Il decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 20 marzo 2009 prevede la formazione di classi al massimo con 33 alunni e comunque solo in casi eccezionali. Non certo in presenza di 4 disabili, come accaduto nelle ultime ore a Caltanissetta.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è assurdo che ancora una volta le carenze dell’amministrazione debbano essere sanate dai tribunali della Repubblica.
Il caso della classe di Caltanissetta composta da 42 alunni, di cui 4 disabili, è solo l’ultimo di una lunga serie. Meno di due mesi fa l’Anief si era soffermata sulle labili giustificazione della Commissione Cultura della Camera a seguito dell’interrogazione posta dall’on. Laura Coccia (Pd) per i sempre meno rari casi di affollamento di alunni per classe, anche in presenza di alunni in situazione di handicap. E sempre nel corso dell’estate 2014 si erano registrati dei casi di classi pollaio con anche 45 alunni.
Anief vuole denunciare pubblicamente che lo Stato italiano quando crea delle classi-mostro di questa portata diventa inadempiente tre volte. Prima di tutto nei confronti di tutti quegli alunni che vi fanno parte, perché esistono dei limiti numerici proprio per evitare la formazione delle classi pollaio: sono contenuti nel decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 20 marzo 2009. Questo decreto prevede che anche in presenza della deroga del 10% stabilita dall’art. 4 per ogni ordine di scuola, in casi eccezionali si possono formare classi rispettivamente fino ad un massimo di 26-28 alunni nella scuola dell’infanzia e primaria, fino a 27-30 alunni in quella secondaria di primo grado e fino a 30-33 alunni nella scuola secondaria di secondo grado.
Si tratta di “tetti” decisamente più alti dei precedenti, disposti principalmente dai decreti ministeriali del 18 dicembre 1975 e 22 agosto 1992, oltre che dalla legge n. 23 del 1996, attraverso cui si stabiliva che il rapporto alunni-superficie scolastica non avrebbe dovuto superare 1,80 metri quadrati ad alunno nella scuola dell’infanzia e primaria, e 1,96 nella scuola secondaria. All’approvazione del decreto n. 81 del 2009 si sarebbe dovuta attuare una fase di riqualificazione dell’edilizia scolastica, condotta dal Ministero dell’Istruzione assieme al Mef. Non averlo fatto rende lo Stato responsabile di una seconda grave mancanza: quella sulla sicurezza nei luoghi pubblici.
Ma non solo questo piano non si è mai attuato, creando classi con alunni stipati nelle aule in modo irriguardoso. Non ci si è fermati nemmeno di fronte alla disabilità. Ignorando che sempre il decreto presidenziale 81/2009 prevede che per le classi che accolgono alunni con disabilità, i criteri prevedono che “il numero complessivo dovrebbe essere al massimo di 20 alunni, in modo da facilitare i processi di integrazione e d'inclusività”. Qualora l’alunno disabile ravvisasse delle problematiche non gravi si potrebbe arrivare anche a 25 alunni complessivi. E comunque sempre con non più di due alunni disabili con problematiche di lieve entità, come indicato chiaramente dalla stampa specializzata, che ha ripreso l’art. 5, comma 2 dello stesso DPR.
“La presenza di quattro disabili in una sola classe già composta da altri 38 alunni normodotati – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – è fuori da qualsiasi logica. Va al di là pure delle norme. Ancora una volta, dobbiamo constatare le necessità di risparmio pubblico prevalgono sul diritto allo studio. E pure sull’handicap, per il quale a livello nazionale nemmeno è garantito il rapporto minimo nazionale di un docente ogni due studenti. Tutti sanno che un’efficace didattica speciale necessita di un clima in classe adeguato. Che non può indentificarsi in quello di un gruppo di 42 discenti. Così, ancora una volta, l’ennesima, - conclude Pacifico – le carenze dell’amministrazione saranno sanate dal tribunale”.
A tal proposito, l’ANIEF, anche quest’anno ha avviato l'iniziativa “Sostegno: non un'ora di meno!”: l’obiettivo è garantire l'immediata attivazione, con ricorsi d’urgenza, di nuovi posti di sostegno in organico e il recupero delle ore negate agli alunni con disabilità grave riconosciuta ai sensi dell'art. 3, comma 3 della Legge 104/92.Il sindacato invita le famiglie e gli operatori della Scuola a vigilare sulle ore negate o non richieste ma spettanti in base alla normativa vigente, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. L’immediata adesione permetterà attraverso i tribunali il rispetto del diritto allo studio.
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