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Il Ministro Giannini scambia la scuola pubblica per quella privata: i prof non si scelgono per chiamata diretta

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): non servono colpi di mano sul reclutamento, basterebbe solo rispettare l’imparzialità derivante dall’esito dei pubblici concorsi, che devono rimanere l’unico ‘filtro’ meritocratico per l’accesso nell’istruzione come già avviene per legge in tutti i comparti dell’amministrazione statale. La scelta dei prof a livello di singole scuole farebbe inoltre incrementare il già alto numero di contenziosi.

“Il reclutamento degli insegnanti della scuola pubblica non può essere quello della chiamata diretta adottata negli istituti privati: per rimodulare il sistema d’istruzione italiano non servono colpi di mano, ma basterebbe solo rispettare l’imparzialità derivante dall’esito dei pubblici concorsi, che devono rimanere l’unico ‘filtro’ meritocratico per l’accesso nell’istruzione come già avviene per legge in tutti i comparti dell’amministrazione statale”. È quanto sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, dopo che il neo-Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha oggi dichiarato alla carta stampata che “le scuole, come strutture pubbliche devono dare conto delle scelte che fanno, possono operare delle scelte e sulla base di esse valutate e premiate”.

“Forse il Ministro – continua Pacifico – non ha ben chiaro che creare un modello di scelta del personale docente gestito a livello di singola scuola andrebbe a determinare una parcellizzazione dei criteri e delle modalità selettive. Con la risultante sicura di incrementare il già alto numero di contenziosi. Viene poi da chiedersi chi avrebbe l’onere di gestire la selezione dei docenti e la valutazione dei loro curricula di studio e professionali: non è bastata – conclude il sindacalista Anief-Confedir - l’esperienza dei commissari dell’ultimo concorsone, malpagati e costretti a rinunciare alle ferie per portare a termine le graduatorie dei vincitori?”.

Il sindacato ritiene che sarebbe decisamente più opportuno adottare un modello selettivo e meritocratico nazionale. Anche se da rivedere in alcune parti, concettualmente si potrebbe utilizzare come rifermento quanto stabilito di recente dal Miur per l’accesso alle Facoltà universitarie di Medicina: in questo caso, l’individuazione dei vincitori avviene, infatti, per scorrimento dei vincitori, al termine di una prova unica gestita attraverso un bando nazionale.

Anief non comprende, infine, come si possa pensare di introdurre un modello organizzativo di reclutamento che superi le già avvenute selezioni pubbliche di tante decine di migliaia di docenti, tra concorsi, Tfa ordinario e Pas. Invece di trovare una collocazione a questi insegnanti, come meritano, all’interno delle GaE, si continua a mettere in discussione le loro capacità di futuri docenti. Come se non fossero già in possesso di adeguati titoli di studio, abilitazioni, specializzazioni e idoneità all’insegnamento.

Per approfondimenti:

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