Proposta al Governo da parte dell’associazione sindacale nei primi giorni di scadenza per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi: è un’esigenza ormai non più rinviabile, la situazione degli istituti è drammatica e questa soluzione non comporterebbe alcun nessun aggravio di spesa. Marcello Pacifico (Anief-Confedir): le nostre scuole che non hanno più soldi per pagare i progetti e le attività di rinforzo della didattica, lo sanno bene i contribuenti italiani che così eviterebbero di arrivare al collasso.
Inserire anche la ‘scuola pubblica’ tra i destinatari della quota di 8 per mille dell’Irpef: a chiederlo al Governo, in corrispondenza dei primi giorni di scadenza per la presentazione di una parte delle dichiarazione dei redditi, è l’Anief. Secondo l’associazione sindacale si tratta di un’esigenza ormai non più rinviabile, alla luce della sottrazione sistematica di fondi all’istruzione pubblica che sta mettendo i nostri istituti scolastici sempre più in difficoltà.
“Siamo convinti – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – che sia giunto il momento di dare la possibilità ai contribuenti italiani di poter indicare nell’8 per mille, attribuibile allo Stato, anche l’opzione della scuola pubblica. Una soluzione di questo genere non comporterebbe nessun aggravio di spesa, ma si rivelerebbe estremamente preziosa per le nostre scuole che non hanno più soldi per pagare i progetti e le attività di rinforzo della didattica”.
L’emergenza educativa è ormai palpabile. Ai tagli draconiani decisi dal duo Tremonti-Gelmini, con la scuola sacrificata per oltre 8 miliardi di euro, negli ultimi anni si sono aggiunti continui sacrifici al settore. Esemplari sono le sempre maggiori riduzioni del Miglioramento dell’offerta formativa: il finanziamento - utilizzato per pagare fondo d’istituto, corsi di recupero, turni notturni nei convitti, incarichi extra per il personale Ata, funzioni strumentali per attuazione del POF, progetti, ore eccedenti per pratica sportiva e sostitutive dei colleghi assenti, aree a rischio sociale o immigratorio - si è assottigliato di un terzo, dai 1.480 milioni del 2010/2011 ai 521 milioni sbloccati per l’anno in corso.
Nell’ultimo biennio, abbiamo avuto dei campanelli d’allarme che però solo utenti e genitori sembrano essere deputati ad ascoltare: proprio a causa della carenza di fondi destinati alle scuole, si è passati dalle minacce di ridurre i riscaldamenti ai pagamenti dei supplenti a sorte. E che dire delle richieste alle famiglie da parte di un nutrito gruppo di dirigenti scolastici di contributi improvvisamente divenuti non più volontari? Oppure dei casi non più isolati di scuole ripulite sfruttando la buona volontà delle famiglie? In provincia di Brescia, qualche mese fa si è arrivati al paradosso di richiamare i professori in pensione per condurre, a titolo gratuito, i progetti di integrazione degli alunni stranieri.
“In pratica – continua Pacifico - si stanno sempre più assottigliando i finanziamenti che servono specificatamente per le attività che ogni scuola mette in pratica per produrre un’offerta formativa migliore. Tra cui quelli che servono a condurre una didattica rafforzata nelle scuole a rischio abbandono oppure l'attività motoria nella scuola primaria. Approvare il prima possibile la nostra proposta sul 8 per mille da estendere alla scuola significherebbe quindi evitare che nelle scuole si giunga al collasso. Tra l’altro – conclude il rappresentante Anief-Confedir - permettendo ai contribuenti italiani di scegliere di salvare una delle istituzioni più importanti del loro Paese”.