La situazione avrà “conseguenze di natura didattica”. E non si prevedono soluzioni a breve, perché l’amministrazione scolastica procede con la consueta lentezza, le graduatorie sono spesso ancora in alto mare, le scuole non hanno i soldi e non azzardano l'anticipo di somme già a settembre, visti i precedenti.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): tutto questo è inaccettabile, perché gli insegnanti, anche abilitati e vincitori di concorso, ci sono. Chiediamo che non si temporeggi più e che vengano nominati immediatamente.
La scuola è iniziata da una settimana, ma per tanti alunni di molte province del Sud, in particolare della Sicilia, le lezioni si riducono a poche ore al giorno. Con la campanella dell’uscita anticipata alle 11,30. E così potrebbe andare avanti per diverse settimane. A farsi portavoce del disservizio è la rivista ‘Orizzonte Scuola’, che riconduce l’orario ridotto delle lezioni agli uffici scolastici del Miur “che non hanno ancora provveduto alla nomina dei supplenti, in alcuni casi neanche da graduatorie ad esaurimento”. E il disservizio è inevitabile, visto che i docenti precari costituiscono quasi il 20% del corpo insegnante italiano.
“Il ritardo causato dalle operazioni relative ad utilizzazioni e assegnazioni provvisorie – scrive la rivista - ha pesato di più rispetto alle procedure delle immissioni in ruolo e rallentato notevolmente le operazioni successive, di attribuzione degli incarichi al 31 agosto e 30 giugno tramite lo scorrimento delle graduatorie ad esaurimento prima e le graduatorie di istituto poi: in alcune province non sono state pubblicate neanche in via provvisoria”.
La situazione, inevitabilmente, avrà “conseguenze di natura didattica”. E non si prevedono soluzioni a breve. “Non ci sono i soldi, le scuole non azzardano l'anticipo di somme già a settembre, dati i precedenti. E quindi l'unica soluzione è quella di strutturare un orario che tenga conto degli insegnanti a disposizione. L'italiano, la matematica, il diritto si studieranno quando si troverà l'insegnante - questo il messaggio che inevitabilmente arriva alle famiglie. E non si pensi che quindici giorni o un mese in meno di lezione non abbia i suoi effetti sul processo di apprendimento”.
L’assurdo è che invece di dare disposizioni per trovare una soluzione al dimezzamento dell’offerta scolastica, che potrebbe perdurare per diverse settimane, dal Miur non è ancora partito alcun “sollecito alle amministrazioni. È stato chiesto al Ministro se fosse al corrente della situazione delle nomine in ritardo, la risposta: ‘situazione non più critica degli anni precedenti’”.
Anief chiede all’amministrazione di scrollarsi da questo immobilismo, che sta causando una doppia penalizzazione: agli alunni, cui si negano diverse ore di lezione che nessuno ridarà loro nel corso dell’anno scolastico; al personale supplente, che verrà nominato solo dopo la costituzione delle loro graduatorie definitive da diverse settimane caratterizzate da ritardi e pasticci: vale per tutte le province quanto è accaduto a Roma, dove sono state presentate valanghe di ricorsi.
La situazione però, rispetto a questa estate, è peggiorata: nel frattempo sono riprese le lezioni e le scuole potrebbero individuare e assumere a tempo determinato i docenti precari con la cosiddetta modalità del “fino all’avente diritto”. Tuttavia, pochi dirigenti scolastici lo fanno, quasi sempre per il timore di non vedersi assegnare dal Mef i soldi anticipati per i loro stipendi.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, “non è possibile che la lentezza della pubblica amministrazione scolastica e la mancanza di risorse da assegnare alle scuole per situazioni di emergenza come quelle di questi giorni, si debbano ripercuotere sugli alunni. Che per settimane si vedono assegnato un orario ridotto. Eppure gli insegnanti, anche abilitati e vincitori di concorso, ci sono. Nelle GaE sono presenti oltre 160mila candidati. Altri 100mila, di cui 15mila solo con l’Anief, hanno chiesto di essere inseriti. Poi ci sono le graduatorie d’Istituto, da cui sempre poter attingere. A questo punto, chiediamo che non si temporeggi più e che vengano nominati immediatamente. Altrimenti avremo la conferma – conclude Pacifico – che per chi gestisce la scuola italiana, i diritti degli alunni e dei precari valgono meno di burocrazia e bilanci”.
Per approfondimenti:
Docenti, caos graduatorie ad esaurimento: a Roma pasticci ed errori ad oltranza