Bocciate dal mercato le leggi approvate negli ultimi 4 anni proposte dai vari Governi. I dati ISTAT parlano chiaro: 3,5 milioni di disoccupati, il 13,6% a livello nazionale ma quasi il doppio (21,7%) al Sud dove si tocca il 60,9% tra i giovani tra 15 e 24 anni a dispetto della media del 46%. Per Pacifico (Anief-Confedir), tra le varie ragioni, il mancato rispetto delle norme comunitarie sui contratti a termine, l’assenza di un piano di sviluppo economico e di riconversione del tessuto industriale, la riduzione dell’obbligo formativo a 16 anni.
“Tre provvedimenti che avrebbero potuto invertire una realtà amara che ci catapulta quasi quarant’anni indietro (1977) e che denuncia la condizione di un Sud sempre più abbandonato a se stesso”. Così commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir.
“Invece di introdurre provvedimenti tesi a favorire i licenziamenti dei lavoratori a termine o a tempo indeterminato, a sfuggire alle relative sanzioni imposte dalla UE, a ridurre il tempo scuola degli studenti, sarebbe bastato rispettare quanto previsto dal decreto legislativo 368/2001 così come originariamente formulato nel rispetto della direttiva 1999/70, e approvare un piano di sviluppo economico intorno al patrimonio culturale ripensando tutto il tessuto industriale del Paese e attuare quanto previsto dalla riforma Berlinguer nel 1999 sull’obbligo formativo a 18 anni”.
“Questi dati, specialmente per i più giovani, - conclude Pacifico - sono certamente da collegare all’alto tasso di abbandono scolastico e universitario e diventano preoccupanti se si osserva come tra i quindicenni, negli ultimi dieci anni, è diminuita l’aspettativa di iscriversi all’università dopo la maturità. Mentre i tagli lineari nel settore dell’istruzione in termini di organici e servizi al Sud, dove la maggior parte del territorio soffre un’evidente e regressione economica, così come attuati per esigenze di bilancio pubblico, hanno raddoppiato il numero dei disoccupati, mentre tra i giovani 347.000 cercano disperatamente un lavoro”.