Dal Documento di Economia e Finanza, in questi giorni emanato dal ministero dell’Economia, risulta che per i prossimi 5 anni, la spesa per l'istruzione passerà dal 3,7% al 3,5% del PIL nel 2020. Negli anni successivi, la spesa per istruzione in rapporto al PIL mostra un andamento gradualmente decrescente che si protrae per circa un quindicennio. E le classi pollaio, con più di 30 alunni, continuano ad esistere.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): mentre la messa a norma delle scuole continua a non decollare, con l’anagrafe dell’edilizia scolastica che si rimanda di anno in anno, nelle classi si continua a rischiare la vita.
Mentre continuano a crollare le scuole, stavolta apprendiamo con apprensione il cedimento di un controsoffitto di un istituto scolastico di Ostuni, con alunni e una docente che avrebbero riportato ferite, dal Governo arriva l’ennesimo segnale di riduzione della spesa pubblica a favore del comparto Istruzione: da un’analisi realizzata in queste ore dalla stampa specializzata, infatti, risulta che “per i prossimi 5 anni, la spesa per l'istruzione passerà dal 3,7% al 3,5% del PIL nel 2020. Negli anni successivi, la spesa per istruzione in rapporto al PIL mostra un andamento gradualmente decrescente che si protrae per circa un quindicennio”.
Secondo Anief, la riduzione della spesa per il comparto scuola è in palese contraddizione con quanto espresso 14 mesi fa dal Governo Renzi, che ha messo al primo posto dell’agenda di interventi proprio la riqualificazione dell’istruzione pubblica a partire dal risanamento dell’edilizia scolastica, grazie anche ad un investimento iniziale di circa 2 miliardi di euro. Lo stesso Consiglio dei ministri, lo scorso ottobre, aveva saggiamente approvato in via definitiva un regolamento per destinare parte dell'otto per mille alle scuole, frutto di un emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle, come indicato nell’iniziale proposta, presentata nella precedente legislatura dall’on. Tonino Russo (Pd). In particolare, quei i fondi, che hanno ricevuto il parere favorevole del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari di merito, sarebbero dovuti essere destinati alla sicurezza e agli adeguamenti antisismici degli edifici scolastici.
“La verità – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione – è che mentre la messa a norma delle scuole continua a non decollare, con l’anagrafe dell’edilizia scolastica che si rimanda di anno in anno, nelle classi si continua a rischiare la vita. E i governi che si succedono, come l’attuale, non si sottraggono alla tentazione di far quadrare i conti pubblici riducendo finanziamenti all’istruzione”.
“Per comprendere la gravità della situazione, non dimentichiamoci che al taglio di quasi 4mila istituti e 200mila unità di personale, tra docenti e Ata, conseguenti ai tagli della riforma Gelmini, si sono aggiunti i nuovi tetti, rialzati, relativi al numero di alunni per classe: tanto che oggi se ne contano 326 con oltre 30 allievi. Se, come sembra, anche il Documento di Economia e Finanza, in questi giorni emanato dal ministero dell’Economia, toglierà finanziamenti pubblici al settore, non possiamo che gridare allo scandalo”, conclude Marcello Pacifico.
Per approfondimenti:
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