguire una delle qualifiche professionali di cui al decreto 15 giugno 2010…
Il Messaggero – 17 gennaio 2010
“Università, la riforma entra nel vivo: arrivano le nuove regole per i docenti”
░ A giorni, in CdM giungerà il primo provvedimento della riforma universitaria. Via all’obbligo dell’abilitazione nazionale per insegnare negli atenei. Il Miur prepara anche i nuovi criteri di selezione mediante concorso.
Venerdì prossimo il Ministro Gelmini è pronta a portare i Consiglio dei Ministri il primo dei regolamenti necessari per dare applicazione alla sua legge: quello che rivede l’accesso alla professione di docente universitario di primo e secondo livello. Spariscono i concorsi locali tenuti nelle singole università e arriva l’obbligo dell’abilitazione… un prerequisito che dovrebbe mettere un freno al sistema clientelare…. In parallelo, il Miur dovrà produrre alcuni decreti…, due in particolare: uno dovrà rivedere i settori concorsuali, portandoli da più di 300 a 192, l’altro dovrà indicare i criteri in base ai quali i commissari valuteranno i candidati… Per dare corso a questi strumenti tecnici, però, occorre il regolamento base, quello che definirà la cornice entro la quale dovranno avvenire le nuove selezioni dei docenti universitari. Per i ricercatori ci penseranno gli atenei: i nuovi contratti a termine, previsti dalla riforma, saranno regolamentati dalla università. Per i professori ci vorrà, invece, una abilitazione nazionale. Le selezioni per conseguirla saranno bandite ogni anno inderogabilmente. Chi non supererà la selezione dovrà saltare due turni…. I selezionatori – ci sarà una commissione per ciascuna area concorsuale – rimarranno in carica due anni, e per la prima volta, saranno scelti mediante sorteggio… in ogni commissione ci sarà un membro, estratto a sorte, tra alcuni candidati di un paese OCSE, scelto dall’Anvur, la nuova Agenzia di valutazione. Di una commissione non potranno far parte due professori della stessa università…. Intanto si lavora al decreto con i criteri di selezione dei candidati
Domani – Arcoiris - 17 gennaio 2010
“Perché la Gelmini ha paura dei ragazzi che studiano scienze della comunicazione?”
░ Un’invettiva contro la Ministro “velina senza cultura che obbedisce al Cavaliere”.Gennaro Carotenuto, l’articolista, ha buon gioco nel cogliere uno scivolone (durante la trasmissione Ballarò) della Ministro, che probabilmente non è riuscita ad esprimere con chiarezza la tesi che aveva in mente: certe Facoltà non hanno offerto sbocchi occupazionali. E la responsabilità è, anche, della casta dell’ordine dei giornalisti nella misura in cui è arroccata nella turris dell’albo professionale (di mussoliniana memoria).
Nell’epoca della società dell’informazione, il Ministro dell’Università Mariastella Gelmini va in televisione (Ballarò, Rai3, servizio pubblico) a dichiarare che le Facoltà di Scienze della Comunicazione sono inutili. Gelmini (in buona compagnia, da Bruno Vespa a Maurizio Sacconi) prende così per l’ennesima volta partito dalla parte di un “fare” tecnico-scientifico sul quale investire (ma la realtà tremontiana è che i tagli sono anche lì) contrapposto ad uno sterile “pensare” delle scienze socio-umanistiche, sulle quali considera bene invece disinvestire, nella presunzione che sia auspicabile una società zoppa in grado di reggersi prescindendo da una delle due gambe del sapere. È una guerra, quella di Gelmini, dichiarata fin dall’incipit della sua legge che, per la prima volta, espunge dalle funzioni dell’università quella della trasmissione critica del sapere che perfino Letizia Moratti aveva mantenuto.
Quello che il Ministro trova urticante, e vorrebbe quindi eliminare insieme alle odiate facoltà di scienze della comunicazione, è il fatto che migliaia di giovani acquisiscano nell’Università pubblica strumenti per decodificare e quindi difendersi dal monopolio informativo nel quale viviamo, dove la concentrazione editoriale e l’orientamento al profitto dei media è inconciliabile con l’interesse sociale al pluralismo garantito dalla Costituzione repubblicana. Così proprio nelle facoltà di scienze della comunicazione (che qualunque studioso serio considera un motore del progresso economico e culturale nella nostra era post-industriale) il governo vede invece un pericolo per la propria narrazione sociale, per il proprio latifondo informativo e per l’egemonia sottoculturale incarnata dal gruppo Mediaset e più in generale dal berlusconismo. Nelle facoltà di scienze della comunicazione gli studenti non si preparano solo alle professioni della comunicazione di massa, d’impresa, pubblicitaria. Apprendono a pensare la comunicazione come plurale e partecipativa. Acquisiscono strumenti che permettono loro di inventare nuovi media altri. Studiano per innovare forme, tecniche e contenuti rispetto al format da pensiero unico sul quale si regge il modello. Lavorano per fare comunicazione e informazione con la propria testa e non per compiacere qualcuno. Nel latifondo mediatico berlusconiano si fa carriera col conformismo, l’omologazione, il servilismo. La colpa dell’Università pubblica (e delle facoltà di scienze della comunicazione che Gelmini vorrebbe eliminare), è di offrire strumenti per stare con la schiena dritta ed insegnare a pensare e comunicare che esistono altre vie.
Il Sole 24Ore - 18 gennaio 2010
“Valutazione dei prof. La via giusta è il dialogo”
░ Replicando alle tesi di Andrea Ichino (un articolo del 12 gennaio, del quale abbiamo dato conto nella rassegna della settimana scorsa) Giovanni Bachelet, presidente del Forum PD per il settore Scuola, interviene sul tema che è oggi in primo piano. Interpreta le resistenze che i docenti hanno manifestato verso la sperimentazione della premialità. come non rivolta al merito della proposta ministeriale, quanto al metodo unilaterale con cui è stata avviata (senza attuare preventive campagne miranti al consenso dei docenti).
In un anno di presidenza del Forum del PD, ho trovato nei sindacati e nelle associazioni professionali, e nei singoli docenti e dirigenti una buona apertura di credito verso la valutazione. Non mancava una disponibilità di massima, e nemmeno l’informazione, come Ichino ipotizza: mancava, specialmente nelle condizioni politiche e scolastiche date, il consenso a un’operazione per molti aspetti propagandistica… Gli operatori scolastici di destra, di centro, di sinistra ai quali si chiede oggi di aderire alla sperimentazione hanno visto sparire, negli ultimi due anni, il modulo alle elementari o, per dire, il Piano Nazionale Informatica alle superiori, senza riguardo al merito, ai dati sperimentali, ai paragoni internazionali. Hanno visto i debiti delle scuole non più onorati dallo Stato. Dopo avere ascoltato il Ministro affermare che gli insegnanti italiani sono i peggio pagati e i più anziani d’Europa, il governo ha bloccato sia la carriera dei docenti in ruolo, sia l’accesso al ruolo dei giovani… Il timore è la presa in giro. Per questo, penso,
arriva il rifiuto, perfino se la valutazione è sperimentale… Il ministro, per questa sperimentazione, ha chiamato tre fondazioni vicine a Confindustria ma non i sindacati… si è mossa senza consultare o coinvolgere il Parlamento. Questo modo di procedere è arrogante….
BresciaOggi - 18 gennaio 2010
“Formigoni-Gelmini: alleanza per la ricerca”
░ Accordo-programma sottoscritto al Pirellone, tra Regione Lombardia e Miur. Stanziati oltre 120 milioni di euro, in tre anni; previsti il potenziamento delle capacità competitive e il sostegno alle azienze, per i settori di punta: agroalimentare, fonti rinnovabili, edilizia sostenibile, ricerca aerospaziale, oltre che per potenziare i distretti tecnologici delle biotecnologie, Ict e nuovi materiali.
I ricercatori saranno sostenuti anche con interventi di defiscalizzazione
… Le azioni specifiche verranno organizzate nell’ambito di tre assi: azioni di sistema; potenziamento della capacità competitiva dell’impresa lombarda; potenziamento della cultura dell’innovazione…. Fondamentale in tali progetti anche il coinvolgimento di altri soggetti pubblici , privati, misti e senza fini di lucro….
ItaliaOggi - 18 gennaio 2010
“Le Asl mandano in rosso le scuole”
░ Fioccano le fatture per le visite fiscali, obbligatorie dall’anno scorso anche per un giorno di assenza. In ballo migliaia di euro di arretrati per i controlli fatti dal 2006.
… Ogni giorno c’è una nuova scuola che riceve richieste pressanti di pagamento da parte della Asl locale. Fatture che vanno da 100 a 300 euro per un mese di visite mediche di controllo (circa 30 euro a visita)… In media, secondo stime sindacali, gli arretrati arrivano complessivamente a 10-15mila euro, a seconda del tipo di istituto… Gli istituti, al momento, non hanno alcuna scappatoia giuridica per sottrarsi alle richieste, visto che con una sentenza della Consulta, del 2010, si è stabilito che le regioni non hanno competenza in materia. Deve pagare lo Stato centrale, che ha imposto l’obbligo, e dunque pagano le scuole. Del resto, nel caso in cui si dovesse passare alla messa in mora per mancato pagamento, il danno erariale ricadrebbe direttamente sul dirigente scolastico.
ItaliaOggi - 18 gennaio 2010
“Stop alla contrattazione integrativa”
░ Decide il dirigente, dall’utilizzazione del personale al Piano delle attività. Antimo di Geronimo spende a riferimento una nota dell’USR del Veneto, che può leggersi su www.italiaoggi.it/documenti.
La contrattazione integrativa d’istituto, in Veneto non c’è più, lo ha detto il direttore generale dell’USR, Carmela Palumbo, in una nota emanata il 13 gennaio scorso…. Devono essere escluse dalla contrattazione integrativa d’istituto tutte le materie che si possono ricondurre all’organizzazione degli uffici e alla gestione delle risorse umane. Cioè le materie elencate dalla lettera h) alla lettera m) dell’art.6 del Contratto collettivo nazionale del 29.11.2007. Poiché esse rientrano nei poteri dirigenziali del d.s. , ferma restando l’informativa alle OO.SS….
Le materie elencate dalla lettera h) alla lettera m) dell’art.6 sono proprio quelle he l’accordo rinvia al tavolo negoziale d’istituto. Si va dalle modalità di utilizzazione del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, ai criteri riguardanti assegnazioni del personale docente, educativo e Ata alle sezioni staccate e ai plessi. Comprese le ricadute sull’organizzazione del lavoro e del servizio derivanti dall’intensificazione delle prestazioni legate alla definizione dell’unità didattica e ritorni pomeridiani. E passando per i diritti sindacali e per l’attuazione della normativa in materia di sicurezza nei posti di lavoro, si arriva anche alla negoziazione del fondo di istituto e dell’orario di lavoro. Insomma, in Veneto la contrattazione d’istituto non c’è più, e i contratti che sono già stati stipulati dovranno essere adeguati alle novità. L’USR ha motivato il provvedimento basandosi sulle disposizioni contenute nel decreto del ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, e sulla circolare interpretativa dello stesso (n.13/2010). Va subito detto, peraltro, che la circolare dell’amministrazione scolastica regionale non è vincolante. D’altra parte, anche il Miur sulla questione ha assunto una posizione molto prudente… Il 23 settembre scorso, il d.g. per il personale scolastico del Miur, Luciano Chiappetta ha emanato una nota in cui ha informato la amministrazioni periferiche di avere sottoposto la quastione alla Funzione pubblica…. Fino ad ora la Funzione pubblica non si è espressa…
ItaliaOggi - 18 gennaio 2010
“Il direttore non firma pagelle”
░ Al DSGA non può essere delegata tale funzione, che spetta al D.G., né quella di firmare i certificati di promozione e quelli con esito finale e voti. Lo ha chiarito l’USR per la Lombardia con Nota 14391/2010.
Il d.s., a norma dell’art.25 d.lgs 165/2001 è il solo rappresentante legale dell’istituzione scolastica… Viceversa, a norma del profilo professionale riconosciuto dalla tabella A del contratto di lavoro, il DSGA è competente solo nell’esecuzione di atti a carattere amministrativo-contabile, di ragioneria e di economato….
ItaliaOggi - 18 gennaio 2010
“La mobilità digitale si fa più facile”
░ Imminente l’ordinanza sulle date per le domande di trasferimento; iter agevolato per via telematica. Si raccomanda, a chi non lo abbia, di attivare un proprio indirizzo di posta elettronica istituzionale (istruzione.it), seguendo la procedura sul sito di “Istanze on line”.
Da quest’anno sarà più facile presentare le domande di trasferimento on line. Il Miur ha, infatti, rimosso alcune criticità emerse negli anni scorsi…. Le domande on line dovranno essere presentate dai docenti delle primarie e delle secondarie; il restante personale continuerà a presentare le domande nel tradizionale formato cartaceo. … i docenti interessati dovranno collegarsi all’indirizzo web predisposto dal Miur:
ItaliaOggi - 18 gennaio 2010
“Supplenti senza sconti”
░ Carlo Forte riferisce sulle disposizioni impartite dal Miur (nota 9839, 8 novembre 2010, e nota 14991 del 6 ottobre 2009), e richiamate dall’USR per il Piemonte nell’imminenza degli scrutini di fine quadrimestre.
In primo luogo i dd.ss. devono utilizzare i docenti in soprannumero o con ore a disposizione. In assenza, bisogna utilizzare i docenti in contemporaneità, sempre che non siano impegnati in attività di recupero o arricchimento dell’offerta formativa (art.28 commi 5 e 6 del contratto di lavoro). Se nessuna di queste opzioni è percorribile, si può ricorrere all’attribuzione di ore eccedenti a personale in servizio e disponibile nella scuola, fino a un massimo di 6 ore settimanali oltre l’orario d’obbligo. A questo proposito, il Miur ha ricordato, nella Nota 9839/2010 che le ore eccedenti…. Possono essere utilizzate solo fino a quando la scuola non riesca a trovare un supplente disposto ad accettare. Quanto alla durata dell’assenza del titolare, utile ai fini della nomina del supplente, l’amministrazione ha chiarito ormai definitivamente che il limite minimo non c’è più.
Il Manifesto - 19 gennaio 2010
“Una sveglia per la Cgil”
░ I precari della scuola non è che siano, a parere della redazione, particolarmente contenti della politica sindacale. D’altra parte, se in questi ultimi decenni lo status socio-economico dei docenti è stato costantemente penalizzato, qualche responsabilità….
Appuntamento alle 16,00, sveglia alle 17,00. Si sono dati appuntamento davanti alla sede della Cgil-scuola, a Roma, per suonare la sveglia al sindacato. Promotore dell’iniziativa è il Coordinamento degli insegnanti precari che chiede al sindacato l’indizione dello sciopero generale… Alla Fle Cgil i precari chiederanno l’indizione di uno sciopero di categoria il 28 gennaio, in concomitanza con quello della Fiom, e un’azione di pressing sul confederale perché proclami uno sciopero generale.
La Repubblica (ed.Palermo) - 19 gennaio 2010
“Presidi, concorso bloccato: il caso finisce alla Consulta”
░ Il Cga impugna il decreto che fissava le prove. Si riapre il pasticciaccio brutto di via Fattori.
Sarà, con tutta probabilità la Corte Costituzionale a dire l’ultima parola sul concorso a Preside svolto nel 2006 in Sicilia e annullato tre anni dopo dal Consiglio di giustizia amministrativa. La telenovella dei presidi siciliani “congelati” si arricchisce così di un nuovo capitolo: il presidente del Cga, Riccardo Virgilio, con un provvedimento urgente depositato ieri ha annullato il decreto del Ministro dell’Istruzione che dettava le nuove regole per fare ripetere il concorso bandito nel 2004 garantendo al 426 dd.ss. sulla graticola da quasi due anni di ripetere il concorso col “paracadute”. A questo punto sembra molto difficile che il 31 gennaio prossimo i presidi congelati potranno svolgere il compito previsto. E il 2 febbraio lo stesso presidente dovrà decidere se mandare all’Alta Corte la legge in questione per delinearne la legittimità costituzionale.
Corriere della Sera - 19 gennaio 2010
“Florida. PC al posto dei professori. Il rischio è imparare senza capire”
░ Gli americani esagerano all’estreme conseguenze ogni posizione, e l’uso dell’High-tech sconfina nell’esperimento delle scuole senza docenti.
Dopo uno studio comparativo del Dipartimento dell’educazione, tra scuola in cui i pc erano molto diffusi, e altre che ne erano prive, già due anni fa era arrivato dagli USA un allarme: il computer non aiuta a studiare. Non risultavano differenze nell’apprendimento della matematica e della scrittura, anzi si registrava che l’uso delle tecnologie distraeva gli studenti dalle lezioni dei maestri e li portava a occuparsi d’altro…. Gli americani hanno la testa dura. Hanno forzato le cose con un altro esperimento estremo: in Florida, l’agosto scorso, hanno lanciato per 54 scuole della Contea di Miami, un programma di insegnamento totalmente virtuale. Un computer su ogni banco per ogni allievo, ma niente maestro: solo un assistente pronto a risolvere problemi eventuali esclusivamente tecnici. Se nei loro corsi online gli alunni hanno qualche dubbio possono scrivere una email o telefonare a un tutor per avere i necessari chiarimenti. L’esperimento non sta andando bene: gli studenti apprendono male un sapere standard, e i genitori si lamentano: reclamano il maestro.
Corriere della Sera - 21 gennaio 2010
“Ultimo concorso, vincono i parenti”
░ Università, assunti aMilano figlio e fratello di supermedici. “Il loro curricolo è eccellente”, assicurano i commissari.
E’ il rush finale di assunzioni prima dell’entrata in vigore della riforma Gelmini contro la parentopoli universitaria. Dal 29 gennaio non potrà più essere assunto chi ha figli, fratelli e cugini fino al quarto grado nei dipartimenti che bandiscono il posto. Lunedì, la facoltà di Medicina della Statale ratificherà i vincitori degli ultimi concorsi. Dei cinque incarichi due sono stati vinti da un 2figlio di”, e da un “fratello di” professore con cattedra proprio nella stessa facoltà….
BresciaOggi - 21 gennaio 2010
“Una Guerra del Sud per il posto in cattedra”
░ Il ministro Gelmini contrario all’inserimento “a pettine” ma è la Cassazione che deciderà la modalità di inserimento dei precari.
Ultima versione della Guerra tra i poveri, si combatte tra i precari della scuola. Tra i precari che hanno lasciato da anni i loro paesi di origine e hanno fatto anni di supplenza a Brescia (o in altre province del Nord) e quelli che sono rimasti in sede. Il 26 prossimo la Corte di Cassazione deciderà se devono essere inseriti “a pettine” (in base al punteggio di ciascuno, o in coda, nelle Gae delle province diverse da quelle scelte stabilmente, in vista delle nomine del prossimo anno. Quale che si la scelta del giudice di terzo grado, sarà guerra… Al redde rationem si è arrivati dopo due anni di ricorsi… E’ difficile dire chi abbia ragione…. Bisogna aspettare il 26 prossimo.