Marcello Pacifico (Anief-Confedir): prima di avviare qualsiasi provvedimento sul merito degli insegnanti, come intende fare il Governo con le linee guida presentate la scorsa settimana, bisogna introdurre nella prossima Legge di Stabilità uno stanziamento straordinario di risorse al settore. E una deroga alla riforma di legge pensionistica Monti-Fornero per permettere di lasciare il lavoro in anticipo e avviare un vero turn-over.
“La riduzione dei salari dei docenti italiani, registrata oggi dall’Ocse, con le retribuzioni statutarie dei docenti di ogni grado con 15 anni di esperienza, scese addirittura del 4,5%, conferma quanto l’Anief va dicendo da tempo: la politica del blocco dei contratti, dei tagli alle risorse e degli accordi a perdere, sottoscritti con i sindacati più rappresentativi sta degradando la professione a livelli mai visti in passato”: così commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, il rapporto presentato oggi "Uno sguardo sull'Istruzione 2014: indicatori Ocse".
“Questi dati sul decremento del valore delle buste paga dei docenti, sommati al deciso aumento del numero medio di studenti per insegnante e alla riduzione di spesa media sostenuta dallo Stato per ogni singolo alunno, confermano che prima di avviare qualsiasi provvedimento sul merito degli insegnanti, come intende fare il Governo con le linee guida presentate la scorsa settimana, bisogna introdurre nella prossima Legge di Stabilità uno stanziamento straordinario di risorse al settore: sia per portare gli stipendi del personale almeno al costo della vita, oltre che pagare gli arretrati di 1.200 euro l’anno sottratti a partire dal 2010, sia per tornare ad investire sulla qualità, cancellando lo scandalo delle tante classi ‘pollaio’ e tornando a dare alle scuole quel miliardo e mezzo l’anno di finanziamenti per il Miglioramento dell’offerta formativa”.
Serve, infine, l’approvazione di una legge deroga alla riforma pensionistica Monti-Fornero, in modo da far lasciare l’insegnamento attorno ai 60 anni di età anagrafica: sempre l’Ocse oggi ha rilevato che nel 2012 il 62% dei professori aveva più di 50 anni (48% nel 2002), sostenendo che si tratta della più alta percentuale di insegnanti over 50 di tutti i paesi Ocse. A tal proposito, l’Anief ribadisce la necessità
A questo, va aggiunta la possibilità di trasformare in tutor per nuovi docenti tutti gli insegnanti che hanno alle spalle un congruo numero di anni di insegnamento, comunque sopra i 20-25. Con conseguente sottrazione per loro, parziale o totale, delle ore di didattica frontale. “L’opera di tutoraggio e di supervisione dell’operato dei giovani insegnanti, permetterebbe sia di svecchiare il personale in cattedra, sia di migliorare la qualità complessiva dell’insegnamento, visto che le nuove generazioni di docenti potrebbero ereditare tante conoscenze, capacità e competenze altrimenti destinate a perdersi – conclude Pacifico – con la loro uscita dal mondo del lavoro”.