Schiavismo del terzo millennio: Convegno a Roma, il 09 novembre 2015, ore 14.30.
Presso l'Università Link Campus, in Via Nomentana n. 335, diversi giuristi ed esperti del settore tratteranno il tema della tratta degli esseri umani, in collaborazione con l'Istanbul Kultur University, l'Anief ed Eurgit. Alla presenza anche di numerosi legali, chiuderà i lavori il presidente Anief, dott. Marcello Pacifico, alle ore 17.00. Scarica la locandina.
Il Convegno ha come obiettivo la messa a fuoco dei principali strumenti giuridici di contrasto al traffico di esseri umani che possono essere identificati nei due Protocolli di Palermo (dicembre 2000), aggiunti alla Convenzione contro il crimine organizzato internazionale, adottata dall'Assemblea generale con la risoluzione 55/25 del 15 novembre 2000: il primo riguarda "prevenzione, soppressione e punizione del traffico di persone, specialmente donne e bambini" (in vigore dal 25 dicembre 2003), il secondo concerne il "traffico di migranti attraverso terra, cielo e mare" (in vigore dal 28 gennaio 2004).
L'Italia li ha ratificati nel 2006.
Ogni Paese del mondo è toccato dal traffico, sia esso il luogo di partenza, transito o destinazione finale. L'Onu assiste gli Stati nella lotta alla tratta tramite Unodc (United Nations Office on Drugs and Crime – agenzia che combatte crimine e narcotraffico), che elabora strategie e fornisce risorse e personale specializzato per il contrasto del fenomeno sul campo, specialmente lungo le frontiere e nelle zone di confine più esposte.
L'Unodc basa il suo approccio sul cosiddetto metodo delle "tre P": prevenzione, protezione delle vittime e punizione dei colpevoli. Sulla base delle "tre P" l'Onu valuta le politiche di ogni Stato membro, attribuendo un punteggio che ne determina l'indice di rischio: il punteggio più basso indica un Paese che fa ben pochi sforzi per combattere il fenomeno.
Si rende necessaria la crescita di una quarta "P": la partnership con i Paesi, chiamati a fornire una stretta collaborazione, senza la quale ogni sforzo risulta vano.
La strategia messa a punto dalla Commissione europea si basa su cinque priorità fondamentali: una migliore identificazione e protezione delle vittime; il perseguimento crescente dei trafficanti; lo sviluppo di sistemi di protezione dell'infanzia; la creazione di unità nazionali preposte all'applicazione della legge sul traffico di esseri umani; la creazione di squadre investigative comuni, comprese le autorità nazionali e le agenzie dell'Ue. L'Italia rappresenta sia una meta, sia un canale di transito per il traffico di esseri umani. Le vittime vengono dall'Est, dal Nord Africa e dal Sudamerica.
Giudici, avvocati e docenti vogliono continuare a crescere e confrontarsi su questo tema che, in Europa, dove manca una banca dati comune che aiuti a tracciare un adeguato monitoraggio, sta diventando una vera e propria emergenza.