Richieste ANIEF:

  • Stipendi di livello europeo
  • Indennità rischio biologico
  • Scatti stipendiali anche al personale a tempo determinato

Come sindacato abbiamo, da sempre, evidenziato l’anomalia riscontrata negli stipendi della scuola italiana. In particolare, a seguito dell’esplosione della crisi pandemica da COVID-19, abbiamo chiesto a gran voce che le retribuzioni del personale scolastico siano allineate alle stime europee non solo con finanziamenti diretti, anche europei, a partire da quelli del Recovery fund, così da essere incrementate di almeno 250 euro netti al mese. Appare necessario, anche, introdurre quell’indennità di rischio biologico, sinora riconosciuta solo ad altri comparti, a partire da quello sanitario; rischio che ha contribuito ad incrementare ulteriormente la già alta percentuale di burnout che caratterizza la categoria del personale docente. Per procedere a un allineamento delle retribuzioni ai parametri europei, dunque, si ritengono necessari interventi volti non solo a ripristinare il potere di spesa dei salari rispetto al periodo precedente la grande crisi monetaria del 2008 e quella pandemica ancora in atto, ma anche procedere ad una valorizzazione delle professionalità della scuola con nuovi investimenti, ricordando che la scuola è un luogo sociale in cui non sono importanti solo le nozioni, ma anche l’empatia e l’affettività che si trasmettono all’interno di un processo formativo. Bisogna provvedere ad un’indicizzazione dei salari, mai realmente realizzata a causa delle politiche volte alla razionalizzazione delle risorse economiche e ad erogare un’equa indennità di vacanza contrattuale tale da poter recuperare il gap sugli stipendi dei colleghi europei.

Riguardo all’art. 37 del CCNL 16/18 relativo all’elemento perequativo, valutiamo positivamente la volontà di disciplinare, nella nuova stagione negoziale, il riassorbimento di tale elemento e conglobarlo all’interno dello stipendio tabellare. Ad ogni modo, si rammenta l’esigenza di rimuovere ogni ostacolo contrattuale che impedisca il pieno riconoscimento alle progressioni di carriera anche al personale a tempo determinato, in violazione del principio del pro rata temporis non garantendo, anche a detto personale, una retribuzione commisurata al tempo di lavoro  a causa di vincoli di natura restrittiva.

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