Replica del sindacato alle parole rassicuranti del presidente Inps Antonio Mastrapasqua dopo la modifica approvata dell’Esecutivo alla Legge di Stabilità: basta con i provvedimenti di ‘facciata’, se non si provvede a coprire i mancati versamenti ai precari le future pensioni sono a rischio.
“Non solo esiste il buco di almeno 23 miliardi nel bilancio Inps, legato all'incorporazione dell'Inpdap. Il vero problema è che rimangono a rischio le future pensioni, in particolare quelle degli attuali precari. Non risolve nulla l’emendamento del Governo alla legge di Stabilità: si tratta di un intervento tecnico-contabile che non neutralizza affatto la pregressa passività patrimoniale ex-Inpdap. Stiamo solo assistendo ad un giro-conto, che lascerà intatto il debito dello Stato nei confronti di centinaia di migliaia di lavoratori pubblici”. Così risponde Marcello Pacifico, segretario organizzativo Confedir e presidente Anief, alle parole rassicuranti rilasciate oggi da Antonio Mastrapasqua, presidente Inps, per il quale non ci sarebbe “nessun buco” di “miliardi nella previdenza”, si tratterebbe solo di “un'errata rappresentazione contabile che sarebbe meglio modificare proprio per non ingenerare equivoci” e “non c'è alcun pericolo né presente né futuro, il sistema tiene” per cui “anche i giovani avranno la loro buona pensione, purché lavorino 2 o 3 anni più della generazione precedente”.
“Si tratta di rassicurazioni di circostanza – ribatte Pacifico – perché è evidente che anche il Governo italiano si è accorto dell’enorme buco dell’Inps. Ma anziché affrontare il problema, coprendo finalmente il debito dovuto al mancato pagamento dei contributi pensionistici da parte dello Stato nei confronti dei suoi dipendenti a tempo determinato, sta utilizzando strumenti fantasiosi: si crea, in pratica, un’operazione contabile che lascia di fatto le cose come stavano. La realtà è che servono soldi veri. E lo Stato deve trovarli. Altrimenti – continua il sindacalista Confedir-Anief - saranno presto i tribunali a prendere in mano la situazione, costringendo i nostri amministratori pubblici a pagare anche interessi e spese processuali”.
La faccenda è nota. Ed è stata ultimamente denunciata della Corte dei Conti e rilanciata del sindacato: è stato infatti certificato che sono almeno 23 i miliardi di “buco” che l’Istituto nazionale di previdenza sociale ha ereditato dall’Inpdap per il mancato pagamento dei contributi del personale a tempo determinato. “Ma anziché cercare il modo di ridare il maltolto – spiega ancora Pacifico – il Governo non trova niente di meglio che realizzare operazioni di ‘facciata’: è intollerabile che si cerchi di fare cassa sulle spalle dei pensionati e in particolare su quelle dei precari dello Stato”.
Per questi motivi Confedir e Anief hanno deciso di chiedere la certificazione dei crediti in tribunale. “Quanto sta realizzando lo Stato con i suoi lavoratori – continua Pacifico - rappresenta infatti una vera e propria evasione. E ha dell’incredibile, perché l’amministrazione si rende artefice esattamente di quello che non permette di fare alle imprese private. Dimenticandosi di versare la parte pensionistica mensile di competenza di ogni suo lavoratore precario”.
Il sindacato conferma la volontà di mettere a disposizione dei precari della PA un modello di diffida da inviare all’Inps e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, per rivendicare il mancato pagamento dei contributi versati.
Per approfondimenti:
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