Il nuovo Capo dello Stato è stato giudice relatore nell’udienza pubblica del marzo 2013 con cui la Corte Costituzionale ha rinviato alla Corte di Giustizia europea la questione sulla compatibilità della normativa italiana rispetto alla direttiva comunitaria in tema di reiterazione dei contratti a termine e assenza di risarcimento del danno sul precariato scolastico: questione poi risoltasi lo scorso 26 novembre con la sentenza storica dei giudici di Lussemburgo proprio a favore dei precari. E da Ministro dell’Istruzione, nel 1990, fu tra i promotori della riforma degli ordinamenti della scuola elementare che, tra le innovazioni, introdusse il modulo dei tre maestri su due classi (Legge n. 148/1990), superando la figura del docente unico
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): sono buoni auspici. Mattarella, uomo di legge e di alta cultura accademica, da sempre vicino all’istruzione dei giovani, porterà un’azione di rigoroso rispetto della Costituzione, della normativa transnazionale e comunitaria. È una scelta felice perché cade a pochi giorni dalla diffusione di una riforma epocale per i giovani e l’intero Paese, attraverso cui bisognerà migliorare l’istruzione, combattere la dispersione scolastica, ridurre i Neet e valorizzare il personale tutto che opera nella scuola.
Anief plaude all’elezione del dodicesimo presidente della Repubblica italiana: Sergio Mattarella è infatti un uomo di legge e di alta cultura accademica, da sempre vicino all’istruzione dei giovani. In particolare, il nuovo Capo dello Stato è stato giudice relatore nell’udienza pubblica del 27 marzo 2013 e redattore dell'Ordinanza n. 207 del 18 luglio 2013, con cui la Corte Costituzionale ha rinviato alla Corte di Giustizia europea la questione sulla compatibilità della normativa italiana rispetto alla direttiva comunitaria in tema di reiterazione dei contratti a termine e assenza di risarcimento del danno sul precariato scolastico. Questione, come è noto, poi decisa, lo scorso 26 novembre, dai giudici di Lussemburgo in senso favorevole ai precari della scuola italiana.
Il giovane sindacato è convinto che già questa posizione presa dalla Consulta, di cui Mattarella faceva parte in qualità di relatore, sul mancato assolvimento, tutto italiano, del diritto alla stabilizzazione del precariato nella scuola come nella PA, possa rappresentare un buon auspicio sull’operato del nuovo presidente della Repubblica. Ma anche andando indietro negli anni, il nuovo Capo dello Stato ha offerto segnali di attenzione a favore della Buona Scuola: dal luglio del 1989 al luglio del 1990 è stato Ministro della Pubblica Istruzione, fino a quando si è dimesso per dissenso su una scelta del governo. Sono di quel periodo la Conferenza nazionale della scuola (gennaio '90) e la riforma degli ordinamenti della scuola elementare che, tra le innovazioni, introdusse il modulo dei tre maestri su due classi (Legge n. 148/1990), superando la figura del docente unico e aprendo a una suddivisione degli ambiti disciplinari fra i vari insegnanti coinvolti attraverso nuovi elementi di condivisione e collegialità per la gestione della classe.
“La fondata speranza è che la scelta fatta oggi dal Parlamento italiano e dai delegati regionali che hanno partecipato all’elezione plebiscitaria di Mattarella – dice Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – si traduca sin da martedì prossimo, quando il nuovo primo inquilino del Quirinale salirà al Colle, in un’azione di rigoroso rispetto della Costituzione, della normativa transnazionale e comunitaria. Oltre che di quei principi di tutela del lavoro, dei lavoratori, della famiglia e di quel sapere di cui la società del futuro non può fare a meno”.
“L’elezione di Mattarella giunge tra l’altro in un momento cruciale per l’istruzione italiana - continua il sindacalista - perché cade a pochi giorni dalla diffusione di una riforma epocale per i giovani e l’intero Paese, attraverso cui bisognerà migliorare l’istruzione, combattere la dispersione scolastica, ridurre i Neet e valorizzare il personale tutto che opera nella scuola”.
“È fondamentale che tutte le norme che si approveranno per la scuola del futuro – continua Pacifico - si attuino per esclusivo interesse delle nuove generazioni e nel pieno rispetto del diritto. Con il Capo dello Stato a fare da garante di tali principi. Come sindacato, possiamo solo auspicare che un uomo di diritto come Mattarella possa attuare al meglio questo ruolo, sempre nel rispetto della figura plurale che contraddistingue il primo cittadino della Repubblica”.